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Autore: Fiamma Erin Gaunt    28/03/2014    2 recensioni
[Bitten (http://en.wikipedia.org/wiki/Bitten_(TV_series))]
Alcuni momenti padre e figlio tra i miei Sorrentino preferiti.
[Nick Sorrentino; Antonio Sorrentino]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nicky

 

 

 

 

 

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Toscana, 1989

 

 

 

 

Antonio, seduto sotto la pianta più imponente del vigneto, osservava il piccolo fagottino che teneva tra le braccia. Aveva i suoi stessi occhi, persino la buffa espressione in cui aveva arricciato il nasino gli ricordava quella che faceva lui quando era incuriosito da qualcosa.

Nicholas. Nicholas Sorrentino. Suo figlio, il suo erede, il suo Nicky.

- Dobbiamo andare via, Nicky, ma ti prometto che il posto in cui ti porterò ti piacerà. – sussurrò, accarezzando con un dito una guancia rosata del piccolo.

Nicholas gorgogliò leggermente, come a voler dare il proprio assenso.

Era la scelta più giusta, non tanto per lui quanto per il piccolo. Lui aveva affrontato la sua prima trasformazione da solo e non era stata il tipo d’esperienza che avrebbe voluto per suo figlio. Facevano parte del Branco, era loro dovere tornare a casa.

- Ti porto a conoscere la famiglia, Nicky. –

 

 

 

 

 

 

Stonehaven, 2000

 

 

 

 

 

- Nick, Joey, siete esposti. –

La voce di Dennis, calda e autorevole come quella di ogni bravo insegnante, accompagnava i movimenti dei due undicenni. Era una calda giornata di luglio e Antonio e Dennis avevano deciso di portare i ragazzi a caccia. Erano predatori, del resto, dovevano imparare a coprire le loro tracce e a muoversi sottovento.

- Bravo, Nicky, sei riuscito a coprire perfettamente il tuo odore. –

Nicholas si voltò a sorridere, raggiante d’orgoglio per l’approvazione paterna, mentre Dennis sgridava Joey per essersi esposto troppo per l’ennesima volta.

- Dovresti prendere esempio da Nick, lui sì che ha capito come ci si muove durante una caccia. – insisteva Dennis, per poi battere una pacca virile sulla spalla del ragazzo.

- Perché tu e il tuo vecchio non andate avanti, mentre io cerco di fare entrare in testa qualcosa a quel testone di mio figlio? –

Non c’era freddezza nelle parole dell’uomo, quasi avesse la certezza che prima o poi anche Joey si sarebbe dimostrato degno dell’invidiabile fiuto paterno.

Nicholas annuì, scambiando un’occhiata interrogativa con il padre. –

- Coraggio, Nicky, vediamo chi è che trova un cervo per primo. –

Lo seguì immediatamente, stuzzicato dalla sfida e dal fatto che suo padre lo ritenesse un compagno di caccia alla sua altezza.

 

 

 

 

 

 

 

Stonehaven,  2005

 

 

 

 

Nick era chiuso nella gabbia, in preda agli spasimi e a un dolore bruciante, mentre la pelle si increspava e le ossa si spezzavano per poi saldarsi in un modo che di umano e naturale non aveva proprio nulla. Mutare era doloroso, specialmente la prima volta, suo padre glielo aveva raccontato spesso, ma non aveva mai creduto possibile un dolore intenso come quello.

Durò quelle che sembrarono ore, finchè non si ritrovò ad ammirare le proprie zampe muscolose e coperte di peli color cioccolato, gli occhi che amplificavano ogni dettaglio della cantina in cui si trovavano. Vide suo padre, seduto poco distante dalla gabbia, che lo osservava, udì i rumori in modo ancora più nitido di quanto non avesse mai fatto prima.

- C’è la fatta. –

Questa era la voce di Jeremy, appoggiato alle spalle di Antonio.

- Certo che ce l’ha fatta, non ne ho mai dubitato neanche per un secondo. –

Quando il suo corpo ritornò finalmente alla forma umana, sprofondò in un sonno senza sogni e ne uscì solo quando avvertì il tocco delicato di una mano sulla sua guancia.

Aprì gli occhi, mentre un sorriso si dipingeva sul suo volto vedendo suo padre che gli aveva preso la testa in grembo e lo accarezzava come a voler lenire gli ultimi rimasugli di sofferenza.

- Ce l’hai fatta, hai sopportato la mutazione. Sei stato bravo, Nicky, davvero molto bravo. –

 

 

 

 

 

 

 

Stonehaven,  2009

 

 

- Non ti sembra che Nick sia un po’ strano in questi giorni? –

La domanda di Jeremy lo colse di sorpresa. Credeva che fosse solo una sua idea, qualche fissa da padre single e iper protettivo, ma se anche lui l’aveva notato allora doveva essere vero per forza.

- Ha lo sguardo di chi sta soffrendo, ma non capisco quale sia la ragione. – confermò, poi aggiunse, - Credi che Clay ne sappia qualcosa? –

In fin dei conti quei due erano migliori amici, se a Nick succedeva qualcosa lui lo sapeva di certo.

- Posso provare a chiederglielo, ma non credo che parlerà se Nicholas gli ha chiesto di non farlo. –

Certe volte la lealtà di quei due gli ricordava spaventosamente quella che condividevano lui e Jeremy.

