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Autore: gloriabarilaro    31/03/2014    0 recensioni
‹‹E te lo prometto, Leigh, ti prometto che starò sempre al tuo fianco, anche quando il cielo cadrà.››
Lei scoppiò a piangere, fiondandosi tra le mie braccia e bagnandomi la maglia con le lacrime. La strinsi a me più forte che potevo, pregando Dio per avere la forza di mantenere quella promessa.    
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 Smilling when we're
 close to tears. 
 

cit. 

 
 
  ‹‹Justin? Jey? Juss? Juju?››
  ‹‹Eddai, lasciatelo in pace, ha guidato per non so quanto ieri››
  Mi sentivo tutto il corpo intorpidito e pesante dal sonno. Non mi mossi di un centimetro mentre sentivo tutte quelle voci sovrapporsi e delle presenze vicinissime a me che ridacchiavano.
  ‹‹È divertente, – ribatté qualcuno al mio fianco, soffocando una risatina – guarda.›› finì, per poi premere un  dito sulla mia guancia. Non mi mossi, ancora insonnolito e con gli occhi chiusi, mentre le persone attorno a me ridacchiavano.
  ‹‹Non reagisce! Io l’ho sempre sostenuto che fosse fatto di pietra›› alzai gli occhi al cielo sotto le palpebre chiuse, riconoscendo la voce di Annie: a causa degli scherzetti crudeli che le avevo  sempre fatto, si era convinta del fatto che fossi senza cuore. Da un’altra parte lontano da me, sentii qualcuno sbuffare rumorosamente.
  ‹‹Lo volete lasciare in pace?›› era Leigh. Mi chiesi perché la sentissi così lontana: non era vicino a me, quando mi ero addormentato?
  ‹‹Se ci fosse stato Chaz gli avrebbe fatto di peggio, non si sarebbe limitato a stuzzicarlo come stanno facendo loro›› era Ryan, anche lui lontano: immaginai che, al contrario di tutti gli altri, lui non si fosse mosso dal sedile del passeggero. Sentii una risata generale, e una più malinconica provenire alla mia sinistra: immaginai che Brooklyn fosse seduta vicino a me.
  Nel silenzio che sentii dopo, potei percepire tutta la tristezza e la malinconia diffondersi nell’abitacolo nell’auto anche ad occhi chiusi: quel sentimento invase veloce anche me, facendomi salire la nausea, ma mi costrinsi a non piangere, aprendo gli occhi e sbattendo le palpebre più volte.
  Era l’alba: il cielo era tinto di viola, arancione e giallo attorno al sole che iniziava a illuminare tutto quello che la notte  aveva nascosto per ore. Nell’auto erano tutti ai posti in cui avevo intuito fossero, Leigh era alla guida: fu lei la prima a vedermi sveglio attraverso lo specchietto retrovisore. Scorsi sulla sua guancia apparire una fossetta, segno che stava sorridendo, poco prima di sentirla mormorare: ‹‹Buongiorno Amore››
 Le accennai un sorriso a mia volta, prima di voltarmi verso Annie e scoccarle un’occhiata accusatoria. ‹‹Per l’ennesima volta, non sono fatto di pietra››
  Lei arrossì, mentre quella scenetta strappò una risatina a Brooke, che mi spettinò i capelli prima di informarmi: ‹‹Siamo quasi arrivati a destinazione, Jey››
  Io feci un vago cenno di assenso, stiracchiandomi e muovendo il collo che mi faceva malissimo. Non nascosi l’espressione sollevata che apparse sul mio viso a quella notizia e mi voltai verso Ryan: ‹‹Ma tu hai mosso il culo da lì per un poco o sei incollato a quel sedile?››
  Ryan ridacchiò. ‹‹Sono stato il tuo secondo cambio.››
  ‹‹Secondo?›› intervenne Annie, guardando prima Ryan e poi me con sguardo accusatorio. Vidi con la coda dell’occhio Brooke mordersi il labbro, mentre Leigh mi guardava risentita attraverso lo specchietto retrovisore. ‹‹Credevamo ti avesse dato il cambio direttamente lui›› mi spiegò, prima di scuotere la testa. Fece per aggiungere qualcosa, ma s’interruppe quando qualcuno iniziò a parlare prima di lei.
  ‹‹Non ve la prendete con lui, sono stata io a chiederglielo. – era Brooklyn, che gesticolava nervosa, guardando le sue amiche con un’espressione supplichevole sul volto. – Non riuscivo a riaddormentarmi e lui stava praticamente morendo per il sonno. Volevo solo rendermi utile.›› Guardò me per ultimo, con uno sguardo che interpretai come una richiesta d’aiuto. E mentre annuivo per confermare che quel che aveva detto era vero, capii anche che la sigaretta che le avevo offerto doveva rimanere un piccolo segreto fra noi.
  Tacemmo tutti: Leigh concentrata sulla strada, Ryan impegnato a leggere le indicazioni sui cartelli che passavamo, Annie occupata a studiare il volto di Brooklyn in cerca di qualcosa che quest’ultima cercava di nascondere, tenendo la testa bassa e giocherellando con i fili dei jeans sfilacciati che aveva addosso.
  Continuavo a non capire perché tutti fossero preoccupati per lei: nonostante quello che aveva subito, sembrava più in forma di me. In quel momento era come se guardassi Brooke per la prima volta: studiai attentamente il suo viso, la linea dei suoi occhi, le sue labbra che sembravano essere fatte apposta per quei sorrisi contagiosi che aveva sempre in volto. Sentii uno strano vuoto nello stomaco guardando la sua bocca curvata in un modo diverso dal solito: ero così abituato a vedere il suo sorriso fare coppia con quello di Chaz in modo perfetto, quasi come si tenessero a braccetto. E forse me ne accorgevo solo allora, ma mi ritrovai a pensare a quanto stessero bene assieme. O meglio, fossero stati.
  Forse era vero, il mio dolore era aumentato perché Chaz se ne era andato: il mio migliore amico, il mio compagno fedele, il mio complice. Non avevo bei ricordi che non comprendessero anche  Chaz, nel suo piccolo. Ci conoscevamo da una vita, e per me era come un fratello.
  Brooklyn però lo amava. Lo amava davvero.
  Ricordai tutti i momenti in cui, nelle nostre uscite di gruppo, loro due rimanevano in disparte e si soffocavano di baci: li richiamavamo sempre, scherzando sul fatto che niente sarebbe stato capace di scollarli almeno per un secondo. Erano come due calamite, attaccate con tutta la forza l’una all’altra, senza niente in mezzo a loro.
  E, solo allora, mi accorsi anche di qualcosa che non avevo mai notato prima: il modo in cui Brooklyn guardava Chaz. Non era solo amore quello che regnava negli occhi di lei. Quando lo guardava, in quel verde mare c’era anche gratitudine. Era come se Chaz l’avesse salvata, salvata con il suo amore, ma da cosa non l’avrei capito mai, e non volevo neanche farlo.
  Avevo capito già abbastanza.
  Avevo capito quanto facessero bene tutti a preoccuparsi.
  Perché Brooklyn non stava così bene come stava dando a vedere. Aveva perso il suo salvatore, ed era come se stesse risparmiando tutte le sue forze per impedire a sé stessa di cadere a  pezzi.
 
