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Autore: hugmeciastin    02/04/2014    9 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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by queens.
(è un capitolo lunghissimo cari miei)

Justin's Point of View:


Mi svegliai al suono del cinguettio degli uccelli. Una debole luce del sole filtrava dalle finestre. Alla mia destra, una bellissima ragazza aveva la sua testa appoggiata sul mio petto e le braccia strette intorno a me. Sorrisi guardandoa, accarezzandole dolcemente la guancia. Nonostante il luogo in cui eravamo, nonostante quello che indossava e nonostante le deboli linee di trucco presenti sotto gli occhi, sembrava meravigliosa. Sospirai. Da quando ero diventato un tale pappamolle? Le cose che avevo fatto per questa ragazza.
Annusai la mia camicia, puzzava di marijuana. Non ricordavo bene le cose successe ieri sera. Avevo fumato con Chloe, poche ore fa. Scoprire che era l'ultima volta che sarebbe stata con me era un male, avrei dovuto fare tutto il possibile per lei. Scuotendo la testa, allontanai questi pensieri e ridacchiai. Lei, così innocente, e io. Chi avrebbe mai pensato che uno come me sarebbe finito con lei? Non sapevo quanto mi sarebbe mancata, ma il mio cuore lo sapeva bene, mi sarebbe mancata da impazzire. Forse troppo. Forse sarebbe andata avanti con la sua vita, tornata a casa. E io, invece? Non potevo immaginare la mia vita senza di lei, sarebbe stata terribile, quasi insopportabile. Ero spaventato dalla merda che c'era là fuori. Il pensiero di lei lontana da me mi faceva impazzire. Non ero abituato.
Guardai il cruscotto della vettura, erano le 05:30. Sospirai, sapendo che sarebbe andata via in poche ore. Indipendentemente da tutto, non l'avrei lasciata andare senza nemmeno aver lottato un po'. Lei significava troppo per me e il solo pensiero di lasciarla andare era uno schifo. Non potevo lasciarla. Non potevo. Prendendo un respiro profondo, guardai Chloe, ammirando la sua bellezza. Mi piaceva guardarla dormire. Sembravo un pappamolle. In tutta onestà, però, come avevo fatto ad essere così fortunato? Perchè una come lei, vorrebbe stare con uno come me? Non l'avrei mai immaginato.
Ma era l'ora di tornare alla realtà o la realtà avrebbe potuto raggiungerci e travolgerci.
"Piccola?" La chiamai. Non rispose, così cominciai a scuoterla con la mano sinistra. "Chloe, svegliati!" Lei non si mosse. Sorrisi, pensando a un modo diverso per svegliarla. Iniziai a lasciarle baci umidi su tutto il viso e il collo. La vidi dimenarsi sul seggolino.
"Justin..." Chloe si lamentò, tentando di spingermi via e ridendo subito dopo.
"Eri addormentata davvero, piccola. Non che io ti biasimi." Sorrisi.
"Cosa?" chiese confusa, stroppicciandosi gli occhi. Guardò il suo corpo mezzo nudo prima di arricciare il naso.
"Che è successo ieri sera?" Chiese colpevole, mordendosi il labbro. Sorrisi ricordando la scorsa notte. Le diedi uno di quegli sguardi, sapevo che lei sapeva esattamente cosa era successo.
"Justin!" Mi diede una pacca sul braccio destro, tentando di trattenere una risata.
"Penso che entrambi sappiamo cos'è successo la scorsa notte. No, piccola?" ridacchiai.
"Oh mio Dio, ti odio! Smettila!" Coprì il suo viso con disgusto.
Rapidamente, prese la t-shirt bianca e se la mise addosso, nascondendo i suoi seni.
"Voglio lavarmi i denti." Mormorò. Mi misi a ridere.
"E perchè?" Chiesi.
"Mi sento sporca, ecco perchè, Justin!" Piagnucolò, allontanandosi da me.
"L'hai fatto benissimo però. Non vedo quale sia il problema." Uscii dal parcheggio cercando di ricordare dov'era l'hotel.
"Chi ha detto che c'era un problema?" Mormorò, prima di guardare il cielo del mattino.
"Non mi aspettavo questo, Chloe." Ridacchiai, pensando a come fosse audace. "Tu mi vuoi così tanto." Ridacchiai guardando la sua espressione scioccata. 
"Puoi semplicemente smetterla?" Chiese, nascondendo il viso per la vergogna.
"Tu mi ami." Sorrisi.
"Ti piacerebbe." Si mise una ciocca di capelli dietro le orecchie.
"Come vuoi, tesoro." Accarezzai la sua gamba con la mano.
"Oh mio Dio, Justin. Vuoi che esca da questa macchina? Perchè lo farò." Mise la mano sulla maniglia come se volesse uscire. Il suo viso era rosso, evidentemente  in imbarazzo.
"No, rimani! Lo sai che sto scherzando." Scossi la testa, tornando a guardare la strada. Non volevo riportarla da suo fratello, non credevo fosse pronta ad affrontare le conseguenze. Nessuno di noi due lo era.
"Perché non mi hai detto che sembro una merda, Justin?" gemette, interrompendo la quiete nell'auto. Si guardò allo specchio, asciungandosi il trucco sotto gli occhi.
"Perché lo dici sempre? Non ti rendi nemmeno conto di quanto tu sia bella." Scossi la testa, stringendo la mascella.
"Smettila. Sei troppo gentile con me." Piagnucolò, rilassandosi sul sedile. Non aveva la cintura di sicurezza. Iniziò a disegnare cuori sul finestrino umido per la nebbia mattutina.
"Sono gentile con te perché lo meriti." Mi leccai le labbra. "Ti meriti il mondo, piccola." Intrecciai la mia mano alla sua, lasciandoci un baci. Lei arrossì, voltandosi verso il finestrino.
Il resto del viaggio fu tranquillo. Tranquillissimo. Nessuno disse niente. Nessuno provò a spiegare ciò che sentiva. Come avremmo potuto accettarlo? Se fosse stato il nostro ultimo viaggio in macchina insieme, avrei voluto passarlo in questo modo. Avevo la sensazione che Chloe fosse stanca come la merda. Il sole rifletteva sui suoi bellissimi capelli castani-dorati. Guardandola, sapevo che non ero pronto a lasciarla andare. In realtà, avrei voluto tornare indietro nel tempo.
