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Autore: DaGio    28/03/2014    1 recensioni
(ATTENZIONE-NEI PRIMI CAPITOLI SONO CONTENUTI SPOILER)
"Ba Sing Se, sto arrivando!" disse incamminandosi per il sentiero principale, aumentando il passo. Purtroppo però la cometa era più vicina di quanto pensasse e a breve in cielo sarebbero comparsi anche i mezzi fluttuanti più avanzati della Nazione del Fuoco, cosa che avrebbe potuto ostacolarlo non poco."
Questa è la mia prima fic e si tratta di un'opera abbastanza...confusa? Comunque l'ambientazione è quella dell'intero mondo della serie e la narrazione va dal penultimo capitolo dell'ultimo libro: "Fuoco", passando per la fine della serie e proseguendo poi con una storia totalmente inventata, o quasi. Spero possa piacere agli appassionati, buona lettura!!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Katara/Aang, Suki/Sokka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5- Lo Spirito Insetto


"Coff! Coff!" tossivano i due dominatori del fuoco, lasciando solo brevi pause
per prendere fiato.
La grotta dentro alla quale si trovavano, dopo che Toph era riuscita a porli
in salvo, era terribilmente calda, tanto che persino chi riusciva ad evocare le
fiamme, sembrava insopportabile, come se fossero rinchiusi in una fornace.
"Almeno la nube tossica è lontana da qui" mormorò la ragazzina, scrutando con
i sensi tramite i piedi, la galleria che proseguiva all'interno della grotta.
Quando i due ragazzi si ripresero del tutto, non ebbero dubbi sul da farsi:
proseguire per un sentiero aperto e non addentrarsi sicuramente nel tunnel
vicino a loro, cosa che invece a Toph sembrò più consona.
"Ehi tu, non avrai intenzione di entrare lì, vero?" domandò Firas alzando la
voce.
"Certo, perché?" chiese a sua volta la dominatrice.
"È tutto buio e si muore dal caldo, non se ne parla neanche!"
"O questo o la nube, il ché si può tradurre in una lenta e dolorosa morte per
asfissia..."
"Ma c'è un vulcano in eruzione, non sarebbe ancor più rischioso se la parete
crollasse?" replicò Oirad.
"Ehi bello, guarda che io la controllo la parete di roccia! Inoltre l'oscurità
non è un problema per me. Con chi credete di avere a che fare? Tsk!" concluse
Toph.
I due dominatori del fuoco si guardarono a vicenda, perplessi, poi fecero
spallucce e seguirono la ragazzina. Discuterne ancora sarebbe stato decisamente
inutile e poi se poteva sopportare lei, loro non si sarebbero certo lamentati.
La galleria era abbastanza grande per potervi camminare mantenendo quasi
sempre una posizione retta, senza doversi piegare troppo spesso, inoltre
sembrava fatta proprio su misura per i tre ragazzi, i quali cercavano la via
d'uscita affidandosi totalmente alla dominatrice della terra. Il calore non era
poi così insopportabile e gli stracci impregnati di acqua che coprivano il viso
dei dominatori, riusciva a ridurre notevolmente l'aria calda e la polvere che
comunque fuoriuscivano dalle pareti.
"Eccola, sento che siamo vicini all'uscita!" annunciò Toph con entusiasmo.
"Certo che è proprio strano" commentò Oirad guardandosi attorno.
"Che cosa? Non ti fidavi di me, forse?" domandò la ragazzina.
"Non è questo... volevo dire che sembra strano come siamo riusciti a trovare
un simile passaggio. A dirla tutta non sembrerebbe affatto un tunnel creato
naturalmente dall'erosione"
"Hai ragione, sembra che qualcuno lo abbia scavato"
Ad un tratto un forte rumore fece venire la pelle d'oca ai tre ragazzi, oltre
a  provocare un piccola frana di fronte a loro, che Toph si preparò a
rimediare.
"O qualcosa..." aggiunse Firas.
In quel preciso istante il pavimento cominciò a tremare, facendo oscillare i
dominatori che iniziarono istintivamente a correre più veloci che potevano
verso l'unica direzione possibile, in cerca di salvezza. Fortunatamente
l'uscita distava ancora pochi metri ed i ragazzi riuscirono per un soffio a
superarla, vedendosi crollare il tunnel proprio dietro alle loro spalle.
"Wow, c'è mancato poco" disse Toph ansimando.
