Anime & Manga > Gunslinger Girl
Ricorda la storia  |      
Autore: Hikary    07/07/2008    1 recensioni
Un futuro alquanto improbabile, Rico e un foglio bianco che va assolutamente riempito.
Prima che sia domani.
Prima che sia troppo tardi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
TITOLO: Bad Children Don't Exist
ARGOMENTO: Gunslinger Girl
PERSONAGGI PRINCIPALI: Rico, Petra, Amanda, Etta, Gianni, Doriella, Hilscher, Giuse, Alessandro, Claire/Corinna.
GENERE: AU ( Alternative Universe), drammatico, introspettivo.
CAUSE: concorso del fantastico forum Gunslinger Girl Italian Forum.
AVVISI: è tutto in mix di ispirazioni, da " La Dichiarazione" a " Maximum Ride" passando per chissà dove, perciò avverto che qualunque riferimento non è casuale!
DEDICHE: alle mie figlie #lol perché è grazie a loro che ho trovato Amanda e Anna, i pilastri di questa storia.
DESCLAIMER: i personaggi di GunslingerGirl appartengono a Yu Aida. Claire, Amanda e compagnia appartengono a me.
La mamma di Claire no, ma è meglio che nessuno conosca la sua vera identità...
 

I bambini cattivi non esistono.

 

 

Buoni o cattivi, non è la fine.

Prima c'è il " giusto o sbagliato ? " da sopportare.

V. Rossi - Buoni o cattivi

 

 

Cara Corinna,

non so perché abbia deciso di scri

 

Cara bambina dai capelli rossi,

ti ricordi di me?

Io non ti ho mai scordata.

 

Uffa.

Uffa uffa uffa!

Tre righe, non un poema epico. Tre dannatissime righe. E tutto sarebbe finito.

 

- Rico? -

 

Non c'era per nessuno.

Via, via!

 

- Rico, ma dove accidenti sei? -

 

Al diavolo.

 

- Qui. -

 

La voce di Rico era una di quelle voci che mettevano i brividi. In un primo momento faceva tenerezza, lei tanto piccina e la sua voce flebile, poco più di un sussurro. Di colpo però, sapeva diventare un uragano, potente come se urlata attraverso un megafono. Continuava così, come un' altalena, come Rico stessa: un attimo faceva le capriole nel prato strillano di gioia, l'attimo dopo ti sbucava a fianco con gli occhioni sgranati e frasi ambigue lasciate in sospeso degne di The Ring.

E finivi per considerarla inquietante, una di quelle bambine stralunate affette da personalità multipla e possedute da chissà quale demonio. Così il fatidico giorno, davanti al sorriso smagliante e un po' ruffiano di Amanda che chiedeva speranzosa “ quale fra i nostri dolcissimi bambini vorreste adottare, Mr Smith? “, la risposta era automaticamente “ di certo non Rico”.

 

Ma Amanda era intelligente. Alla veneranda età di trent' anni poteva concedersi il lusso di vantarsi un po' della sua esperienza e secondo il suo modesto parere, Rico era un angelo. La bambina più dolce e obbediente che avesse mai incontrato in tutta la sua carriera. E la sua prematura carriera aveva da poco compiuto quindici anni.

 

- Ti sembra carino nasconderti in camera proprio all'ora di pranzo? Hanno bisogno di aiuto a servire, ormai sei abbastanza grande per occuparti dei piccoli, signorina. -

 

La ragazza era ferma davanti alla porta, mani sui fianchi e cipiglio severo. Rico tuttavia scoppiò a ridere e corse a darle un bacio sulla guancia, perché chiunque conoscesse Amanda Green anche solo un minimo, sapeva che i rimproveri non erano affatto il suo forte. Infatti accarezzò la testolina bionda della bambina e sorrise con affetto.

 

- Coraggio Rico, o ci daranno per disperse. -

- Si Amie, arrivo. -

 

Fece appena in tempo a nascondere il foglio sotto il cuscino prima di uscire dalla stanza.

 

 

 

 

 

La mensa era affollatissima quel giorno.

 

- Ma si moltiplicano o cosa? - brontolò Petra.

