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Autore: Silinka    27/03/2014    4 recensioni
«Oh ma Zaynie è bellissimo! E’ un regalo carinissimo, mi piace tantissimo!» esultò il castano ammirando e percorrendo con il piccolo indice le rifiniture del biscotto. Lo stesso sorriso e le guancie rosse si fecero largo sul volto del bambino, solo più scintillanti.
«Guarda Lee, sembra me questo biscotto!» rise l’altro bambino, accostando il dolcetto al proprio volto sorridendo nella stessa maniera riportata sull’omino di pan di zenzero. Lingua tra i denti e il volto illuminato dal sorriso che gli strizzò gli occhi.
Il bambino dai capelli più chiari rise, appoggiando il suo dono sul tavolo.
«Te l’ho preso apposta cosa credi scemo? Dopo cena li mangiamo! Ora vieni, voglio farti vedere il trenino che mi ha portato ieri Babbo Natale!» dichiarò, strappando il biscotto dalla mano dell’amico, per abbandonarlo accanto al suo, e trascinarselo dietro, mano nella mano, fino nella sua cameretta dove il gioco nuovo li stava attendendo. Tutto questo non dopo aver sussurrato un “grazie Zaynie” e avergli stampato un bacio sulla guancia, che si imporporò per l’imbarazzo che colse il bambino dai capelli scuri.
***
Ziam
Verde da far schifo
AU!biscuits/kids
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Guardate il cielo e domandatevi:
la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore?
E vedrete che tutto cambia…
Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.

Il Piccolo Principe, A. De Saint-Exupéry


Farina, zucchero e burro, miele, zenzero, cannella e noce moscata, un pizzico di sale, uno di bicarbonato, un po’ d’olio e un uovo. Ecco come erano nati questi due biscottini. 180 gradi nel forno e il loro destino era stato segnato. Modellati da grandi mani premurose, decorati in maniera impeccabile con la più fine delle arti e poi adagiati su elegantissima carta verde e messi sotto i riflettori.
Vivevano uno al fianco all’altro, a separarli quel centimetro e mezzo accuratamente calcolato dal loro creatore. I protagonisti dell’intera vetrina.
I due biscottini, l’attrazione che richiamava a decine i bambini che passavano per la via e schiacciavano i loro piccoli nasi sul vetro creando aloni opachi col respiro, fonte di sguardi da parte dei ragazzini più grandi, testimoni dei teneri baci che le coppiette si scambiavano passando lì davanti, tenerezza che assumeva i colori dalle luci di Natale che rischiaravano l’intera città. Ammirati e lodati per la ricchezza dei particolari, la precisione delle rifiniture e le fattezze che li rendeva più simili a omini in miniatura che semplici biscottini di pan di zenzero.
Ad uno dei due era stato disegnato un ciuffo di capelli scuri con il cioccolato amaro, due archi neri erano gli occhi, strizzati per il sorriso di glassa rossa, sorriso così perfetto che, oltre che sembrare vero, pareva illuminare l’intero dolcetto. La punta della lingua spuntava dalle labbra disegnate conferendogli un’aria birichina e tenera al tempo stesso.
Per l’altro era stato usato del cioccolato al latte per disegnare i capelli, ciuffi informi per delineare l’accenno dei ricci, due gocce sempre di cioccolato – questa volta fondente però – erano state scelte per simboleggiare gli occhi, glassa rossa gli formava il sorriso, più timido rispetto a quello dell’altro biscotto, e due riccioli del medesimo colore gli delineavano le gote. Timido e spaurito, che tendeva il tozzo braccio verso il suo vicino per non essere lasciato da solo.
Al biscotto dal sorriso tenero, quasi impaurito, la vicinanza del suo amico bastava, lo rincuorava e lo faceva sentire pieno. Sorrideva grazie a lui, la sua presenza era forte e piacevole come il calore delle lampade che durante il giorno li illuminava, dolce e rassicurante come il telo che di notte li copriva e li proteggeva dalle tenebre.
Passarono tutto il tempo a loro concesso uno vicino all’altro, studiandosi di sott’occhi, sorridendosi quando i loro sguardi si incrociavano, cercando di annullare quella distanza che li teneva separati e gli impediva di sfiorarsi. Le loro tenui risate si potevano udire riverberare nell’aria, se si faceva attenzione, quando il locale era deserto e nessuna presenza nei dintorni. Il dolore più grande per loro era l’essere stati creati dall’uno e obbligati a star divisi. O, per lo meno, era stata l’ombra più grande che aveva oscurato i loro sorrisi fino ad un tardo pomeriggio di dicembre durante il quale, la grande mano delicata e forte che li aveva creati, non piombò nella vetrina strappando l’omino di pan di zenzero dal ciuffo nero al suo posto.
Non fece più ritorno.
Al suo posto la grande mano depositò un grazioso biscottino con una gonnellina rosa e un fiocco sulla sommità del capo, ma non era lo sesso. Nulla avrebbe potuto rimpiazzare quel sorriso.
Ora che l’omino dal ciuffo nero se ne era andato le luci scottavano fin troppo e il telo che la notte ricopriva i dolci esposti in vetrina fin troppo ruvido. Le gote del dolce dal sorriso timido persero colore, le sue labbra acquisirono una nota malinconica e non più spensierata come prima. Durante le magiche ore della notte, invece che le spensierate risa allegre, si potevano udire i suoi singhiozzi infranti e tutto smise di risplendere per la gioia del Natale incombente.
La grande mano tornò una seconda volta, quel pomeriggio era il suo turno per essere strappato dal cantuccio in cui era stato per indefinito tempo ed essere trasportato in una graziosa scatola regalo. Al suo interno era tutto nero, e silenzioso, lì i singhiozzi tristi dell’omino si amplificavano fino a schiacciarlo. Ma non gli importava, il biscotto di pan di zenzero non riusciva a pensare ad altro se non alla sua metà finita chissà dove, in chissà quale posto, chissà se anche lei singhiozzava e non rideva più con le luci di natale che gli facevano scintillare la glassa degli occhi.
Poco alla volta il piccolo omino dal sorriso ormai triste perse il conto dei giorni, si dimenticò il suono delle risate e il piacere della tenue luce a riscaldare la sua ruvida superficie, lo scintillio della glassa e il tocco caldo della mano che l’aveva fatto nascere e poi dato via. Si perse nel suo limbo fatto di buio e singhiozzi sordi. Perse sé stesso in quella piccola scatola scura nella quale non c’era abbastanza spazio per le sue – incorporee – lacrime.
   «Ecco, questo è per te» si sentì dire nell’oscurità della confezione. Sballottato e ceduto in una presa più delicata. Il biscottino dal sorriso timido fremeva per vedere nelle mani di chi fosse finito, di quale bambino sarebbe stato la sorpresa, quale sorriso avrebbe fatto nascere ora che il suo si era appannato per il buio.
Un altro pacco venne consegnato e i due piccoli si accordarono per scoperchiare le scatole nello stesso istante.
Contarono lentamente fino a tre, e poi la luce si depositò sulle gocce di cioccolato accecando e circondando il dolcetto. Tepore lo avvolse, il tocco delicato delle dita che lo afferrarono lo sollevarono strappandolo alla sua confezione.
   «Oh ma Zaynie è bellissimo! E’ un regalo carinissimo, mi piace tantissimo!» esultò il castano ammirando e percorrendo con il piccolo indice le rifiniture del biscotto. Lo stesso sorriso e le guancie rosse si fecero largo sul volto del bambino, solo più scintillanti.
   «Guarda Lee, sembra me questo biscotto!» rise l’altro bambino, accostando il dolcetto al proprio volto sorridendo nella stessa maniera riportata sull’omino di pan di zenzero. Lingua tra i denti e il volto illuminato dal sorriso che gli strizzò gli occhi.
Il bambino dai capelli più chiari rise, appoggiando il suo dono sul tavolo.

