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Autore: Vic_Mikaelson    03/04/2014    5 recensioni
« Non posso accettare di vederti con lei, non lo capisci? » -urlò Claire Holt.
« Lei è la mia vita, Clè, se la lasciassi perderei me stesso, la mia felicità! » -ribattè Morgan, freddo.
« E' una ragazzina, non è ancora in grado di capire il linguaggio dell'amore..» - il suo amico non ragionava, non voleva rassegnarsi a quell'idea: non c'era futuro per lui e Julia, il loro amore non poteva durare, troppi ostacoli, troppe differenze.
« Joseph, sai bene che appartenete a due mondi troppo diversi, non ci sarà pace nel vostro futuro » -la ragazza dai capelli biondi come il sole era decisa a riportare l'amico sulla retta via, combatteva per la giustizia, combatteva per l'amicizia, combatteva per Joseph Morgan, il suo amico più prezioso.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire Holt, Joseph Morgan, Joseph Morgan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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V.  Fuori è buio


Messina.

Julia uscì dal locale con le lacrime agli occhi: i capelli color nocciolo risplendevano alla luce della luna, sembrava una dea scesa sulla terra per portare gioia e amore, eppure era una semplice mortale destinata a soffrire, ad essere tradita dalle persona a cui voleva bene; spesso si fermava, riflettendo sul fatto che la natura inganna i figli da lei stessa creati, non solo negandoli del piacere, ma prospettando la morte come cessione del dolore.
Il cuore le batteva forte, le mani tremavano per il freddo, ma i piedi, quei miseri composti di carne e ossa, volevano spingerla a fare qualcosa che la testa rifiutava, spinta dalla ragione: non avrebbe fatto niente di avventato, ne per Angelica, ne per nessun altro, costoro appunto non si meritavano quel sentimento sovrano, il sollievo di aver vinto, di averla battuta.
Il tratto che distingueva Julia Cherubini era l'orgoglio, ferirlo corrispondeva a distruggere il suo essere, rendendola vulnerabile.
Tirò un sospiro di sollievo quando vide una panchina leggermente consumata sul marciapiede del lato opposto, correre così veloce e con tale energia le aveva causato una stanchezza fisicamente notevole, aveva bisogno di riposare.
Nel momento in cui si sedette, stiracchiando le gambe, una mano le toccò la spalla destra, gesto che la fece sussultare, la paura si era impossessata di lei e diciamolo, poteva essere chiunque: Un ladro, un serial  killer, uno stupratore, un..
<< Tranquilla Cherubini, voglio solo rubarti qualche minuto e darti la possibilità di conoscermi.. >> -disse una voce forte e carismatica, degna di un ragazzo sicuro di se.
Fece il giro della panchina e si sedette accanto a lei: i piccoli occhi azzurri la guardavano intensamente come se tutta la sua attenzione fosse concentrata sulla compagna, i capelli castani si spostavano da un lato all'altro a causa di un vento impetuoso che cresceva sempre di più, travolgendoli.
Julia lo fissò, rapita dalla sua bellezza inumana e dallo sguardo indagatore, ma dopo qualche minuto distolse lo sguardo per non destare sospetti.
<< Ti conosco benissimo, Liberti e credimi quando dico che la tua natura è molto diversa dalla mia >> -era seria, non sarcastica, letteralmente posata.
<< Allora dimmi, o saggia, qual'è la mia vera natura? Quale muro si contrappone tra me e te? Cosa ci rende tanto diversi? >> - parlò con un sorrisetto leggermente snervante, ispezionandola con attenzione.
<< Non penavo di spingermi fino a questo punto, ma se proprio desideri una risposta non te la negherò: in primo luogo sei uno di quei ragazzetti popolari che, in fin dei conti, avete tra voi una cosa in comune, la presunzione. 
Vi sentite superiori a tutto e tutti come se "gli sfigati" fossero delle fecce, persone che non sono degne di voi. Siete arroganti e esageratamente estroversi, contate troppo sul vostro aspetto esteriore e pochissimo su quello interiore.
Una delle cose che mi da più fastidio è la vanità, altra caratteristica che vi distingue dagli altri, rendendovi diversi. -disse tutto a un fiato, ma voleva continuare, quello era il suo momento, finalmente avrebbe potuto esporre al diretto interessato il suo pensiero sui componenti di quel particolare "gruppo"- Inoltre Vittorio, vogliamo parlare delle ragazze? Per quanto belli siate, il vostro livello di intelligenza è pari a zero. Quelli come te certamente sono attratti solo e soltanto dalle fanciulle affascinanti con il seno grosso e magre come uno stecchino, che non hanno carattere, facili e per niente complicate. >> -non voleva continuare con il suo monologo, c'erano così tante cose da dire che se appunto le avesse dette, la voce le sarebbe sparita.
Dal canto suo, Vittorio guardava la sincera Julia come paralizzato, immobile, l'unico segno della sua presenza era il respiro affannoso che la incitava ad andare avanti.
La giovane tuttavia, irritata dal suo silenzio, non parlò: cosa avrebbe concluso se quel testardo ragazzaccio non la degnava ne di uno sguardo, ne di un ascolto? Fece spallucce e, vedendo che il suo interlocutore non proferiva parola, si alzò con lentezza per rendere l'atmosfera più pesante, ne aveva abbastanza.
Iniziò a camminare senza mai voltarsi indietro, ignara che l'odiato Liberti stava correndo verso di lei, sfidando il vento impetuoso della sera; si piazzò davanti ad una furiosa mora, imponendole di fermarsi e tenere la bocca chiuso, ora era il suo momento: << E' davvero questo che pensi di me? Come fai a crederlo se non mi hai mai frequentato? -poi, come se gli avesse risposto, annuì- Giusto, i soliti pregiudizi delle ragazze moraliste, dovevo aspettarmelo. Non ti sei mai chiesta perchè mi comporto così? Se nel mio comportamento si nasconde una profonda fragilità? No, tu giudichi solo da quello che vedi, ma metti un pizzico della tua ingenuità e intelligenza.. Sono deluso! >> -concluse.
<< Se ti ho tanto deluso, Liberti, perchè non te ne vai e mi lasci in pace? >> -ringhiò la giovane.
<< Perchè nonostante tutte le cose che mi hai detto, tutte le critiche, le offese, la ripugnanza con cui hai parlato..Io sono attratto da te, si Julia, tu mi piaci! >> -si spinse in avanti con l'intenzione di baciarla, ma la Cherubini si ritirò istintivamente.
<< Sapevo che la tua intenzione era farmi cadere nella rete da te elaborata, non sono stupida, mi dispiace Vittorio, ma con me non funziona! Provaci con Angelica, fidati, non ti deluderà >> - e con quest'ultima frase se ne andò, ignorando totalmente il ragazzo che, con gli occhi sgranati, la osservava mentre spariva nella notte nera.