 

Rico era troppo concentrata sul pesantissimo vassoio carico di pietanze per commentare l'affermazione dell'amica, ma in cuor suo le diede ragione.

Raggiunse il tavolo più lontano dalle cucine e cominciò a servire i più piccoli.

 

- Milena, poche storie! Non si puo' mangiare solo cioccolata. Nat...Nat! Ma sei impazzito??? Posa subito quella forchetta o finirai per accecare qualcuno! -

 

All'improvviso sentì un gran dolore al braccio destro. Si voltò, scioccata nello scoprire che un bambino la stava pizzicando con forza.

 

- Ahia! -

- Scusa. Volevo sentire se hai il braccio di metallo. - dichiarò tranquillissimo.

 

Rico strabuzzò gli occhi.

 

- E perché mai dovrei avere un braccio di metallo, sentiamo. -

 

Il piccolo si strinse nelle spalle.

 

- Beh, dicono che alcune delle più grandi sono dei robot. Che vengono dal laboratorio di uno scienziato pazzo e che vi ha progettate per conquistare il mondo. E dicono anche che... Ahi! -

 

Petra, mani sui fianchi e capelli fiammeggianti, così dannatamente uguale ad Amanda, diede un altro scappellotto al malcapitato.

 

- Piccolo insolente! Ma cosa stai farneticando? Un po' di rispetto per chi si prende cura di te tutti i santi giorni. Alla tua età non eravamo così tonte da farci abbindolare con certe stupide storielle. - lo rimbeccò. - Chiedi scusa a Rico. Ora. -

- Mi dispiace tanto Rico. -

- Non fa nulla, Marcus. Finisci di magiare. -

 

Petra scosse la testa, incredula.

 

- Chi mette in giro certe voci? -

- Non ne ho idea. Però sulla questione dei robot ci è andato troppo vicino. Nessuno deve sapere cosa ci hanno fatto. O meglio, tutto quello che ci hanno fatto. Farmaci e droghe, nient' altro. Nessun innesto meccanico, nessun condizionamento. -

- Tranquila, lo so. Ci vediamo dopo. -

- Si, okay. -

 

Rico si asciugò la fronte. Il caldo nella stanza era soffocante. Ma ancor più soffocante era la paura che le stupide fantasie di un bambino aveva risvegliato in lei. Non voleva che tutti sapessero chi, o cosa, era stata un tempo. Quel corpo ormai era vero, quanto quello di Marcus e di tutti gli altri bambini. Apparteneva a lei e soltanto a lei.

Il suo corpo.

La sua vita.

Le parole di Doriella la facevano stare ancora malissimo.

 

“ Ma te lo immagini? Bambine meccaniche!

Ci chiuderebbero in un laboratorio per scoprire come ci hanno fatte,

diventeremmo davvero delle cavie!

Non potrei sopportarlo.

Abbiamo il diritto di vivere una vita normale, come qualunque ragazzina della nostra età.

Non dobbiamo nulla all'Ente, Rico, nulla nulla nulla!

Fine della questione”.

 

La faceva facile Doriella. A lei era toccata la fortuna più grande di tutte, perfino più grande di quella di Petra. Tuttavia, per quanto le mancasse Gianni, per quanto l' idea di vivere per sempre solo con il proprio fratello fosse semplicemente affascinante, non riusciva ad invidiare l' amica. Sentiva che senza Etta, Petra e Claes non sarebbe stata la stessa cosa. Le sue adorate amiche, le sue compagne di una di una vita. E Amanda, ovviamente, quella ragazza mezza matta che tanti anni prima aveva fatto irruzione negli uffici dell' Ente, talmente terrorizzata da non aver paura di nessuno, gli occhi verdi che brillavano mentre prendeva lei, Rico!, non qualcun'altra ma proprio lei, fra tutte, per trascinarla via verso un mondo sconosciuto. Un mondo senza missioni, senza armi, dove le cinque bambine, di cui due emozionate, due senza parole e la povera Etta terrorizzata, avevano imparato volenti o nolenti a vivere.

