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Autore: ChrisAndreini    27/03/2014    13 recensioni
Hiccup, Merida, Rapunzel e Jack sono maghi, e frequentano la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Ma nemici tramano nell'ombra grandi maghi oscuri cercheranno di dividerli, controllarli e usarli per i propri piani malefici, e impedire che la profezia die quattro possa essere portata a compimento.
Riusciranno i quattro ragazzi a contrastare il male, e le loro bacchette e la loro amicizia saranno più potenti della terribile setta?
Sta a voi scoprirlo, leggete se volete.
Dal cap.1
Madre Gothel ricorda ogni bacchetta che ha venduto, ha vissuto così tanti anni da assistere anche alla creazione delle quattro bacchette più potenti di tutto il mondo magico.
Sono state create in diverse epoche, con diversi materiali, uno più raro e prezioso dell’altro.
Li conserva come gioielli, nella sua enorme collezione, sperando in cuor suo che mai nessuno glieli porterà mai via.
P.s. Saranno presenti tantissimi riferimenti ad altri film d'animazione, dai minions ai personaggi di Frozen.
Alcune cose dei film sono cambiate per esigenze di trama.
Buona lettura
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La profezia delle quattro bacchette'
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Quattro potenti bacchette

Prologo

Madre Gothel ricorda ogni bacchetta che ha venduto, ha vissuto così tanti anni da assistere anche alla creazione delle quattro bacchette più potenti di tutto il mondo magico.
Sono state create in diverse epoche, con diversi materiali, uno più raro e prezioso dell’altro.
Li conserva come gioielli, nella sua enorme collezione, sperando in cuor suo che mai nessuno glieli porterà mai via.
La prima bacchetta creata, la più antica delle quattro, è stata costruita ai tempi dei quattro fondatori di Hogwarts, da un fabbricante di bacchette che è riuscito a racimolare una goccia di sole, che, combinata al legno di acero, ha creato una bacchetta in grado di produrre luce anche nei meandri più bui, e capace di curare meglio ogni malattia.
Ancora nessuno, in migliaia di anni di storia, è riuscito a conquistare la fiducia e il potere di quella bacchetta.
La seconda bacchetta ha la particolarità di essere fatta con un legno speciale, preso da un platano picchiatore, e che, combinato alle piume di fenice, ha dato origine ad una bacchetta dalla volontà ferrea e dall’incredibile potenza distruttiva, che cerca di ferire chiunque le si avvicini.
La terza bacchetta è fatta di quercia, con un nucleo introvabile: una scheggia di ghiaccio eterno.
E’ una bacchetta perfetta per gli incantesimi di ghiaccio e di protezione, benché nessuno riesca a prenderla in mano senza congelare.
L’ultima bacchetta è stata forgiata solo cento anni fa, ed è la più semplice: 10 pollici, legno di tasso, sufficientemente elastica, con una corda di cuore di una specie di drago mai catalogata e ormai estinta.
Madre Gothel tiene le bacchette nascoste, come tesori, nel negozio, con l’intenzione di non lasciarli mai a nessuno.

 

