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Autore: Silvie_Marie    30/03/2014    1 recensioni
«Tu sei più potente di quello che credi, Caroline! Non buttare via il tuo potere.»
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Tu sei completamente matto. Ora lasciami.»
Lui non mi lascia.
«Perché non mi lasci?»
«Perché moriresti.»
Io sospiro. «Ok. Allora che intenzioni hai? Non posso lasciare Kyle, qui...  in pericolo…..»
«Forse  potremmo…  distrarli, è pericoloso ma se ci tieni tanto proviamo. Quando ti do il segnale,  corri e io li stendo.»
«Tu riusciresti a stenderli? Veramente?»
«Va beh. Ci stai o no?»
Io faccio un cenno. Esco dal cespuglio ed incomincio ad urlare. «Ehi, razza di imbecilli, sono qui.»

Dopo alcuni secondi vedo comparire delle ombre nere, che mi circondano e mi assordano con le loro urla. Io cerco di scappare ma un’ombra mi afferra la caviglia. Mi tira su, e io cerco di aggrapparmi alla radice di un albero a pochi centimetri da me. Non riesco. L’ombra mi tira su e vedo solo oscurità e sento tanto freddo. L’ombra sibila qualcosa del tipo: "A chi hai dato degli imbecilli?? Prova a ripeterlo, se ne hai il coraggio! Ora ti finiremo”
 Quando mi sfiora il cuore sento un dolore intenso e urlo. L’ombra improvvisamente mi getta a terra. Riesco   a vedere solo un’altra ombra che combatte contro le altre. E poi il nulla.
Apro gli occhi con fatica. Ma quando li apro vedo il viso di Kyle, sollevato.
Io cerco di sedermi, quando mi accorgo che sono ancora nel prato della sua villa.
«Ma... perché sono ancora qui?»
Lui mi guarda confuso. «Mi sono svegliato ora, non sapevo che avevamo organizzato una nottata al chiaro di luna.»
Io lo guardo confusa. «Io ero venuta, qui per..... salvarti.. tu eri svenuto nell'acqua e...»
«E cosa??»
«E ... niente...»
Non posso continuare la frase. Dovrei parlargli del ragazzo che mi ha salvato la vita e che ho visto delle ombre che mi volevano uccidere …ma è un po’ difficile da credere, anche per me!
Controllo l’orologio. Sono le 6.00 di mattina. L’appuntamento per l’aeroporto è previsto per le 7.30, posso ancora prendere l’aereo.
Saluto con la mano Kyle e io mi dirigo verso la macchina.
Ritorno a casa,  prendo la valigia e scendo le scale, quando mi trovo la faccia contorta in una smorfia di PJ. Lui adora mettermi nei guai, come Amanda.
«Dove sei stata tutta la notte?»
«A dormire da Kyle.»
«Non era previsto...»
«Lo so, ma non potevo farne a meno... visto che per quattro settimane non lo vedrò. Ora se non ti dispiace avrei un volo da prendere.»
«Va bene..»  dice con quel suo sguardo sadico che non dice niente di buono  «Avevo ragione… a te piace Kyle!»
 Io gli dico che è matto , saluto i miei genitori e dopo essermi sorbita 30 raccomandazioni da mia mamma, corro alla porta. Prendo la macchina e mi dirigo verso l’ aeroporto più vicino a noi: il “Nick&Jace”. Sono contenta del fatto che visiterò per la prima volta un paese fuori dall'Italia. Sì, proprio così, non ho mai viaggiato ma mi dispiace non avere accanto il mio migliore amico, ma che ci posso fare?!
Dopo il chek-in, mi sono accomodata al gate ad aspettare con i miei compagni l’orario del volo . Le ore più lunghe della mia vita.
Annoiata, mi guardo intorno e vedo lo stesso ragazzo che c'era sia fuori l'ufficio della preside che a casa di Kyle. Ma che ci fa qui?
Per caso mi sta seguendo?
Dei miei compagni stanno parlando e mi guardano con facce sorprese.  Sono vestita male? Ho i capelli scompigliati?
Dopo un po', Laura si scosta una ciocca bionda tinta di rosa pallido.
«Cos'hai che non va Carol?»
Io alzo le spalle. «Niente. Sono solo un po' triste che Kyle non possa vedere quello che vedremo noi.»
Lei mi rassicura. «Le persone non possono essere sempre con noi, ma  possiamo portarle dentro ovunque noi andiamo.»
Io mi illumino. «Hai ragione. Divertiamoci! É un'esperienza che va vissuta a pieno, non con il broncio.»  le faccio un sorriso timido.
Robert esclama vittorioso. «Ma quanto sei rassicurante, Laura.»
Improvvisamente  si baciano.
Distolgo lo sguardo imbarazzata e guardo verso il corridoio dove pochi minuti prima avevo visto il ragazzo. Non faccio in tempo a girarmi che me lo ritrovo vicino con un sorriso.
«Che ci fai qui?»
Lui fa spallucce. «Volevo aiutarti... pensavo che avevi bisogno di conforto... Visto la tua nostalgia per Kyle.»
Io sono confusa. «Come hai fatto ad ascoltare tutto? Perché quando ti ho visto dietro l'angolo dell'ufficio della preside Kyle non ti ha visto e prima sì?  Come hai fatto a sconfiggere delle ombre? Chi sei?»
Lui sorride. Quel sorriso mi coinvolge, ma non posso  farglielo capire…. devo sapere.
«Preferirei  parlarne in un posto più appropriato... »
Io lo guardo confusa. «E dove pensi di andare?»
Lui indica una piccola porta, in un piccolo angolo.
Io lo guardo confusa. «Stai scherzando?! Io non ci vengo con te, lì dentro.. Non so neanche il tuo nome...»
«Io sono Dan... visto che ti interessa...»
«E io sono Caroline Jonson…»
Lui fa un sorriso. «Lo so.»
   
 
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