Il più grande tradimento nella storia dei tradimenti: Alessandro Ricci, in due mesi all' Ente, ne aveva viste e sentite abbastanza da esaurire il numero massimo di ergastoli che lo stato italiano poteva concedere di lì ai prossimi cent'anni. Sissignore, perché l'ultimo acquisto dell' Ente era nient'altro che una spia giunta lì con lo scopo di chiarire finalmente la questione delle misteriose bambine killer che in molti giuravano di aver visto. E c'era riuscito.

Ma... C'era un ' ma'.

Ricordava benissimo le conversazioni avute con i medici che curavano le ragazze. Ricordava benissimo come era stata progettata la sua Petruska.

Ma le altre ragazze...erano perfettamente umane! I loro corpi erano uguali a quelli di tutte le altre bambine della loro età. E questo proprio non riusciva a spiegarselo. D'accordo con il suo superiore, aveva deciso che nessun altro ne sarebbe venuto a conoscenza. E aveva lasciato l'incarico per restare con Petra, continuando segretamente a curarsi di lei per mantenerla il più possibile in vita.

Era questa infatti la domanda che tutti si ponevano: no se, bensì quando sarebbero morte?

 

Rico sospirò. A differenza di Alessandro, lei lo sapeva bene. Ecco il motivo di quel desiderio improvviso di scrivere a Corinna.

 

- Rico! Rico! -

- Che c'è Anna? - chiese pazientemente ad una bambina seduta accanto a Marcus.

- Non riesco a mangiare gli spaghetti! Mi aiuti? - sgranò gli occhioni blu - Ti preeego... -

- D'accordo.

 

Seduta accanto a Gianni, fissava il piatto di spaghetti senza muovere un muscolo.

- Non hai fame? -

Rico scosse la testa con decisione.

- Sarà una missione dura, dovresti mangiare qualcosa prima di partire... -

la ammonì lui.

Rimase in silenzio.

- E va bene. Peccato però, sono buonissimi... -

Un brontolio fece capolino da sotto il tavolo.

- Era la tua pancia quella? -

La bambina arrossì ma negò ancora.

Gianni alzò gli occhi al cielo, esasperato.

- Vuoi dirmi che accidenti hai oggi, Rico? -

Tremante, Rico guardò il fratello.

- Gianni... - sussurrò con un filino di voce - Io... -

L'uomo le fece un cenno incoraggiante per invitarla a continuare.

- Nonsomangiareglispaghetti! - disse tutto d'un fiato.

- Cosa?!? -

Rico si fece microscopica e chiuse gli occhi, aspettandosi di essere sgridata.

Gianni invece posò una mano sulla sua testolina bionda.

- Sei senza speranze... -

- Per gli spaghetti? -

domandò Rico preoccupata.

- No, per tutto il resto.Vieni qua che t'insegno.-

E per la prima ed unica volta da quando l'aveva scelta come sorella, Gianni prese Rico sulle ginocchia e tenendo la sua minulcola mano nella propria, le insegnò a mangiare gli spaghetti.

 

- Terra chiama Rico. -

- Uh? -

- Sì, buonanotte... -

- Scusami Petra. Stavo pensando. -

- L'ho notato. Comunque c'è qui una cosa per voi ragazze. Da Vienna... - aggiunse sorridendo.

 

Il viso di Rico s'illuminò.

 

- Doriella! -

 

Petra le diede un grosso pacco coperto da una carta multicolore raffigurante degli oresetti in pigiama.

 

- Molto in stile Doriella. - commentò. - Deve vederlo anche Etta! -

- Buona idea. La tirerà su. - convenne la rossa.

 

 

La camera di Etta sembrava uscita da una fiaba. Era piena di giocattoli e oggetti bizzarri, libri illustrati e disegni sparsi qua e là. Piccina come la sua proprietaria, diversamente da quest' ultima metteva allegria con le sue pareti colorate e le primule alla finestra. Henrietta era seduta sul letto e fissava il vuoto. Lei, così dolce e piena di vita in un luogo tetro come l' Ente, nella granda Casa Famiglia ( la cui località non va resa nota per tenere al sicuro alcuni dei bambini ospiti, fra cui le ex-marionette) dove viveva ora, i suoi occhi erano spenti e da tempo non sorrideva. La nostalgia di Giuse, la paura che lui fosse arrabbiato con lei la stava lentamente uccidendo.

