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Autore: CL_Kiki    26/03/2014    2 recensioni
< T-Tu... sei il ragazzo di oggi pomeriggio? >
< Mi dispiace per prima. Davvero. - le porse nuovamente la mano - Dai, alzati, sistemati e andiamo via da questo vicolo. >
< G-Grazie... >
< Non devi ringraziare. L'avrei potuto uccidere quel bastardo. >
< Come ti chiami? >
< Come ti chiami tu? >
Un sorrisino gli comparve nelle labbra.
< Io sono – disse togliendo gli occhiali da sole che aveva ancora in volto - Jung IlHoon. >
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ilhoon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutte :D 
Wow, non credevo di riuscire a pubblicarla davvero, invece eccomi qua! Non pensavo che ...Per Te... avrebbe avuto tutto questo successo e, io e mia cugina, siamo molto fiere! Però,mentre continuamo a scrivere i nuovi capitoli, stiamo anche lavorando anche a storie, da sole, ed ecco la mia prima. Non pensavo di riuscirci e sono stupita da me stessa! 
Questa volta, ho deciso di cambiare personaggi, poichè, con i B2ST, ho preferito restare concentrata su quella storia ed evitare confusione.
Volevo anche scrivere che, la pagina che era dedicata, inizialmente solo a ...Per Te..., sta subendo diverse modifiche ed ora è dedicata a noi come scrittrici in modo da inserire tutte le nostre storie!


https://www.facebook.com/pages/CL_Kiki-jex_b2st-EFP/337429203023783

Beh, ora vi lascio alla storia e spero di leggere presto qualche recensione! Buona lettura!









Erano le 16 di un venerdì come tanti altri e Min Jee era impegnata in un ampia conversazione telefonica con due amiche che avrebbe incontrato più tardi: Choi Ae Sook e Kang Eun Hee.
< Vi volete decidere?! Non capisco più niente! > la ragazza gridava mentre camminava per le strade di Seoul ed era consapevole di avere gli sguardi dei passanti puntanti su di lei.
< Min, ascolta. Ci vediamo alle 18.30 alla stazione e poi andiamo tutte al bowling, ok? > aveva finalmente deciso Ae Sook.
< Avete deciso allora … Aspettate – Min sembrava perplessa – quale bowling? >
< Quello nuovo che ha aperto in periferia! Dicono sia davvero stupendo e che si possano incontrare diversi bei ragazzi, come non approfittarne! > Eun Hee si esaltava sempre troppo quando c'erano di mezzo i ragazzi.
< Eun... Non ti sei fidanzata la settimana scorsa?! >
< Settimana scorsa, due giorni fa... qual'è la differenza?! Sempre ragazzi sono! Sbrigati a finire quello che devi fare e sbrigati! > La ragazza chiuse velocemente la chiamata, lasciando le amiche da sole.
< Ricorda che a lei piace semplicemente andarci a letto. I tuoi ti faranno problemi? >
< Come sempre. Gli dico che andiamo al solito pub così non discuteranno. >
< E se passano di là? >
< Loro non vanno mica in quella zona. Dovresti sapere come sono. >
< Vabbè, allora ci vediamo alle 18.30 alla stazione, a più tardi! >
Anche l'altra amica chiuse la chiamata e a Min Jee comparve un sorriso in volto, pensando a quello che avrebbero combinato le altre.
Si conoscevano da quando erano piccole e ora andavano alla stessa scuola. Avevano iniziato a frequentare l'ultimo anno un mese fa e già erano piene di compiti. Non si scherzava con i test finali e per l'ammissione all'università.
Min Jee si stava avviando a casa, dopo essere uscita più tardi da scuola, ma prima doveva passare a comprare delle cose per sua madre al negozio di musica, ecco perché Eun Hee era preoccupata per il ritardo. Il laboratorio di musica classica le prendeva diverso tempo ma le piaceva. Suonava il violino e il violoncello e, sin da quando era piccola, il suo sogno era quello di entrare a far parte di una grande orchestra. Sua madre è una pianista famosa in tutto il mondo mentre il padre è un grande imprenditore. I suoi genitori facevano mandare sempre una macchina a prenderla all'uscita di scuola ma lei conosceva una strada secondaria. Non le piaceva, voleva girare per la città e poi le dava fastidio il fatto che i suoi genitori si preoccupassero tanto per farla tornare a casa sana e salva, ma non li trovava mai ad aspettarla. Erano quasi sempre fuori casa. Quel giorno, poteva ritenersi speciale.
Uscita dal negozio, ricevette un messaggio dalle amiche.


