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Autore: darkronin    25/03/2014    2 recensioni
Seguito di Preludio.
Quali tracce ha lasciato Loki dietro di sé? Chi sono i suoi alleati? E fin dove sono arrivate le sue arti magiche e i suoi infiltrati?
Il nuovo ed eterogeneo gruppo di Vendicatori avrà qualche alleato o solo politici pronti a dar la caccia a tutti i superumani? Forse avrete la risposta...
- - - Crossover Avengers-X-men col Marvelverse più in generale (come dovrebbe essere in realtà)
- - Altri personaggi principali rispetto a quelli della fic precedente (in cui erano secondari o appena presentati): Antman, Wasp, i Fantastici4 – nella seconda parte anche Tempesta, Angelo, Namor, T'Challa, gli agenti dell'Atlas (tutti), Visione.
- Altri personaggi secondari aggiuntivi rispetto alla fic precedente: i Guardiani della Galassia, Bucky, Quick Silver, Quentin Quire, Agente Sittwell, Yo-yo, Hellfire, Phobos, Sebastian Druid, Sole Ardente, Agente O'Grady, Gatta Nera, Abigail Brand, Norman Osborne (era ora), Sentry, Dottor Strange, Victor Von Doom, Fratello Voodoo, Hellstorm, Scarlett, Magik, il nuovo Club Infernale (Kilgore, Kensington, Enduque eVon Katzenelnbogen)
+ Riferimenti a: Ultimate Universe, Civil War, Dark Reign, Secret Warriors
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nick Fury, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ira degli eroi'
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43. I nodi si sciolgono






Le porte si aprirono poco prima del suo passaggio, lasciando che un'ondata di aria fresca lo investisse con la sua grazia benefica.
Promemoria: inventare un sistema che climatizzi l'aria nel passaggio dalle vetture agli edifici. Non è possibile sudare in questo modo per due metri...” sbuffò rimettendo in tasca il suo registratore vocale.  “E ora cosa c'è?” si domandò percependo l'eco dei bassi dello stereo a tutto volume provenire dal fondo del corridoio. Era stata una giornata abbastanza stressante senza che ci si mettessero anche loro.
Quando varcò la soglia, trovò davanti a sé quella che una persona qualunque avrebbe definito una situazione folle e fuori da ogni controllo. Ma per lui era la normalità. Solo la musica era un po' troppo alta: erano ragazzi... che poteva farci?
Sul tavolo da biliardo, stecca impugnata a mo' di microfono, Kade Kilgore, erede dell'omonima industria bellica e principale finanziatore del loro club esclusivo, cantava a squarcia gola un brano rap di cui non capiva un'acca.
In un angolo della stessa sala, circondata da un numero spropositato di peluche, animali impagliati, animali esotici e pericolosi ancora vivi e altri più comuni ma orrendamente maciullati, Wilhelmina Kensington, proprietaria del posto in cui ora risiedevano tutti e quattro, giocava a prendere il tè delle cinque con la sua corte a Versailles. Anche se erano le dieci e mezzo del mattino.
L'unica altra persona seria, là dentro, era Manuel Enduque, intento a consultare registri e cataloghi, per controllare le loro entrate e l'ammontare dei loro alleati, che lui chiamava schiavi per una piccola distorsione linguistica, passata di generazione in generazione nella sua famiglia di schiavisti: una famiglia di neri che controllava la tratta dei loro simili. Ora, voleva spostare quello stesso commercio a livello siderale: al posto dei neri, l'umanità intera.
Deplorevole e perverso. Come tutti loro.
Legalize!!!!”
Max alzò gli occhi al cielo e si avviò al tavolo di Manuel. Sbatté la sua ventiquattro ore sul tavolo e si buttò nella poltrona accanto. “Si può sapere che diavolo ha Kade?”
“Ha scoperto questo tizio italiano... E' convinto che nei suoi brani parli di noi...sai quelle teorie di messaggi nascosti nelle canzoni... E lo vuole per il suo compleanno...” rispose l'altro senza levare gli occhi dai suoi incartamenti.
