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Autore: vul95    28/03/2014    3 recensioni
Il prigioniero, quel figlio di Efesto, aveva alzato la mano libera. Jackson si era allontanato in tutta fretta verso la balaustra della Principessa Andromeda, ed era precipitato in mare. Il suo signore aveva storto le labbra, le labbra di Luke, in un’espressione sorpresa e sbigottita.
Poi, tutto si era confuso.

[LukEthan col cannocchiale (?)]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Crono, Ethan Nakamura, Luke Castellan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ethan non ricordava con chiarezza l’esplosione

Burst

 

Ethan non ricordava con chiarezza l’esplosione.

Dopo essere corso via, intimidito dal rimprovero di LukeCrono, non Luke; Luke non esisteva più—, si era costretto a tornare indietro. Quel Beckendorf era innocuo, Jackson non era più un problema, da come aveva potuto vedere, e lui aveva già dimostrato troppe volte quanto fosse codardo. Non se lo poteva permettere, si era detto.

Era corso sul ponte dopo aver delegato ad un paio di dracene il controllo della sala macchine, in prossimità dei mostri riuniti a guardare lo scontro tra il figlio di Poseidone ed il re dei Titani, quando era successo.

Il prigioniero, quel figlio di Efesto, aveva alzato la mano libera. Jackson si era allontanato in tutta fretta verso la balaustra della Principessa Andromeda, ed era precipitato in mare. Il suo signore aveva storto le labbra, le labbra di Luke, in un’espressione sorpresa e sbigottita.

Poi, tutto si era confuso.

Il tempo era parso rallentare tutto insieme, e l’aria era diventata densa come gelatina.

Lo sguardo di Ethan aveva colto di sfuggita Beckendorf avvicinare l’indice all’orologio sul suo polso, in un inquietante movimento in slow-motion.

Non aveva capito subito, e smarrito, muovendosi a fatica nell’aria diventata ad un tratto pesante, aveva cercato lo sguardo di Crono nell’inutile tentativo di trovare Luke, come a chiedergli cosa stesse succedendo. Era stato terrificante e di sollievo al tempo stesso, notare che quegli occhi avevano subito incontrato i suoi, in un breve scintillio azzurro —l’azzurro degli occhi di Luke.

Il tempo si era come fermato.

Forse era stato il potere di Crono, ancora, o forse era stata solo un’impressione di Ethan, il suo sbigottimento.

In un attimo aveva visto Luke mettersi a correre, superare i mostri bloccati in un momento d’incredula confusione, e dirigersi verso di lui. Digrignava i denti come se stesse soffrendo indicibilmente, e slanciandosi in avanti lo aveva afferrato alla vita, spingendolo senza fatica alcuna verso la fine del ponte, là dove venti metri d’altezza li separavano dall’acqua.

“Morirò” aveva realizzato il figlio di Nemesi, atterrito. “Morirò” aveva pensato, senza avere la forza di ribellarsi alle mani di Luke —o era Crono?. Gli si era aggrappato alla maglia, il fiato strozzato in gola mentre quello saltava giù verso l’acqua. Non aveva urlato. Si era solo stretto a lui, l’unico occhio sgranato dal terrore, annaspando. E per un attimo aveva provato a concentrarsi solo sulle sue braccia attorno alla sua vita, al suo mento premuto sul capo, gli unici appigli che aveva in quel momento. Non era stato difficile.

Poi era arrivato l’impatto.

Senza preavviso, forse appena più in ritardo di come se lo era aspettato, ma non meno doloroso.

Ed era svenuto.

 

Si era risvegliato in un accampamento.

New York.

La testa gli doleva da impazzire, ed i ricordi erano tremendamente confusi.

Tentò di alzarsi, ma si trovò costretto a lasciarsi cadere nuovamente sulla branda.

Non si spiegava ancora come avesse fatto a sopravvivere.

Sapeva solo che Luke lo aveva salvato. Era certo che fosse stato lui. Voleva esserne certo. Quella piccola speranza gli scaldò improvvisamente il petto. Fece un po’ male.

La tenda venne scostata con un gesto stizzito, e fu proprio Luke ad entrare —no. Crono, stavolta. Un paio di occhi dorati si piantarono su di lui, ed Ethan parve scorgere uno scintillio di risentimento –Nakamura. Alla buon ora.- sibilò il Titano –Alzati. Non manca molto alla battaglia, e non permetterò che tu faccia il bell’addormentato.- la sua voce risuonava tremendamente minacciosa, ed il figlio di Nemesi si fece piccolo sul letto, il terrore che già gli attanagliava lo stomaco.