 

- Etta! Guarda, c'è una lettera di Doriella! E un pacco buffissimo...secondo te cosa sarà? -

- Non lo so Rico. Aprilo tu. -

 

Rico e Petra si guardarono, sconsolate.

 

- Mi è passata la voglia... - mormorò Rico all'amica.

 

Petra allora, che per natura ( per quel poco di natura che era rimasto in lei) non amava perdersi in chiacchiere ma preferiva di gran lunga mettersi sotto e agire, prese il pacco e lo scartò. Quasi fosse uno scherzo, conteneva un altro pacco, più piccolo, con un'altra varietà di carta, sempre coperta di orsetti, questa volta sui Roller. Sul pacco, con un pennarello rosso, vi era scritto “ Per le ragazze”. Petra lo scartò e ci mancò poco che cacciasse un urlo: un altro pacco! Ancora più piccolo e ancora una volta foderato di teneri orsetti, intenti a sciare. La ragazza fece un bel respiro e si preparò ad attaccare la lucida carta da regalo, quando notò una bestna alquanto spessa attaccata al pacchetto. Sulla busta lesse “ Per le ragazze”, mentre sul pacco “ Per Etta”.

Rico afferrò subito la busta e, dopo averla stracciata senza tanti complimenti, cominciò a leggere, avida di novità sulla loro amica, senza badare troppo al fatto che al posto del classico foglio, c'era un quadernetto a righe ( vi lascio indovinare l'immagine in copertina...).

“ Care ragazze,

come state? Mi mancate moltissimo tutte quante!

Anche se me la cavo alla grande, a volte v'invidio un po' sapendo che siete tutte insieme.

 

Rico sorrise.

Era una bugia grande come una casa, ma fu grata a Doriella per averla scritta.

 

Non indovinerete mai dove sono stata la settimana scorsa... a Roma! Sì, Hilscher ha detto che dopo tutti questi anni non c'è più pericolo. Comunque, sono talmente cambiata che nessuno mi riconoscerebbe più. Vi ho mandato una mia foto ( ma potreste mandarmene qualcuna anche voi, no? ) così constaterete di persona. Ero molto emozionata, come se stessi tornando a casa per la prima volta dopo tanto tempo. Intendiamoci, Vienna è il posto più bello del mondo, ma Roma...resta Roma! Siamo arrivati in treno e quando sono scesa guardavo tutto a bocca spalancata. Sapete, la stazione ora è molto più bella. Sembravo su di un altro pianeta. Allora Hilscher ha cominciato a prendermi in giro dicendo cose del tipo “ Alla vostra destra, un fantastico esemplare di controllore, razza che si credeva estinta ma che ricompare puntualmente quanto non hai il biglietto” e altre cose stupidissime. Ad un certo punto mi ha perfino detto “ Ella, hai visto quel pilastro della stazione? E' dove Harry Potter si è schiantato perché aveva sbagliato binario...” . Stavo per esclamare “ Davvero?” quando mi sono ricordata che Harry Potter è ambientato in Inghilterra e ho capito che mi stava prendendo in giro. Mi sono arrabbiata tantissimo e ho cominciato a strillare e a prenderlo a pugni nel bel mezzo della stazione. Tutti si sono fermati a guardare e si è avvicinato un agente della sicurezza per chiedermi se mi avesse fatto qualcosa. Sono diventata tutta rossa e ho dovuto dirgli che era mio zio... Che rabbia! Odio dover fare la parte della nipotina e Hilscher lo sa. Infatti lui continuava a ridere. Così ho deciso che si meritava una bella punizione. Siamo andati in un negozio di costumi che si chiama “ Travestimenti tutti i gusti + 1 “ ( ed Hilscher era già di cattivo umore... “ Io ODIO Harry Potter”, ha esclamato. Cosa crede, lo so bene! ). Doveva provare un costume a mia scelta. Alla fine ho optato per il costume a banana di Borat, avete presente il film? All'inizio si è rifiutato, ma avevo in serbo una bella controfferta: il costume di Harry Potter! Sapevo che non avrebbe mai e poi mai messo quel costume! E indovinate cosa mi ha strillato? “ Io ODIOOO HARRY POTTEEER!”. E ho vinto io! Gli anche fatto una foto ( glielo avevo detto di non regalarmi la digitale per il compleanno, che un orsetto andava più che bene...vede cosa capita a non ascoltarmi mai? ), nel caso dovessi ricattarlo. Non ve la mando perché non voglio traumatizzarvi!