- Già, non mi resta che scoprirlo da solo, allora. –

Proprio in quel momento, neanche fossero stati chiamati, comparvero Nick e Clay, entrambi a torso nudo e con le magliette strette al petto. Ridevano per chissà quale battuta.

- Siete andati a correre? –

- Sì, e abbiamo scambiato anche un paio di colpi. –

- Quello che vuole dire è che l’ho preso a calci nel sedere come al solito. – chiarì Clay, ricevendo uno spintone scherzoso.

- Solo perché sono stato io a permettertelo. – puntualizzò Nicholas.

- Ovviamente. –

Scoppiarono a ridere all’unisono. Poi, improvvisamente, la risata di Nick si spense e i suoi occhi azzurri si incupirono quando si posarono sulla rampa di scale lì vicino.

Antonio seguì il suo sguardo, preoccupato da quel repentino cambiamento d’umore.

Stefan Santos, con i capelli corvini ancora bagnati e l’odore di bagnoschiuma sulla pelle olivastra, parlottava con Fiamma, gli occhi grigi che luccicavano in un misto di malizia e compiacimento. Le cinse i fianchi con un braccio e l’attirò a sé, chinandosi a baciarla in un modo che di casto non aveva proprio nulla.

- Sicura che non vuoi rimanere, ti riporto domani mattina? –

L’aveva sussurrato appena, con quella sua voce roca che sembrava tradire la sua natura di lupo.

- Non posso, e lo sai. –

Stefan storse il naso, contrariato, ma si riprese in fretta.

- D’accordo, non insisto. –

La baciò di nuovo, scortandola verso la porta.

Era un’impressione di Antonio oppure lo sguardo del maggiore dei fratelli Santos incrociava spesso quello di Nick, come a voler rimarcare che quella ragazza era una sua proprietà e lui non poteva proprio farci nulla?

- Ci vediamo domani? –

Fiamma annuì, per poi rivolgere un cenno del capo in direzione di Antonio e Jeremy e sorridere ai due ragazzi.

- Ciao, Clay … Nick. –

Gli occhi di Nicholas ebbero un lieve guizzo quando incrociarono i suoi castani.

Ma certo, era così chiaro, il suo Nicky soffriva per la prima volta le pene dell’amore.

 

 

 

 

 

 

Stonehaven,  2013

 

 

 

Sdraiato sul tavolo di legno, che fungeva da barella e sala operatoria insieme, Antonio sentiva lentamente le forze che lo abbandonavano. Se ne stava andando, lo sapeva; gli dispiaceva solo di non aver vissuto abbastanza a lungo da vedere Nicky sposarsi e mettere su famiglia.

- Come sto, Doc? –

Jeremy gli rivolse un’occhiata dolente, ma si sforzò di sorridere. Tanto l’aveva sempre saputo che il suo migliore amico era un pessimo bugiardo.

- Ti riprenderai. –

- Jeremy, amico mio, non mi hai mai mentito, non iniziare a farlo ora. – lo rimproverò.

Lo vide abbassare lo sguardo, colpevole, con gli occhi scuri che luccicavano per le lacrime represse a stento.

- Farò tutto ciò che posso, amico mio. –

Annuì. Questo era quello che voleva sentire, non false rassicurazioni su come ce l’avrebbe fatta a passare sopra anche a quell’incidente.

Al suo fianco, a tenergli la mano in una stretta d’acciaio, c’era il suo Nicky.

Gli occhi azzurri arrossati e il viso bagnato dalle lacrime, con la testa appoggiata al fianco di Fiamma.

- Fiamma, voglio chiederti una cosa. – sussurrò, facendole cenno di avvicinarsi.

La ragazza obbedì, chinandosi il più possibile per non costringerlo a sforzarsi troppo nel parlare ad alta voce.

- Promettimi che ti prenderai cura di lui quando me ne sarò andato, ne ha bisogno. –

- Te lo prometto, Antonio. – giurò, accarezzandogli delicatamente il viso sporco di sangue.

Annuì. Lo sapeva che quella ragazza era giusta per suo figlio, l’aveva sempre saputo.

- Nicky. –

- Sì, papà? –

Gli si straziò il cuore nel sentire quella voce così esile, spezzata dal dolore e dalla paura di perderlo per sempre.

- Nicky, voglio dirti una cosa che non ti ho mai detto; voglio che tu sappia il nome di tua madre. –

Nicholas si chinò ancora di più, in modo tale che solo lui potesse ascoltarlo.

- Lauren Kate Banks. –

Fu appena un sussurro, ma dallo sgranare degli occhi di Nick capì che l’aveva compreso alla perfezione.

- Ti chiedo scusa, Nicky, per non avertela fatta conoscere. –

Nicholas scosse la testa, piangendo, - Non importa, papà, non te ne ho mai fatto una colpa. Sei stato tutto ciò che avessi mai potuto desiderare. –

Antonio gli rivolse un debole mezzo sorriso.

- Anche tu sei il figlio che ho sempre desiderato, sono orgoglioso come non mai di te, Nicky. –

Poi, ormai allo stremo delle forze, chiuse gli occhi una volta per tutte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 [1.446 parole]

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con la terza OS su Bitten. L’ho detto e lo ripeto: questa scena è stata straziante, ma allo stesso tempo l’ho adorata. Spero che anche a voi sia piaciuta la mia OS e che vogliate lasciarmi una recensioncina per farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

                   Fiamma Erin Gaunt

 

 

  
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