In effetti i tre se l'erano vista brutta, riuscendo a scampare al pericolo
proprio all'ultimo, anche se il problema non era la frana della galleria in sé,
quanto ciò che l'aveva provocata.
Ecco un suono ripetitivo, quasi tremante, come di sassi che si colpivano in
modo vibrante e solo poco più tardi, si riuscirono a notare due enormi chele
marroni, parte dell'apparato digerente di un grosso verme dalle centinaia di
zampette lunghe e sottili e dal corpo che pareva rivestito da un robusto
esoscheletro.
"E quello che diamine sarebbe?" bisbigliò Oirad.
Il colorito del ragazzo era passato dal roseo-rosso dovuto al calore, al rosa
più opaco, quasi pallido.
"È uno scolombrico!" esclamò invece Firas, arretrando di qualche passo.
"Beh, scolombrico o no, dobbiamo assolutamente sbrigarci! All'attacco!" gridò
a squarciagola Toph, caricando contro il nemico, alto circa cinque o sei metri
più di lei.
Oirad sbatté la mano sulla sua stessa faccia e prese fiato, quindi mise da
parte i pensieri minacciosi che avrebbe voluto trasformare in risposta e scattò
al fianco della dominatrice, sguainando la lucente spada.
La bestia fece la prima mossa, portando in picchiata l'enorme testa e le chele
contro i due, nel tentativo di inghiottirli subito. Toph eseguì un piccolo
balzò e ricadde al suolo con tutto il peso, sbattendo i pugni delle mani nel
terreno e flettendo le gambe. A quel punto una spessa colonna di terra
fuoriuscì dal suolo come una pianta cresciuta troppo in fretta, colpendo e
placcando lo scolombrico che rimase stordito. Oirad ne approfittò per azzardare
un attacco alle zampe sul fianco sinistro, pensando di far accasciare la
creatura su di un lato, o quanto meno rallentarla. Il fendente riuscì a
malapena ad eliminare una zampa e l'avversario reagì sollevando la coda che
finiva in una tenaglia più grande della testa, agitandola contro il ragazzo, il
quale schivò una serie di colpi con agilità.
"State indietro, femminucce..." li avvertì una voce alle loro spalle.
I due si voltarono e videro Firas, con l'aria spavalda che aveva stampata in
faccia, mentre fluttuava a due metri dal terreno, mantenendosi a mezz'aria
grazie a due potenti fiammate che scaturivano da entrambe le braccia.
Lo scolombrico non si fece intimidire e tentò una codata contro il terzo
possibile pasto della giornata ma evidentemente, proprio quel giorno, sarebbe
toccato un bel digiuno alla creatura. Firas si portò più in alto del vermone,
schivando l'attacco e poi si diresse contro la testa della creatura,
accecandola con una poderosa frustata di fuoco, lanciata dal piede destro del
ragazzo. Lo scolombrico non voleva perdere la preda comunque, così non si fermò
e cercò di affettare il piccolo avversario che continuava a dargli filo da
torcere.
Firas era letteralmente tra le fauci del verme, però una barriera di fiamme e
scintille sembrava tenere alla larga le chele e non passò molto tempo prima che
il dominatore si decise a concludere lo scontro con un colpo di grazia.
"Mangiati questo, bestiaccia!" esclamò, caricando un pugno arroventato che
giunse al destinatario più veloce che mai, causando un'esplosione di fiamme.
Un'ondata di fumo nero sommerse ogni cosa nel raggio di centinaia di metri,
inclusi gli altri due ragazzi, rimasti allibiti da quei pochi secondi che si
erano rivelati sufficienti perché l'amico mettesse KO lo scolombrico.
La figura del dominatore del fuoco era oscurata dalla nube provocata da lui
stesso, riuscendo ad intravvedersi meglio solo dopo qualche minuto.
Seguì un periodo di silenzio durante il quale si potevano notare le facce dei
compagni di spedizione, rimasti a bocca aperta, anche se non passò troppo tempo
prima che la ragazzina si decise a parlare con impudenza, come al solito.
"Femminucce a chi?!"

In quello stesso istante, a quasi un chilometro di distanza, l'altra parte del
corpo di spedizione si era ripresa da poco dalla fuga attraverso la fitta
nebbia tossica ed il vecchio Iroh sembrava risentire parecchio di quell'ultimo
sforzo di porre tutti in salvo. Grazie a lui, infatti, Sokka e Suki si erano
salvati e dopo una mezz'ora buona avevano cominciato a mostrare segni di netto
miglioramento.