From Eun Hee:
Verranno con noi anche Young Mi e Sung Hi. Ci divertiremo un mondo!


La cosa, invece, non la divertiva affatto. Ogni volta che uscivano con queste due “amiche”, sempre se così si potevano definire, Eun Hee dava il peggio di se e Ae Sook le andava dietro per tranquillizzarla mentre lei, se ne stava bene alla larga, tanto trovava sempre qualcun altro con cui parlare. Solo che, quella sera, non andavano al solito posto dove c'erano sempre i soliti amici. Quella sera dovevano andare in quel nuovo bowling. A Min Jee nemmeno piaceva il bowling, non le era mai piaciuto e, una volta che ci aveva giocato, si era stirata il muscolo che l'aveva costretta a non suonare per tre mesi.
Pensierosa e in cerca di un piano per riuscire a sfuggire da quella situazione, si ritrovò già davanti al cancello di casa. Era così presa da non aver pensato a una scusa da dire a sua madre per non essere tornata con la macchina mandata e visto che era a casa, la ramanzina non se la sarebbe persa. Invece, quando stava per entrare nel palazzo un auto suonò alla sue spalle.
< Salve signorina. > disse l'autista
< Ma come...? >
< L'abbiamo aspettata dietro il vialetto. >
< L'abbiamo? Chi c'è? >
Il finestrino posteriore si abbasso e si intravide il viso di un ragazzo.
< Oppa! >
< Non ti togli il vizio, eh? >
Oppa, o meglio Yong Shi, era il fratello di Min Jee. 23 anni, alto, bellissimo (molte delle sue amiche ci provavano spesso, senza successo), molte lo mettevano allo stesso livello di Idol e Modelli. Frequentava l'università in America.
< Quando sei tornato da New York? >
< Stamattina. Io volevo farti una sorpresa a scuola ma, a quanto pare, ho fatto la sorpresa solo alle tue compagne di laboratorio! >
< Mi sembra giusto, ogni tanto si meritano anche loro una sorpresa, no? >
< Quanto sei simpatica... Dai, andiamo prima che mamma chiami ancora. Ha chiamato almeno 10 volte. Le ho detto che non eri ancora uscita quindi reggimi il gioco. >
< Va bene. >
Il fratello scese dalla macchina e strinse in un abbraccio la minore, prima di dirigersi verso l'entrata del palazzo. Abitavano nell'attico di un palazzo di Gangnam. Min Jee stava cercando di farsi raccontare tutto il possibile sulla vita NewYorkese del fratello ma non appena uscirono dall'ascensore la madre interruppe la loro discussione.
< Finalmente siete tornati! >
< Si, Omma. >
< Com'è andata al laboratorio? >
< Come sempre... Ah, ecco gli spartiti che mi avevi chiesto! > disse porgendo il sacchetto del negozio di musica.
< Grazie. Sono stata in ansia tutto il pomeriggio. Devo subito andare a scrivere il nuovo brano che ho in testa da quando ho visto tuo fratello. >
Così, lasciò i due all'ingresso e si chiuse nello studio musicale che si trovava di fronte l'ingresso, attraversato il salone.
La casa era molto moderna, avevano cambiato gli interni pochi mesi prima. I suoi genitori volevano sempre essere aggiornati.
< Come sempre, pensa solo alla sua musica. >
< E tu? >
< Io? Io penso anche agli amici, a te, alla scuola... >
< Ma la musica rimane al primo posto. >
< Senti, se devi insinuare che sono come Omma, meglio che te ne vai. >
Mentre parlavano, i due erano saliti al secondo piano dell'attico ed erano entrati nella stanza della ragazza. La camera era grande e molto semplice. Pareti bianche e, dove si appoggiava la testiera del letto, azzurra. I lati bianchi erano decorate con foto e copie di quadri del rinascimento. In una parete bianca, era dipinto uno spartito con la chiave di violino e note varie, opera di Ae Sook, l'artista del gruppo. Il letto si trovava accanto alla porta d'ingresso. Di fronte, un armadio riempiva lo spazio ed accanto, un separé che separava il resto della stanza con uno specchio poiché era la zona per cambiarsi.
< Non sto dicendo che sei come Omma. Però anche tu ami la musica e spesso metti altre cose da parte per dedicarti ad essa. >
< Non è vero... – nel frattempo prese dall'armadio un paio di jeans e un maglioncino nero e viola scuro a righe, probabilmente di una taglia più grande – … ok, forse a volte si ma mai con la famiglia! Se avessi dei figli non lo farei mai. >
Il ragazzo si trovava sempre a disagio quando la sorella si cambiava in sua presenza. Si, c'era un separé che la nascondeva ma il materiale era così leggero che s'intravedeva il corpo nudo della ragazza. L'aveva cresciuta lui e odiava essere suo fratello. Gliel'aveva detto, una volta, ma lei non poté fare niente. Erano fratelli e non si potevano cambiare le cose.
< Si, vedremo che dirai quando farai parte di un'orchestra, avrai continui impegni e non potrai stare con la famiglia. >
< Perché dici così? Io non voglio trascurare nessuno! >
Indossati gli stivali e sistemata anche la sciarpa, prese la borsa, pronta per uscire.
< Min, perché te la prendi tanto? Odi davvero tanto Omma? >
< Io non la odio ma in tutta la vita ho ricevuto affetto solo da te, quindi vorrei riuscire a non fare lo stesso errore. Ora scusa, ma mi stanno aspettando. >
< Min... Min! - Mentre la ragazza stava uscendo dalla camera il ragazzo la prese per il polso – Mi sei mancata. >
< Anche tu, Oppa.... >