“E chi capisce che cazzo canta? Già è rap... in lingua straniera...” replicò Max sbuffando per l'ennesima trovata del moretto che continuava a sculettare come un indemoniato.
“Non farti sentire o ti chiederà un traduttore istantaneo...”
“La lingua Badoon è più facile di ogni lingua terrestre..” sbuffò ancora Max risistemandosi la ciocca di capelli castani che gli era scivolata davanti agli occhi.
Manuel ripose la penna e, finalmente, si interessò all'amico. “Come è andata?”
“E me lo chiedi? Sono adulti! Cosa puoi aspettarti da...?”
“Max Max Max!” strepitò Kade, accortosi del nuovo arrivato, saltando giù dal tavolo verde e mettendo in pausa la musica “Hai sentito? Lo voglio!”
“Ti aiuto io!” replicò la biondina avvicinandosi. In braccio teneva quello che -a occhio e croce- doveva essere stato un gatto investito più volte e ridotto a una sottiletta pelosa sul manto stradale.
Manuel e Max si lanciarono vicendevolmente di sottecchi un'occhiata esausta. Non fecero in tempo a rispondere che Kade aveva fatto ripartire la musica da zero.

Quand'ero bambino vestivo come un manichino dell'atelier,
avevo le Burago, vetri scuri e schoffer,
otto babysitter con auricolari e tailleur
ed alla scuola elementare, furbetto e lesto,
trafficavo sotto banco quello e questo,
una volta condannato ricorrevo in appello,
poi venivo protetto dal mio gran maestro.
Divenuto adolescente la prima intuizione,
ogni capo deve avere un capo di imputazione.
… Legalize!

“Da quant'è che va avanti?” domandò Maximilian Von Katzenelnbogen, dopo un po'.
“Da quando l'ha scoperto stamattina su YouTube...” alitò l'altro esasperato
Max non esitò ed estrasse il telefono “Faccio oscurare tutti i siti che ne facciano menzione...”
“No, ti prego...sennò comincia subito con qualcos'altro. Dagli tempo di stancarsi... Piuttosto, pensa a un sistema perché il suono rimanga limitato a dove sta lui. E lontano da me anche se mi si avvicina.”
“Consideralo già fatto” ghignò Max estraendo il suo tablet e cominciando subito a trafficare.
“Anche perché non si può proprio sentire come distorce, taglia e mixa le canzoni a suo piacimento...” borbottò ancora il trafficante di schiavi. “Senti, parliamo un po' noi due, di cose serie... Kade dice che la merce è già arrivata a tutti i compratori ma che dobbiamo accorciare il guinzaglio al sovrano della Latveria. Pare sia convinto di poter fare meglio di te...” ghignò
“Ah, vecchio presuntuoso. Se integrare la Stark-Tech ai suoi obsoleti Doombot è innovazione, faccia pure. Ne riparleremo quando si troverà con le spalle al muro.” ghignò sadico anche Max
“Adulti... credono che siamo degli stupidi solo perché non abbiamo nemmeno l'età per prendere l'aereo dei comuni mortali da soli. Ma noi abbiamo jet privati, chissene frega! Possono forse valere le solite regole, allora? No! Se la mettano via!”
“Kade ha già dimostrato tutto al posto nostro!” lo tranquillizzò Max “Ma dimmi, come siamo messi?”
“La Cabala sta facendo esattamente quello che avevamo invitato loro a fare: Osborne si è mosso per evocare l'alieno e impadronirsi del mondo con l'aiuto di Von Doom. Hanno rastrellato un bel gruppetto di specialisti. E se le cose andranno come pensiamo, prova solo a immaginare i soldi che faremo con la tratta di esseri o prodotti umani verso le località più esotiche del cosmo.” Manuel aveva gli occhi lucidi per la commozione, ma continuò “Dall'altro lato, stanno tenendo buono anche Essex coi suoi esperimenti. Se vogliamo liberarci della rogna dei mutanti, Essex è il solo che può scoprire come fare”
“Non voleva creare il super mutante, lui?” domandò Maximilian poco convinto
“Studiarlo, in realtà. Ma per farlo sta sterminando la sua stessa specie, li mette gli uni contro gli altri, in nome di un'insana visione che ha del futuro. Poverino, è pazzo: è convinto di parlare con un mutante alieno, tale En Sabah Nur, che è stato condotto sulla Terra già ai tempi dei faraoni da un certo Rama Tut”
“Contorto... Saranno i suoi alterego...”
