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Autore: CathLan    27/03/2014    4 recensioni
Ho le scarpe consumate perché io corro, corro, corro e nessuno mai si ferma.
Nessuno mi ferma.
Non ricordo neanche l’ultima volta in cui ho stretto forte la mano a qualcuno con la convinzione che sarebbe rimasto, per me. Per il bisogno che aveva di tenermi con sé.
Tu, almeno tu, devi dirmelo se non hai intenzione di fermarti.
Così mi fermo almeno io, ti guardo andar via e poi resto a far finta di fissare il cielo finché le lacrime non si sono asciugate per bene.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vuoi chiudere ma ti manco


 
Sto bene, mi manchi.
Te l’ho detto una volta e tu mi hai chiesto se lo so che dico cose contrastanti.
Ti ho risposto che deve essere per forza colpa tua.
Avevo paura te ne andassi e invece non ci sei da tanto tempo. A volte parliamo, ma siamo diversi.
Che tu non mi cerchi, e probabilmente neanche mi pensi.
E non mi vuoi, però verrai, dici. Poi non vieni mai, perché hai la febbre. Ti chiedo quanta?, tu dici meno di trentasette e io, ah, io rido perché verrei da te anche in treno con la broncopolmonite, ma è diverso.
Tu la macchina non la prendi perché hai trentasei e sette, stai male. Mi invii la foto dei dolci che tua mamma ti ha comprato e io mi chiedo perché non valgo più di una ciambella. O di un letto caldo.
Sei viziato, un bastardo.
Parliamo contemporaneamente di due cose differenti: ma ci capiamo?
Se tu sei un do io sono un la.
La musica mi piace, ma non la so leggere.
A te le canzoni piacciono solo se le puoi cantare e odi qualsiasi cosa ti faccia sentire io.
Io non ti capisco, però provo ad ascoltarti comunque, che la tua voce è bella anche se quasi non la ricordo perché non ci vediamo da due mesi e se mi chiami non rispondo.
Ai messaggi sì. A quelli, te lo giuro, risponderei. Ma non me ne mandi mai e allora va bene, tanto non muoio.
Alla fine non muoio mai.
Di mancanza non si muore.
E’ una costante, ma non uccide.
Fa un cazzo di male che nemmeno sai, però non mi strozza.
Va bene così, finché vivo. Ti cercherò nel nostro posto che non è nostro anche se l’hai deciso tu e penserò a quando mi hai prestato il tuo maglione perché io sono sempre fredda e tu invece sei lava che brucia.
Credo tu mi abbia segnata fin dalla prima volta che sei arrivato da me, sulla macchina di tua sorella. Devo avere una qualche cicatrice da qualche parte che dice che sono stata tua, per un po’. In qualche modo. Per un qualche motivo che non ci è ancora del tutto chiaro, così come non è chiaro perché non siamo capaci di dirci addio, ma di ignorarci invece sì.
Perché mi manchi, ma vorrei non fosse così, perché io no, non ti manco. E allora il senso di questa cosa non lo so, non lo capisco.
No, forse proprio non ci capiamo.
E’ che sei uno stronzo presuntuoso e lo sapevi, che andava a finire così.
Me lo avevi detto.
Vorrei che durante la tua giornata un solo misero e sfuggente pensiero corresse verso di me, come una mosca fastidiosa. E non importa se poi ti viene voglia di scacciarmi con una mano, voglio solo sapere se ti giro intorno la mattina mentre ti vesti. O la notte mentre stai per addormentarti.
Voglio solo sapere se a volte ti sono in testa, come il ronzio fastidioso di un insetto minuscolo.
E scusa se non sono stata capace di restare, vorrei ci fosse un modo per cancellare i baci che dovevo dare a te e che invece sono finiti nei posti sbagliati.
Non me li sono neanche goduta.
E’ solo che tu non mi cerchi e allora io cerco te negli altri.
Perché sono debole e sola. Una bambina in cerca di attenzioni. 
Pensavo di avere bisogno di qualcuno, e invece ho bisogno di te.
Voglio ritrovarti sotto casa, scendere le scale senza respirare e correrti addosso per ritrovare l’aria.
Riempirmi i polmoni della tua saliva e annegare tra le tue braccia.
Ma devi dirmelo se è finita, perché non posso continuare a rincorrere qualcuno che non vuole camminarmi accanto.
Ho le scarpe consumate perché io corro, corro, corro e nessuno mai si ferma.
Nessuno mai mi ferma.
Non ricordo neanche l’ultima volta in cui ho stretto forte la mano a qualcuno con la convinzione che sarebbe rimasto, per me. Per il bisogno che aveva di tenermi con sé.
Tu, almeno tu, devi dirmelo se non hai intenzione di fermarti.
Così mi fermo almeno io, ti guardo andar via e poi resto a far finta di fissare il cielo finché le lacrime non si sono asciugate per bene.
Perché non sono brava ad andarmene, posso non restare, ma andarmene proprio no. Non è il mio forte.
Quindi dimmelo, anche in un messaggio che non mi manderai mai, ma devo saperlo.
Altrimenti continuerò a correrti dietro sperando che ad un certo punto il mondo si metta a girare al contrario per farci incontrare di nuovo.
Come la prima volta.  
  
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