Rapunzel Corona è andata a Diagon Alley con i genitori, per prendere tutto il necessario per la scuola.
E’ incredula, non  può immaginare di essere una strega, i sui genitori sono babbani, e la sua lettera, oltre alla visita del preside Nord, sono arrivati completamente di sorpresa, per quanto sapessero già che la figlia è bizzarra e diversa.
Ora, mentre i genitori comprano i libri, Rapunzel ha deciso di andare a comprare la bacchetta magica, da Gothel’s Wand.
Entra titubante, e sta osservando tutto intorno quando una donna molto anziana, con una scopa in mano, le dice senza entusiasmo.
-Mi dispiace siamo chiusi-
-E’ lei la commessa?- chiede Rapunzel curiosa.
-No, Madre Gothel non c’è, tornerà domani, io sono l’assistente, ma se vuoi c’è un negozio di intaglio in fondo alla strada, ed è aperto- dice la signora, mostrando un sorriso dai denti storti.
-Oh… ma io sono qui solo oggi, non potrebbe fare un’eccezione?- chiede Rapunzel con uno sguardo speranzoso.
-D’accordo, dopotutto sono un’esperta- detto questo prende un paio di nastri per misurazioni, lasciando la scopa che però continua a spazzare da sola.
Mentre prende tutto l’occorrente, facendo molta confusione, Rapunzel osserva affascinata la scopa che si muove da sé, eccitata all’idea di fare cose simili un giorno.
-Allora, sei pronta ragazzina?- chiede la vecchietta, notando solo ora di aver lasciato la scopa in movimento, e immobilizzandola con uno schiocco di dita.
-Si, che devo fare?- chiede Rapunzel un po’ preoccupata, non si aspettava certo che per ottenere una bacchetta avrebbe dovuto fare qualche prova di magia, lei non sa niente di magia, e non vuole fare figuracce.
-Niente, cara, solo restare immobile mentre prendo le misurazioni, poi ti presenterò delle bacchette e mi dirai se ti vanno bene- spiega con semplicità la donna.
Facile alla teoria, difficile alla pratica.
Infatti la vecchia non fa altro che combinare disastri, intrecciando i nastri nei lunghi capelli della giovane, e infilandole il metro negli occhi.
Rapunzel è sempre stata una bella ragazzina, e il suo più grande capriccio è stato quello di tenere i capelli lunghi senza mai tagliarli.
Ora le arrivano alle cosce, e adora creare numerose acconciature per non fare in modo che le siano d’impiccio.
Ogni volta che i genitori cercavano di tagliarli, lei metteva il broncio, e quando le forbici staccavano una ciocca, i capelli si illuminavano, ricrescevano e le forbici si rompevano.
Ora i genitori si sono arresi, ma sperano che Rapunzel deciderà di tagliare i capelli, prima o poi.
E ci sta seriamente pensando ora che la strega si sta intrecciando con i nastri.
-Vabbè, lasciamo stare, dimmi, che genere di incantesimi hai fatto da piccola?- chiede la strega a sorpresa.
Rapunzel non sa che rispondere, né se rispondere, ma, come sempre decide di fidarsi, e le racconta l’episodio dei capelli da tagliare.
Dopo aver sentito il racconto, l’assistente opta per le piume di fenice, e inizia a vagare per il negozio, cercando la bacchetta più appropriata.
Alla fine opta per una bacchetta di acero, flessibile, con piume di fenice, e Rapunzel la trova comoda, ma sente che le manca qualcosa, e la vecchia decide di continuare a cercare.
Girando in lungo e in largo nel negozio vede ad un certo punto un bagliore, dietro un mobile antico.
Si avvicina cautamente e sposta il mobile, che si rivela essere fasullo.
-Ah! Madre Gothel e i suoi reperti taroccati!- commenta tra sé tirando fuori il contenuto.
In una scatola, riposti come gioielli, ci sono quattro bacchette, che la strega decide di portare a Rapunzel, giusto per farle dare un’occhiata.
La ragazza, che ha ormai perso le speranze, quando vede le bacchette salta in piedi, e si avvicina curiosa.
Tre di quelle bacchette sono immobili e, beh… normali, mentre la quarta, quando Rapunzel la tocca, si illumina di luce propria, facendo risplendere l’intera sala, e scivolando dalle mani della sorpresa ragazza.
-Su cara, non essere timida, prendila- la incoraggia la strega, che, essendo un po’ matta, non trova molto strana la situazione.
Rapunzel la prende in mano, e sente finalmente di aver trovato una bacchetta giusta per lei.
-Quanto costa?- chiede alla strega.
-Otto galeoni, credo, dovrebbe essere il prezzo base di ogni bacchetta- risponde la strega pensierosa, ma viene contraddetta da una voce gracchiante all’ombra della stanza.
-Sette galeoni, non otto- la voce, ad un’occhiata più attenta di Rapunzel, si scopre venire da un corvo.
-Il… il corvo ha parlato!- esclama scioccata, non sapeva che fosse possibile neanche nel mondo magico.
-No… no… è… è impagliato- dice la strega -Non parla-
-Si che parlo- la contraddice il corvo, e la strega gli tira una sberla.
-Ok… ecco i sette galeoni, devo andar,e ora, i miei genitori avranno comprato i libri- e salutando e ringraziando al donna esce dal negozio, e sorpassa un uomo corpulento che parla con un ragazzo gracile all’entrata del negozio, senza farci troppo caso.