“Quello che pensavo anch'io” Ghignò il moro. “Comunque, non riuscirà mai nel suo intento. E se anche ci riuscisse, tutti i suoi studi sono in mano nostra e a te basterebbe pochissimo per sbarazzarti di lui e dei suoi esperimenti. Sul fronte politico, sono tutti d'accordo, ormai, che i super, siano essi mutanti o mutati, sono una minaccia per la salute pubblica, siano essi liberi o al soldo dei governi...”
“Immagino che gli esempi che vengono riportati più di frequente siano i risultati fallimentari del Progetto: Arma Plus
“Esattamente!” annuì Enduque “Dopo aver facilmente convinto una manciata di senatori in America, un paio di capi di governo in giro per il resto del mondo, nei paesi chiave -Cina, India, Corea del Sud, Giapone, Iran, Germania... gli inglesi non contano perché sono una nostra costola-... è stato facile instradare la politica mondiale sulla scia del terrore per il diverso. Gli unici che si tengono fuori sono i regni sovrani del Wakanda e di Latveria oltre ai paesi sud Europei, ma quei pezzenti hanno altri problemi, al momento..”
“Quando facciamo intervenire Namor a sterminare quei negri pulciosi?” domandò lo scienziato
“Non lo facciamo intervenire o perderemmo tecnologia che nemmeno tu sai come si usa... E poi dalla nostra ora abbiamo il totale controllo dello S.H.I.E.L.D.” spiegò con pazienza l'analista
“Ma non dello S.W.O.R.D.” ringhiò Maximilian picchiettando nervosamente le dita sul tavolo in mogano.
“Sono una stazione orbitante, cosa vuoi che facciano? Una volta tagliati fuori, saranno preda degli incrociatori stellari che dovessero arrivare... Ora, basta che Loki mantenga la sua promessa e faremo soldi a palate. E anche se non lo facesse, avremmo vinto comunque.”
“Scacco, babbei!” ghignò l'altro prendendo il suo calice di succo e facendolo tintinnare con quello del collega, posato ordinatamente sul tavolo, lontano da incartamenti e tecnologia varia: l'immortale Club Infernale, che rinasceva sempre dalle proprie ceneri (e loro ne erano la prova vivente, visto che avevano ammazzato genitori e amici per ripulire il posto dal vecchiume incrostato dai secoli e prenderne agilmente il posto in tempi rapidi) vinceva sempre ed ora era pronto a passare a ritirare la vincita.

AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV

Quando le quattro donne comparvero nel corridoio, Kurt si tirò malamente in piedi, asciugandosi rapidamente le lacrime che gli erano scivolate sulle guance nonostante avesse cercato di impedirselo. Erano allegre e ciarliere, nonostante la moretta, Janet, sembrasse parecchio alterata.
“Come sta?” domandò la rossa Venere lasciando il gruppo. Gli abiti semitrasparenti e scollati lasciavano davvero poco spazio all'immaginazione: una dea pagana seducente, la quintessenza della lussuria. Kurt si sentì tradito nuovamente dal suo Dio: aveva fatto voto, impegnato la propria anima in cambio della serenità della sorella ed ecco che subito la più sublime delle creature veniva messa sul suo cammino. Era una prova e doveva superarla.
Si ricompose e cercò di trattare la premura della donna per quello che era e nulla più. Improvvisamente gli apparve come la più tenera creatura di Dio: aveva il cuore di un angelo, era bella e compassionevole, non uno strumento del demonio per tentarlo. Scosse la testa e sospirò “Si è calmata, ma non ha preso bene la notizia...”