 

Rico, Petra e perfino Etta ormai ridevano senza contegno, tanto che Rico dovete mollare il quaderno per tenersi la pancia con le mani. Doriella raccontava senza risparmiarsi tutto ciò che il pover'uomo aveva dovuto subire durante la vacanza a Roma. Non c'era ora, minuto, anzi, attimo in cui non fosse accaduto qualcosa di speciale o indimenticabile.

 

Credo di aver detto quasi un pochino di tutto quello che ho fatto a Roma. Ma che posso farci, Hilscher ha detto che il supplemento per un altro quaderno non lo avrebbe pagato ( lo sapevate che se la busta o i pacco pesano troppo bisogna pagare un extra? Io no!). Dimenticavo la cosa più importante: il regalo per la mia piccola Etta! Trattalo bene, perché ho intenzione di venirlo a prendere molto presto!

Un bacio a tutte quante ( anche a Petra che di sicuro si starà già contando fuori...la solita asociale!),

Ella

 

- Io non sono asociale! - sbottò Petra.

 

Ma smise subito di lamentarsi non appena vide l'espressione di Etta. La ragazzina aveva aperto il pacco e ora i suoi occhi erano come ipnotizzati, rapiti da quella visione celestiale che le si parava davanti.

 

- E' uno scherzo? - mormorò Rico.

- A me sembra più un orso. - commentò Petra, sarcastica.

- Noo, tu non capisci! - continuò Rico imperterrita. - Quello è... -

- Giulio Cesare! - urlò Etta tuffandosi a peso morto sul soffice pelouche.

 

Continuò a strillare e danzare per la camera abbracciando Cesare a coprendo di baci il suo musetto peloso.

Le amiche rinunciarono presto a farsi sentire e uscirono senza salutare, abbandonandola al suo delirio.

 

- Ella è fantastica! - proclamò Rico.

 

Petra non capiva cos' avesse di tanto speciale quell'orsetto, ma era talmente felice di vedere Henrietta sorridere che decise di lasciar perdere.

 

 

***

 

 

Di nuovo davanti al suo foglio bianco, cominciò ad avvertire un gran voglia di piangere.

 

Corinna, Corinna, Corinna...cosa penserai leggendo una mia lettera?

Ti ricordi ancora di me? Dell' Ente e di Andrea?

O la tua mamma ti ha raccontato che è stato tutto un brutto sogno?

 

Toc. Toc.

Due colpetti leggeri alla porta.

 

- Posso? -

 

Una voce familiare.

 

- Sì. -

 

Amanda entrò nella stanza e andò a sedersi accanto a Rico.

 

- Che ti succede, piccola? Sembri tanto triste... -

 

Rico si arrampicò in braccio a lei e prese una ricciolo rosso fra le dita.

 

- Hai dei capelli così belli, tu... Li vorrei anch'io ricci e lunghi. -

- Lascia che crescano e te li arriccerò io. Staresti bene con tanto boccoli biondi! -

- Mmm... - Rico si strinse nelle spalle. - I capelli corti più pratici. -

- Pratici? - scoppiò a ridere - Se lo dici tu... Non fare tardi, okay? -

- Promesso. 'Notte Amie. Ti voglio bene. -

- 'Notte piccola. Ti voglio bene anch'io. -

 

Quando fu di nuovo sola, si posò una mano sul capo.

Gianni voleva che lei tenesse i capelli corti. E lei, dopo tanti anni, ancora non riusciva a disubbidire a quell'ordine.

In silenzio, cominciò a piangere.

Ella aveva compiuto diciassette anni. E toccava a Rico compierne sedici fra due giorni.