I minuti passavano e arrivai nel parcheggio dell'hotel. Parcheggiai lontano dalla porta d'ingresso del palazzo. Volevo assicurarmi che Brad non avesse intenzione di interrompere i nostri ultimi atti, dovevo dirle addio. Spensi il motore e mi girai a guardarla. Infine, ruppi il silenzio.
"Sai quanto mi importa di te, giusto?" Calcai le parole con tono sicuro. Volevo che sentisse l'onestà di quello che provavo. 
"Sai quanto mi importa di te, giusto?" Ripetè, passando il naso sul mio collo.
"Sì, penso di sì." Risposi, sorridendo quando mi lasciò un bacio sulla clavicola. "Voglio che duri per altro molto tempo, Chloe." Le presi la mano e gliela strinsi. "Non voglio che questa sia la nostra ultima volta insieme. Significhi tanto per me, e io-"
"Non ti merito." Mormorò, prima di voltarsi a guardare fuori dal finestrino.
"Ascoltami." Le strinsi di più la mano. "Piccola, guardami." Le presi il viso e ancora una volta le dissi: "Ti meriti l mondo intero. Non riesci nemmeno a renderti conto di quanto tu sia incredibile e di quanto io sia fortunato ad averti. Mi hai reso migliore. Te lo giuro, piccola.2
"Non sono pronta a lasciarti andare Justin. Non so cosa aspettarmi quando usciremo dalla macchina e mi spaventa tutto ciò." Si morse il labbro.
"Senti piccola, ti fidi di me vero?" Chiusi gli occhi sperando in un sì.
"Sappiamo entrambi la risposta a questa domanda, Justin." Rispose ridacchiando un po'.
"Va bene... Ho un piano." Ammisi, sorridendo imbarazzato. Era qualcosa che avevo bisogno funzionasse. Qualcosa che Brad non avrebbe mai accettato. Avrei sorpreso Chloe all'aeroporto e l'avrei portata via. Ma non avevo intenzione di dirglielo ora.
"Cosa vuoi dire?" Mi chiese esitante.
"Se ti fidi di me, aspetta solo un altro po'. Non lascerò che tu mi lasci." Mormorai.
"Promesso?" Mormorò sul mio collo.
"Promesso." La rassicurai.
Si staccò da me, guardandomi negli occhi con quelle sue sfere blu. "Vieni qui, meraviglia." Mi accarezzò il viso e la portai sopra il mio grembo. Feci passare le dita tra i capelli, poi sul viso finò giù alla vita, la tirai verso di me e le nostre labbra si incontrarono. Chiesi l'accesso con la lingua e lei mi morse il labbro, iniziando a strusciarsi su di me. Separai le mie labbra lasciando uscire una risata tesa.
"Dovremmo, uhm, probabilmente dovremmo entrare. Non voglio che quel cazzone ci veda e si incazzi." Brontolai, cercando di coprire l'erezione con il palmo della mano. Arrossii, sentendo le guance arrossarsi.
"Sì, sì, okay. Sì, hai ragione." Lei annuì senza fiato, spostandosi i capelli da una parte.
Aprii la porta e dopo averla presa in braccio la appoggiai in terra. Era difficile pensare che se ne sarebbe andata in poche ore. L'unico modo per parlare con lei sarebbe stato quello di parlarle al telefono. Non sarei mai più stato in grado di stringerla a me, di baciarla e di dimostrarle quanto m'importava di lei. Cosa sarebbe successo se mi fossi dimenticato del suono della sua risata? O di quanto mi piacevano i suoi baci? Sarebbe la peggior sensazione al mondo.
Accanto a me, Chloe si fece una coda alta. Iniziai a guardarla, notando i succhiotti che le avevo lasciato sul collo e sul seno.
"Cosa?" Mi scrutò. "Oh mio dio, sapevo che sarei sembrata una merda, ma sto davvero così male?"
"Piccola.. guardati il collo." Mi morsi il labbro inferiore, cercando di trattenere la risata. Lei si guardò il seno tastandosi il collo.
"Oh mio Dio, Justin! Cosa mi hai fatto?"
"Non ti lamentavi ieri sera quando te li facevo." Sorrisi, continuando a camminare.
"Brad mi ucciderà cazzo Justin! Oh mio Dio mi hai tipo sbranato il collo come un orso!" Esclamò perdendo il controllo.
Mi fermai in mezzo al parcheggio ridendo.
"E cazzo puzzo di erba," dichiarò. "Justin sono rovinata."
"Calmati." Le massaggiai le spalla. "Lo scoprirà solo se gli daremo una ragione per farlo. Agisci solo come se niente fosse. Smetti di agitarti, piccola."
"Okay okay, hai ragione." Fece un respiro profondo prima di entrare nella struttura.
"Chlo... Ho sempre ragione." Sorrisi, lasciandole unbacio sulla guancia. Lei alzò scherzosamente gli occhi al cielo. Sapevo che il tempo stava per finire.
"Siediti con me piccola. Voglio stringerti fino a quando non ti riporterò da lui." Mi diressi verso i divani e lei si sedette accanto a me. Guardai i suoi occhi tristi, stringendole le mani. Il tempo stringeva. Iniziò a giocherellare con le mie dita per poi passare le sue sulle mie braccia, tracciando i contorni a tutti i miei tatuaggi. Si fermò su uno sul mio braccio, con il mio nome inciso "Jay", posando il dito lì. Aprì le labbra come se fosse sul punto di dire qualcosa, ma poi le richiuse subito.
"Che c'è, piccola?" Chiesi.
"Stavo per chiederti una cosa che avrei sempre voluto chiederti." Mormorò intimidita.
"Che c'è?" Chiesi con calma.
"Perché preferisci farti chiamare Jay invece di Justin?" Mormorò.
Sospirai e la strinsi a me. La guardai negli occhi preparandomi a raccontare quella storia.
"Chloe, sai quei segreti che mantieni a te stesso, anche se muori dalla voglia di dirlo a chi ti sta intorno, perché tutti stanno male per te e ti trattano in modo diverso?" Strinsi la mascella.