“Oh, povera... posso solo immaginare...” si rammaricò l'altra martoriandosi le dita, nervosa. Namora le posò subito una mano sulla spalla, in un evidente tentativo di calmarla “Non è come te...” stava cominciando quando l'altra scoppiò in lacrime
“Rogue è esattamente come me, Namora! E' considerata un mostro da quelli che sono diversi, è latrice di morte nonostante cerchi di fare del suo meglio, viene usata per i suoi poteri salvo venir poi cacciata coi forconi e tradita dalla sua gente! Dove vedi differenze tra noi due?” urlò la rossa, lasciando interdetta la bionda che, dopo un attimo di esitazione, abbracciò la compagna, cullandola dolcemente.
“E come te ha degli amici che le stanno vicino. Scusatela...” alitò verso i Vendicatori “Venere, in realtà è una sirena...”
“Quelle dei miti?” domandò Kurt affascinato
Namora annuì “Come vedi, nessuna coda di pesce, niente ali omeriche da rapace... solo tanti poveretti morti per inseguirla...”
“Jimmy ha detto che se uno fa del bene, allora tutto quello che ha fatto prima viene cancellato...” piagnucolò la rossa
Kurt annuì, grave “Il Signore concede a tutti di fare ammenda dei propri peccati... Basta essere sinceri e impegnarsi al bene...”
“Allora dillo a tua sorella! Rincuorala!” urlò la donna in lacrime mentre gli si aggrappava alla casacca, destabilizzando con il suo acuto le persone presenti nel corridoio.
“Calmati..” la redarguì la principessa atlantidea. Era ovvio che la presenza di Rogue aveva smosso qualcosa che, fino a quel momento, si trovava in precario equilibrio.
“Lo farò... quando me lo concederà” rispose il mutante pensieroso, non volendo vanificare l'incoraggiamento della Sirena rivelandole che sua sorella non la pensava come lui: Rogue era battista, non cattolica, ed era, quindi, fermamente convinta che la redenzione fosse una grazia che solo Dio poteva decidere se concedere, indipendentemente dall'operato del suo fedele e dalla sua penitenza. “Il suo bene è il mio bene. Non la lascerò mai da sola” rispose invece.
Passarono pochi minuti, durante i quali Namora riuscì a calmare la compagna, mentre Pepper e Janet si tenevano a debita distanza per lasciare ai tre mostri un po' di privacy, che il resto del gruppo si unì a loro, affollando in modo soffocante un corridoio così ampio e, solitamente, così vuoto.
“Cos'è successo?” domandò l'uraniano da dietro la sua bolla quando si accorse degli occhi lucidi di pianto di Venere.
“Nulla...” disse lei per non farlo preoccupare.
“Mi chiedevo...” esordì Pepper “Dov'è che ci troviamo, esattamente?”
A quella domanda così sincera, Jimmy Woo stirò un sorriso compiaciuto. Sempre tenendo le mani agganciate tra loro dietro la schiena, in modo che la sua postura risultasse il più dritta possibile cercò di rispondere nel modo più sintetico possibile “Queste sono le fondamenta del tempio di Angkor Wat. L'impianto del tempio è imponente, ma la città sotterranea si estende per miglia.”
“Incredibile!” fischiò compiaciuto Jhonny Storm “Se non erro, nemmeno le nostre apparecchiature avevano individuato nulla di anomalo in questa zona...”
Reed confermò con un cenno della testa, interessato a quella stranezza e Woo continuò la sua spiegazione “Ci troviamo a diversi chilometri sotto terra. Impossibile individuare il complesso con un qualunque scanner terrestre. Solo la tecnologia uraniana di Bob può riuscirci. Ma lui è riuscito a individuare anche il regno segreto di Namor...” disse sorridendo mentre il principe dei mari si rabbuiava, offeso.
“E come ci siamo arrivati in Cambogia dagli Stati Uniti?” domandò perplesso Pym “Non ho visto porte dimensionali...”
