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Autore: The girl underwater    01/04/2014    0 recensioni
Ha paura di amare, Amaya.
Ma l'amore fa paura. Deve farne tanta. Devi mettere il tuo cuore in mano a un'altra persona sperando che non lo faccia cadere, facendolo disintegrare al suolo. Devi dargli la chiave dove hai rinchiuso le tue paure, i tuoi sogni, i momenti felici e i momenti scuri. E non importa quanto siano durati questi momenti, se mesi o solo alcuni secondi, ma dovrai farlo comunque, se scegli di amare. Se scegli di amare, devi farlo tanto e forte.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Uno. Due. Tre. Cammina, le gambe vanno per conto loro. Movimento programmato.

Cuffiette nelle orecchie, costantemente.

Una di quelle classiche ragazze che si impone di mettere la ripetizione casuale e poi finisce sempre per ascoltare le solite cinque o sei canzoni, che ormai sa a memoria. Vuole sicurezza. Per questo sceglie sempre le stesse. Per non sbagliare. Perchè cambiare le fa paura.

Cammina verso scuola, Amaya, con fare distratto, sguardo nel vuoto. Non c'è niente da vedere, di bello.

Il vento le scompiglia i capelli, il freddo fuori non la fa pensare al freddo che ha dentro.

Lei è inverno. È coperte di lana. È occhi ghiaccio. È spalla su cui piangere. Lei è Artick Monkeys e Lana Del Rey. I maroon 5. Lei è Hunger Games. È James Franco e Taylor Swift. Storie d'amore. Lei è una di quelle che aspetta la pioggia per non piangere da sola.

Ce la mette tutta. Ce la mette tutta per non essere lei. Ce la mette tutta per essere migliore. Ce la mette tutta per non diventare come sua madre. Per essere una di quelle che se passa davanti a un gruppo di ragazzi non abbassa la testa.

La campanella suona. Amaya entra, senza staccare la musica. Per stare distante dal mondo ancora qualche minuto.

 

Pedala, Kurt. Con foga. E non si capisce se lo faccia per non arrivare in ritardo o per avere l'illusione di fuggire.

La fronte imperlata di sudore per la fatica. Fisica e mentale.

Il vento lo fa lacrimare e trova che sia una buona scusa per piangere. Non si noterebbe la differenza.

Kurt è autunno. È foglie che cadono lentamente. Marroni, umide. Kurt è un fiume in piena. È buoni libri e buoni racconti. È memoria esterna per contenere i suoi duecentocinquanta film. Kurt è semplicità, freschezza e purezza. È un raggio di sole in una giornata grigia. Kurt è semplicemente Kurt. Unico. Diverso da tutti gli altri.

La campanella è già suonata. Kurt sa di essere in ritardo. Butta la bici dove capita. Corre verso l'entrata.

 

La matita di Amaya tintinna sul banco.

Cerca di prestare attenzione alla lezione. Non riesce. Pensa che guardare Kurt sia migliore che guardare l'insegnante. Lei, nei suoi occhi, si perde. Fissi, magnetici.

Kurt si volta verso di lei. La guarda per alcuni istanti, le fa un mezzo sorriso. Amaya arrossisce imbarazzata. I suoi occhi su di lei le fanno un effetto strano, non se lo spiega. Si sente nuda. Privata di qualsiasi barriera protettiva. Sente che lui è l'unico che può leggerla. E questo le fa paura.

Ha paura di amare, Amaya.

Ma l'amore fa paura. Deve farne tanta. Devi mettere il tuo cuore in mano a un'altra persona sperando che non lo faccia cadere, facendolo disintegrare al suolo. Devi dargli la chiave dove hai rinchiuso le tue paure, i tuoi sogni, i momenti felici e i momenti scuri. E non importa quanto siano durati questi momenti, se mesi o solo alcuni secondi, ma dovrai farlo comunque, se scegli di amare. Se scegli di amare, devi farlo tanto e forte.

 

“Amaya” la chiama Naomi.

“Mmmh.”

“Questa gita prendila come svago e cerca di divertirti, per una volta.”

“Ci proverò dai, lunedì mattina alle 5:30 puntuale eh, mi raccomando.”

“Puoi contarci, a lunedì.”

 

Le riflessioni migliori sono quelle che si fanno guardando fuori dal finestrino.

La mente vaga, pensa a ciò che vuole, e tu non riesci a controllarla.

E Kurt è una di quelle persone a cui si pensa quando si guarda fuori dal finestrino, almeno per Amaya.

I chilometri corrono sotto le ruote del pullman. Manca poco a destinazione.

 

Entra in camera e si fionda in bagno.

L'acqua le scorre sulla pelle, candida. Non riesce a trattenere le lacrime. L'acqua le disperde.

Non sa perchè sta piangendo. Semplicemente, a un tratto, si è stufi di tenere tutto dentro e piangi, per tutte le volte che non l'hai fatto.

Si butta addosso dei vestiti. Le stanno bene, ma lei non lo sa. Un velo di trucco.

Lei va bene così. Rivestita delle sue insicurezze.

 

“Parla piano!” la ammonisce scherzosamente Kurt sfiorandole il labbro superiore con un dito.

Amaya ha gli occhi sbarrati. Era la prima volta che le loro pelli si incontravano.

Kurt se ne accorge. Le sorride imbarazzato. Non sa cosa fare. Dagli una versione di greco da tradurre e stai pur certo che meno di nove non prenderà, ma su come approcciare con una ragazza deve lavorarci sopra, e non poco.

Kurt le sfiora la mano. Chiude gli occhi al tatto della sua pelle liscia, morbida.

Amaya non si muove. Ferma. Quasi scioccata. Kurt non le aveva mai fatto credere che da parte sua ci fosse un qualche interesse.

Si guardano ora. Gli occhi di Kurt lasciano intravedere qualcosa, una miscela di passione, amore, paura, coraggio.

I centimetri diminuiscono tra loro. Sono molto vicini. Sono vicinissimi.

Le loro labbra si incontrano. La sottile barba di Kurt punge le guance di Amaya. La sente raschiare sulla pelle. Porta leggermente indietro la testa. Occhi negli occhi. Cerca di trattenersi, Kurt. La voglia è tanta ma la paura e il pudore prevalgono.

Nella testa di Amaya si scontrano migliaia di pensieri. Sa quanto sia stato difficile per Kurt. Il timore di non essere mai abbastanza, ma questa volta è solo per lui.

Si sente soltanto il respiro affannato di Amaya. Ali di farfalle che sbattono indemoniate contro le pareti del suo stomaco.

Kurt le prende il viso fra le mani, ruvide, e la bacia, ancora.

Le loro lingue si incontrano e se James Franco bussasse alla sua porta in questo preciso istante Amaya se ne infischierebbe.

 

Occhi fissi sul soffitto.

“Se tenessi il mio cuore in mano non avrei paura” le sussurrò Amaya ad un orecchio.

“Attenta, ho sempre le mani sudate.”

 

 

 

 

 

 

  
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