"Già.. so esattamente quello che vuoi dire." Sussurrò.
"Non gioco la carta simpatia. Quello è un carico di stronzate per me. Mi fido abbastanza per raccontarti la mia storia. Sarà il nostro piccolo segreto." Annuii.
"Il nostro piccolo segreto." Ripetè, sussurrando a se stessa. Le diedi un bacio sulla fronte prima di iniziare a parlare.
"So che non parlo molto di lui, ma quando ero più giovane, Chloe, mio padre era abituato a chiamarmi 'Jay'. Lo odiavo così tanto. Avevo paura di lui. Uhm..." Deglutii. "Lui, lui abusava di me e mi ha fatto del male. Mi sentivo come se stessi fallendo con tutto quello che facevo. Sai? Come se non fossi abbastanza bravo. Una delusione. Ogni singola volta che sentivo la parola 'Jay', sapevo che mi sarei odiato più dell'ultima volta che lo sentivo." Strinsi la mascella, vedendo una lacrima che scivolava sulla guancia di Chloe. "Ci sono stati momenti in cui avrei voluto che scomparisse dalla faccia della terra e quando lui e mia madre morirono davanti ai miei occhi..." Deglutii ancora una volta. "Sentivo come se fosse colpa mia. E' stata colpa mia. Credo che se speri in qualcosa a lungo e abbastanza spietatamente, accadrà. E, a pensarci, ho sperato.. per la morte di mio padre? Forse me lo meritavo." Scossi la testa e guardai Chloe negli occhi. "Dal momento della loro morte, ho pensato che sarebbe stato più impressionante farmi chiamare solo 'Jay' e non Justin. E' come se gli dovessi qualcosa, per aver fallito quando ero giovane. Anche se mio padre ha abusato di me, ho ancora voglia di essere buono con lui, fino a oggi. Anche se la maggior parte delle volte non credo di esserlo. Cerco di farlo, però."
Chinai il capo verso il basso per la vergogna, sapendo che ero un fottuto ragazzino senza futuro. Era stata colpa mia se i miei genitori erano morti. Non sapevo se c'era Dio lassù, ma vi assicuro che dopo questo episodio ho capito che ogni desiderio e preghiera si avverano prima o poi. Dopo tutto, ucciderei per avere indietro i miei genitori. Ucciderei per non avere Damien contro. Ucciderei per avere una persona che mi facesse dimenticare tutto questo dolore e che rimanesse tra le mie braccia per sempre. Questo segreto era al sicuro con Chloe.
Mi fidavo di lei. Non capivo nemmeno perchè.
Mi guardò timidamente. "Hai sentito quello che stai dicendo Justin?" Mi chiamò Justin di proposito. "Tu sei la persona più forte e gentile che conosca. So che sei orgoglioso ogni giorno e so che continuerai ad esserlo. Litiga con me quanto vuoi, ma so che adesso lui ti sta guardando da lassù sorridendo. Sei suo figlio e anche se ti ha fatto passare tutta quella merda, ti amava. Ti ama ancora." Un'altra lacrime le scese sul volto. Cautamente mi avvicinai per baciarle quella gocciolina salata. "Non c'è bisogno di avere un nome che non ti piace, solo per impressionare tuo padre." Fece un respiro profondo. "Lo rendi orgoglioso ogni singolo giorno. Tutto questo mi rende così trite, Justin, mi rende triste parlarti di te come se non te ne importasse niente. Non ti vedi come ti vedo io. Perché? Sei così speciale, Justin." Sussurrò, asciugandosi l'ennesima lacrima.
Non fraintendetemi. Era sttao bello quello che aveva appena detto, ma sapevo che non era vero. Non potrei mai fare niente di giusto nella mia vita. Non potrei avere una ragazza senza che qualcuno venga e me la porti via. Non ero speciale. Ero un orfano che uccideva la gente.
Sapevo che avrei perso del tempo per migliorare me stesso, ma quando tutte le cose sembrano iniziare ad andarti bene, la felicità corre via. Il mio tempo con Chloe, per esempio.
Era stata una felicità temporanea.
"Perché stai dicendo che voglio impressionarlo? Non riesco a-"
"Non mi hai mai deluso." Mi fissò negli occhi, accarezzandomi il petto con l'indice della mano e fermandosi giusto sopra il mio ombelico.
"Ma, Chloe, io-"
"Sono ancora viva, giusto?" Mi interruppe.
"Già, sei ancora viva." Era bello vivere con qualcuno grato anche solo per le piccole cose fatte nella vita.
Io non ero perfetto.
Lei lo sapeva.
Non si aspettava che lo diventassi.
E mi accettava così com'ero.
"Allora, questo significa che non mi hai mai delusa." Ridacchiò serenamente. Il suo tocco era così delicato, tutto ciò che faceva sembrava farlo per rendere ogni momento memorabile per entrambi. Volevo stare con lei. Volevo dirle tutto. Volevo parlare con lei ore e ore condividendo ogni singolo dettaglio della mia vita.
Mi ricordava qualcuno del mio passato. Qualcuno di molto, molto speciale per me.
"Mia madre, sicuramente amavo mia madre. Avevamo il rapporto migliore di tutti i tempi." Sorrisi, ricordando i bei momenti che avevamo condiviso. "Fatto sta che quando mio padre mi piacchiava, lei non diceva niente per farlo smettere perché aveva paura di farsi male. Mio padre era...era un a-alcolizzato." I ricordi stavano avendo la meglio su di me. "Lei mi voleva difendere ma avrebbe solo peggiorato la situazione e mi manca così tanto. Non puoi neanche immaginare quanto mi manca." Le presi la mano e le feci accarezzare un tatuaggio sul petto. "Vedi questa data? Era l'anno di nascita di mia madre. Significa molto per me." Chloe lo accarezzò, tirando poi su col naso. "Chloe, io..." Cominciai.
"Tu cosa?"
"Mi piace quando mi chiami Justin. Avevo bisogno di una come te nella mia vita, che potesse chiamarmi con il mio nome di nascita, proprio come faceva mia madre." Sorrisi. "Mia madre c'è sempre stata per me. E tu ci sei sempre stata per me. Mi ricordi lei. Avete gli occhi uguali, sai."
