Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: yellowloid    03/04/2014    3 recensioni
{ one-shot per il mio primo anniversario su EFP } { IchiRika + servant Touko }
{ ambientata nell'Ottocento } { rating giallo...? }
✁ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- Rika-chan! - la voce di un ragazzo richiamò milady e la cameriera, che si voltarono verso la direzione da cui proveniva.
L’amato della Urabe, Ichinose Kazuya, camminava velocemente verso le due ragazze.

Ci si vede dentro. ;w;
- rainbow. ♥
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric/Kazuya, Suzette/Rika, Victoria/Touko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 Goodbye, mia dolce meraviglia.

 

 

Per una ricorrenza speciale, uhuh.

 

 

- No, no e no! Non ho nessuna intenzione di sposare un uomo che non amo! Voglio sposare Ichinose-kun! - Rika strinse la stoffa dell’ampio abito azzurro che indossava e fuggì via dal salone correndo. Salì in fretta e con non poca fatica le scale lucidate di prima mattina. Mentre correva verso le sue stanze intravide la sua cameriera personale, ed afferrandola per un braccio la trascinò con lei in camera.

- Woooah! - esclamò sorpresa la cameriera dai capelli rosa, mentre la più grande la stringeva forte emettendo lievi singhiozzi.

- Oujou-sama(*), cosa vi prende così all’improvviso? - domandò incuriosita e leggermente preoccupata la cameriera, cercando intanto di liberarsi da quella stretta soffocante.

- Touko-kun…  Il mio nobile padre vuole darmi in sposa a un uomo sconosciuto solo per unire le industrie di famiglia… - pigolò la turchesina, asciugandosi le lacrime.

La Zaizen non trattenne un’espressione di ribrezzo, tra i domestici si diceva che l’uomo a cui era stata promessa milady non fosse affatto affidabile.

- Su, su, oujou-sama… Non pianga, per favore. - la rosa si alzò in piedi, battendo piano le mani sul completo maschile che indossava. Non la facevano impazzire gli abiti da maid.

- T-Touko… -

- So benissimo che lei vorrebbe sposare Ichinose-sama, vedrà che se continuerà a combattere riuscirà ad ottenere ciò che vuole. - la rosa si inginocchiò davanti al letto sul quale la Urabe stava seduta, poggiando una mano sul petto e chinando il viso. - Io sono orgogliosa di essere sua serva, e credo in lei. Ce la farà, oujou-sama.

La turchesina arrossì lievemente, lasciando che un’ultima impercettibile lacrima le solcasse il viso. - Chissà cosa sta facendo in questo momento Ichinose-kun… - sussurrò sognante, ritrovando improvvisamente il solito buonumore. La cameriera sorrise e si rialzò, invitandola ad alzarsi a sua volta.

La cena alla Villa Urabe si svolse senza troppi intoppi fino a quando milady riprese il discorso del matrimonio. Sapeva che era rischioso affrontare quell’argomento, eppure doveva farlo.

- Padre, madre… Mi dispiace, ma pur deludendo le vostre aspettative non ho intenzione di sposare un uomo che nemmeno conosco. - al suo fianco, in piedi accanto al tavolo, la cameriera Zaizen quasi si soffocò con la saliva nel sentire quelle parole. Perché tirare fuori l’argomento proprio durante la cena?

Il padre della ragazza turchese sbatté rumorosamente le posate sulla tavola. Era un uomo sulla cinquantina, alto, con baffi e capelli color acquamarina. - Rika-chan, tu lo sposerai. E’ già stato deciso dal sottoscritto e dalla tua nobile madre! -

La donna sorseggiò tranquillamente il suo vino da un calice di cristallo e sorrise. - Vogliamo solo la tua felicità, Rika-chan, e quell’uomo sarà capace di renderti felice. Oltretutto, lo saremo anche noi. -

Sventolava continuamente un orribile ventaglio viola che smuoveva leggermente i suoi capelli azzurrini. I genitori di milady erano davvero insopportabili.

- Ma io non lo amo! - ribatté Rika, sbattendo i pugni sul tavolo. Touko non si permise di commentare, rimase in piedi in silenzio.

- Ti abituerai. - disse il padre della turchesina. - Se sposerai quell’uomo amplieremo la produzione delle nostre industrie, che diventeranno internazionali! -

- Anche la famiglia di Ichinose ha numerose industrie! - esclamò Rika. - Se vi interessano tanto i soldi, perché non contrattate con la sua famiglia? -

- Le loro industrie sono molto meno importanti delle nostre! - ribatté il padre della giovane.

- Io sposerò Ichinose-kun! - urlò la ragazza, sull’orlo di una crisi isterica, zittendo finalmente i genitori; poi si alzò da tavola e schioccando le dita richiamò Touko, che la seguì nelle sue stanze.

La mattina dopo la Urabe indossò un leggero abito roseo con alcuni merletti chiari e legò i capelli con un nastro del medesimo colore dell’abito. Accompagnata dalla fedele cameriera uscì nell’enorme giardino labirinto della Villa, passeggiando per svariati minuti senza un’apparente meta.

- Rika-chan! - la voce di un ragazzo richiamò milady e la cameriera, che si voltarono verso la direzione da cui proveniva.