“Il disco di Bob può fare tante cose, anche attraversare indenne il nocciolo terrestre...” replicò Woo, compiaciuto “Ma la via più pratica per spostarci è, come hai suggerito giustamente, sfruttare i portali. Ne abbiamo diversi e possiamo viaggiare anche nel tempo, oltre che nello spazio.”
“E dove conducono?” domandò ancora Pym, interessato “Possono aprirsi un varco dove vogliono?”
“Oh, no!” replicò Woo divertito “Non ancora, almeno. Bob ci sta lavorando. Possiamo arrivare solo dove già esista un varco. Per il resto ci dobbiamo arrangiare.”
“Il disco è troppo grande per passarci!” replicò Reed “Avete una qualche tecnologia che vi consenta di ridurne le dimensioni al momento opportuno?”
“No, nulla come le particelle Pym” rispose il capo dell'Atlas “Passiamo con la mia auto1, quando possibile. Se sappiamo di dover raggiungere zone lontane, usiamo direttamente il disco.”
“Quindi? Come ci rimandate a casa?” domandò anche Stark, ansioso di uscire da quella trappola scavata nella roccia
“Pensavamo di farvi uscire a San Francisco, sotto il Golden God Gate2. Avrete il nostro lascia passare per usare i tunnel sotterranei e raggiungere Los Angeles, dove arriverete direttamente...”
“Al cuore della città dei Morlock3?” domandarono Ororo e Kurt, contemporaneamente.
“La conoscete...” quella di Woo non era una domanda, ma una constatazione.
Tempesta annuì “Anni fa ne fui eletta rappresentante ma, essendo troppo impegnata con gli X-men delegai e restituii a Callisto il suo legittimo ruolo di capo dei mutanti reietti.”
“E da lì raggiungere Malibù è relativamente facile...” commentò Pym, disinteressato ai commenti della mutante.
“E perché dovremmo andare a Malibù?” domandò seccato Stark
“Perché a casa tua c'è una delle mie porte? Non credo sia stata disintegrata dal casino del Mandarino...” rispose Henry lanciando un'occhiata all'assistente di Tony e vice di Woo, Temugin, figlio del terrorista in questione.
“E cosa ci fa una delle tue porte a casa mia?” replicò Tony, inviperito
“Beh, non sono ricco sfondato come te, sai! Non voglio chiedere a Janet di mettere il suo capitale per finanziare i viaggi di piacere per raggiungere un mio amico. Inoltre, sarebbe terribilmente sciocco da parte mia non usare in questo modo le mie invenzioni!”
“Quindi rispunteremmo...? Dove di preciso?” domandò Pepper sperando di troncare la sterile discussione sul nascere.
“Dimentichi che abbiamo una porta aperta alla Stark Tower di New York? Possiamo andare direttamente lì” disse Janet, elettrizzata
“Rimane un problema logistico. Come ci spostiamo da San Francisco? Non con l'autobus, voglio sperare!” domandò ancora il magnate in armatura
“Si tratta solo di un'ora in macchina!” lo canzonò Janet
“Suvvia Tony!” disse Reed andando a prenderlo sottobraccio “Siamo tre delle menti più brillanti del pianeta... troveremo di sicuro una soluzione...”
“Basta che la soluzione non preveda di rimpicciolirci tutti e viaggiare a dorso di cormorano...” sbuffò quello
“Magari tra i Morlock c'è qualche teleporta...” meditò Ororo cercando di fare mente locale.
“Arriverò esausta... lo sento!” alitò Pepper rendendosi conto di quanto fosse la reale distanza tra il primo punto d'arrivo e la loro destinazione finale: li attendeva un lungo viaggio attraverso mezza America.









1    Ricordo che l'auto è una decappottabile rossa (piace tanto alla Marvel) che io do per scontato sia passata dalle mani di Fury a Woo a Coulson (controllate i fumetti se non credete che i primi due abbiano quel tipo di auto): la famosa Lola di Agent of S.H.I.E.L.D.