 

Hiccup Haddock sta per iniziare il suo primo anno a Hogwarts, e, accompagnato dal padre, si sta avviando a comprare la bacchetta.
-Allora, Hiccup, tu compra la bacchetta, io vado a prenderti il necessario per la scuola che non devi misurare, insomma, i libri e gli ingredienti di pozioni- gli dice -sono così fiero di te, figliolo, finalmente andrai a scuola, scommetto che sarai un grifondoro fantastico, e chissà, magari un giorno prenderai l’attività del tuo vecchio.
Ad essere sincero Hiccup odia il lavoro del padre, ma cerca di non darlo a vedere.
Dopotutto essere il più famoso cacciatore di draghi d’Europa è il più grande vanto di Stoik l’immenso, e Hiccup non vuole distruggere il suo orgoglio, che poi è più saldo di una roccia.
Il padre lo lascia solo, e il ragazzo prende un profondo respiro prima di entrare nel negozio, dove un’anziana strega sta pulendo per terra.
-Mi dispiace, siamo chiusi- dice con tono piatto.
-Ma prima è entrata una ragazza, l’ho vista uscire con la bacchetta in mano- dice Hiccup.
-Ok, vediamo cosa fare, tanto io sono un’esperta.
Ma prima che possa prendere i nastri, hiccup ha già preso la bacchetta che gli interessa, una delle tre contenute dentro una scatola.
-Ah, ti interessa quella- sembra delusa, e Hiccup lo nota.
-Stavo solo osservando- fa per posare la bacchetta ma la strega lo ferma.
-No no, agitala, magari è quella buona- lo incoraggia con un sorriso un po’ da pazza.
Hiccup la agita, e dalla bacchetta esce una fiammata.
-Bene, è quella giusta, problemi con i draghi o con le fenici?- chiede la signora priva di ogni forma di tatto.
-Problemi miei- sussurra il ragazzo.
-Come?- chiede la donna.
-Niente, quant’è? Otto galeoni?- cambia discorso Hiccup.
-In effetti…- la signora è ben felice di poter guadagnare un galeone in più, ma la voce inopportuna del suo corvo compromette la sua idea.
-…Sarebbero sette galeoni, in realtà- la sberla non tarda ad arrivare.
-Il corvo ha parlato, vero?- chiede Hiccup, uno dei suoi primi incantesimi da piccolo è stato parlare con una lucertola, ha paura di trovarsi in una situazione simile.
-No, lui gracchia, non parla- si affretta a dire la strega.
-Eppure mi è sembrato…-
-Hey! Hiccup, anche tu qui?- una ragazza compare alla porta, seguita dalla madre, la cui presenza sembra infastidirla tremendamente.
-Si, ciao, Merida! salve signora DumBroch, stavo giusto pagando e andando via- così dicendo da un po’ di galeoni alla vecchia signora, che li accetta volentieri e li registra in cassa con un colpo della propria bacchetta.
-Ciao giovane Hiccup, che piacere incontrarti, dov’è tuo padre?- chiede la madre di Merida al ragazzo con un sorriso materno, le due famiglie sono molto unite.
-E’ andato a comprare i libri e i materiali per le pozioni- spiega Hiccup, ma prima che Elinor possa intervenire nuovamente Merida prende la parola.
-Hic, dopo che ne dici di prendere un gelato da Florian McGuffin?- chiede all’amico con un sorriso -se riesco a scrollarmi di dosso mia madre, sia chiaro-
-Merida, non parlarmi così- si arrabbia la madre.
-Non starmi sempre addosso, avrai tutto l’anno per rovinarmi Hogwarts, devi già fare pratica?-
Una delle due bacchette rimaste inizia a muoversi come se ci fosse un terremoto.
-Sto solo cercando di farti scegliere una bacchetta adatta a te e a una famiglia altolocata come la nostra- i toni iniziano ad alzarsi, e hiccup si sente tentato di tagliare la corda, non è un bene far arrabbiare Merida.
-Perché infatti i nati babbani sono spazzatura per te?!-
-Come osi, lo sai che io e tuo padre non la pensiamo così!- 
-Io devo andare- Hiccup esce fuori dal negozio pochi secondi prima di sentire un tonfo forte, come di qualcosa che esplode, ed è felice di non essere rimasto lì dentro un secondo di più.
-Non distruggete il negozio, comunque siamo chiusi- dice l’anziana signora, riprendendo la scopa e  riniziando a spazzare.
-Merida, continuiamo a casa- Elinor riprende la sua compostezza, e Merida alza gli occhi al cielo.
-Potrebbe per favore darci una bacchetta, mia figlia quest’anno comincia il primo anno a Hogwarts- spiega la madre con garbo, ma Merida è ancora arrabbiata, e inizia a guardarsi intorno.