L’amato della Urabe, Ichinose Kazuya, camminava velocemente verso le due ragazze. Quando Rika lo riconobbe urlò il suo nome e cominciò a correre verso di lui, lasciando indietro la Zaizen. I due innamorati si abbracciarono sorridenti.

- Cosa ti porta qui, Ichinose-kun? - chiese la ragazza. Kazuya non ci pensò troppo.

- Volevo vederti, no? Come stai? -

- Bene, ora che ci sei tu! A te tutto bene? -

Il viso dell’elegante ragazzo in completo nero si rabbuiò improvvisamente. - Ehm… Purtroppo no, Rika-chan. -

La turchesina mostrò subito un’espressione preoccupata, incitando Ichinose a parlare.

- Purtroppo ho avuto solo ieri notizia della morte del mio nobile padre… Per questo dovrò andare a sostituirlo nella sede centrale della nostra industria, che come sai è situata in Africa.

La povera Rika sentì il cuore sobbalzare in mezzo al petto. - E… Per quanto tempo dovresti rimanerci…? -

- E’ una cosa definitiva. Dovrò trasferirmi là a vita. -

Milady non riusciva a crederci. Rivolse il viso all’indietro, cercando con lo sguardo la fedele cameriera, la quale si avvicinò immediatamente alla coppia. La Urabe non voleva sfogarsi parlando con lei, semplicemente la sua presenza la rassicurava.

- V-Verrò con te, Ichinose-kun! Non posso lasciare che tu vada da solo! - esclamò la giovane lady, ma il castano la zittì.

- Mi dispiace, ma non posso permetterlo. Purtroppo in Africa sta dilagando una grave malattia che continua a mietere anime innocenti. Persino mio padre ne è stato colpito, e per colpa del morbo ormai non c’è più! -.

Rika realizzò solo in quel momento a cosa andava incontro il suo amato. Sentì le guance inumidirsi e gli occhi bruciare, mentre abbracciava per l’ultima volta il suo Ichinose.

- M-Ma tu, così… - singhiozzò senza riuscire a finire la frase. Si chiuse in un rassegnato silenzio, quando sentì le morbide labbra del castano posarsi dolcemente sulle sue.

- Ti amo, Rika-chan. Stammi bene… -. Ichinose sciolse l’abbraccio e si voltò, camminando verso il cancello d’uscita della Villa Urabe. Mentre saliva sulla sua carrozza, si voltò un’ultima volta verso le due ragazze e con un cenno della mano salutò sorridente la sua amata.

Rika osservò per l’ennesima volta il panorama aranciato fuori dalla finestra della sua camera. Ormai il sole stava tramontando, e non vedeva ancora tornare il suo amato Ichinose-kun. Aveva sperato invano che tornasse a prenderla e portarla con sé, eppure di lui non vi era nessuna traccia.

Non le importava la morte, in fondo avrebbe comunque sposato Kazuya in Africa! Voleva sposarlo a tutti i costi! Eppure lui non era tornato. Il ragazzo aveva pensato alla salute della sua dama, invece probabilmente Rika era solo un’egoista. Ma se fosse stata così egoista avrebbe continuato a piangere e a disperarsi; al contrario, la turchesina aveva quasi accettato quell’abbandono tanto doloroso.

Si sedette sul letto, voltandosi poi verso Touko, che stava in piedi accanto allo stipite della porta, sorridendole debolmente. Volse di nuovo lo sguardo verso la finestra, la luce del sole era sempre più lontana e stava ormai lasciando spazio alle tenebre della notte.

- Non tornerà, oujou-sama. - sentenziò la cameriera, realista.

- Hai… Ragione. - confermò la nobile. Chiuse gli occhi e sussurrò un ultimo, definitivo saluto. - Goodbye, mia dolce meraviglia... -.

 

 

 

 

(*) “Oujou-sama” sarebbe milady, mia signora, padrona. Uno di questi, ecco. .u.

 

 

… Lo so, non è il massimo. Come IchiRika non mi convince troppo, ma ci volevo provare. ewe *Più che altro, lei adora Touko.*

Pubblico questa fiction per una ricorrenza speciale, ovvero il mio primo anniversario su EFP. Esattamente un anno fa, il tre aprile, mi sono iscritta a questo sito dopo mesi di stalking dietro le quinte. (?) Ho girato per vari fandom prima di arrivare in questo, e prima di approdare anche qua con una fiction ho stalkerato un po’ di autrici senza farmi sentire. Quasi non ci credo- E’ passato un anno da quando mi sono iscritta, che emozione ;w;

Auguri a meeeee. ♥

Parlando della fiction, è il mio primo esperimento di IchiRika + Touko come cameriera awww-- E sinceramente non so dire se sono soddisfatta o no del mio lavoro. La frase finale/il titolo sono presi da una certa canzone, “Alice e il blu”, ma ora mi sfugge il nome della cantante. (?)

Mi piace ambientare le fiction indietro nel tempo (?), anche se mi sono completamente inventata la malattia in Africa, non so se nell’Ottocento - la fiction è ambientata in quel periodo, yoh - c’erano epidemie particolari in quel continente. ouo”

Inizialmente non avrei dovuto pubblicare questa fiction in questa data, ma qualcosa di introspettivo su qualche personaggio; alla fine però mi sono ridotta agli ultimi giorni e devo pubblicare questa, lulz.

Ora vi saluto, dato che ho rotto abbastanza.

Chu!

- rainbow. ♥

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: yellowloid