"Davvero?" Sorrise eccitata. Erano la stessa tonalità esatta di blu.
"Sì, davvero."
"Justin?" Chiese.
"Sì, piccola?" Risposi fissando l'unica cosa importante della mia vita.
"Mi piacerebbe... Mi piacerebbe andarli a trovare.. un giorno." Mi accarezzò il collo con le dita.
"Cosa intendi?" Deglutii.
"I tuoi genitori. Mi piacerebbe visitare le loro.. l-lapidi, un giorno." Balbettò cercando di mettere insieme le parole giuste.
"Sai, non sono mai voluto andare. Il fatto è che mi sconvolge.. ma penso.. Penso che voglio. Non ho mai voluto affrontare i miei problemi, ma con te, ho solo... penso che voglio andare." Mormorai, stringendola a me.
"Sarà un bene per te, credo." Dichiarò, intrecciando le sue dita alle mie.
"Grazie." Le diedi un bacio sulla fronte strofinando il viso tra i suoi capelli. "Sei speciale. Non ho mai incontrato nessuno come te in tutta la mia vita."
"Non sono speciale Justin."
Afferrai la sua vita. "Non dire così. Non ti rendi conto di quanto tu sia bella, di quanto tu sia perfetta? Ogni singolo giorno me lo dimostri perché sono così fortunato ad averti nella mia vita e sono grato di averti qui con me ora. Non so se c'è Dio lassà, ma se c'è so che ti ha mandata per una ragione. Le persone come te non entrano per caso nella vita di qualcuno.. Sei venuta per una ragione, Chloe. Tu sei così, così speciale per me e io-"
Bruscamente girò la testa facendomi smettere di parlare. "Basta." Sussurrò, lasciandomi perplesso.
"Justin, io-io non posso lasciarti. Non posso." I suoi occhi erano pieni di lacrime.
"Non voglio lasciarti neanche io, piccola." Cominciò a piangere nell'incavo del mio collo. "Non piangere. Non cambierà niente tra di noi, non voglio che cambi niente. Sarai mia e lui non ci dividerà." Le spostai i capelli dal viso, baciandole la fronte con cautela.
"Grazie. Davvero, grazie di tutto." Mormorò, affondando la faccia al lato della mia spalla sinistra. Iniziai a cancellarle tutte le lacrime, portandole i capelli dietro, così da poter vedere perfettamente il suo viso. Senza pensarci poggiai le mie labbra sulle sue. Ogni secondo era pieno di eccitazione, non volevo lasciarla andare. Mai. La sua lingua sfiorò la mia e sorrisi nel bacio notando come si stava comportando. Il bacio era triste, ma.. era importa - era come se fosse il nostro ultimo bacio. Ci stavamo baciando come se non ci potessimo vedere mai più. Cazzo, questo mi spaventava. Sentii le sua braccia calde avvolgersi intorno al mio collo. Non volevo che tutto questo finisse.
Improvvisamente, sentii il suono dell'apertura di un ascensore, seguito da dei passi. Aprii gli occhi, abbandonando le labbra di Chloe per vedere suo fratello pieno di rabbia in piedi davanti a noi. Chloe nascoso la testa nel mio collo e iniziò a baciarlo. Avvicinai le mie labbra al suo orecchio, sapendo che Brad aveva visto tutto.
"Chloe, piccola... Non girarti troppo velocemente, ma tuo fratello è proprio in piedi dietro di te." La avvertii, sentendo i suoi muscoli contrarsi e rabbrividire un po' tra le mie braccia. "Non voglio lasciarti andare in questo momento, quindi se ti fidi davvero di me, lasciami parlare." Si alzò, tirando su la zip della sua felpa fino al mento, in modo che Brad non avesse visto i succhiotti. Prendendo un profondo respiro, si voltò.
"Brad, io-"
"Stai scherzando cazzo!?" Lui la interruppe, rinchiando orrendamente. Chloe emise un rantolo, facendo un passo indietro. "No, ma stai scherzando, sul serio?! Che cazzo è questo odore di erba?!"
Cominciò a parlare. "Brad, io-"
"Rispondi alla mia domanda del cazzo." Sibilò afferrandole un braccio.
"Non mi lasci neanche parla-"
"E' erba o no, Chloe?" Le urlò contro.
Lei chinò la testa in imbarazzo. "Sì."
Strinsi i pugni, prendendo un respiro. "Senti, non-"
"Che diavolo pensi di fare con mia sorella?! Perché le fai questo?!" Mi ringhiò contro. "Chloe, non ho neanche voglia di guardarti in questo momento. Sono così disgustato! Non so nemmeno più chi sei. Vai in camera a fare le valigie e sii pronta in 10 minuti cazzo. Partiamo, lasciamo ora." Ordinò, spingendo Chloe verso gli ascensori.
"Brad, no-" Balbettò.
"Stai zitta e vai cazzo!" Urlò duramente.
"Mi dispiace." Mi sussurrò Chloe, camminando all'indietro verso gli ascensori, per poi voltarsi a mettersi a correre.
Scossi la testa. Non avevo intenzione di parlare con lui. Le sue azioni parlavano da sole. Volevo solo uscire da qui e andare in aeroporto con i miei piano per salvare la mia ragazza.
"Cammina un po' con me, Bieber." Brad mi prese per un braccio e mi trascinò verso le porte dell'hotel. 
"Senti, lasciami andare.." Gracchiai profondamente, spingendolo via da me. Non volevo più combattere. Non volevo iniziare una rissa con suo fratello, l'avrei ferita più di quanto avessi già fatto in passato. Dovevo ignorare le sue azioni e non lasciare che la rabbia ottenesse la meglio su di me.
Andando verso la macchina, tirai fuori le chiavi dalla mia tasca. Sbloccando la portiera la aprii solo per guardarla richiudersi. Mi girai per vedere Brad in piedi dietro di me. Prendendomi per le spalle mi spinse contro la macchina. Sentii i miei muscoli in tensione come se fosse un riflesso naturale, sforzandomi di non rispondere. 