Il trio non poteva certo rimanere fermo in quel punto del vulcano, dove ancora
diverse rocce incandescenti cadevano, come una pioggia di lava dal cielo. Sul
fianco della montagna, non lontano dalla sommità, si riusciva ad intravvedere
una piccola grotta chiusa da sottili colonne di roccia che formavano come una
gabbia.
"Sembra che laggiù ci sia un passaggio!" esclamò Sokka asciugandosi il sudore
dalla fronte.
Suki e il ragazzo cercavano di sostenere il vecchio Iroh che ansimava ancora,
continuando a respirare con affanno e tossendo di tanto in tanto. Era davvero
incredibile come la situazione fosse cambiata da un momento all'altro; come
l'ambiente circostante, la temperatura e la loro salute stessa, fossero
peggiorati in pochissimo tempo. Il frastuono proveniente dalle crepe nel
terreno e dal sottosuolo era davvero spaventoso, provocando a volte un forte
tremore e piccole frane che causavano altro fracasso. Esplosioni e gas che
fuoriuscivano dalle rocce rendevano quell'impresa più rischiosa di quanto già
non fosse, incutendo un minimo di timore nell'animo del gruppo di spedizione,
ormai diviso da più di un'ora.
Quando finalmente i tre giunsero di fronte alle colonne di terra, videro
increduli ciò per cui si trovavano in quel luogo.
"I dominatori prigionieri!" disse Suki.
La ragazza era sconcertata nel vedere come i poveri prigionieri si trovassero
in pessime condizioni, sembrando ridotti in pelle e ossa. I loro visi
sconvolti, sudati e anneriti da ustioni e ceneri, dimostravano che nessuno si
era preso cura di loro da molto tempo e stavano andando lentamente verso una
morte lenta ma certa.
"Cosa diavolo ha potuto ridurli così? Chi è stato a rinchiuderli qui dentro e
perché non hanno usato il loro dominio per liberarsi?!" domandò furioso Sokka.
"Aspetta, guarda le loro mani ed i loro piedi..." rispose Iroh, facendo notare
ai giovani come gli arti dei dominatori della terra fossero avvolti da spessi
stracci e legati così stretti da far perdere la sensibilità di mani e piedi.
"Oh no" mormorò la ragazza.
"Così non possono usare il loro dominio! Ma certo!" esclamò Sokka.
"Proprio così" aggiunse Iroh che iniziava a riprendersi anche lui.
Ad un tratto, però, qualcun altro decise di aggiungersi alla conversazione,
balzando improvvisamente alle spalle dei ragazzi e raggiunto, poco dopo, da
uomini con armature ed elmi che li facevano sembrare insetti, con corte antenne
e piccole chele sulle mandibole.
"Vedo che il gruppo si è ristretto molto. Avete litigato forse?" disse una
voce rauca.
Quando i tre si voltarono, videro il vecchio che li aveva convinti a recarsi
lassù, ingannandoli e separandoli con la fitta nebbia che li aveva portati in
trappola.
"Tu! Si può sapere chi saresti?" domandò Iroh puntando il dito contro
l'anziano malvagio.
"Ahah, a dire il vero speravo che moriste tutti tra quel fumo tossico e la
lava incandescente. Vorrà dire che ci penserò io, Xin-Zu!" rispose il
vecchietto.
I tre non riuscivano bene a comprendere la natura di quell'uomo, però sapevano
bene che li avrebbe ostacolati e loro avrebbero dovuto combatterlo, così come
il suo seguito di guardie.
"Basta, mi sono già stancato di ascoltare fesserie!" sbottò Iroh.
Il dominatore del fuoco voleva concludere l'affare prima che l'eruzione
vulcanica peggiorasse ed il tempo era agli sgoccioli, così evocò un giavellotto
di fuoco che scagliò contro Xin-Zu. Il colpo sembrò anche andare a segno ma
qualcosa sembrò interferire: qualcosa di inaspettato.
Gli occhi del vecchio divennero azzurri e scintille dello stesso colore
scaturirono dall'addome, dove l'attacco era stato lanciato. Dopo qualche
secondo il fuoco uscì dal lato opposto del corpo, come se il giavellotto avesse
trapassato il corpo dell'anziano, senza arrecargli danni. Un grido sovrastò
qualsiasi altro rumore e poi una potente onda d'urto investì ogni cosa nel
raggio di centinaia di metri.
