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Autore: Jay_Myler    26/03/2014    3 recensioni
La storia di Lilith, la prima donna ad essere stata creata ancor prima di Eva, che decide che l'Eden non è il suo posto, cambiando radicalmente la sua vita con scelte che non le daranno l'occasione di ritornare sui suoi passi.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Haloa!
Questa storia è stata scritta per partecipare al concorso indetto da Fingerbooks (ancora in corso, dove ho appena aggiunto la mia storia che si trova in fase di valutazione a tutt'ora), che prevedeva di non superare le 1000 parole ma a tema libero, ed ho deciso di condivideral anche con voi.
Un bacio, spero vi piaccia!
 



La libertà comporta il suo prezzo e questo le era stato fin troppo chiaro dal primo momento in cui la sola idea di liberarsi di quel peso morto del suo uomo le aveva sfiorato la testa; stare con quello zotico che pretendeva di comandare su di lei soltanto perché nella sua condizione di uomo si sentiva superiore, perché era stato il primo abbozzo di essere umano ad essere stato creato, si sentiva in dovere di decidere lui, come e quando giacere insieme a lei, la sua donna.  Sua… questo non era stato di certo deciso da lei, era stata costretta a fare quella scelta, lassù in quel mondo di pace e benessere c’era soltanto lui come essere umano di genere maschile e visto il modo in cui si era presentato e posto nei suoi confronti avrebbe preferito accoppiarsi con una pianta; quel modo in cui la prendeva e la trascinava per un braccio, convinto di essere lui a comandarla e darle degli ordini: non le era mai stato bene, lei aveva un cervello, pensava per conto suo e decideva lei cosa fare e se farla. Ma l’idea che si era posta nel cervello quell’uomo era radicata ben diversamente e questo assurdo maschilismo nell’Eden radicato, a Lilith non andava affatto bene. Erano giorni che lei ed Adamo non si parlavano nemmeno, gli aveva negato le sue grazie femminili fin dal primo momento che aveva visto la scintilla della prepotenza brillargli negl’occhi e proprio come il bambino che era, egli era andato a lamentarsi dal Padre, proprio come fa un immaturo come lui, che corre sotto la sottana dell’Immensità che l’aveva creato. L’amore fatto carne, li aveva definiti il Creatore stesso quando gli aveva donato l’anima ed una coscienza, posando i loro piedi su quel terreno fertile, che veniva rozzamente chiamato Il Paradiso Terreste da quei poveri uomini creati che non erano stati designati a quel luogo di pace. E così, per non scontentare quel lamentoso essere umano gli aveva creato un'altra donna: Eva l’aveva chiamata e sembrava che a quell’idiota non dispiacesse affatto; con i suoi lunghi capelli neri e lisci e la pelle ambrata, quella donna non le dava nessuna buona sensazione. Con il suo comportamento Adamo l’aveva avuta vinta, se la donna che gli era stata affiancata gli era stata sostituita, aveva avuto il tacito permesso di trattare le donne intelligenti alla stregua di pazze da allontanare per non intaccare la sua idiota supremazia; sarebbe arrivato a consumarsi tutte le costole prima di trovare la donna zitta e taciturna che non si ribella alla sua indicibile idiozia. Ma non fu così; quella serpe di donna era la più docile e mansueta creatura che si fosse mai avventurata in quell’oasi d’amore, silenziosa e taciturna prendeva la parola solo se strettamente richiesto e la sua politica era di non dire mai di no al suo uomo; ma quel modo di fare era solo una farsa, lei lo sapeva bene, un carattere debole non sarebbe mai riuscito a sopravvivere alla mercé di Adamo; avrebbero fatto un passo falso e se ne sarebbero pentiti, ma a lei non  importava più nulla di quei due esseri che coabitavano con lei. Il bene superiore era destinato a perpetrarsi ora che Adamo aveva la sua schiava d’amore senza spina dorsale; quella vita non le andava bene da molto e decise di fare qualcosa per cambiarla e senza esitare chiese udienza al cospetto della grande luce che veniva spesso a parlare con loro, la luce divina che loro chiamavano Creatore, il quale li trattava come un padre, fin troppo apprensivo con il suo figliolo preferito; ma anche lei era figlia sua e come tale voleva avere ciò che le spettava.  Il Creatore come sentendosi chiamato, le illuminò il viso con la sua calda luce paterna e le chiese cosa avesse nel suo cuore che la turbava così nel profondo; senza un attimo di ripensamento Lilith chiese al Padre suo di andare via da quel posto paradisiaco che oramai era diventato troppo stretto per tre persone; il Creatore tentò di dissuadere la sua primogenita ma ella non volle sentir storie, ed arrivata allo stremo compì un atto di grande coraggio ma anche di tradimento; bisbigliando, senza riflettere, il vero nome del suo Creatore acquisì una dote avvezza solo all’immediata casta superiore a loro, gli angeli, prime creature fatte di puro amore creati in principio dal suo padre. Questo atto di ribellione improvviso non fu visto di buon occhio e quel fascio di luce bianca che l’avvolgeva cambiò radicalmente colore imporporando lievemente le ali, appena avute, della ragazza; suo padre era molto adirato e l’avrebbe accontenta nel suo desiderio di allontanarsi dall’Eden, ma non l’avrebbe più riconosciuta come Amore fatto carne; aveva creato gli uomini per essere amati e per farsi amare, ma quell’atto di puro libero arbitrio l’aveva già visto negli occhi del suo angelo prediletto appena qualche tempo addietro, prima che lo esiliasse e lo condannasse alla caduta; il suo amato Lucifero, seguito da altri angeli che la pensavano come lui, avevano costituito una milizia avversa  e l’angelo che più splendeva nel Cielo, finì per nascondersi nei meandri più bui della terra. La richiesta di Lilith fu accolta, mentre le sue ali splendevano di bagliori dorati, ma il Padre punì la sua sconsideratezza, costringendola ad una vita eterna all’insegna della ricerca di un compagno, che non sarebbe mai riuscita a trovare in nessun altro che non fosse il suo primo vero uomo a cui Egli l’aveva donata: Adamo. Così Lilith era volata via, sulle coste del ma Rosso, intenta a trovare la sua vera strada e il suo destino da compiere; Adamo l’aveva cercata ma lei non sarebbe mai tornata ora che c’era Eva con lui; ed anche se la punizione le era stata severamente data, Lilith aveva già chi l’amava; una persona che riconobbe in lei lo spirito di una vera e propria anima libera, lo stesso spirito che l’aveva contraddistinto all’epoca della Ribellione, e fu proprio nel suo esilio che Lilith lo incontrò: Lucifero.
 

C. Jay Myler
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