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Autore: SofyRockPrincess    29/03/2014    3 recensioni
La pioggia batteva contro il vetro della finestra. Fuori dalla stanza infuriava la tempesta, Domiziano si sedette sul letto e chiuse gli occhi ascoltando il rumore ritmico delle goccie d´acqua. Come si era ridotto cosí non se lo ricordava, di solito era sempre allegro e pronto a sorridere.
[...]
Driiiin la sveglia suonó troppo presto e il ragazzo si alzó come un automa
[...]
Dieci minuti dopo scendeva le scale che lo portavano a scuola, guardò l´orologio appeso nel corridoio segnava le 8:34, mannaggia! Era in ritardo di nuovo!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo chiamavano Convitto… ma per lui era una prigione.
 
La pioggia batteva contro il vetro della finestra. Fuori dalla stanza infuriava la tempesta, Domiziano si sedette sul letto e chiuse gli occhi ascoltando il rumore ritmico delle goccie d´acqua. Come si era ridotto cosí non se lo ricordava, di solito era sempre allegro e pronto a sorridere. Le persone lo conoscevano come il bravo ragazzo sempre allegro e solare, ma lui non era cosí, non in quel periodo perlomeno. Da quando il padre era partito per Dubai e lo aveva mandato in convitto lontano dalla sua cittá, lontano dai suoi amici era diventato piú ombroso e piú attacca brighe. Era proprio quello il problema, era troppo arrabbiato con il mondo, da prendersela con chiunque alla prima occasione.
Come quella mattina! Non si era svegliato in tempo per andare a scuola ed era stato uno degli educatori a svegliarlo alle 8:40 passate, lui contro voglia si era alzato ed era andato a scuola ma quando era arrivata la paternale da parte del professore di informatica non aveva retto piú. Complici la stanchezza del giorno prima e la frustrazione aveva mandato il professore a quel paese con un sonoro “Vaff****lo”.
Adesso si trovava costretto nella sua stanza. Era stato sospeso per una settimana dal convitto e avrebbe dovuto tornare a casa per quei giorni. Ma sua madre non ne voleva sapere di averlo a casa con se e con il padre a Dubai, le autorità del collegio non lo avevano potuto far partire. La preside aveva deciso per una punizione che comprendeva l´isolamento dentro la scuola.
Si riscosse dai suoi ricordi guardò l´orario sulla sveglia, oramai era tardi e poteva benissimo andare a dormire. Andó in uno dei bagni, si lavó i denti, si tolse le lenti a contatto e tornó in camera. Indossó al volo il pigiama e si infilò sotto le coperte, poco dopo scivolò in un sonno agitato.
 