"Dove cazzo pensi di andare? pensi vada bene non dire addio a  mia sorella, la persona che ami…o dovrei dire che ami tantissimo? Ti ho detto di fare una passeggiata con me." sibilò, allontanandomi. 
"Non ho intenzione di dirle addio perché questo non è un addio" scossi la testa "e non ho intenzione di iniziare nulla con te ora, Brad. Lasciami andare " dissi lamentandomi, tremando al leggero venticello che si era alzato.
questo era un gran passo avanti per me. Prima che tutto questo succedesse, prima che provassi qualcosa per Chloe, lo avrei picchiato violentemente. Comunque, Brad è solo l'unico familiare rimasto a Chloe e non importa quanto lei lo odi, non ho intenzione di fargli del male. In fondo, a lei importa di lui. E' un fratello. Non ci penso neanche ad alzare un dito su di lui. Non potrei. Non importa quanto cazzo mi dia fastidio, devo rispettare lui come la sua famiglia. Non voglio più iniziare nulla con lui. Non funzionerebbe. Forse è per questo che mi disprezza così tanto. Forse ho bisogno di essere picchiato perché sono un idiota. 
"Oh, cosa succede al Mr. Duro e imbattibile ragazzo, huh? Paura di affrontare i problemi che TU hai causato?" mi afferrò per il colletto togliendomi dalla macchina. 
"Nulla di questo è stato colpa sua, quindi perfavore non dirle nulla" Scossi la testa, sentendomi in colpa per averla fatta sgattaiolare fuori. Lei si stava prendendo tutta la colpa. "Sai, è fottutamente divertente come tu stia proteggendo mia sorella, usandola come compagna d'avventura dopo che praticamente l'hai drogata. Dio solo sa cosa avete fatto voi due ieri sera! Mi fai schifo, quasi quanto lei che ha lasciato che un coglione approfittasse di lei" la sua presa sul mio colletto divenne più stretta.
"Non vorrei approfittare di lei. Non potrei mai." Sbuffai, cercando di riprendere fiato e cercando di controllare la mia rabbia, sapendo che me ne sarei pentito se avessi dato a Brad ciò che voleva.
"Quindi, stai dicendo che è una troia?" Chiese Brad, irrazionalmente. "Ascolta, Bieber. Prenderò mia sorella e quando lo farò, non la rivedrai mai più. Hai capito? Non avrebbe dovuto arrivare a questo punto e ho intenzione di farle capire che non andrà oltre." Mollò la presa e camminò nella direzione opposta verso l'albergo.
"Tu non ci conosci." DIssi, stringendo la mascella.
"Vi conosco abbastanza cazzo." Mormorò sottovoce, continuando a camminare.
"No, tu non ci conosci!" Continuai. "Tu non sai niente di noi. Davvero, non sai tutto quello che abbiamo passato."
"Perché cazzo stai dicendo tutte queste stronzate alla yo Romeo e Giulietta?" Si fermò di botto girando la testa verso di me. "A lei non importa di te, Bieber. Lasciaci in pace. Lei sta meglio senza di te."
"Forse è vero, ma non puoi portarla via da me. Ascolta, so che io non ti piaccio e, sicuro come l'inferno, sai che tu non mi piaci, ma io ero lì per tua sorella quando tu non c'eri" Deglutii, mi avvicinai a lui. "e che ti piaccia o no, io sarò sempre una parte della vita di tua sorella. Ti rendi conto di quanta merda le hai fatto passate? E' stata una tua scelta lasciarla andare in questo viaggio. Avresti potuto fermarla, ma non l'hai fatto. Vuoi sapere perchè è venuta a Stratford? Per stare fottutamente lontana da te, Brad. Perchè pensi che lei preferisce stare con me piuttosto che tornare con te? Perchè pensi che lei sia sgattaiolata fuori la scorsa notte, per stare con me?Pensi che stava piangendo per tutta la mattina perchè voleva tornare da te? Io non la penso così, Romano. Dovresti ringraziarmi per essere stato lì con lei quando tu non ci sei stato" Ringhiai, cercando di non perdere la calma. Avrei voluto che avesse capito che a Chloe realmente importava di me. 
"Ho visto i fottutti succhiotti e posso sentire l'odore della fottuta erba, proprio adesso. Pensavi che non me ne sarei accorto?" Ha detto, evitando le mie domande a cui non aveva una sola risposta, facendomi fare mentalmente un sorrisetto.
"Tu non ti sei accorto del fatto che lei era a Stratford, stando con me per settimane e settimane. Felice di sapere che tu sei in zona, Romano" Ho detto cupamente, lasciando cadere le mie mani nelle tasche.
"Devi proprio volere che io ti massacri di botte" Gemette, viso rosso di rabbia. "Lo stai implorando"
"Tu pensi che mi sarebbe davvero importato?" Ridacchiai a me stesso. "Sono sicuro che faresti arrabbiare tua sorella più di quando lei non lo sia già. L'hai ferita abbastanza, non credi? Entrambi sappiamo in che squadra è lei" Sorrisi, incrociando le braccia sul petto.
“Mi occuperò di mia sorella più tardi per essere stata una maledetta troia per tutto il tempo.- Ma adesso, devi imparare che non sei come avevo pensato che fossi e non devi immischiarti tra me e mia sorella.” Incrociò le braccia, imitandomi. 
Deglutii, quelle parole mi colpirono. Mi sentivo come se non mi importasse un cazzo di nessuno. Pensavo inoltre di essere un nessuno, senza amici, avevo solo dei bambini come amici, Violet e Nick. Loro erano tutto quello che avevo, fino a quando non è arrivata Chloe. Nonostante io fossi stato un coglione, Chloe era rimasta con me, e non riuscivo ancora a capire il perchè. Sapeva che ero un mostro, bloccato in un corpo di un diciottenne. Non avevo limiti. Tutto quello che volevo fare da quando arrivò era renderla felice. Mi faceva dimenticare tutto, qualcosa che nessun altro avrebbe potuto fare. 
“Vaffanculo, Brad.” Scossi la testa, contraendo i miei muscoli.
“Cosa cazzo hai detto?” Alzò le sopracciglia, camminando verso di me. 
