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Autore: Lady_Whytwornian    02/04/2014    1 recensioni
Per la storia mi sono basata sui personaggi del film Il Patriota: ho preso spunto da alcune scene che ho ambientato in un altro contesto. Ho poi aggiunto altri interpreti di mia totale invenzione. La trama è fondamentalmente quella del film modificata a mio piacimento per dare un finale diverso.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Londra marzo 1775. Una splendida giornata primaverile con l’aria frizzante che contraddistingue la stagione. L’inverno era ormai alle porte. Un senso di serenità era diffuso nell’aria circostante il palazzo dall’austero aspetto militare che si trovava nel centro. Ovunque, tranne che nelle sue stanze. In particolare in una.
Il sole penetrava attraverso le pesanti tende di velluto, ma non riusciva a riscaldare l’atmosfera gelida; l’aria entrava dalle finestre aperte, ma non riusciva a dissolvere la pesante cappa che si era creata all’interno dell’ufficio.
Lord Cornwallis guardava in silenzio le altre due persone presenti nel suo studio. - Nessun’altro doveva essere informato di tale infamia – pensava.
Il generale O’Hara camminava avanti e indietro scuotendo la testa. Non approvava la decisione che era stata presa, non approvava il metodo che sarebbe stato applicato, non approvava nemmeno che fosse usato uno dei suoi ufficiali per raggiungere lo scopo prefissato. Certo, il colonnello Tavington non era tra i suoi preferiti, ma la sua lealtà era fuori di ogni discussione.
- Ed è proprio per questo che è stato scelto – gli aveva detto un paio di giorni prima il generale Lord Cornwallis.
Volse poi lo sguardo verso l’altra persona presente che invece stava tranquillamente seduta a guardarli come se stessero discutendo del bel tempo che caratterizzava la giornata.
Gli faceva paura. Gli aveva sempre fatto paura. La sua freddezza era disumana. A volte dubitava persino che appartenesse al genere umano.
- Questi nomi appartengono a traditori certi. A loro carico ci sono anche prove certe – iniziò il Cornwell – Non ne sono entusiasta, ma credo che si possa procedere. Generale O’Hara?
- My Lord, sapete come la penso. Ma effettivamente la questione è troppo grave. Mio malgrado devo accettare.
Lord Cornwallis guardò entrambi poi prese la penna e firmò l’ordine.
- Bene, generale O’Hara. Questo è l’ordine firmato per inviare una truppa formata dai soldati in elenco e al comando del colonnello Tavington.
E gli consegnò il foglio sigillato. Poi si rivolse verso la persona comodamente seduta nella poltrona: - A voi invece non devo dire nulla. Sapete cosa fare.
Questa si guardò le mani, indugiò un attimo a giocare con l’anello che portava nell’indice e poi alzò gli occhi verso i due militari. Fece solo un cenno di assenso con la testa, quindi si alzò in piedi ed uscì.
- Non mi piace. Non mi piace per niente My Lord. Quella … quella…persona… è l’incarnazione del demonio. Gli uomini sotto il suo comando sono spietati assassini.
- Non piace nemmeno a me, generale O’Hara, ma sono gli unici di cui ci possiamo fidare per un lavoro del genere e la loro lealtà alla corona è assoluta. Tenete presente che sono anche gli unici a cui affidare un simile compito.
Tavington ricevette l’ordine di partire il giorno stesso. Ufficialmente doveva recarsi a nord per sedare una ribellione al confine con la Scozia. Nulla di più adatto al suo umore: aveva proprio voglia di tornare a combattere. Era stanco della vita di caserma, delle riunioni inutili, delle feste dei nobili cui era invitato e alle quali avrebbe fatto volentieri a meno di partecipare. Tutta quella falsità lo disgustava.
L’unica cosa che gli era parsa strana era il fatto che non sarebbe andato con il suo solito battaglione, ma con un preciso elenco di uomini. Ma non fece domande.
Il giorno dopo partì con gli uomini che gli erano stati affidati. Quello che non sapeva era che a breve distanza un altro gruppo di soldati li stava seguendo con tutt’altro scopo.
Più di una volta mentre cavalcavano verso il campo dei ribelli si era fermato guardandosi attorno. Il suo sesto senso lo metteva in guardia. Si sentiva osservato. Sentiva che attorno c’era qualcuno.
Il sole era alto e faceva piuttosto caldo per essere marzo. Di nuovo Tavington si fermò e si alzò sulla sella. Non si sentiva tranquillo: ne era certo. Non erano soli. Ma chi avrebbe dovuto seguirli?
Per un attimo fissò il folto bosco che aveva sulla sua destra. Senza saperlo i suoi freddi occhi color ghiaccio incrociarono uno sguardo altrettanto freddo, incrociarono gli occhi di chi avrebbe potuto decidere del suo destino.
- Cosa c’è signore? – chiese uno degli ufficiali al seguito.
- Non lo so. C’è…qualcosa, ma non so cosa. E’ una sensazione che ho da quando siamo partiti ed è diventata molto più forte da quando stiamo seguendo questo sentiero E non mi piace.
Fece cenno di proseguire, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da quell’intricata selva di piante e rami. Al suo interno due persone si scambiarono un’occhiata di intesa e mantenendo il più totale silenzio anche loro ripresero il cammino.





 
  
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