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Autore: elizabethprandi    01/04/2014    3 recensioni
“Siamo già alla seconda vittima di stupro avvicinata nel medesimo modo della prima. Sono quattro i ragazzi in questione e si precipitano sempre verso ragazze ubriache e indifese, appostandosi in luoghi vicino a discoteche. Continuano le indagini.”
Genere: Azione, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riuscivo a tenere a stento la mia amica Serena sotto braccio per quanto era ubriaca.
Continuava a dimenarsi sembrava non stesse capendo che stavamo semplicemente tornando a casa a piedi da quella maledetta festa.

 

Ogni volta era la stessa maledettissima cosa, lei ubriaca io sobria e che dovevo riportarla a casa, avrebbe dovuto assumermi come baby sitter..
“mai più Serena, mai più!” sibilai quasi senza forze continuando a passi lenti
“certo certo” rispose per accontentarmi..
“mi farai morire prima o poi” sospirai un'ultima volta.

Eravamo ormai quasi arrivate a casa mia, non avrei permesso che sua madre la vedesse in questo stato, quando girando in un vicolo leggermente stretto notai quattro ombre immobili che ridevano e scherzavano.
Un pensiero mi invase, tornandomi in mente quel servizio del telegiornale del giorno prima.

“Siamo già alla seconda vittima di stupro avvicinata nel medesimo modo della prima. Sono quattro i ragazzi in questione e si precipitano sempre verso ragazze ubriache e indifese, appostandosi in luoghi vicino a discoteche. Continuano le indagini.”

Pensai a loro forse perchè si trovavano in questo vicolo che faceva da angolo a un pub, aspettando la loro prossima preda.
Mi preoccupai subito per Serena che stava a mala pena in piedi così senza pensarci due volte cercai di uscire da quel vicolo camminando all'indietro, non volevo dare le spalle a quei ragazzi, non si sa mai.
“mmmm ma dove siamo?” urlò all'improvviso Serena, dio, l'ammazzerei.
Improvvisamente si girarono, scrutando verso di noi essendo buio..
“cazzo Serena, stai zitta” risposi a bassa voce.
Notai che stavano camminando lentamente verso di noi, mi resi conto che non potevamo scappare, Serena non stava in piedi e non potevo lasciarla li in mano a quattro stupratori.
“Sere ascoltami bene, cerca di stare dritta il più possibile, non devi parlare per forza ma almeno fingi di star bene, siamo nella merda.”
“mm ok ok”
La poggiai al muro e mi diressi verso di loro, più stavano lontani da Serena meglio era, e forse a una ragazza sobria non avrebbero toccato nemmeno un capello, non penso siano così stupidi, dovrebbero sapere che noi ragazze non ci mettiamo ne due ne tre a denunciarli.

“ti sei persa?” iniziò un ragazzo non troppo alto, meridionale sicuramente notai dall'accento.
“no no” cercai di essere più tranquilla possibile ma le mani mi tradirono, continuavo a muoverle come se ci fosse una zanzara in vista.
“mi sembri agitata” continuò un riccio sorridendo
“sto benissimo”
“la tua amica non mi sembra invece”
“è solo un po' stanca”
Volevano avvicinarsi a lei ma mi misi di fronte un'altra volta.
“cosa avete intenzione di fare?” chiesi
“è ubriaca vero? Perchè cerchi di nascondercela?” – commentò un ragazzo biondino pieno di tatuaddi sotto gli sguardi degli amici divertiti
“serena scappa! Cerca di correre, vai via!” urlai all'improvviso, mi ascoltò subito e se ne andò a spasso svelto.
Sembrava volessero seguirla quando un moro con i capelli tirati su a casaccio constatò che non ne valeva la pena, avrebbero potuto riconoscerli.
“Dolcezza” mi richiamò lui, “non giocare con noi” disse avvicinandosi sempre di più a me con lo sguardo basso
“ma chi vi caga” al suono di queste parole scattò verso di me facendomi indietreggiare fino a toccare contro il muro di quel maledetto vicolo.
“come hai detto?” poggiò le mani sui fianchi “ma lo sai chi siamo noi” -
“certo che lo so, li guardo anche io i notiziari e mi dispiace ma non faccio parte del vostro canone di ragazza da violentare” non so cosa mi spingeva a rispondere così, stavo aggravando solo la situazione ma non ne potevo farne a meno.
Sorrise come divertito e si avvicinò così tanto da poter sentire il suo respiro addosso e tutto questo mi faceva ribrezzo.
Con tutte le forze che avevo lo spinsi ma non riuscii a scappare essendo circondata dai suoi tre amici.
“ragazzi, per stasera basta andiamo” ordinò mentre gli amici si aprirono facendomi andare,
“ci si vede dolcezza” concluse, ma non risposi.

  
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