“I-io” Sospirai. “Ti ho detto...” Continuai, indicando ormai il suo corpo fumante di rabbia. “..di andare a fanculo.” Sospirai, capendo che ormai la conversazione era finita. Ero stanco delle sue cazzate. Cominciai a correre di nuovo verso la mia macchina, mettendo la mano sulla portiera. In pochi secondi, sentii il mio corpo che urtò contro la macchina, con grande forza. 
“Sei morto, Bieber.” Sentii Brad sibilare dietro di me. Mi afferrò per le spalle, sbattendo la mia faccia contro la macchina. Ero come una tavola rigida, non volevo che Chloe mi vedesse picchiare suo fratello. Sembrava infantile ricambiare il gesto, non volevo deludere Chloe picchiando suo fratello, non potevo. 
Poco dopo, mi prese per il collo, dandomi alcuni pugni in faccia. Sentivo il mio naso che sanguinava per colpa della pressione che metteva nei suoi pugni. Si fermò un attimo, permettendomi di pulire il sangue dal naso. Non fu niente di nuovo per me. Ero abituato a tenere il dolore.
Brad mi diede delle ginocchiate nello stomaco più volte, non volendo fermarsi. Grugnii, caddi sulle ginocchia per riprendere fiato. Mi lamentai, cercando di recuperare i sensi. Guardai Brad, e mentalmente lo supplicai di smettere di picchiarmi. Era sicuramente curioso e divertito perchè non avevo fatto nulla per difendermi. Tutto girava intorno a me, fui sbattuto, Smack Down all'inferno. Iniziai a ad alzarmi e il mio corpo zoppicava, non volevo più ricevere dolore. Cominciai a tossire sangue, e sentii che Brad mi stava prendendo a calci, battendomi una volta per tutte, senza vergogna.
Mi fece cenno di rialzarmi. Vedevo tutto in maniera sfocata come l'inferno. Non sapevo cosa stava succedendo a questo punto. Lui mi afferrò per le braccia quando non risposi e mi diede un'altra ginocchiata nello stomaco. Rimasi senza fiato, cercando di rielaborare il tutto.
"-E intendo questo quando ti dico di stare lontano da mia sorella." Mi teneva vicino al suo volto. Avrei voluto sputargli addosso. Cominciai a sentire le labbra che si gonfiavano. Mi sentivo lo stomaco a pezzi. Avevo fatto una cazzata, era ufficiale.



Chloe’s Point of View:


Con i miei bagagli in mani, uscii dall'ascensore. Tirai su col naso, guardando la hall vuota davanti a me. Dov'era Brad? Dov'era Justin? Ero confusa.
Strizzando gli occhi fuori dalla grande finestra, li vidi entrambi in piedi nel parcheggio, come se stessero avendo una conversazione. Forse Justin aveva convinto Brad a farmi restare. Justin era una persona molto convincente, ed ero sicura che Brad sarebbe cascato nei suoi tranelli.. giusto?
Cominciai ad avviarmi fuori dalle porta automatiche, muovendomi verso il parcheggio curiosa di sapere cosa stava succedendo. Non vedevo più Justin. Era quasi come se ci fosse solo Brad posizionato nella parte anteriore della vettura, lì in piedi senza nessuno scopo.
"Cosa sta succedendo?" Mormorai, cercando risposte da Brad, che era appoggiato sulla macchina di Justin. Sentii un ansimare strano proveniente da dietro di lui.
"Ho solo avuto una bella conversazione con Bieber. Tutto apposto ora però, giusto Jay?" Brad sorrise, facendo un segno a Justin che era dietro di lui.
"Già. Va tutto bene, Chloe." Sentii Justin con un filo di voce.
"Cosa c'è che non va?" Chiesi tremante. Rapidamente, Brad si spostò e mi rivelò Justin. Era coperto di lividi e sangue, si inginocchiò tenendosi lo stomaco. "Justin!" Rimasi senza fiato.  Lasciai cadere le borse e corsi dritta verso di lui. Vidi la paura nei suoi occhi. Vidi il dolore. Cercò di tenersi su per il mio bene. "Oh mio Dio, Justin! Oh mio dio!" Gridai, afferando il suo volto. "Cosa ti ha fatto?" Sussurrai, dimenticando che Brad era proprio dietro di me.
"Chloe..." Justin disse con voce strozzata, prendendomi le mani. Mi fissò profondamentenegli occhi. Sentii il dolore nella sua voce. Il sangue gli colava dal naso. Gli passai le dita tra i capelli, baciandolo sulla guancia annerita da un possibile pugno di Brad. Sentii le lacrim calde rotolarmi sul volto. Aggressivamente e improvvisamente, Brad strappò le borse da terra e mi strappò dalle braccia di Justin, allontanandomi da lui.
"Ce ne andiamo. Dì addio al cazzone perché non lo rivedrai mai più." Sibilò, trascinandomi via attraverso il parcheggio. Tirai via il mio braccio dalla sua presa nel tentativo di correre di nuovo da Justin.
Andando verso di lui, mi prese per la vita. Scontrò le sue labbra sulle mie, con grande forza.
Le lacrime continuavano a scorrere sul mio viso, come se quello fosse il nostro ultimo bacio.
Attorno a noi so formarono nuvole nere. Il cielo iniziò a cadere quando fece scivolare le sue mani attorno al mio collo, avvicinandomi a lui. Sapevamo che stava succedendo tutto sotto gli occhi di Brad. Forse Justin stava cercando di mostrare a Brad quanto ci tiene a me. io stetti al piano, accarezzando con le mani le sue guance rovinate. 
"Disgustoso!" Sentii una voce urlare dietro di me, improvvisamente presa dalle braccia di Justin per l'ultima volta. Presa dalle sue braccia, Brad mi portò dall'altra parte del parcheggio. Iniziai a tirare calci e ad urlare, dimenandomi tra le sue braccia.  "Ti odio!" calciai "Ti odio cazzo! Lasciami andare! Fermati!" Iniziai a singhiozzare, cercando di graffiare la faccia a Brad. Lui aggressivamente aprì la portiera della macchina, mettendomi al posto del passeggero. La chiuse sbattendo, costringendomi ad arrendermi. 