   «Te l’ho preso apposta cosa credi scemo? Dopo cena li mangiamo! Ora vieni, voglio farti vedere il trenino che mi ha portato ieri Babbo Natale!» dichiarò, strappando il biscotto dalla mano dell’amico, per abbandonarlo accanto al suo, e trascinarselo dietro, mano nella mano, fino nella sua cameretta dove il gioco nuovo li stava attendendo. Tutto questo non dopo aver sussurrato un “grazie Zaynie” e avergli stampato un bacio sulla guancia, che si imporporò per l’imbarazzo che colse il bambino dai capelli scuri.
Accompagnati dalle loro risa i due piccoli sparirono lasciando i dolcetti sul tavolo. Sovrapposti, senza farlo apposta, con le tozze braccia – che non erano mai riuscite a sfiorarsi se non solo nel momento in cui erano ancora immersi nella pagnotta da cui erano sati ricavati – unite, quasi fusi per le briciole che si erano staccate dal loro corpo e si erano mischiate sul piano del tavolo.
Ancora una volta i due omini di pan di zenzero erano uno accanto all’altro, come era giusto fosse.
Destino o pura casualità, fatto stava che erano lì.

Di nuovo uniti, per sempre insieme.






     ***
Uno, so benissimo che questa cosa non ha nè capo nè coda e tanto meno senso, ed è priva di una trama sotto che sorregga le parole che ho scritto.
Due, è nata ieri sotto sera nel giro di un'ora nemmeno e quindi, stendiamoci su un velo pietoso. Avevo bisogno di fluff ed è venuta fuori questa cosa. Quando ho bisogno di fluff e dolcezza scrivo di fluff e dolcezza, questo è quanto.
Tre, la citazione in apertura, può sembrare che non abbia senso, ma non è così abbiate fede! (e non intendo me! ahahah battuta scadentissima .-.) All'inizio avevo aperto sì "Il Piccolo Principe", libro che amo svisceratamente, a caso per pescarne una frase qualsiasi, ma ora più ci ragiono più vedo quella citazione attinente e perfetta per il testo che dovrebbe presentare, solo che i perchè l'abbia scelta sono ancora troppo nebulosi per poterli condensare in parole. Sappiate solo che è uno dei passaggi che preferisco.
Quattro, siccome questa OS me la cacheranno in pochissimi, se non solo loro tre, sappiate che se è fuori è solo perchè quella ropipalle della mia vicina  di casa (ChiaraLuna, e qualsiasi riferimento al nostro discorso dell'altra sera per farmi venire in mente una qualsiasi idea per farmi scrivere su biscotti a forma di cane e alieni mangia teste è puramente casuale!) e la mia dolce Ovy (SandMagia), dopo aver letto impersonal quesa storia, mi hanno minacciato di morte se non pubblicavo, e il mio dolce e delicato Fiorellino (ThePurpleDoor) voleva leggere (se siete qua stasera non perdete troppo tempo con me e correte a leggere lei che merita davvero davvero tanto ed è un bocciolo profumato)
. Ecco, quindi gustatevela appieno siccome è qua solo per voi! Gnam!
Cinque, credo d'aver finito.
Sei, vi saluto.
Sette, no non non c'è nessun sette.
Otto, questo è il mio twittah: @Break_Away.
xx
Fee.
  
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