***

Driiiin la sveglia suonó troppo presto e il ragazzo si alzó come un automa, infilò la prima maglietta che trovó nell´armadio e prese i pantaloni dallo schienale della sedia, dove li aveva appoggiati la sera prima. Dal tavolo prese i libri per quella mattina, li infilò nello zaino ed uscí per andare a fare colazione.
Dieci minuti dopo scendeva le scale che lo portavano a scuola, guardò l´orologio appeso nel corridoio segnava le 8:34, mannaggia! Era in ritardo di nuovo! scrollandosi di dosso anche le ultime briciole di sonno corse verso la sua aula dove la professoressa di algebra lo accolse con un < alla buon´ora>
<< mi scusi Professoressa>> disse mentre si sedeva in un banco vuoto.
le ore passarono lentamente ma finalmente arrivò la ricreazione, momento di cambiare aula e scambiare qualche parola con i suoi compagni di classe.
<< ma è vero che ti avevano sospeso perché ha risposto male a un professore?>> chiese Luca, un ragazzo dai capelli neri che Domiziano non considerava ne in antipatia ne troppo in simpatia.
<< si è vero>> rispose mentre posava lo zaino sul banco.
<< ma allora sei davvero stupido Domiziá!>> commentò l´altro.
Qualcosa dentro di lui scattò, possibile che nessuno lo capisse? sbatté lo zaino sul banco e uscí dall´aula infuriato e frustrato.
Salí di corsa due piani di scale e si sedette su una panca nel corridoio d´ingresso. Si prese la testa fra le mani, affondando le dita fra i ricci biondi, per non urlare.
Stella uscí in quel momento dalla segreteria didattica, era andata per consegnare un foglio e stava per tornare di corsa in classe, ma si fermó quando vide il ragazzo accasciato sulla panca di legno scuro.Gli si avvicino lentamente per poi sedersi accanto a lui.
<< che succede Domiziano?>> gli domandò con molta delicatezza nella voce. Il ragazzo sollevò la testa e la guardò nei suoi occhi azzurri.
<< succede che nessuno capisce quello che sento io>> disse, la voce carica di amarezza, gli occhi che bruciavano. La ragazza gli appoggiò una mano sul braccio << raccontami, se vuoi>> Domiziano prese fiato.
<< tu sai che io sono qui perché mio padre è partito per Dubai?>>
la ragazza annuí, incoraggiandolo a proseguire.
<< mi sono trasferito qui da Roma dove avevo tutti i miei amici, e tutta la libertà che un ragazzo di diciassette anni possa desiderare! All´improvviso invece sono qui dove persino l´orario della colazione é severamente regolamentato! Non posso piú decidere se un giorno vado a scuola o no, capisci?>>
Stella annuí e Domiziano continuò a parlare. << ieri non mi sono svegliato in tempo e il professore mi ha fatto una ramanzina come se avessi combinato chissà cosa e io ho reagito male, è stato sbagliato lo ammetto, ma mi è sfuggito!>>
<< cosí in realtà mi hanno sospeso per qualche giorno, ma mi devono tenere qui comunque perché mia madre vuole aver a che fare con me il meno possibile, quindi di stare qualche giorno a casa sua non se ne parla nemmeno!>> tiró sul col naso e poi continuò.
<< io e mia madre non siamo mai andati molto d´accordo, ma ieri pomeriggio dopo aver saputo della mia sospensione mi ha chiamato per farmi una scenata anche lei, non faceva che ripetermi che l´avevo delusa e che non si sarebbe mai aspettata un comportamento del genere da parte mia! Ti confesso che dopo quella telefonata troppe cose hanno iniziato ad agitarsi dentro di me fino a farmi scoppiare! Avevo cosí bisogno di sfogarmi con qualcuno, ma quei imbecilli di educatori mi avevano sequestrato anche il cellulare!>> Una lacrima gli scese lungo la guancia, Stella lo abbracciò e Domiziano si fece cullare da quelle braccia che emanavano amicizia pura e quell´affetto che non riceveva da cosí tanto tempo. 
<< se hai bisogno di qualcuno con cui parlare... io sono tua amica, io posso capirti! Non sono come quei cretini dei nostri compagni di classe!>> disse la ragazza, cercando di esprimere quello che sentiva di essere, e di voler fare. Domiziano affondò il viso nei suoi capelli, restó cosí per qualche minuto, fermo a respirare il suo profumo.
Dopo un pó guardò l´orologio, erano le 10:40! << dovremo essere in classe giá da cinque minuti sai?!>>
Stella scosse la testa << non fa nulla, l´importante è che tu stia meglio!>> Domiziano si alzó e le tese una mano. Stella l´afferró con un sorriso e insieme corsero verso la loro aula. Davanti all´ingresso il ragazzo si arrestò. Si giró verso la ragazza e le prese il viso fra le mani. << grazie Stella!>> disse.
Si chinó su di lei per posarle un bacio sulla fronte ed aprí la porta. Entró scusandosi con il professore per il ritardo e si sedette seguito da Stella.
la ragazza rimurginó sulle confessioni fattele da Domiziano… la gente lo chiamavano Convitto, ma per lui era come una prigione.

Angolo Autrice//
Salve a tutti! spero che a qualcuno piaccia questa one-shot! e anche se non fosse fatemi sapere il vostro parere! ci terrei tanto!!! 
adesso vi lascio! Buonanotte, visto che adesso sono le 23:45 e a presto!
Sofy.
  
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