Iroh e i due ragazzi furono spinti contro la parete rocciosa, dove rimasero
storditi dopo la schienata non da poco. Il vigoroso dominatore del fuoco
sembrava aver intuito cosa potesse aver fatto l'avversario ma non poteva
giungere a conclusioni troppo affrettate, anche se ciò che vide dopo lo
convinse decisamente a dichiarare cosa stesse accadendo. Infatti il loro nemico
stava fluttuando proprio dinnanzi ai loro occhi, emanando un'aura violacea
tutt'intorno a sé.
"Tu! Tu sei uno spirito!" annunciò Iroh.
Xin-Zu esplose in una chiassosa risata, esageratamente lunga e strana per
essere quella di un vecchio.
"Oh ma abbiamo una persona colta qui! Il nobile generale Iroh che sa
riconoscere uno spirito! Quale onore" disse la creatura.
Sokka e Suki erano perplessi e si domandavano entrambi cosa fosse accaduto al
vecchio che li aveva buttati a terra come pezzi di carta.
"Alcuni monaci riescono ad entrare in contatto con il mondo spirituale ma a
volte può accadere che spiriti malvagi prendano il sopravvento sulla mente
della persona" spiegò Iroh.
I due ragazzi non avevano idea di come l'uomo sapesse cose simili ma
speravano che potesse dire loro come avrebbero sconfitto il nemico sovrumano
che avevano davanti, nel caso ci fosse stato un modo e sperando di non essere
costretti a finire loro stessi nel mondo degli spiriti per riuscirvi.
"Devo dire che la tua potenza non è affatto male. La tua sfortuna è che io
sono uno spirito troppo potente per il tuo dominio e gli altri due giovanotti
che ti affiancano sono sempliciotti senza alcun potere!" infierì Xin-Zu.
"Ehi! Sempliciotti?! Vieni qui a dirmelo se ne hai il coraggio!" replicò
Sokka, innervosito.
Peccato che il vecchio fluttuante si avvicinò veramente al ragazzo, tanto da
poterlo quasi toccare.
"Siete solo sem-pli-ciot-ti!" ripeté lo spirito, scandendo bene le parole.
Sokka deglutì un paio di volte e cercò di stringersi di più con la schiena
alla roccia sulla quale era appoggiato.
"O-ora va meglio" confessò.
Suki scosse lentamente la testa, imbarazzata. Effettivamente Xin-Zu si era
mosso davvero con rapidità fino al giovane, senza che Iroh potesse fare nulla
per fermarlo.
L'uomo sapeva bene che per sconfiggerlo non avrebbero dovuto far nulla di
particolare, eccetto stancare l'avversario e ferire il corpo nel quale si
trovava, in modo tale da costringere lo spirito ad abbandonarlo, privo di
energie.
"Possiamo cominciare il gioco, direi" annunciò Xin-Zu.
Senza che nessuno se ne fosse accorto, la guerriera Kyoshi aveva già estratto
il suo ventaglio da combattimento e in pochi istanti riuscì a scagliarlo contro
l'avversario, il quale vide tagliarsi gran parte della propria barba a causa
della parte tagliente dell'oggetto.
In quel momento, dopo essere riuscito a schivare l'attacco per un soffio, lo
spirito cercò di contrattaccare ma non riuscì nemmeno a capire cosa stesse
accadendo, che Sokka lo colpì in piena fronte con un colpo di boomerang.
L'anziano posseduto cadde all'indietro, picchiando nuovamente la testa al
suolo. Fu in quell'istante che Iroh decise di porre fine a quello scontro,
fulminando le altre guardie alle sue spalle e gettandole di forza sopra al
vecchietto.
Dietro il fumo provocato da quell'ultimo attacco, pareva non esserci nessuno
ancora in piedi e una volta dissolta la piccola nube, i tre constatarono con i
loro stessi occhi l'efficacia della combinazione dei colpi. Il lavoro di
squadra era risultato incredibilmente efficace in quella situazione.
"Siiii! Il Trio Apocalittico vince!" esultò Sokka, compiendo un piccolo salto
e alzando i pugni al cielo con entusiasmo.
"E perché non Trio Kyoshi?" domandò Suki.
Sokka parve non approvare il nuovo nominativo del piccolo gruppo ma non riuscì
neanche ad esprimere il proprio dissenso, quando un frastuono attirò la sua
attenzione.
Dall'ammasso di corpi, infatti, ne uscì l'anziano ormai sbarbato e dall'aria
alquanto traumatizzata.