Annuì frettolosamente, diligentemente –Si, mio signore.- balbettò, alzandosi in fretta e furia, nonostante la testa gli girasse, rischiando di inciampare.

Era impossibile, si disse, mentre un brivido di paura mista ad angoscia gli scendeva giù per la schiena. La frustrazione gli occluse la gola.

Luke non esisteva più, e la sua fantasia, assieme alla sua paura di morire, gli avevano solo tirato uno scherzo di pessimo gusto.

Si diresse verso l’esterno, a passo svelto. Non riusciva a guardarlo.

Non fece in tempo a scostare la tenda.

-Nakamura.- venne richiamato.

Si voltò.

Gli occhi dorati di Crono luccicarono perfidi –Dì anche ad una sola persona quello che è successo, ed il Tartaro diventerà la tua nuova dimora.- minacciò con un mezzo ringhio.

Ethan sgranò l’occhio sano, stringendo le labbra. Fu come essere colpiti da una secchiata di acqua gelida. Non seppe distinguere tra sollievo e paura.

Sollievo nel constatare all’improvviso che quanto la sua memoria gli aveva riportato fosse vero, che da qualche parte, dentro il suo stesso corpo, la coscienza di Luke esistesse ancora. Paura perché Crono lo teneva prigioniero, gli precludeva la possibilità di uscire. Paura perché, semplicemente, Ethan aveva paura del suo signore, più di quanta ne avesse mai avuta in vita sua. Lo terrorizzava, e questo terrore gli impediva di avvicinarsi a lui, e allo stesso tempo di rifiutarsi di obbedirgli.

Ma Luke era lì, ancora, da qualche parte.

Luke esisteva.

Deglutì. La voce gli si bloccò in gola.

Chissà se avrebbe potuto tornare in sé stesso.

Avrebbe voluto liberarlo, in qualche modo. Avrebbe davvero voluto provarci.

Crono assottigliò lo sguardo, ed Ethan chiuse gli occhi, voltando la testa con uno sforzo immane.

Annuì ancora una volta.

Troppo terrorizzato per avvicinarglisi.

Troppo terrorizzato per non obbedirgli.

–Certo, mio signore.-

Ed uscì all’aria aperta, preparandosi alla battaglia che sarebbe seguita.

*

Oddio, la mia prima fic nel fandom di Percy Jackson. Oddio oddio sono emozionata io- AHEM. Salve a tutti (?). Sono nel giro (?) da poco più di un mese, e sono totalmente innamorata di questa saga. Sono all’Eroe Perduto, al momento (e attendo con trepidazione di avere Il Figlio di Nettuno sdgkjgnwlejknlvaf.pèòp), ed ho da recuperare un sacco di fangirlamento represso-

Allora, si. A-hem, una LukEthan. Si, insomma, sono la mia OTP, li adoro. Mi è dispiaciuto vedere così poco materiale su di loro ;u;

In questa shot, semplicemente, ho descritto il missing moments dell’esplosione provocata da Beckendorf (LE LACRIME DIO BUONO) sulla Principessa Andromeda. Insomma, si sono salvati sia Luke (Crono) che Ethan, e la mia fantasia è volata in lidi lontani e- ahem, ecco. Non c’è molto da dire, a parte il fatto che Ethan, a mio parere, è palesemente un gran bel codardo. Dal mio punto di vista fangirl, ha una cotta stratosferica per Luke, ma non riesce a superare la sua paura, almeno fino alla fine del libro, dove fa quello che fa.

Riordan in dieci pagine mi ha fatto fuori l’OTP. LA GIOIA PROPRIO.

Ecco, in questa fic, Luke diciamo… mhh… “sbuca fuori”. Visto che Crono ancora non ha il pieno controllo del suo corpo, ho immaginato che vedendo la sua donzella in pericolo (leggasi Ethan), abbia fatto un megasforzo superromantico ed abbia imposto la sua personalità su quella del Titano per correre a salvarlo con molto lov-

Che dire, mmmh- spero vi sia piaciuta *u*//

Vi saluto, e, uhm, sono contenta di essere approdata su queste spiagge (?)

Alla prossima *7*/ *regala biscottini alle mandorle

 

Greta.

  
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