Non aveva senso piangere, ora.

Prese la penna e decise che, volente o nolente, avrebbe portato a termine la sua ultima missione.

 

Cara Corinna,

...so che questo non è il tuo nome, ma so in che altro modo chiamarti. E' brutto, lo so, davvero brutto doverti ricordare quei mesi orribili che hai trascorso all' Ente, ma che tu ci creda o no, mi serve il tuo aiuto. Ho pensato tanto duranti gli anni trascorsi qui e ho deciso di farla finita. Cioè...non nel senso che voglio uccidermi. Ma che ho finalmente preso una decisione; dirò tutto. Non so se sia la scelta giusta, ma è quella che sento più mia. E' sono stufa che gli altri decidano per me.

Quando sei arrivata all' Ente non ho provato nessuna emozione particolare: eri nuova, ma questo avrebbe dovuto sconvolgermi? Eppure, ho avuto come una sensazione: tu avresti cambiato tutto.

 

Sede dell' Ente per il Benessere Sociale

Tre anni prima.

 

- Non è possibile Andrea! Devi darci un taglio con Corinna. Non si puo' continuare così. -

 

Andrea Belli, l'ultimo fratello entrato in servizio, strinse i pugni ma non poté ribattere. La sua marionetta era un disastro. Per dirla tutta, quella non poteva essere una marionetta.

 

- ...e per quanto riguarda il condizionamento... -

 

- NO! - sbottò. - Non farò a Corinna il lavaggio del cervello. E' fuori discussione. -

 

E uscì sbattendo la porta.

 

- Queste nuove marionette mi faranno impazzire...Non bastava la seconda generazione, dovevano progettarne anche delle altre? Marionetta senza condizionamento...dove andremo a finire? -

 

Giuseppe avrebbe tanto voluto potersene andare sbattendo la porta come il giovane collega, ma fu costretto a rimanere seduto al suo posto, sopportando pazientemente il borbottio incessante del fratello e pregando di finire alla svelta quelle maledette scartoffie.

 

***

 

Eri testarda. Coraggiosa.

Mi ricordo quella volta che provasti a scappare. Cominciò tutto perché soffrivo d'insonnia e così, per non annoiarmi, ascoltavo i rumori che provenivano dal corridoio. Normalmente non era nulla d'interessante. Finché una notte sentì un rumore che mi fece venire i brividi. Un suono metallico, una sorta di ' clang' che si ripeteva ritmicamente.

La mattina dopo scoprimmo che era scomparso un mestolo da cucina. Io non capì.

Poi successe la notte seguente e quella ancora dopo.

Ogni notte quel rumore, ogni mattina qualcosa era sparito.

Ma la mia insonnia passò e non ci feci più caso. Almeno fino alla notte in cui Doriella corse a svegliarci tutte perché l' Ente era allagato. Una tubatura saltata, dicevano. Ci fu un gran trambusto e solo la diffidenza che Gianni nutriva nei tuoi confronti potè fare in modo che ti riacciuffassero a poche miglia di distanza. Assieme all'arma del delitto: una chiave inglese. Avevi finalmente trovato un oggetto in grado di mandare in frantumi i rubinetti del bagno.

 

***

- No! -

- Corinna... -

- No! Voglio la mia mamma! -

 

Andrea si trattene dal saltarle addosso e tranciarle di netto le corde vocali.

 

- Ma tu non hai una mamma. Tu sei la mia sorellina, ricordi? -

- NO! Voglio tornare a casa! Io non vivo qui! -

 

“ Non è possibile” si disse Andrea,

“ D'accordo, non ha subito un condizionamento pari agli altri, ma c'è un limite a tutto! “

 

***

 

Andrea ti voleva bene e questa fu la tua salvezza. Eri un prototipo, d'accordo, ma c'era qualcosa in te che ti rendeva troppo umana. Sembravi davvero una bambina di otto anni.

