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Autore: hiccup    25/03/2014    2 recensioni
[…]
“Almeno potresti lavarti i denti,” ghigna Sebastian mordendogli il labbro inferiore.
“Un po’ mi mancava il tuo romanticismo, davvero”
“Devo prendermi avanti con il lavoro”
“Ma se sei tornato nove ore fa, non muoiono senza di te in tribunale.”
[…]
(Seblaine)
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: hiccup
Titolo: Lover of the Light.
Personaggi: Blaine Anderson; Sebastian Smythe
Genere: Romantico, Sentimentale, un pochino Angst.
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Slash, future!Seblaine
Beta: Nope.
Note: Chi non muore torna a pubblicare qualcosa di tanto in tanto, giusto? >.<
Il fatto è che sono terribilmente occupata (supponendo si possa essere occupati a scrivere…) con la titanica raccolta di poesie-per-un-anno e allo stesso tempo sono in crisi esistenziale e studio come se non ci fosse un domani per il test di ammissione dell’otto aprile; ma l’idea di questa mini Seblaine mi ronzava in testa da un po’ di giorni; e sono riuscita a scriverla nero su bianco solamente perché due linee di febbre e una gastrite abbastanza antipatica mi hanno costretta a letto e lontana dai libri per tutta la mattinata (o per lo meno per mezza giornata: questo pomeriggio devo assolutamente recuperare lo studio *panico*)
Io vi avverto: è una storiella un po’ strana; ho provato ad utilizzare uno stile diverso e forse leggermente dispersivo, ci sono un sacco di aggettivi e sostantivi accoppiati e il plot è al tempo presente. Spero non sia difficile da seguire e che vi piaccia almeno un po’; in caso contrario non linciatemi e non odiatemi. Iovivogliotantobene.
La storia non è betata, quindi se vedete/notate errori di qualsiasi genere vi sarei immensamente grata se me li faceste notare. Grazie. (uh questa frase mi stona grammaticalmente…)
Oh, il titolo e le strofe che intervallano la storia sono tratte da Lover of the Light dei Mumford & Sons.
 
Penso sia tutto per il momento,
 
Buona Lettura!
 
 



 
 
Lover of the Light.
 
 
 
La melodia e il brusio provenienti dalla sveglia risuonano leggiadri e soffusi nell’aria rarefatta della camera da letto; i timidi raggi solari penetrano docilmente attraverso il tessuto sottile delle tende color pastello e picchiettano sui profili nudi ed abbracciati, delineandone il candore e la morbidezza.
 
Mhm spegni la sveglia,” sussurra una voce e due mani abbronzate corrono a stringere a sé il corpo dell’altro che si riscuote appena, espirando pesantemente, socchiudendo gli occhi verdi e sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco; Blaine gli si è accoccolato contro il petto durante la notte, avverte i suoi riccioli solleticargli il mento e il suo profumo invadergli le narici.
 
Uhm ho una riunione tra meno di due ore,” mugugna però Sebastian, districandosi dalla presa ferrea del moro e allungando un braccio oltre le lenzuola per spegnere l’aggeggio infernale.
 
“Appunto: tra meno di due ore; sei stato via due settimane, Bash,” sussurra Blaine puntellandosi su un gomito per guardare meglio il volto dell’altro, “mi sei mancato, sai?” aggiunge prima di chinarsi a baciare dolcemente quelle labbra sottili terribilmente invitanti.
 
“Almeno potresti lavarti i denti,” ghigna Sebastian mordendogli il labbro inferiore.

“Un po’ mi mancava il tuo romanticismo, davvero

“Devo prendermi avanti con il lavoro”

“Ma se sei tornato nove ore fa, non muoiono senza di te in tribunale.”
 
 
 

 
And in the middle of the night
I may watch you go
There'll be no value in the strength
of walls that I have grown
There'll be no comfort in the shade
of the shadows thrown
But I'll be yours if you'll be mine.



 
 
 
“Devi proprio andare a lavoro, oggi?” domanda Blaine seduto sulla sponda del letto; osserva Sebastian infilarsi i pantaloni, abbottonarsi la camicia e lisciarsi le maniche, e non riesce a reprimere un sorriso tremendamente spontaneo e sornione.
 
L’altro, dal canto suo, gli lancia un’occhiata in tralice, indugiando appena su quelle gambe nude e toniche che dondolano avanti indietro facendo sfiorare appena le dita dei piedi contro il pavimento in legno.
 
“Non hai le prove tu?”

“Abbiamo le prove generali per lo spettacolo questo pomeriggio,” risponde Blaine scrollando le spalle, soffocando uno sbadiglio, “comunque un paio di giorni di ferie te li potrebbero dare, no? Mi sento trascurato.”
 
Sebastian ride e si avvicina al moro, baciandogli l’angolo delle labbra corrucciate in un piccolo broncio contrariato; non si allontana che di pochi centimetri, giusto per guardarlo negli occhi, per accarezzargli la linea della mascella e ridere di nuovo.
 
“Torno in tempo per assistere alla prima di questa sera, va bene?”
 
“Ti conviene; ho dovuto sputare sangue per riservarti un posto in prima fila”
 
“Te lo prometto, Anderson; e uno Smythe mantiene sempre le proprie promesse.”
 
 



 
Skin too tight
and eyes like marbles
You spin me high
so watch me as I glide
Before I stumble homeward, homeward.
 