 

****


Uscì di casa senza una scusa per saltare la serata, quindi si rassegnò e si diresse verso la stazione. Mancava un'ora all'appuntamento e sarebbe potuta andare a piedi.
Quando arrivò, le amiche erano già tutte arrivate, persino le due odiose che erano sempre in ritardo, erano già all'appuntamento.
< Eccoti! Come mai sei in ritardo? > diceva Eun Hee
< Ritardo? L'appuntamento era alle 18.30 e mancano ancora 5 minuti. >
< Non ti è arrivato il messaggio? >
< Messaggio? >
< Avevamo anticipato di mezz'ora! >
Min Jee prese il telefono e trovò diversi messaggi.
< Oddio... Scusatemi. Ho litigato con mio fratello e non ho controllato il telefono... >
< TUO FRATELLO È TORNATO?! >
< Eun Hee non ci pensare nemmeno, chiaro?! Ora andiamo! >
Il nuovo bowling non era molto vicino quindi ci volle un bel po' di tempo per arrivare. Seguivano la mappa di una brochure che distribuivano in centro.
< Qua dice che ci sono anche diversi negozi! Sembra quasi un centro commerciale! >
Young Mi sembrava davvero troppo esaltata, l'odiava.
< È semplicemente un bowling. >
< Questo lo dici tu, Sang Min Jee! Ohhh eccolo là! >
Il locale era davvero enorme, dopo tutto, l'odiosa aveva ragione. Sembrava davvero un centro commerciale. Lato negativo. L'atmosfera, il luogo, a Min non piaceva proprio un bel niente però non poteva fare altro che seguire le amiche. Non se ne parlava di andarsene da sola e si era già fatto buio. Meglio rimanere.
Mentre si avvicinavano all'ingresso, le odiose iniziarono a correre verso un gruppetto di ragazze.
< Ohhh siete anche voi qui! >
< Young Mi! Sung Hi! Veloci, abbiamo trovato un modo per entrare senza pagare la partita! Seguiteci. > diceva una del gruppetto che non riconobbe.
L'ingresso era molto accogliente, le pareti erano riempiti di scaffali con peluche, cd e un enorme distributore di caramelle, tutte di colori sgargianti: giallo, azzurro, rosso e tanti altri.
Superato l'ingresso, si arrivava in un enorme corridoio che continuava ai lati dell'ingresso con diversi tipi di negozi mentre, davanti a loro, si scagliavano degli archi che portavano alle innumerevoli piste di bowling. Non c'è che dire, il posto era davvero bellissimo.
Min era rimasta stupefatta dall'architettura del luogo ma, mentre era sovrappensiero, si senti tirare il braccio.
< Perché ti blocchi così? Muoviti! >
La presa di Ae Sook era davvero forte e le faceva male al braccio. Il locale era davvero affollato e, anche se si riprese dal quel piccolo momento di distrazione, non riuscì a capire dove si stessero dirigendo. Il locale non era ancora molto affollato ma, a causa delle amiche che la tiravano, le scene le passavano davanti troppo velocemente per mettere a fuoco i dettagli che la circondavano. Passarono una porta che le condusse in una scala che scendeva, probabilmente riservata ai membri del personale perché era molto diversa dallo spazio precedente: pareti bianche, spoglie, non aveva proprio niente di particolare. Scesero di un piano, sorpassando un'altra porta e si ritrovarono in una stanza affollatissima e, da quel poco che notava, era tutta rovinata, con pareti incrostate e spoglie. Sembrava di essere usciti da quel locale spettacolare ed essere entrati in un palazzo squallido presente nelle vicinanze. La sala era piena di fumo, cosa che le rendeva difficile respirava e la forte musica le stava facendo venire il mal di testa. Min perse l'orientamento e non riusciva più a restare in quella stanza, doveva andarsene.
< Ae. AE! - gridò per farsi sentire perché la musica copriva il suono della sua voce – Io... Io esco, non riesco a stare là dentro! >