Così iniziarono le ricerche. Mesi di indagini su come ti avessero selezionata. E alla fine accadde: un'infermiera si ricordava di te. Si ricordava delle due bambine dai capelli rossi che aveva avuto in cura negli ultimi mesi. Sia di quella vivace e allegra, sia di quella paralizzata che un chirurgo aveva guarito quando non c'erano più speranze. E si ricordava anche di averti messo nella sua camera dopo che se n'era andata, perché era più grande e più bella. Ti piaceva il poster con i delfini.

Spero davvero che tu stessi dormendo mentre ti portavano via. Non ricordo il nome della tua malattia, era troppo difficile. Mono qualcosa, mi pare. In ogni caso, benché non riuscissi a muovere un solo muscolo, saresti guarita.

Non eri tu a dover diventare una marionetta.

 

***

 

- ...Sta...sta scherzando... Mi dica che sta scherzando! -

Silenzio di tomba.

- Mi dica come avete fatto a scambiare quella bambina, mi dica cosa ci fa negli uffici dell' Ente quella dannatissima bambina sana, nel pieno delle sue facoltà mentali e con due genitori che ci ucciderebbero uno per uno se solo ne avessero la possibilità.

 

***

 

Quando tua madre venne a prenderti ero seduta in corridoio ad aspettare Gianni.

Per la precisione, stavo soffocando, perché mi aveva convinta a dare un tiro a uno di quei suoi orribili sigari. Diceva che mi avrebbe reso più forte. E mi aveva mollato lì con uno dei suoi soliti “ Sei senza speranze”. Lei mi ha vista, credo, solo quando mi è passata accanto. Io invece ero rimasta subito incantata. La tua mamma è bellissima! I suoi capelli soprattutto, lunghissimi e di un rosso cupo molto diverso da quello di Amanda. E gli occhi, profondi, che sembrano guardarti dentro, color dell'ambra. L'ho seguita con lo sguardo finché non mi è arrivata quasi davanti. Dopodiché non so bene cosa sia successo: so soltanto che il mondo è scomparso quando ho visto il tuo ( almeno presumo che sia tuo) cane. Enorme, nero come la notte. Mi ha dato una leccatina sulla guancia: perfino la sua lingua era enorme! La tua mamma ha sorriso. “ Si chiama Black” ha detto “ ed è un Rottwailer. Anche se puo' farti paura è molto simpatico”. Sono riuscita solo a sgranare gli occhi ancora di più. “ Potresti tenerlo qui con te finché non torno? “ ha aggiunto. E io ho fatto ' sì ' con la testa.

 

***

 

- Possiamo trovare un accordo... -

- Nessun accordo. Lei finirà molto male. Quello che succede qui dentro verrà fuori, glielo garantisco.

E non pensi nemmeno di eliminarmi. Se non sarò a casa entro stasera, le assicuro che andrà molto peggio. -

- La prego, mi ascolti... -

- Se non le dispiace, io e mia figlia ce ne andiamo. -

 

***

 

Non so cosa sia successo nella stanza dove entrò tua madre. So solo che quando usciste, voi due insieme, mi sentì molto felice e anche un po' invidiosa.

Tu corresti da Black e lui i fece un sacco di feste. Poi guardasti me, ti ricordi?

E pronunciasti queste parole esatte: “ Tranquilla, presto anche la tua mamma verrà a prenderti. Hai visto, alla fine le brave bambine tornano sempre a casa! Noi non abbiamo fatto nulla di male e non ci meritiamo nulla di male”.

Da allora mi sono sempre chiesta due cose. La prima è, ma avevi davvero solo otto anni?

La seconda è se io sia una bambina cattiva. Sono giunta alla conclusione che in ogni caso sono almeno un po' più buona di tanti bambini fortunati che conosco.

Perciò non è colpa mia se mi hanno trasformata in una marionetta.

 

***

- Rico, sei abbastanza sveglia per capire che sta per succedere qualcosa.

Corinna ha fatto danni all'Ente e temo che non vi si potrà porre rimedio.

Vedi questa pillola Rico? E' una pillola molto speciale. Se la mangi, in pochissimo tempo tutto ciò che c'è di artificiale in te sparirà. Contiene una sostanza di cui nessun al di fuori di noi conosce l'esistenza, perciò non ti dirò il nome. Ora, ascoltami bene: se mai un giorno qualcuno dovesse portarti via da qui, devi promettermi che la mangerai. Se qualcuno scoprisse come siete fatte, vi chiuderebbero dentro ad un laboratorio per studiarvi e vi farebbe a pezzi. Hai capito bene? -

Rico annuì terrorizzata.