Girai la testa nella direzione della macchina di Justin. Era andata via. Mi allacciai la cintura, singhiozzando. La mia mente era vuota. Sentii rumore di Brad che buttava le mie borse sui sedili posteriori e in seguito la portiera chiudersi. Lui si lasciò cadere sul sedile del conducente, chiudendo la portiera e accendendo la macchina. Abbassai la testa, non avendo niente da fare se non piangere per come la mia vita fosse diventata un inferno. Perché è successo tutto questo? "Sei una delusione imbarazzante. Ma ti vedi? Piangere per un inutile pezzo di merda, come lui? Lui non ti ama, Chloe. Eri un'inutile puttanella per lui. Hey, hai visto? Il coglione se n'è già andato." disse sogghignando, guidando attraverso il parcheggio ormai vuoto. 
Presi un lungo respiro, aprendo la bocca in mia difesa. "Questo non è vero. Non abbiamo mai fatto sesso. Non abbiamo mai fatto nulla. A lui importava di me! Tu non sai nulla, Brad!" rivelai, scuotendo la testa. "Ancora con questa stronzata alla Romeo e Giulietta? Che cazzo è? Stai zitta e basta. Per lui non eri niente e sono sicuro che non sarà più niente nemmeno per me. " Accelerò, avvicinandosi all'aeroporto.
"Cos'hai detto?" Aggrottai le sopracciglia.
"Mi hai sentito. Non voglio più avere a che fare niente con te e conoscendo mamma e papà, nemmeno loro vorrebbero avere niente a che fare con voi due. Non sei solo una vergogna per me, ma hai anche disonorato i nostri genitori. Scommetto che sono disgustati quanto me in questo momento. Tu sei inutile a tutta la nostra famiglia! Hai rovinato tutto. Spero ti ricorderai ogni fottuto giorno!" Battè il pugno sul cruscotto, causandomi un pianto ancora più forte.
"Brad t-ti prego, smettila, non sai quello che stai d-dicendo." Ero senza fiato. In realtà, quello che stava dicendo poteva essere vero.
"So fottutamente bene quello che sto dicendo e se vuoi continuare a vivere questa vita di merda fai come cazzo vuoi. Non so perché mi sono fatto tutti questi problemi a venire qui a cercare di salvare il tuo inutile culo. Non ne è valsa la pena. Fermerò la macchina e lascerò che tu torni indietro. Basta che non mi coinvolgi più in tutte le cose che farai, non chiamarmi più quando avrai bisogno, quando questo ti farà del male!" Lui ringhiò, fermando la macchina nel bel mezzo di un quartiere. Afferrò le mie valige e me le gettò addosso. "Non voglio più avere niente a che fare con te! Fuori!" Mi comandò urlando. Uscii dalla macchina e lo fissai con sguardo assente, non sapendo cosa fare. Lasciai i bagagli sul marciapiede pensando a cosa dire.
"Brad, voglio sol-"
Mi bloccò non appena sbattè la portera dell'auto e non ebbi neanche il tempo di elaborare ciò che stava accadendo. Accellerò, senza nemmeno dirmi addio. Guardai la macchina allontanarsi in stato di shock totale, non sapendo che fare e da che parte andare.
Detti un'occhiata in giro, realizzando che ero solo a un paio di isolati lontana dalla casa di Justin, per fortuna. Con il sole che splendeva su di me, cominciai a camminare per le strade. Ero mentalmente persa. Cosa sarebbe successo se tutto quello che Brad aveva detto su Justin fosse stato vero? E se non gli importava niente di me? E se aveva detto quelle cose, solo per portarmi nel posto in cui mi voleva di più?
Nel suo letto.
Inciampando, cancellai le ultime lacrime dopo aver visto la casa di Justin in lontananza. Provai a mantenere la calma. Ansimando trascinai le mie borse per strada, sentendomi impotente come sempre. La vista della sua auto nel vialetto mi fece sentire meglio. Mi ritrovai a correre lungo il sentiero che portava alla porta di casa sua, cercando di calmarmi.
Bussai a quella porta familiare, perdendo del tutto la testa. Iniziai a ricordare, a pensare a tutto.
Ci volle un istante per rispondere. Non sentii nessuno. Non vidi nessun movimento. E se non voleva aprirmi perché non gli importava davvero di me? Cosa succederebbe se Brad avesse davvero ragione? Era davvero tutto inutile, come diceva mio fratello?
Tutto queste domande mi distrussero la mente, causando l'accelerazione dei battiti del mio cuore. Mi coprii il viso con le mani, notando che tremavo.
Mi appoggiai al muro, singhiozzando senza controllo, per poi sentire la porta aprirsi seguito da una voce familiare.
"Chloe?" Sentii Justin sussurrare. Lo guardai, lasciando cadere le mie borse.
Crollai tra le sue braccia, facendolo sobbalzare. "Ho bisogno di te, ho bisogno di te, ho bisogno di te!" Ripetei, sentendomi fuori di testa. Ero ufficialmente distrutta.


Justin's Point of View:



Il suo semplice tocco mi aveva portato via la metà del dolore che provavo. Era qualcosa che non avevo sperimentato prima. Mi buttai il dolore alle spalle, abbracciando la mia ragazza e tenendo il suo fragile corpo tremante tra le braccia. Era bello vederla lì con me, ma stava male.
"Sono qui. Shh, piccola. Sono qui." Le mormorai in un orecchio, acarezzandole i capelli. Tirò su la testa dal mio petto, singhiozzando. "Vieni qui, angelo. Ti ho preso. Non ti lascerò andare, te lo prometto." Chiusi la porta e la trascinai verso il divano, dimenticando tutto  il dolore.
"Se ti perdo... Non ti merito... Sei così perfetto per me.." Mormorò senza senso sulla mia pelle, cercando di calmarsi. Stava praticamente impazzendo.
"Mi dispiace tanto piccola, mi dispiace tanto." Perché era tornata da me? Sapeva le conseguenze che avrebbe passato. Ero così stupido ad accettare di lasciarla andare. "Sono così incasinato, non meriti tutto questo. Mi dispiace tanto.. Mi dispiace così tanto."
