“Tutto
ciò che non dici mai è che mi ami
così”
All you never
say, Birdy
- «Porca
paletta, Damon! Guarda
dove metti i piedi!»
- Supponiamo
che Damon non conosca Elena: il suo
corpo si irrigidirebbe solamente, giusto? Magari si scuserebbe con un
flebile
“Scusa” e striscerebbe le suole delle scarpe sul
tappetino dinnanzi alla porta
d’ingresso, quello bordeaux accanto
all’attaccapanni, invece di calpestare il
parquet di Elena con i piedi zuppi d’acqua.
- Ma Damon sì,
la conosce –forse poco?- quindi la sua reazione è
alzare i sopraccigli e
scoppiare a ridere due secondi dopo. E sa che è
inappropriata come azione dopo
un rimprovero, perché ehi,
Elena
incazzata fa paura, ma proprio non le si addicono gli
insulti… per non parlare
del ‘porca paletta’.
- Quindi Damon
ride, alza le mani in segno di resa e
si inumidisce le labbra cercando di farle tornare il sorriso sulle
labbra.
- …Cosa
che accade tipo due secondi dopo.
- «Il
bagno sai dov’è, questi sono vestiti di
Jeremy.»
Lui si passa una mano fra i capelli bagnati e scompigliati, con il
sorriso
sghembo sulle labbra, così diverso da quello che aveva
stampato sul volto poche
settimane fa.
- Lei continua
a borbottare qualcosa di impreciso,
mentre Damon si fionda nel bagno dalle mattonelle verde prato e si
cambia con
Elena che strepita dall’altro lato della porta.
- «Non
posso credere che tuo padre ti abbia
licenziato!» urla lei.
- «Oh,
sai, solita routine: mi alzo, vado a lavoro,
litigo con Giuseppe, lui mi licenzia…»
- Elena si
siede sul suo parquet, incrociando le
gambe ed osservando di sottecchi la porta chiusa al suo fianco, con lo
sguardo
comprensivo che assume tipicamente quando Damon fa così,
facendo finta di
apparire freddo e distaccato.
- «Dovresti
parlarci e smetterla di ironizzare su
tutto» rimbecca la giovane Gilbert, spostando una ciocca di
capelli dietro
l’orecchio.
- «Scusa,
mamma.»
scherza Damon con un filo di voce. «Ho trascorso con te tutta la settimana, non ho avuto tempo
per pensare al suo
stupido progetto.»
- «Adesso
la colpa è mia?»
- «Io
lo definirei più… un merito, adesso non
dovrò
più vederlo ogni santa mattina!»
- Spalanca la
porta mostrandosi a torso nudo, Elena
sbuffa ed incrocia le braccia.
- «Che
c’è? Tuo fratello ha vent’anni, Elena,
questo
maglione è troppo piccolo per me.
Comunque…»
- Lei alza gli
occhi al cielo, interrompendolo: «Potrei
parlarci--»
- Lui alza gli
occhi al cielo: «Non ci provare!»
- «D’accordo,
d’accordo: ma quando verrai da me nel
cuore della notte per d-»
- Scuote il
capo rapido facendola ridere. «Okay,
adesso basta. Non raccontarlo a nessuno, intesi? Era quello il
patto.»
- «Parola
di scout!»
- Lui le
scompiglia i capelli con una mano,
schioccando la lingua sul palato ed andando in cucina.
- Elena lo
prende per mano e lo fa voltare. «Un
attimo – dice –Dovrei avere un maglione
più grande.» Sussurra queste parole
abbassando il tono di voce, pensando a quel maglione e a quanto Damon
si
infurierebbe se venisse a sapere da dove proviene quella lana.
- «Okay»
- Elena
scompare nella sua camera da letto, avvicinandosi
al cassettone bianco mentre il venticinquenne si accomoda su uno
sgabello,
mordendo un biscotto con le gocce al cioccolato.
- La ragazza
ritorna subito dopo, con un sorriso
appena accennato ed il maglione grigio fra le mani, che lascia sul
bancone.
- «E’
troppo grande per me… ti andrà
benissimo.»
- Lui lo infila
con ancora il biscotto fra i denti,
facendo passare le braccia e stendendolo poi, sull’addome.
- «E’
perfetto» commenta Damon dopo che la ragazza
gli ruba il frollino dalle labbra.
- «Stefan
tornerà per Natale?» introduce
l’argomento
Elena, facendo un saltello e sedendosi sul bancone. Il Salvatore
aggrotta le
sopracciglia, per poi scrollare le spalle prendendo un altro biscotto.
- «Chi
lo sa»
- «Damon!
E’ tuo fratello!»
- Rotea gli
occhi al cielo: «Sappiamo tutti che lo
ami alla follia, se vuoi sapere qualcosa in più chiamalo,
avete la mia
benedizione»
- «E’
fi-dan-za-to! E lo dico per te!»
- La trascina
sulle sue gambe e le spettina
nuovamente i capelli. «Ringrazia Jenna per i
biscotti!»
- Elena si
sistema meglio e poggia il gomito destro
sulla sua spalla. «In realtà li ho fatti
io…»
- Lui scoppia a
ridere, mormorando un “divertente”
quando all’improvviso inspira.
- «O
mio dio, la torta!»
- Elena ha
letto su internet, una volta, che per innamorarsi
bastano 34 minuti: di conversazione personale ce ne vogliono trenta,
mentre i
restanti quattro vanno occupati guardandosi ininterrottamente negli
occhi.
- Lei non ci fa
neanche tanto caso ormai, infatti allora
aveva scosso il capo e pensato “Guarda cosa si inventa la
gente”, ma quando
scocca il trentesimo minuto di conversazione con Damon
–perché, obiettivamente,
a nessuno piace una torta bruciata ed il timer serve a qualcosa- smette
di
ridere per la sua battuta.
- E uno, due,
tre… si stanno guardando negli occhi.
- Lo sguardo di
lei sembra preoccupato, quello di lui
confuso.
- «Elena…»
- «Damon
io…»
- Si passa una
mano fra i capelli, continuando a
reggere i suoi pozzi cristallini. Deglutisce e pronuncia quelle
fatidiche
parole.
- «Ho
bruciato la torta per il compleanno di
Caroline.»
- Damon le
cinge i fianchi con un braccio, corruga le
sopracciglia e prende la parola.
- «Io….»
sospira. «Adesso ne facciamo un’altra, io e
te»
- Ed i quattro
minuti sono passati.
- La
verità è che Elena non sa se davvero quella
regola dei trentaquattro minuti funziona per davvero, in fondo
l‘ha letta e
dimenticata tempo fa. Damon invece non si innamora, e allora, cosa
può saperne?
- Quello che
importa, alla fine, è sapere se in quel
preciso istante lei si è innamorata di lui e viceversa.
- Perché, sempre obiettivamente, questa è la vita normale, la gente non si innamora sotto la pioggia dopo un bacio da film –da cliché?: la gente comune può innamorarsi in qualsiasi momento, anche quando si brucia una torta.
- ______________________________________________________________________________________________________________________________
- one shot davvero senza senso, scritta millemila giorni fa ma lasciata lì per futili motivi. ho provato a continuarla,
- ma i personaggi non ne volevano sapere e le vicende diventavano incredibilmente vuote.
- spero di avervi fatto sorridere, almeno per qualche istante, se vi va un parere è sempre ben accetto.
- no, non ho visto la puntata ed è incredibilmente triste per me