 




 
“Fortuna che le promesse le mantieni sempre, eh?” sbotta Blaine entrando nell’appartamento a passo di marcia; ha gli occhi lucidi, le spalle che tremano leggermente e un’espressione contrita dipinta sul volto stanco e teso. Si spoglia della giacca e della sciarpa con violenza, gettandole sopra una sedia in cucina cucina, poi prende il bollitore e lo riempie d’acqua, posandolo infine sopra uno dei quattro fornelli.
 
“Blaine, sono stato trattenuto,” esclama Sebastian richiudendo la porta d’ingresso dietro di sé e seguendo il moro in cucina.
 
“Sei sempre trattenuto dal lavoro, Sebastian. Hai dimenticato il nostro anniversario di matrimonio perché avevi una riunione; ti sei scordato della cena con mia madre il mese scorso perché avevi un’udienza importante; lo sai almeno che giorno è oggi?” lo incalza Blaine stringendo le mani in pungi lungo i fianchi, “lo sai che giorno è oggi?”
 
“Blaine…”
 
“Rispondimi, Sebastian!”
 
“Ascoltami un attimo, Blaine, ho avuto un contrattempo e -”
 
“C’è sempre un contrattempo quando si parla di noi, credi non me ne accorga? Divido il letto con te da cinque anni, non pensare che non ti conosca abbastanza. Ho provato a non farci caso, ma-”
 
Sebastian avanzò di un paio di passi, cercando di afferrare le mani del moro, ma Blaine si ritrasse con slancio ed una smorfia ferita a deformargli il bel viso.
 
“No, questa volta è troppo, Seb, davvero… ora basta, sono stanco,” mormora con un filo di voce, come se temesse d’infrangere le proprie parole, come se temesse di udire il suono della propria voce, “sapevi quanto importante fosse per me questo spettacolo, solo tu sai quanti mesi io ci abbia lavorato sopra; avevi detto che ci saresti stato sicuramente e… e questa non è altro che l’ennesima scusa per l’ennesima mancanza.”
 
“Blaine, puoi ascoltarmi un attimo?”
 
“No, non posso io questa volta, lo capisci, vero?” Blaine affonda gli incisivi nel labbro inferiore, sforzandosi di non piangere, “credo… credo andrò a dormire a casa di Kurt e Dave questa notte… Non chiamarmi per favore,” fa per andarsene, Blaine, ma Sebastian l’afferra saldamente per gli avambracci, impedendogli di muoversi.
 
“Tu non vai da nessuna parte, Blaine. E ascoltami per una volta, cazzo!” tuona Sebastian, alzando la voce e scrollando appena il moro, “sono mesi che ti evito perché altrimenti avresti scoperto tutto quanto!”
 
“A-avrei… scoperto che cosa?” soffia Blaine interrogativo, perplesso; è preso in contro piede.
 
Sebastian arretra, abbandonando la presa, e passandosi una mano tra i capelli spettinati; sospira pesantemente ed estrae qualcosa dalla tasca della giacca scura ed elegante.
 
“Non volevo dirtelo in questa maniera, avevo prenotato un tavolo al Bready’s, ma vista la piega che stanno prendendo le cose, penso sia meglio così,” mormora porgendo al moro una busta bianca.
 
“Che cos’è?” domanda stupidamente l’altro.
 
“Aprila, dai,” borbotta Sebastian. E Blaine la prende con dita appena tremanti, la volge, la apre e ne estrae delicatamente il contenuto: sembrano due biglietti aerei - per l’esattezza sono due voli con destinazione Parigi.
 
Blaine annaspa e guarda Sebastian, spaesato, le labbra schiuse in una muta domanda.
 
“E’ per quello che sono arrivato in ritardo; in agenzia hanno avuto un problema di gestione e la prenotazione è stata confermata più tardi del previsto, ma alla fine ho prenotato; volevi andare a Parigi da una vita, no? E ho pensato fosse l’occasione giusta,” spiega il più alto cacciando le mani nelle tasche dei pantaloni, “oggi è il giorno che ci siamo conosciuti. Certo che me lo ricordo, ti pare che possa dimenticarmi di te? O della prima volta che ti ho visto? Sono un emerito deficiente, sì, ma qualche data me la ricordo, anch’io, sai?” aggiunge con una lieve nota d’imbarazzo a sfumargli la voce.
 
“Non sei un emerito deficiente.”
 
“Stavi per andartene di casa, lasciandomi qui nemmeno dieci minuti fa… e oh, no! Non piangere, per favore!”
 
Blaine gli si getta contro, le braccia a cingergli il collo, i biglietti stretti in una mano e lo bacia; lo bacia nonostante il cuore minacci di esplodergli nel petto, lo bacia nonostante le lacrime, lo bacia nonostante Sebastian tenti di asciugargli le guance.
 
 

 
I know I tried
I was not stable
Flawed by pride
I miss my sanguine eyes
So hold my hands up
I breathe in, breathe out.
 
But love the one you hold 
And I'll be your goal
To have and to hold
A lover of the light.
 
 
 

 

Sebastian è un cretino spesso, ma lo è anche Blaine ogni tanto; non sono perfetti: litigano, bisticciano, si odiano e si urlano addosso cose che non vorrebbero uscissero dalle proprie labbra, ma continuano ad amarsi e ad andare avanti insieme. E, forse, è questa la cosa più importante: che, nonostante tutto, Sebastian e Blaine siano ancora in grado di baciarsi furtivamente come adolescenti alle prime armi, di fare l’amore come la prima volta, di camminare mano nella mano e di perdonarsi una volta in più.
 
 



 
 
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