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Autore: Fink    02/04/2014    1 recensioni
Lui che aveva giurato fedeltà a Silente e che ora era lì per dimostrarla, ad ogni costo.
Severus inspirò l’aria calda e silenziosa di giugno e riprese a salire le scale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mangiamorte, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Armati di carta, penna e fantasia'
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Se sei pronto…lo sono


Titolo: Se si pronto… lo sono
Challenge; sfida dei duecento prompt
Prompt: 55. Tortura
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Severus Piton, Lord Voldemort, Mangiamorte
Contesto: libri 1-4
Raiting: arancione
Tipologia: one-shot
Parole: 937



“Severus” disse Silente rivolto a Piton. “Tu sai che cosa devo chiederti di fare. Se sei pronto…Se sei in grado…”*


Si era Materializzato a pochi metri da Villa Malfoy e ora avanzava con passo lento ma deciso verso la scalinata d’ingresso. Alcune luci accese ai piani alti e le sagome incappucciate che intravedeva oltre i vetri dimostrarono che la sua intuizione era stata corretta. Voldemort non era rimasto a lungo nel cimitero, dopo aver duellato con Potter. Villa Malfoy era stata il suo quartier generale tredici anni prima e non c’erano motivi perché non lo fosse ancora. Anzi, era certo che Lucius avesse offerto ben volentieri la propria dimora, come dimostrazione della sua assoluta e rinnovata fedeltà all’Oscuro.
Severus Piton si fermò davanti al primo gradino e guardò in su. Il portale d’ingresso era spalancato sull’ampio salone di marmo in fondo al quale una doppia gradinata conduceva alle due ali della casa. Lassù, in una di quelle stanze, stava parlando ad un consesso di Mangiamorte, quegli stessi che erano accorsi a lui alla prima chiamata. Potter aveva detto che aveva “perdonato” la loro fuga. Si chiese come lo avrebbe accolto. Lui, che gli aveva rivelato la Profezia.
Lui che aveva supplicato l’Oscuro di risparmiare la vita di Lily.
Lui che era corso a supplicare Silente, quando si era reso conto che Lord Voldemort sordo alle sue richieste e incapace di provare compassione sarebbe passato sopra al corpo di Lily pur di avere il bambino.
Lui che aveva giurato fedeltà a Silente e che ora era lì per dimostrarla, ad ogni costo.
Severus inspirò l’aria calda e silenziosa di giugno e riprese a salire le scale. Attraversò il maniero senza incontrare nessuno – evidentemente erano tutti riuniti attorno all’Oscuro – finchè non sentì qualcosa strisciargli accanto, si voltò e lo vide. L’enorme serpente che Potter aveva descritto stava entrando in una delle sale alla sua sinistra, poco dopo la voce di Voldemort sibilò nella stanza.
“Nagini mi dice che c’è un ritardatario. Vieni, Severus, unisciti a noi.”
Piton si fermò sulla soglia. Voldemort era seduto su una poltrona di velluto verde al centro di un nutrito gruppo di Mangiamorte che si erano voltati verso la porta e ora lo guardavano incuriositi. Il mago quasi non li degnò e rivolse la sua attenzione al centro. Voldemort era magro, la pelle bianca tirata sul volto scheletrico, ma gli occhi piccoli e rossi erano puntati su Piton e brillavano di una luce sinistra.
Severus fece un lieve inchino in avanti e tentò di parlare, “Mio Signore…”
“Mi hai deluso, Severus.” Lo interruppe Voldemort, “e mi sorprende che tu sia qui. Sei venuto a chiedere perdono?”
“No, mio Signore. Sono venuto a dimostrare la mia fedeltà.”
“Sei in ritardo.”
“Silente, mio Signore, ha richiesto la mia presenza. Barthy Crouch Jr è stato scoperto e sottoposto al bacio dei Dissennatori.”
“Crouch si è rivelato molto utile in questi ultimi mesi. Molto più di molti di voi.” Sibilò facendo saettare gli occhi su ognuno dei Mangamorte, che abbassarono il capo, colpevoli. “E tu dici di essermi fedele, Severus” riprese rivolto a Piton, “ma non corri quando chiamato.”
“Non sono io ad essere fuggito” azzardò, “quando il Marchio Nero è diventato evidente.”
Per tutto il tempo Voldemort aveva rigirato la bacchetta tra le dita, ma ora l’aveva fermata, puntandola contro Severus, e un ghigno si era cristallizzato sulle labbra sottili del Signore Oscuro.
Un brivido incontrollato scosse le membra di Severus – era finita, pensò.
Aveva promesso di proteggere il figlio di Lily, aveva atteso tredici anni per poter mantenere fede a quella promessa, e ora aveva fallito, di nuovo.
Si preparò ad essere investito da un raggio di luce verde e brillante, come lo erano stati gli occhi di Lily – che ironia della sorte.
Sentì un sibilo uscire dalle labbra di Voldemort e i suoi muscoli si contrassero in uno spasmo di dolore. Cadde a terra sul pavimento di marmo, il corpo trapassato da miriadi di lame gelate e taglienti, faticava a respirare, perfino a pensare, ma riuscì a trattenere le grida di dolore che rimbombavano nella sua testa.
Per tre volte la Cruciatus si abbatté su di lui, poi quando il Signore Oscuro fu soddisfatto gli si avvicinò.
“Ti vedo sofferente, Severus.” Lo schernì sollevandogli il viso con due dita, “ma ti sei dimostrato più tenace dei tuoi compagni. Stare in quella scuola, con Silente e in mezzo a dei Babbani, non ti ha rammollito. Dici di essermi ancora fedele. Bene, ho qui un regalo per te.” Fece un segno a due Mangiamorte che entrarono nella sala accanto.
“Il mio Signore è troppo buono.” Rispose Piton. Le parole uscivano flebili dalle labbra livide.
I due Mangiamorte che erano usciti rientrarono poco dopo scortando una ragazza poco più che ventenne, con lunghi capelli rossi e il volto pallido e terrorizzato.
“Questa” indicò la ragazza con una nota di disgusto nella voce, “è una babbana che abbiamo trovato rannicchiata dietro una delle tombe del cimitero. Si deve essere nascosta. Non potevamo lasciarla lì, era così spaventata.”
I Mangiamorte sghignazzarono, mentre la ragazza puntava gli occhi verdi e impauriti verso Severus, sperando in un suo aiuto.
“Ma non possiamo nemmeno tenerla qui con noi.” Voldemort sfilò la bacchetta di Piton dal suo mantello e gliela porse. “Tu che dici, Severus?”
Una goccia di sudore freddo gli scivolò lungo la tempia mentre la consapevolezza di ciò che Voldemort gli stava per chiedere si impossessò di lui, facendogli gelare il sangue.
“Dopo tutto, potresti ancora essermi utile, Severus.” Sibilò Voldemort.


“Severus” disse Silente rivolto a Piton. “Tu sai che cosa devo chiederti di fare. Se sei pronto…se sei in grado…”*
“Lo sono” disse Piton.*




* Frasi tratte da Harru Potter e il Calice di fuoco, p. 606 (nell'edizione del 2011)
   
 
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