Si staccò bruscamente dalla mano dell'amica e cercò l'uscita più vicina. Si ritrovò in un altra stanza ma non aveva la minima intenzione di tornare n quella camera affollata.
La sala era piena di tavoli, tutti circondati da ragazzi che giocavano a carte. Probabilmente poker ma lei non ne capiva molto di questi giochi. Nel lato opposto a dove si trovava lei, una porta faceva entrare molta luce, simile a quella delle lampade che si trovavano all'esterno del centro, magari passando da la sarebbe riuscita a tornare all'ingresso principale.
Cercò di non farsi notare e, passando quasi attaccata alle pareti, tipo spia segreta, si andava avvicinando sempre più all'uscita.
A due metri di distanza dalla porta, venne nuovamente bloccata dal polso. Oggi non poteva essere lasciato in pace. Ma chi poteva averla fermata?
< Ehilà, carina. Non mi sembri maggiorenne, che ci fai da queste parti? >
Min si girò di colpo e davanti a sé trovo un ragazzo di cui non riuscì a individuarlo bene il viso. Era seduto con una gamba accavallata. Indossava un paio di pantaloni alla turca neri e una felpa molto scollata beige. Il viso era coperto dagli occhiali da sole e i capelli non si vedevano a causa del cappuccio della felpa. L'unica parte visibile era il ciuffo biondo all'insù che lasciava scoperta la fronte.
< Sono entrata qui per sbaglio... stavo proprio uscendo! > Cercò di allontanarsi ma venne tirata di nuovo indietro.
< Perché così di fretta? >
< Avanti Il, lasciala stare. > Un altro ragazzo, seduto accanto a lui gli aveva messo una mano nella spalla. Aveva i capelli rossi e una maglia a collo alto. Anche lui, come il primo, indossava degli occhiali da sole. Che poi, perché gli occhiali da sole in un posto al buio?
< T-Ti prego... Io non voglio nemmeno restarci, qui... sono solo di passaggio... >
< Il, non vogliamo problemi, no? >
< Mi sto solo divertendo. - senza lasciare il polso della ragazza, si alzò e si avvicinò sempre di più a lei fino a farla sbattere contro il muro. - Non si può? >
< M-meglio di no! >
< Avanti, sei così carina. >
< Lasciala stare. > Un altro ragazzo si era avvicinato a loro e guardava in modo minaccioso il ragazzo che teneva in pugno Min.
< Che vuoi tu? Fatti gli affari tuoi. >
< Non mi faccio gli affari miei. Lascia stare la ragazza. >
< Chi è per essere così protettivo nei tuo confronti, eh? >
< L-lui... è... >
< Sono il suo ragazzo. - Prese la mano di Min e stacco quella del ragazzo dal suo braccio. - andiamo. >
Non diede il tempo al ragazzo di rispondere che uscirono da quella porta e salendo delle scale esterne, si ritrovarono del retro della costruzione.
< Tutto bene? Che ci facevi in quel posto? >
< È colpa delle mie amiche. Anzi, di due oche che non sono per niente mie amiche. Mi avevano portato in una sala accanto a quella e l'unica porta che ho trovato e stata quella che mi ha portato in questa... > disse indicando la porta in fondo alle scale.
< Meglio che non ci torni. >
< Guarda, non ne ho la minima intenzione. >
< Non sembri nemmeno maggiorenne... >
< Infatti non lo sono. Ho solo 18 anni. Comunque grazie, per prima. > detto questo si allontanò, cercando di trovare la porta d'ingresso.
< Ehi, non ti presenti nemmeno? Che maleducata. >
< Aishh. Sono Sang Min Jee. >
< Piacere Sang Min Jee! - le rivolse un sorriso – Andiamo? >
< Andiamo dove? E quale sarebbe il tuo nome? >
< Andiamo a cercare le tue amiche, pensi che ti lascio sola dopo che quel tizio di ha adocchiato? Ah-ah, certo. Comunque chiamami semplicemente Shin. >


 

   
 
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