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Autore: lilyhachi    30/03/2014    2 recensioni
(One shot; Derek Hale; pre-Sterek; contesto vago)
Forse era lì che Derek sarebbe morto, in completa solitudine, senza speranza…o almeno così credeva, prima che qualcuno gli afferrasse la mano di colpo, trascinandolo fuori da quella specie di luogo angusto in cui sembrava essersi perso. Stiles. Stiles lo aveva portato fuori.
All’improvviso, la pioggia era sparita, insieme a quelle lacrime che tratteneva da tempo.
Il buio si era dissolto, insieme a quelle nuvole scure e paurose, lasciando spazio alla luce che aveva preso a crescere come i germogli di una pianta per illuminare tutto ciò che prima era dominato dall’oscurità.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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After the storm
 
 
“Night has always pushed up day. You must know life to see decay.
But I won’t rot, I won’t rot. Not this mind and not this heart, I won’t rot”.
 
 
Solo cenere e marciume.
Questo era ciò che Derek riusciva a trovare nella propria vita.
L’incendio non aveva lasciato altro dentro di lui, soltanto cenere, pareti annerite, oggetti di una vita persi nel giro di pochi minuti insieme a tutto ciò che di bello poteva esserci in lui. La sua vita era solo un insieme di catastrofi naturali che prendevano a susseguirsi senza sosta, senza lasciargli il tempo di respirare o rendersi conto che era riuscito a sopravvivere. Perché sì, Derek Hale era un sopravvissuto.
Nonostante tutto, resisteva agli eventi: le tempeste si abbattevano inesorabili su di lui, ma non lo scalfivano, la pioggia lo colpiva con violenza ma lui non tentava di proteggersi da essa, le fiamme fameliche lo avvolgevano ma lui non si lasciava bruciare.
Non poteva sentire la sensazione di bruciore sulla sua pelle, ma a livello del cuore la sentiva, eccome.
Era come un prurito continuo che stringeva il suo organo rarefatto in una morsa letale, eppure Derek sopportava.
Continuava a respirare, portandosi quel peso enorme.
Quella tempesta che era la sua vita aveva spazzato via il giorno e ogni fonte di luce che potesse mostrarsi a lui.
Non c’era altro che pioggia: nessuna alba, nessun tramonto, soltanto lui che camminava a stento, guardando verso l’alto, e affondando nel fango.
Aveva scelto lui stesso quella pena. Se gli fosse stato permesso di farsi rinchiudere all’Inferno di sua spontanea volontà, lo avrebbe fatto, ma sarebbe stato inutile perché lo viveva già da anni. In fin dei conti, Derek meritava di trovarsi lì, in quella sorta di limbo. Non poteva avere di meglio, non era degno e lo sapeva.
Doveva restare lì, senza lamentarsi, senza sperare nella salvezza, ma subendo in silenzio le conseguenze di tutte le sue azioni.
Aveva rinunciato da tempo alla felicità, gettandosi in relazioni del tutto inadatte.
Aveva rinunciato alla stabilità, allontanandosi da quel branco di cui avrebbe potuto far parte fin dall'inizio, evitando tutte le sue manie di potere che non avevano giovato proprio a nessuno, neanche a lui…e soprattutto a Boyd o a Erica.
Aveva rinunciato a tutto, allontanandosi, seppur controvoglia e durante quelle riflessioni, aveva avuto il tempo di realizzare come ogni sua azione fosse stata sempre la più sbagliata. Derek non era mai stato molto bravo a prendere decisioni determinanti e, d’altronde, non era mai stato bravo a scegliere le cose più giuste per lui.
Forse era lì che Derek sarebbe morto, in completa solitudine, senza speranza…o almeno così credeva, prima che qualcuno gli afferrasse la mano di colpo, trascinandolo fuori da quella specie di luogo angusto in cui sembrava essersi perso.
Stiles. Stiles lo aveva portato fuori.
All’improvviso, la pioggia era sparita, insieme a quelle lacrime che tratteneva da tempo.
Il buio si era dissolto, insieme a quelle nuvole scure e paurose, lasciando spazio alla luce che aveva preso a crescere come i germogli di una pianta per illuminare tutto ciò che prima era dominato dall’oscurità. La tempesta era andata via, insieme al fango in cui era costretto a camminare, ed ogni cosa gli era apparsa immediatamente più nuova e pulita. Dopo la tempesta, era giunto il sole e il chiarore limpido di quel cielo così azzurro e privo di nuvole da non sembrare vero.
Ed era strano lasciare che quegli occhi che non avevano visto altro che oscurità incontrassero la luce. Si era abituato così tanto all’oscurità, aspettando in silenzio che i suoi occhi smettessero di guizzare ovunque, che ormai era strano non vederla più. Eppure era bella quella sensazione di calore che lo avvolgeva completamente.
Stiles aveva sempre visto il peggio di lui fin dall'inizio, ma negli ultimi tempi era riuscito a decifrarlo e non aveva più paura di fronte alle sue occhiate assassine.
Quando era stata l’ultima volta che Derek lo aveva guardato con la sua solita aria minacciosa? Non riusciva nemmeno a ricordarlo, e gli sembravano passati secoli.
Aveva smesso di temere il grande lupo cattivo, e aveva iniziato a vederlo diversamente, come un uomo ferito, nascosto sotto cumuli di cenere e legno bruciato, senza la forza di tendere la mano verso di lui che rimaneva in attesa che Derek sfiorasse le sue dita.
Stiles lo aveva portato a temere per la sua incolumità.
Stiles lo aveva salvato ogni volta, anche quando non lo meritava.
Derek probabilmente non sarebbe mai riuscito a identificare con precisione il momento esatto in cui Stiles aveva smesso di odiarlo, iniziando a preoccuparsi per lui.
Gli sarebbe piaciuto tornare indietro, fermare quell’attimo per imprimerlo nella sua mente, senza mai più dimenticarlo.
Avrebbe rivisto tutti i momenti passati insieme per capirlo.
Perché davvero non riusciva a spiegarsi come fosse possibile che a qualcuno importasse di lui a quel modo, soprattutto dopo tutto ciò che aveva fatto.
Pietà? Perdono? Altruismo? Quale sentimento aveva spinto Stiles a vederlo diversamente?
Tuttavia, ricordava perfettamente quella notte in cui era accasciato sul pavimento del suo loft con le ginocchia immerse nell’acqua e il corpo di Boyd dinanzi a lui.
Ricordava perfettamente il dolore e la sensazione di impotenza, accompagnata da una voglia di tirare fuori gli artigli e conficcarli nella sua stessa carne per punirsi.
Ricordava perfettamente le dita di Stiles attorno alla sua spalla in un tocco lieve ma così intenso da risultare irreale. Forse in quel momento le cose erano cambiate, o forse le cose fra lui e Stiles non erano mai state come credeva. Probabilmente non l’avrebbe mai saputo.
Stiles era accanto a lui e gli sorrideva, con il volto sereno e pulito, non segnato più dalle occhiaie e con quel colorito naturale che non aveva mostrato per molto tempo. Era strano rispecchiarsi nei suoi occhi ambrati e chiedersi quando le cose fossero cambiate così da tanto da arrivare a quel punto.
Era strano sentire tutte le sfumature che quel ragazzo logorroico emanava in un secondo.
Era strano sorridere di sottecchi ai gesti convulsi delle sue mani e al mondo in cui portava le dita dietro la nuca con fare nervoso.
Era strano ascoltare quel fiume di parole senza la voglia di strangolarlo o di zittirlo una buona volta.
Era strano osservare il modo in cui restavano vicini, spalla contro spalla, senza far rumore e spesso senza dire una parola, perché semplicemente non c’era nulla da dire ed era tutto troppo bello e calmo per pronunciare parole senza senso.
Era strano non fare caso alla tempesta attorno a loro, come se lui e Stiles fossero in una bolla di sapone.
Era strano per Derek, che aveva desiderato correre via per tutto il tempo, fermarsi definitivamente e respirare.
In quel momento, con Stiles fermo accanto a lui, con le braccia abbandonate lungo le ginocchia piegate, che ogni tanto si voltava a guardarlo tranquillo e sollevato, Derek sapeva con certezza assoluta di non voler andare proprio da nessuna parte.
Aveva qualcosa a cui aggrapparsi, un motivo per tenere duro.
Dopo la tempesta, Derek era dove sarebbe dovuto essere...a casa, insieme a Stiles.
 