  ‹‹Ho fame, voi no?››
  Guardai Leigh al mio fianco: Annie le aveva dato il cambio e ora era vicino a me, accucciata nelle mie braccia e con il viso premuto contro il mio petto, tanto che la sua voce era attutita un po’dalla mia maglietta. Guardai gli altri, che scossero le spalle: in effetti, era dal giorno prima che nessuno di noi mangiava qualcosa. 
  Con il sapore del fumo che mi era rimasto in bocca, l’idea di mangiare non mi faceva impazzire di gioia, ma un caffè non mi sarebbe dispiaciuto. Mi voltai verso Annie, che capì all’istante. ‹‹Tranquillo, oramai siamo arrivati. Rimani lì e riposati›› mi sorrise attraverso lo specchietto e scorsi Leigh fare lo stesso. Era come se in quei sorrisi ci fosse una vaga gratitudine, e non sapevo se per il fatto di aver messo in piedi un piano di fuga così velocemente o per aver guidato tutta la notte. Forse entrambi.
  Non ero sicuro di quello che avevo progettato, sapevo soltanto che avevano bombardato San Diego per poi risalire e fermarsi a Oceanside; così aveva detto la radio. Questa notizia mi lasciava confuso, ma ero abbastanza sicuro che prima che proseguissero e attaccassero anche le altre città più importanti, noi ce ne saremmo già andati.
  Guardai Leigh: sul suo volto apparentemente tranquillo potevo leggere un velo di preoccupazione mentre guardava la strada fuori dal finestrino. Forse si stava chiedendo anche lei se ce l’avremmo fatta, se saremmo riusciti a scappare in tempo; se, alla fine, saremmo rimasti comunque assieme.
La stinsi forte nell’abbraccio e lei, inizialmente sorpresa, strinse con più forza  la mano attorno al mio braccio mentre io mi piegavo su di lei e le lasciavo un bacio sulla tempia: non avrei permesso a niente e a nessuno di farle del male. 

 

 

Eccomi qui, dopo un'eternità, ad aggiornare di nuovo.
La gif alla fine non c'entra molto, ma mi piaceva così tanto che ho voluto mettere questa, lol.
Allooora, ho quasi finito questa fan fiction - che, vi ricordo, non ha una vera e propria fine -, devo solo finire di scrivere l'ultimo capitolo e migliorare un po' l'epilogo.
Saranno dieci caitoli, pressapoco: non voglio dilungarmi troppo, credo che smetterò di scrvere fan fiction e mi dedicherò alla stesura di un vero e proprio libro, stavolta seriamente.
Continuo a pensare di non esserne in grado ma... riservo ancora un briciolo di speranza. E voi lettori, beh, mi aiutate molto: sapere i vostri pareri mi aiuta a mettermi sotto e a buttare giù qualcosa senza poi cancellare tutto. I vostri pareri, quindi, sono estremamente importanti.
Vi prego di dirmi che ne pensate del capitolo, della storia, del mio stile: mi piacerebbe molto ricevere qualche consiglio per migliorarmi, davvero.
Ringrazio tutti i lettori/seguaci di questa storia. Spero di non avervi annoiato o stufato (visto che è un'eternità che non aggiorno), prometto di aggiornare più spesso - sopratutto se vedo che leggete e recensite questa storia, altrimenti mi verrà un po' più difficile.
Al prossimo capitolo!
Glo.
   
 
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