2    La fusione tra Golden Gate Bridge e Golden God l'ho creata io. Il Golden Gate, ovviamente, è quel ponte che Magneto (in quell porcata di X-Men: Conflitto Finale) ha usato come passerella per tutti i 'villains' (c'era pure Psylocke...ma sorvoliamo). Il Golden God è quello che gli umani credono una statua e in realtà è una divinità celestiale, Tiamut (detto il Dormiente, un tempo sepolto a lungo), che si va a piazzare giusto davanti al ponte.
3    In realtà i Morlock, nel Marvelverse, vivono a NY. Tale concentrazione di stranezze a me non va giù e, per distribuire le risorse, cambio un po' le cose unendo le leggende metropolitane -nate nel 1934- che sotto LA ci sia una città rettiliana. Il collegamento alieni/mutanti che si nascondono al genere umano (più o meno per gli stessi motivi) e rapiscono umani è presto fatto ed anche la nuova collocazione di questi ultimi. Secondo gli Hopi, invece, San Francisco sarebbe il capolinea del tunnel che si diramerebbe per tutta la vicina montagna e che li avrebbe visti emergere dalle viscere della Terra come evoluzione di una colonia Lemuriana (dovremmo chiedere a Namor, per questo...).
In tutta la California, inoltre, è forte la convinzione (data dalla credenza degli antichi racconti) di questa serie di gallerie che, a ben vedere, dovrebbero essere collegate tra loro. Ecco perché ho connesso le due città: in una, San Francisco, ora è alloggiato il Celestiale Dormiente dorato di cui sopra mentre Los Angeles è, per antonomasia, la città degli Angeli... Divinità, Angeli... non potevo non connetterle. E poi il passaggio mi è concesso anche dal fatto che i Morlock hanno sicuramente una base a Chicago. Quindi, se non solo NY, perché limitarci al nord del Nord America?

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Ta-Dan! eccoci qui, alla fine della seconda parte.
Chiudo la storia lasciandovi immaginare il rientro a casa dei nostri eroi e di come tutte le cose possano andare a posto.
Ovviamente le cose sono lontane dal sistemarsi (soprattutto ora che sapete chi c'è dietro a tutto...sul fronte terrestre). Ma ho tutta la terza parte... ah.. lo sapete, sì, che lascerò il finale aperto? XD
Potevate aspettarvi -da me- la parola fine se nemmeno la Marvel ci riesce? no no. Vedrete. Ma sarà l'eventuale premessa per tutto un altro genere di fic. Cose che riguardano due nomi citati in questo capitolo, i viaggi nel tempo, il multiverso etc etc. Cioè, il vero nerbo del Marvelverse. Ovviamente la devo studiare bene...
Ma ne parleremo più in là.

Per ora, quindi, io vi saluto qui.
Tornerò tra un mesetto per un semplice motivo.
Al momento sono in Irlanda per un corso intensivo di inglese di preparazione a un test internazionale (il mio Upper Intermediate non mi convince affatto... quindi voglio essere sicura! e per lavoro una certificazione torna sempre comoda). Se voglio fare le cose fatte bene, non basta frequentare e spararsi film a manetta e leggere. Lo facevo già a casa. Devo troncare ogni rapporto con la lingua madre e sognare -se possibile- nella seconda lingua. Spero capirete e porterete pazienza.
(compatitemi..io mi faccio Pasqua lontana da tutti ç_ç torno a casa il 27...così avete una data dalla quale potete cominciare a rompermi per il continuo... o potrei anche ricominciare il 27... in aeroporto avrò tipo 7 ore da ammazzare...e potrei anche aggiornare, che dite?)

Dunque, per ora è tutto.
ci sentiamo tra un mese (ovviamente risponderò alle vostre recensioni, tranquilli, non sarò così maleducata XD)
Un abbraccio a tutti voi fedelissimi e coraggiosi che mi avete seguito fino ad ora.
Non sapete come mi rendete felice (che commentiate o meno)
Spero, in cambio, di allietare un minimo le vostre giornate.
Ok...la pianto o divento stucchevole.
a tra un mese!
DR
   
 
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