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Autore: autumnleaf    25/03/2014    2 recensioni
"Fai l'amore con me", gli avrei detto. E se questo era troppo perfino per i miei sogni, avrei almeno potuto guardarlo dormire, quella notte.
[Prima di una serie di one shot ispirate alle canzoni delle t.A.T.u.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Come già anticipato dall'introduzione, il titolo e i versi posti all'inizio della storia appartengono alla canzone Fly on the wall delle t.A.T.u.






When you're naked in the shower
When you're sleeping for an hour
Oh, I wish I was a fly on the wall

Wanna see who you are
Every inch, every scar

From your head to your toes
I would be there
From your bed to your clothes
I'm in the air

What you do in your room
I could see it all
You undress, I wish I was a fly on the wall.





L'acqua della doccia scrosciava ormai da una ventina di minuti, unico suono nel silenzio notturno della piccola casa.
Un suono debole, che avrebbe potuto essere perfino rilassante, ma per me era assordante come il pulsare di un centinaio di tamburi e mi rendeva assurdamente nervoso e inquieto.
Mi rigiravo nel letto, incapace di prendere sonno, tormentato dall'immagine di lui, divenuta talmente ingombrante da non permettermi ormai neanche il riposo, o da strisciare perfino nei miei sogni qualora me lo concedesse.
Lui.
Non era alto e certamente non era più nel fiore degli anni, ma il suo corpo era per me ugualmente magnifico, forte, asciutto, con quelle spalle larghe e le gambe toniche.
Non l'avevo mai visto, in realtà, quindi tutto ciò che mi rimaneva era provare ad immaginarlo, nel bruciante e inesaudibile desiderio di toccarlo, stringerlo, avvertire il suo vivo calore sotto le dita. Sentivo il rumore costante dell'acqua e pensavo che avrei dato ogni cosa, davvero, ogni cosa per essere invisibile e starmene schiacciato in un angolo di quell'angusta cabina doccia assieme a lui, per percorrere anche soltanto con lo sguardo ogni centimetro del suo corpo fino ad impararne a memoria ogni curva, ogni neo, ogni cicatrice. Ah, se solo avessi almeno potuto guardarlo... sarebbe stato pur sempre meglio di nulla, di quell'incendio di nulla che mi stava logorando, alimentato dalla mia più che fervida immaginazione.
[Come sei arrivato a tanto?...]

Con un gesto esasperato scostai le lenzuola e scattai in piedi nel buio della camera da letto, consapevole che ormai non avrei più dormito. Non che ci tenessi a farlo, s'intende.
I fari di una macchina illuminarono per un attimo il mio corpo nudo, pallido e snello, prima che lo nascondessi sotto la solita vestaglia blu.
L'acqua, intanto, aveva smesso di scrosciare e lui era uscito dal bagno e si era chiuso nella sua stanza.
Senza uno scopo ben preciso, uscii nello stretto corridoio e percorsi il breve tratto che separava le nostre camere senza fare il minimo rumore, a piedi nudi, passi felpati, quasi come un sonnambulo.
Mi fermai davanti alla porta della sua camera, e rimasi lì, a fingere che quel pezzo di legno non ci fosse.
Con gli occhi della mia mente lo guardai lasciar cadere l'accappatoio sul pavimento e infilarsi sotto le lenzuola con la pelle e i capelli profumati e ancora piacevolmente umidi.
Sognai di potermi stendere dietro di lui, far aderire il mio petto alla sua schiena fresca ed affondare il viso nei suoi capelli per aspirare quel profumo, ginseng oppure muschio bianco, come piaceva a lui. Avrei seguito il percorso del suo braccio fino a trovare la mano e gliel'avrei stretta. Gli avrei baciato il collo e le spalle e le labbra e gli avrei chiesto di fare l'amore con me anche soltanto una volta nella vita. "Fai l'amore con me", gli avrei detto. E se questo era troppo perfino per i miei sogni, avrei almeno potuto guardarlo dormire, quella notte. Solo guardarlo dormire, non chiedevo molto...

Una lacrima muta mi rigò la guancia quando il mio pensiero andò al cofanetto che racchiudeva due fedi d'oro, chiuso nel cassetto della mia scrivania.
 
Era troppo tardi, troppo tardi per tutto.

Avrei tanto voluto...
















N.D.A.
Buonasera a tutti, rieccomi!
Allora, l'idea balorda di scrivere una serie di one shot o flashfic ispirate a delle canzoni delle t.A.T.u. mi frulla in testa da dicembre, quando dopo anni ho riascoltato i loro album e ho avuto dei flash Johnlock assurdi (lo so, sono pazza e fangirlo troppo).
Beh, questa è la prima. Vediamo come va, e se va... arriveranno anche le altre :D
   
 
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