 

***

 

Vedi Corinna, io ho mangiato quella pillola e non perché sono stupida. Ho capito che sarei morta entro breve. Quattordici anni. L'ho sentito dire da Gianni mentre parlava con Giuse. Io, Etta e Claes abbiamo preso quella pillola. Marco non l'ha mai data ad Ange, ed è venuta a prenderla qui alla Casa praticamente subito. Petra nemmeno, perché Alessandro non era davvero dell' Ente e credo che sia stato lui a dire ad Hlscher di andarsene prima dell'irruzione. Credo abbia capito che lui a Doriella ci teneva.

Ora vengo al motivo per cui ti ho scritto questa lettera: ho sbagliato. Tu devi dire a tutti quanti la nostra vera storia e spiegare ad Alessandro perché nessun esame ha mai sostenuto la teoria delle marionette. Io non posso farlo, perché domani compierò quattordici anni e allora sarà troppo tardi. Potrò sembrarti egoista, dato che rischio di rovinare le vite delle mie amiche che stanno bene, Ella, Petra e Ange. Etta e Claes mi seguiranno presto, ma la loro vita non è molto felice ora.

Il punto è Corinna, che non puoi tenere un segreto così grande neppure per proteggere te stesso e le persone a cui vuoi bene. Perché riguarda tutti, tutto il mondo e tutti i bambini del mondo. Ora l' Ente c'è ancora, dato che le autorità pensano sia colpa solo della nostra sezione, che utilizzava delle bambine sotto l'effetto di alcuni farmaci per le missioni più rischiose.

Amanda dice sempre che la vita è il dono più bello che ci abbiano fatto, e come si dice “ A caval donato non si guarda in bocca”. Perciò, comunque sia, la nostra vita va vissuta come se ci piacesse da morire. Io forse ho sprecato la mia mangiando quella pillola, o forse ho salvato questi pochi anni che si potevano salvare.

Non lo saprò mai.

Non saprò mai se Gianni voleva proteggere me o l' Ente.

Non saprò mai se tu leggerai questa lettera o vorrai aiutarmi.

Non saprò mai talmente tante cose che mi viene da piangere, ma non posso piangere ora, perché se non finisco questa lettera adesso non la finirò mai più

Scusa per non averti creduto quando parlavi dei tuoi genitori. Ho davvero pensato che fossi matta.

Prenditi cura di Black, che è il cane più bello del mondo.

Un bacio,

 

Rico

 

***

 

Il sole fece capolino da dietro le tende.

 

- Rico, è ora di alzarsi! -

- Mmm...di già? -

 

Amanda spalancò la finestra e la ragazzina rabbrividì, nascondendosi sotto le coperte.

 

- Sbrigati, di sotto c'è una sorpresa per il tuo compleanno... -

- Una sorpresa? - domandò Rico confusa.

 

Si vestì in un lampo e corse giù.

 

- Alla buon' ora! - ridacchiò Petra mentre portava la colazione ai bambini.

- Guarda chi c'è! - sorrise Amanda.

 

Rico si voltò.

Davanti a lei vide una perfetta sconosciuta. Aveva all'incirca la sua età, lunghi capelli rosso fuoco e occhi ambrati. Vagamente familiari. Il suo sguardo cadde sull'animale che accompagnava la sconosciuta.

 

- Black! -

 

Il Rottie trotterellò verso di lei e, dopo aver posato le sue zampone massicce sulle esili spalle di Rico, le lavò letteralmente la faccia.

 

- Io sono Claire. -

 

Rico la guardò e di colpo sorrise. Nel riconoscere in quegli occhi la stessa forza e determinazione che aveva visto tanti anni prima negli occhi della madre, si sentì sollevata.

 

E faccio ancora in tempo a cambiare l'intestazione della lettera...

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gunslinger Girl / Vai alla pagina dell'autore: Hikary