"Ohi ohi la mia povera schiena!" gemette il vecchietto.
"Un momento, sembra diverso da prima" disse Iroh avvicinandosi all'uomo.
Dopo averlo esaminato abbastanza, il dominatore del fuoco si convinse che lo
spirito doveva aver abbandonato il corpo.
"Xin-Zu non è più in possesso del suo corpo" affermò, indicando il povero
anziano.
"Ma... se lui non è lì... vuol dire che" fece Sokka, allontanandosi dai due
compagni.
"Che ti prende, si può sapere?" domandò Suki, perplessa.
"Lontani da me!" gridò il ragazzo, mettendosi in guardia, "lo spirito si è
impossessato di uno di voi!!" si affrettò a concludere con uno sguardo
sinistro.
"Per quel che mi riguarda potrebbe benissimo trovarsi dentro di te. Ora che ci
penso non sarebbe così male tirarti un bel ceffone dopo che mi hai accusata!"
rispose Suki mettendo le braccia conserte, offesa.
"State calmi voi! Non è possibile, perché lo spirito è troppo debole per
prendere subito il possesso di un altro corpo!" intervenne Iroh, ponendo fine
ad ogni sorta di discussione al riguardo.
"Dici così solo perché Xin-Zu...sei tu!" gridò Sokka in tono accusatore. Così
si avvicinò alla ragazza e dopo averla afferrata per mano, si allontanarono
dall'uomo.
"Sokka!" esclamò Suki scandalizzata.
Il vecchio dominatore sbuffò abbassando lo sguardo, non sapendo più cosa fare
per convincere il ragazzo, anche se la risposta giunse poco dopo e non era
affatto una cosa positiva.
"Quindi io sarei uno spirito debole eh?!" urlò una voce tonante, proveniente
dal cielo.
I tre si guardarono attorno, comprendendo che lo spirito fosse ancora in quel
luogo, fra loro ma non sapendo con esattezza dove si trovasse, mentre Sokka
riuscì finalmente a convincersi che Iroh non poteva effettivamente essere il
nuovo corpo di Xin-Zu.
"Ebbene state pur certi che ho un'ultima sorpresina da farvi, prima che me ne
vada. Buona fortuna e speriamo di rivederci, nel mondo degli spiriti! Ahahah!"
disse lo spirito, poco prima di volatilizzarsi apparentemente nel nulla,
proprio sopra i tre che solo allora si accorsero dello spirito fluttuante.
Dopo qualche istante, un rombo assordante attirò il trio, seguito da un forte
terremoto che prese a sgretolare il suolo e anche le colonne di roccia che
chiudevano il passaggio alla grotta del monte, dove erano imprigionati i
dominatori della terra.
"Presto, affrettiamoci a portarli in salvo!" ordinò Iroh, percependo come la
situazione stava peggiorando notevolmente.
Fu una sorpresa, però, quando nella cavità Suki riuscì a sentire le grida di
qualcuno, provenienti da uno strettissimo passaggio all'interno della grotta.
"Ma questa voce!" sussultò la ragazza.
Si trattava di Toph che era situata dalla parte opposta del passaggio, insieme
ai due dominatori del fuoco. Nel frattempo il soffittò stava cominciando a
crollare e le pareti franavano pericolosamente da lato a lato.
"Suki, come state?" domandò Toph.
"Noi stiamo bene, però dobbiamo sbrigarci ad andare via da qui! Presto, apri
un passaggio col tuo dominio!" rispose Suki.
"No! Abbiamo trovato una via che sembra portare alla foresta dalla parte
opposta rispetto al villaggio. Firas conosce quel posto e ci condurrà verso la
base nemica"
"Non ti preoccupare per noi! Voi portate in salvo i prigionieri!" aggiunse
Oirad.
"D'accordo ma sarebbe meglio se ci aspettaste..." replicò Suki preoccupata.
"Porteremo a termine la missione!" disse Firas, poco prima che un'enorme masso
si frappose tra le pareti nello stretto passaggio, rischiando di cadere sopra
la guerriera Kyoshi.
Da quel momento il corpo di spedizione si divise, divenendo ulteriormente
vulnerabile e ristretto rispetto a prima, senza contare che i tre ragazzi erano
ancora giovani e inesperti, fatta eccezione per Firas.
Il vulcano era in piena eruzione e fiumi di lava sgorgavano dalla sommità poco
distante dell'enorme cratere.
