Questa
storia si è classificata prima a “Le
parole di un grande. Contest ispirato a A. Baricco” indetto
da MmeBovary.
Quello
strano
furore un po’ panico
“Il
sesso cancella fette di vita che uno nemmeno si immagina. Sarà anche
stupido,
ma la gente si stringe con quello strano furore un po’ panico e la vita
ne esce
stropicciata come un biglietto stretto in un pugno, nascosto con una
mossa
nervosa di paura. Un po’ per caso, un po’ per fortuna, spariscono nelle
pieghe
di quella vita appallottolata mozziconi di tempo dolorosi, o
vigliacchi, o mai
capiti. Così.”
– “Castelli
di rabbia”, A. Baricco.
Remus suda freddo, seduto in una
poltrona consunta e
ricoperta di polvere. Remus è febbricitante, in quella casa che non
riesce più
a sentire come sua.
Remus ha le mani paralizzate ad artiglio e gli occhi pieni di spilli,
Remus si
chiede ossessivamente se morire faccia male, male almeno un po’.
Quando le apre la porta,
accasciandosi contro lo
stipite come un sopravvissuto di guerra, Tonks pensa che questa volta
la vita
ha esagerato sul serio, che Remus non tornerà mai da quel regno
infestato che
si stende crudele oltre il Velo – dove c’è Sirius, Sirius che
è sempre stato
tutto, e Tonks sa che nessun posto sarà mai casa
per Remus senza la
risata di Sirius appostata in qualche angolo.
“Remus, m-mi dispiace... i-io...”
La zittisce con un cenno del volto tirato, bianco come un cencio.
Non vuole sentirle dire che è colpa sua, perché forse la odierebbe.
Remus odierebbe chiunque gli ha portato via Sirius, perché
odiare Dio non è
già più abbastanza.
Tonks lo cerca debolmente, sfiorandogli la guancia scavata con dolcezza
–
con la stessa grazia con la quale Sirius ha perso l’equilibrio ed è
scivolato
via.
Remus sente il gusto della solitudine sul fondo della gola, prima di
scattare
ad afferrarle i fianchi con cieca disperazione.
La scaraventa contro la porta e
aggredisce le sue labbra
annaspanti, Tonks esplode di gioia e va in frantumi nello stesso
brivido –
lei è la sua scusa per non pensare, solo la sua pozione per non sognare.
Le sue dita le scavano la pelle del ventre, le artigliano la chiusura
dei
pantaloni e la squarciano nella loro morsa livida di terrore.
Tonks non ha mai visto qualcuno mentre si lava via il dolore, ma sa che
cos’è
un baratro e gli occhi di Remus sono già bui e freddi e senza fondo,
così
schiude docile le gambe quando lui la solleva dal relitto dei suoi
jeans.
Remus le si preme addosso con
quello strano furore un
po’ panico.
Il sesso cancella – Sirius lo diceva spesso. Un
po’ per caso, un po’ per
fortuna.
Remus fa a brandelli i suoi vestiti come fossero ricordi, e morde e
graffia e
tocca e s’impiglia.
Il sesso cancella – Sirius a scuola gli scribacchiava di
continuo frasi
altere su bigliettini che lui stringeva in un pugno, macinando sorrisi.
Remus sa che le sta facendo male, ma continua a spingere dentro di lei
come se
volesse attraversarla, lo sguardo fisso nelle trame del legno, oltre
quei
capelli rosa acceso che si spengono di colpo, come una lampadina
fulminata.
Il sesso cancella – Sirius conosceva sempre le risposte che
lui non sapeva
nemmeno di desiderare, Sirius rideva tanto, Sirius così brillante e
così
impulsivo, Sirius che...
Remus non si cura di quelle unghie fra le scapole né delle mezzelune
che le sta
incidendo nelle cosce, Remus ha gli occhi vuoti di chi si sta
accartocciando
per dimenticare.
“Lui ti voleva bene...”
Remus non risponde, ma sorride d’un sorriso terrificante che lei finge
di non
notare – il sesso cancella.
Qualche precisazione che ritengo doverosa: tutte le ripetizioni e la punteggiatura non sempre rigorosa sono fatte per dare ritmo alla storia; quando parlo di Remus e di “casa” mi riferisco al fatto che, dalla fine di “Harry Potter e il Calice di Fuoco”, ha sempre vissuto insieme al suo migliore amico, prima a casa dello stesso Remus e poi in Grimmauld Place; inoltre, anche se può non sembrare, Remus e Sirius erano semplicemente amici, non amanti – e non solo perché la giudiciA non accetta lo slash; ultima cosa ma non meno importante, se non si fosse capito, quella descritta è la prima volta di Remus e Tonks, ho pensato si sposasse bene con quel poco che sappiamo di loro.
Chiudo qui, spero che la storia incontri il vostro gusto!
Un bacio,
Mary.