-Vorremmo una bacchetta raffinata, elegante, e ottima per gli incantesimi di ordinaria amministrazione, e specialmente per trasfigurazione, e…-
Ma viene interrotta dalla figlia.
-Questa è perfetta!- ha preso una delle due bacchette ancora contenute nella scatola per fare un dispetto alla madre.
E’ bitorzoluta, piena di bozze, sembra masticata da un troll, e benché l’abbia presa solo perché sa che la madre non l’accetterebbe mai, sente una scossa fortissima a tenerla in mano.
-Non ci pensare nemmeno, non sarà neanche funzionante-
Merida la agita contro una teca di vetro, con l’intento di distruggerla come suo solito, e becca il centro dell’obiettivo.
-Si che funziona, ti prego, voglio questa, è perfetta per me-
-Merida…-
-Sette galeoni- la strega tende la mano verso la madre della riccia.
La donna vorrebbe declinare l’offerta, ma Merida è più svelta, prende una po’ di monete e le mette in mano alla commessa, uscendo poi dal negozio soddisfatta.
-MERIDA!- ma ormai il danno è fatto, la donna si rassegna ed esce dal negozio con una mano sulla fronte, mentre una ragazza entra timidamente.
-Salve… sono qui per prendere una nuova bacchetta, la mia è stata rotta da mia sorella qualche giorno fa- al ricordo accenna un sorriso.
E’ una ragazza di quattordici anni, con lunghi capelli biondo chiaro raccolti in una treccia.
-Ok, dovremmo essere chiusi, ma ormai, che bacchetta ti interessa?- 
-Beh, non lo so, la mia vecchia bacchetta era quercia e crine di unicorno, rigida e… che bella questa- ha adocchiato l’ultima bacchetta rimasta nella scatola.
-Sette galeoni- dice annoiata la vecchia, tendendo la mano, e porgendogliela, ma quando la ragazza la sta per prendere un altro ragazzo entra nel negozio, e la bacchetta scatta verso di lui come se avesse una calamita.
-Wow, che servizio rapido, ed io che pensavo di dover fare la fila- commenta ammirato.
-In realtà la dovrei comprare io- dice la bionda facendo per prenderla.
-Ah, ok, ma allora chi me l’ha lanciata in mano?- chiede retoricamente il ragazzo, porgendo però la bacchetta, dopotutto, nonostante la sensazione che ha avuto prendendola in mano, se l’ha comprata l’ha comprata.
-Grazie- replica con tono distaccato lei, provando a prenderla, ma la bacchetta sembra attaccata al palmo della mano del ragazzo.
-Ma che diavolo? Potresti lasciarmela, per favore?- la ragazza inizia un po’ ad arrabbiarsi.
-Non sono io, è la bacchetta che vuole me- un po’ del tono sbruffone è sparito, è scioccato quanto lei.
-E’ normale un simile attaccamento?- chiede alla strega.
-Non lo so, sono solo la spazzina- commenta la strega con un viso da ignorante.
-Ok, mi arrendo, prendila tu, io ne prenderò un’altra- si affligge lei, e si mette alla ricerca di un’altra becchetta simile nell’ala del negozio.
-Sono Jack, comunque, Jack Frost- si presenta lui, porgendole la mano priva di bacchetta attaccata.
-Elsa- risponde lei con un sorriso timido sul volto, prima di scomparire all’interno del negozio.
Alla sua scomparsa la bacchetta di stacca a cade a terra.
-Bene, quant’è?- chiede alla strega.
-Otto galeoni- risponde, sperando di farla franca almeno questa volta.
-Cavolo! Ne ho solo sette.- commenta però Jack, frugando nel portafogli senza trovare nient’altro che sette monete d’oro-
-Ok, ti faccio lo sconto- dice cupa la strega, una risata gracchiante si fa sentire dietro di lei.

 

 

 

(A.A.)
No, cioè, ma perché lo sto facendo? Ho altre quattro storie in corso, vabbè, io non riuscivo a trascurare quest’idea, sono una grande fan di Harry Potter, e benché sappia che ci sono molte fanfiction HogwartsAU sui big Four volevo scriverne una mia.
Il secondo capitolo è quasi finito, e spero di aggiornare presto.
Che altro dire, spero che la storia vi piaccia, non resterà incompleta e mi auguro di mettere nelle case giuste tutti i personaggi che citerò appartenenti ad altri film d’animazione (e ne saranno tanti).
Al prossimo capitolo, recensite numerosi (se volete), una vostra recensione sarà graditissima.

   
 
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