Tutti i prigionieri vennero trascinati di forza lontani da quel posto e
nonostante si trattasse di una quindicina di persone, a forza di arrancare,
gattonare, zoppicare lungo la discesa, riuscirono a mettersi in salvo.
"Quel dannato spirito. Quello spirito aveva le sembianze di un insetto!"
mormorò Iroh asciugandosi il sudore dalla fronte.
La decisione era stata presa e qualsiasi cosa fosse accaduta, da lì in poi,
sarebbero stati separati dai compagni. Il trio correva insieme ai prigionieri,
cercando aiuto per i dominatori della terra in gravi condizioni, fra gli alberi
e le piante selvatiche alle pendici del vulcano.
"Ma tu guarda cosa deve accadere proprio alla vigilia del mio compleanno!" si
lamentò Sokka.

Dall'altra parte del monte sommerso di lava, i tre ragazzi si spostavano a
passo veloce in una zona più sicura, lungo un sentiero immerso in una fitta
vegetazione, circondato da rovi e alberi di ogni sorta, nonostante le piante
parevano appartenere ad un ambiente tropicale. C'erano palme e qualche cactus
fiorito, oltre ad una moltitudine di piante grasse che dovevano far presupporre
una forte carenza di acqua piovana per lunghi periodi durante l'anno.
"Si va per di qua! Ricordo molto bene questa via" disse Firas convinto.
"Prego, le consentiamo di starci davanti per arrivare a destinazione, o
potente guida" rispose Toph con sarcasmo, facendo ampi gesti con le braccia per
indicare la cosiddetta magnificenza del dominatore più anziano fra loro.
Il ragazzo aggrottò leggermente la fronte ma non si scompose, voltandosi e
mettendosi in cammino per il sentiero, lasciando i due compagni alle sue
spalle.
Oirad era affianco alla ragazzina e si massaggiò la testa, imbarazzato perché
avrebbe voluto ringraziarla per ciò che aveva fatto per loro, anche se
sospettava che la dominatrice non stesse aspettando altro, tenendo in serbo
qualche battuta spiacevole.
"Comunque..." si decise il ragazzo.
"Comunque cosa?" lo interruppe bruscamente la ragazza.
"Te lo stavo giusto per dire!"
"Oh scusa, è che mi parevi poco convinto"
"Niente affatto! Sei tu che mi hai interrotto in maniera inopportuna!"
"Sono tutta orecchie!"
"Comunque..." proseguì Oirad schiarendosi la voce, "volevo ringraziarti per
prima..." concluse, finalmente.
"Wow, ce n'è voluto di tempo prima di pronunciare certe parole. Sinceramente
ti facevo più rispettoso ed educato" infierì Toph, prontamente.
Proprio come aveva previsto il ragazzo: la dominatrice covava una rispostaccia
che non vedeva l'ora di sputargli contro. Come se non bastasse non era nemmeno
poi del tutto scorretta quella sentenza e il maestro Iroh lo avrebbe
rimproverato sicuramente per il mancato rispetto.
La ragazzina pareva essersi accorta del senso di colpa che aveva inferto al
compagno di viaggio e sembrò non convincersi di aver detto la cosa giusta.
"Ma tranquillo, guarda che scherzo!" aggiunse con un sorriso.
"Uh?" fece il ragazzo.
"Dico, in fin dei conti è comprensibile che tu non mi abbia ringraziato che
ora. Prima eravamo in pericolo di vita e dovevamo fuggire. Ora invece ci siamo
ripresi e ti sei mostrato gentile nei miei confronti... a contrario di qualcun
altro".
Firas emise un grugnito, intuendo di essere stato appena menzionato
indirettamente e negativamente in un discorso.
Oirad era rimasto perplesso e senza parole ma fece un lieve sorriso in tutta
risposta, anche se la dominatrice non poteva certo vederlo. Dopotutto non si
aspettava che la ragazzina sarebbe stata capace di dire una cosa simile, così
come non si era accorto che entrambi erano arrossiti dopo quella frase.
"Ehi voi, state fermi! Vedo qualcosa su quella collina di fronte a noi!"
esclamò Firas abbassandosi di scatto.
Era vero, infatti proprio davanti a loro sembrava esserci una sorta di
carovana in movimento: riuscivano ad intravvedersi sbarre e code; zampe e
fruste; carri e vagì i colorati di viola e giallo.
Pareva trattarsi di una sorta di circo.
   
 
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