“And there will come a time, you’ll see, with no more tears.
And love will not break your heart, but dismiss your fears.
Get over your hill and see what you find there”.
 
 
Angolo dell’autrice
 
Mi sento terribilmente in colpa a pubblicare una Sterek, soprattutto mentre sto portando avanti una Stydia…ma non posso farci niente, mi piacciono entrambe le coppie e stravedo per loro senza alcun ritegno. Ho scritto questa one shot di getto ed è anche il mio primissimo esperimento Sterek, quindi non so dire con esattezza cosa ne sia uscito. Ultimamente (colpa di 8tracks e delle playlist perfette che contiene) sto prendendo il brutto vizio di scrivere su Derek e questo è il risultato, quindi perdonatemi, sul serio, perché dubito che questa one shot abbia un senso logico. Spero, tuttavia, che possa piacere a qualcuno, altrimenti invito sempre al lancio di pomodori. Non mi ero mai cimentata nello Sterek, è una coppia che mi piace molto ma mi sono sempre limitata a leggerne perchè non mi reputo abbastanza brava da scriverci...tuttavia, la noia domenicale sommata ad alcune persone che mi tentano ha portato a questo, quindi vi chiedo scusa. Lasciate un commentino se vi va, i commenti sia positivi che negativi sono sempre ben accetti…se ci sono strafalcioni, non esitate a farmelo notare (l’ho scritta oggi, quindi è piuttosto probabile). Il titolo e i versi messi sia all'inizio che alla fine sono presi dalla canzone "After the storm" dei Mumford and Sons <3
Un abbraccio e alla prossima!
   
 
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