"P-per favore." Balbettò, tremando sul mio petto. "Non scusarti."
"Ti ho fatto passare così tanto, Chloe. Perché sei tornata? Perché?" La strinsi più forte sentendo il tessuto dei suoi vestiti sovrastare le mie ferite.
"Ho bisogno di te, ho bisogno di te." Ripetè sul mio collo.
"Anche io ho bisogno di te." Mormorai. "Ho bisogno di te così tanto."
Rimasimo in salotto, in silenzio. La lasciai piangere per quello che sembrava un tempo infinito. Non ero abituato. Non ero mai finito in una situazione come questa, dove qualcuno crollava davanti ai miei stessi occhi. Volevo che tutto questo finisse.
"Chloe.." Mormorai in un suo orecchio. Lei mi ignorò, continuando a piangere. "Chloe." Provai un'altra volta. "Chloe, guardami." Dissi con fermezza.
"Sono così tanto tanto tanto tanto tanto dispiaciuta, Justin, tu-tu non dovresti vedermi così." Balbettò.
"Non scusarti, Chloe. Non farlo. Ho fatto una promessa, quella di tenerrti al sicuro e renderti felice. Per favore, guardami e basta." Lentamente alzò la testa guardandomi e asciugandosi le lacrime. Iniziai ad asciugargliele anche io. "So di essere uno stronzo e mi arrabbio con te e ti dico cose orribili," fui interrotto dai suoi singhiozzi.
"Basta. Ti prego Justin ti preg-"
"Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace che tu stia piangendo adesso, e mi dispiace che sono coinvolto anche io nella causa per cui lo stai facendo. Non so cos'ho fatto per farti tornare da me. Non so cos'ho fatto per averti qui con me. So che è difficile, piccola, ma ho intenzione di passare tutto questo con te. Lo sai vero?"
Ero un bastardo. Meritava molto più di questo. Meritava qualcuno con un futuro reale davanti a lui. Poteva immaginarsi con laureati, avvocati, medici - qualcuno con una vita positiva davanti. Ho vissuto una vita di merda in confronto a quelle persone. Non capisco cosa diavolo ho fatto per meritare il suo ritorno? Ero un cazzone, che probabilmente non merita un cazzo dalla vita. Dovevo fare tutto il possibile per tenerla tutta intera accanto a me, perché in realtà lei si preoccupava tanto per me e io amavo quando lo faceva - non importa quanto fossi stronzo.
L'ho spinta, le ho tirato un pugno in faccia, cazzo, ho cercato di andare a letto con lei innumerevoli volte. Ho fatto tutto quello che un ragazzo di merda può fare a una ragazza e lei? Lei continuava a tornare da me.
Perché?
Forse era solo stremata come lo ero io.
"Ti fidi di me, Chloe?" Chiesi per la seconda volta quel giorno, necessitanto una risposta. Lei annuì con la testa, affondandola poi ancora una volta nel mio petto.
"Sono una vergogna. Perché mi vuoi ancora Justin? Perché.. perché.. perché... perché?" Ripetè singhiozzando nella mia camicia.
"No, non lo sei, Chloe. Non dire così. Se c'è qualcuno che, per qualche motivo, mi merita, quella persona sei tu. Sei sempre stata tu, Chloe." Dissi con fermezza. Strinse le mie braccia con forza e riiniziò a piangere sempre più forte. La bloccai, costringendola ad alzare la testa e tenendola con le braccia dietro la schiena. Non sapevo come fermare le lacrime.
Eravamo affondati lentamente sul pavimento, davanti al divano. La sistemai sul mio grembo, accarezzandole i capelli. Fissammo il soffitto e cominciai a pensare a come avevo lasciato la mia vita diventare una tale merda. Strinsi la mascella, mentre cominciai a sentire le lacrime scendermi sul viso. I minuti passavano e le lacrime che cadevano sul volto di Chloe erano paragonabili alle mie. Niente di tutto questo sarebbe successo se non fosse stato per me. Perché ho rovinato tutto?
Stavo ufficialmente piangendo. Era una cosa che non facevo dalla morte dei miei genitori. In un primo momento, iniziai a mordermi il labbro tentando di fermare il mio pianto, non volendo che Chloe lo sapesse. Tutti i sentimenti che provavo, tutto ciò che aveva cambiato la mia vita, tutto ciò che avevo tenuto dentro per troppo tempo adesso esplodeva a fiotti di lacrime. Iniziai a singhiozzare insieme a Chloe. Ogni singhiozzo spazzavo via le lacrime che mi scivolavano sul volto. Mi sentivo impotente davanti alla mia ragazza. Vederla piangere all'infinito aveva avuto uno strano effetto su di me.
I nostri singhiozzi cominciarono a armonizzare insieme e mi resi conto che stavo addirittura piangendo più forte di lei. Dopo interminabili minuti, ci calmammo tutti e due. La camera diventò silenziosa. Il corpo di Chloe si rilassò e si spostò in giù. Cominciai a tirar su col naso, continuando a singhiozzare. Accarezzai i suoi capelli, fino a quando fui sicuro che si fosse addormentata tra le mie braccia. La guardai, rendendomi conto che non avevo intenzione di perderla. Mi asciugai le ultime lacrime sul viso, fissandola.
"Ti amo, Chloe." Dissi con fermezza, appoggiando la testa al divano dietro di me e cadendo in un sonno profondo, con la persona che significava tutto per me tra le braccia.


 

Questo capitolo è stato devastante, troppo amorosi.
Chiedo intanto scusa per il mio assurdo ritardo, purtroppo se dovessi giustificarlo scriverei un altro papiro e non ho tanta voglia. Prometto di riiniziare a tradurre con un po' più di puntualità, purtroppo essendo in un liceo devo studiare tanto e sono pochi i momenti che ritaglio e che mi rimangono per stare sola.
Ringrazio molto Elisa, Linda e Marta che mi hanno aiutata con la traduzione, alla prossima! E vi consiglio questa storia: Inlaqueaverunt
 
Spoiler:

"Guarda quanto dolore ti ha causato, Justin." Mormorai, dandogli un bacio sul collo.
"Il dolore non mi preoccupa."
  
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