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Autore: Lady_loneliness    28/03/2014    1 recensioni
" Lei, Stephanie, ancora non aveva avuto modo di visitare quel posto.
Quell’orfanotrofio, quello nuovo.
L’avevano trasferita lì da un solo giorno, e non era ancora uscita dalla sua stanza.
Non aveva nemmeno conosciuto la sua compagna di camera.
Le mancava il vecchio orfanotrofio; le mancavano le sue amiche, gli insegnanti, l’infermiera.. Le mancava tutto. "
Fanfic ambientata in un orfanotrofio, dove le nostre carissime Soshi non saranno come tutti le immaginiamo.
Che ne dite, volete conoscerle?
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Taeyeon, Tiffany, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I deboli raggi del sole filtravano attraverso le tende tirate per rendere la stanza più buia.
Baciavano il volto della ragazza ancora addormentata, illuminandole le labbra piene, il naso, le lunghe ciglia.
Tutto prevedeva una giornata tranquilla; vi era silenzio, rotto solo dal respiro della dormiente e dal canto degli uccellini.
Nella stanza regnava la tranquillità più assoluta.
Delle urla, però, ruppero quella magia: la nostra protagonista si svegliò, quindi; aveva il sonno molto leggero.
Alzò le braccia al cielo, distese la schiena, allungò le gambe, poi completò il tutto con un lungo sbadiglio.
Chissà chi era che stava urlando.
Lentamente si alzò dal letto, e sempre lentamente andò alla finestra, affacciandosi.
Delle ragazze, più o meno della sua età, stavano schiamazzando nel cortile, rincorrendosi o standosene sedute su qualche panchina a parlare e ridere.
Lei, Stephanie, ancora non aveva avuto modo di visitare quel posto.
Quell’orfanotrofio, quello nuovo.
L’avevano trasferita lì da un solo giorno, e non era ancora uscita dalla sua stanza.
Non aveva nemmeno conosciuto la sua compagna di camera.
Le mancava il vecchio orfanotrofio; le mancavano le sue amiche, gli insegnanti, l’infermiera.. Le mancava tutto.
 Con un altro sbadiglio, si decise a vestirsi; camicetta bianca, gonnellina nera, parigine scure a francesine ai piedi.
Si legò i capelli castani in una coda alta, si truccò con una semplice riga di eye-liner ed un filo di rossetto – ovviamente rosa – ed uscì dalla stanza.
I corridoi erano deserti, le stanze vuote; l’unico suono era quello dei suoi tacchi che picchiettavano contro il pavimento.
Stephanie percorse il lungo corridoio, tappezzato di quadri alternati alle finestre, fino ad arrivare ad un bivio: la “strada” che andava a sinistra molto probabilmente portava al cortile; sclese però di seguire il corridoio opposto.
Quindi si incamminò, guardandosi intorno.
‹ Sei tu la nuova? ›
Una timida voce la fece sobbalzare e subito scattare sull’attenti.
‹ Ciao! Io mi chiamo Jessica, e questa è Yoon Ah. Tu ti chiami…? ›
‹ Ah--.. Stephanie. Mi chiamo Stephanie. › rispose, fredda.
Non voleva essere scortese, solo che l’avevano presa alla sprovvista.
E poi, Stephanie non era abituata a dare confidenza agli sconosciuti, anche se questi sarebbero stati i suoi compagni di vita per molto tempo.
Subito la bionda che aveva parlato si inchinò, cordiale, rivolgendo alla castana un dolce sorriso.
Forse, pensò quest’ultima, sarebbero potute diventare buone amiche.
Sembrava molto tenera.
‹ Sei qui da poco, vero? Vuoi che ti faccia da guida, così potrai ambientarti nell’istituto? ›
Questa volta fu la mora, Yoon Ah, a parlare.
Dopo qualche attimo di esitazione, Steph annuì, sciogliendosi finalmente in un timido sorriso.
Quelle due ragazze le ispiravano fiducia.
 
‹ Questa è la Sala Grande. › disse Jessica, mentre guidava le altre due in una stanza enorme, piena di poltrone e divanetti.
Tutti di pelle bianca o nera, erano posizionati in modo tale da far raggruppare le ragazze di quel posto in piccoli gruppetti, sparsi per la stanza in modo da occupare quanto più spazio possibile.
Qua e là vi erano sparsi vasi pieni di rose viola e azzurre; molto rilassanti, doveva dire.
‹ Il colore dei fiori varia ogni due settimane. › aggiunse Yoon Ah, notando che lo sguardo della ragazza era fisso su di essi.
La castana sorrise, gentilmente; sì, decisamente si trovava bene con quelle due.
‹ Ora dove mi portate? › chiese, mentre la mora e la bionda la guidavano in un’altra zona dell’istituto.
‹ Ora andiamo nel cortile comune, chérie. ›
A quelle parole, Stephanie sbiancò.
Cortile comune.
Questo significava che doveva incontrare le altre ragazze.
‹ N-no, io n-non voglio.. Non voglio venire. ›
Balbettò, indietreggiando appena.
Non voleva incontrare le altre, aveva paura.
Paura dei loro giudizi, delle loro reazioni, dei loro comportamenti nei suoi confronti.
Era a dir poco terrorizzata.
Non disse più nulla; semplicemente girò i tacchi e corse per tutto il tragitto, fino alla propria camera.
 
‹ Marmocchia, quello è il mio letto. ›
Una ragazza dai lunghi capelli biondi entrò nella stanza, lanciando sulla scrivania lì affianco dei libri di scuola.
Subito la castana si scostò dal letto dove era seduta fino a qualche attimo prima, arrossendo.
La bionda quindi si stiracchiò, e senza dire una parola si tuffò sul letto, affondando il viso contro il cuscino.
‹ Ehm--.. P-piacere di c-conoscerti. Io s-sono Stephanie-.. ›
Quando era agitata balbettava, si capiva?
La ragazza distesa scostò il viso dal cuscino, portò lo sguardo sul volto della nuova arrivata e..
‹ Hyo-yeon. E ora non rompere i coglioni, voglio dormire. ›
Steph rimase di sasso a quelle parole.
Era davvero così scorbutica la sua compagna di stanza?
Bene..
Sarebbe stata davvero un ottima compagnia, sì.

 
 
 
 
 
 
| Angolo della scrittrice ; |
 
Come capitolo non è lunghissimo, I know.
But, più di così non mi è venuto.
Spero vi sia piaciuto e che vi invogli a leggere anche il seguito. ; 3 ; )/
Detto questo, buona lettura, e recensite, recensite, RECENSITE. è 3 é
  
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