Londra.

Joseph Morgan entrò in quell'albergo italiano che tanto aveva ammirato: la luce luminosa dell'atrio lo abbagliò subito come se un angelo gli avesse mostrato il suo paradiso, quello che il giovane tanto bramava. Si guardò intorno con calma: dei divanetti dall'aria invitante erano disposti in cerchio alla sua destra attorno a un lungo tavolo in mogano; alla sua destra, inoltre, si apriva un ampia porta in vetro oltre la quale, come si poteva ben notare, era possibile passare il tempo grazie a svariate attività: c'erano vari tipi di playstation 3 attaccati a diversi televisori a plasma, un lungo mobiletto in cui era appoggiato di tutto, da mazzi di carte classiche a giochi in scatola di tutti tipi, quello che spiccava tra tutti era il famoso Monopoli che in quel preciso momento era nelle mani di un giovane dall'aria attraente.
Un enorme bancone incorniciava il quadro, dove la gente poteva ordinare tutto ciò che gli passava per la testa e poi sedersi nei piccoli tavoli che lo circondavano, godendosi la bibita e gli stuzzichini scelti.
L'ultima cosa che non poteva mancare era la porta che indirizzava alla sala da pranzo che sfortunatamente Joseph non riusciì ad esaminare con cura.
Si diresse verso la reception, dove lo aspettava una donna biondissima dagli occhi azzurri che lo fissava sbalordita come se fosse caduta in un sogno  e cercasse di risvegliarsi senza riuscirci.
Il giovane attore era abituato a queste reazioni che certe volte gli causavano irritazione, altre, invece, soddisfazione per la propria bravura e meraviglia. Appena le parlò con il suo accento perfettamente british, la giovane scosse la testa, imbarazzata per la figuraccia, arrossendo leggermente: Morgan le sorrise cordiale, poi, aspettando gentilmente che la bella di fronte a se si riprendesse, le chiese indicazioni sull'albergo e i suoi orari e dopo una lunga chiacchierata, ordinò una camera matrimoniale dove avrebbe potuto stare più comodo.
Mentre discutevano amabilmente, la giovane dipendente gli disse che amava la lingua italiana e stava studiando per laurearsi in lingue, in modo da  poterla insegnare nelle scuole. 
Joseph aveva sempre desiderato imparare una nuova lingua e quella sembrava un occasione perfetta per aprirsi a nuove culture, tradizioni e sopratutto esperienze. Espose la sua idea alla ragazza che, eccitata per la proposta, accettò subito l'incarico di insegnarli la lingua italiana e dopo una discussione notevolmente tranquilla si misero d'accordo su orari e incontri.
Congedò la sua nuova insegnante e, con un sorriso furbo, si diresse verso la sua modesta camera.
                                                                    ***
Crystal era seduta sull'erba umida di Green Park e fissava con intensità le persone che passavano felici e armoniose: spesso si chiedeva come si otteneva la felicità, ma altrettanto spesso rimaneva senza risposta, nessun grillo parlante l'illuminava e non le dava consigli sulle scelte da compiere. 
Il pensiero vagò sui momenti più gioiosi della sua infanzia: riportò alla mente quando a sette anni giocava con le bambole insieme a un ventiduenne Joseph che, sorridente, le cullava con le braccia consorte cercando di non farle cadere per cercare di farla ridere e divertire; ricordò il primo giorno di scuola, dove a sua grande richiesta, la accompagnò il fratellone e tranquillizzò dicendole che l'istituto era bellissimo e si sarebbe divertita un mondo, inoltre le promise che lui ci sarebbe sempre stato e non l'avrebbe mai lasciata sola.
Una piccola lacrima scivolò dal chiaro occhio sinistro della giovane che, troppo depressa per urlare tutta la sua angoscia, si sdraiò sulla soffice erba verdastra perdendosi nei meandri più profondi dei suoi pensieri.
Dov'era ora il suo amato fratello? Perchè lo sentiva distante eppure così vicino?
Crystal chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal fruscio del vento.

Messina.

La giornata dopo l'accaduto, la scuola sembrava più fredda del solito come se una tempesta avesse accolto la struttura e gli studenti non erano da meno: Angelica Marchesi, la sua "migliore amica", non la degnava di uno sguardo e, se proprio era costretta a rivolgerle la parola, lo faceva con disgusto e disprezzo; Vittorio Liberti, al contrario, ogni volta che si incontravano nei corridoi, la fissava intensamente e, quando vedeva che lei si stava avvicinando per rivolgergli la parola, si allontanava con una notevole rapidità. L'unico che sembrava felice di vederla era il riccio Emiliano Casanova che la salutava con un debole sorriso per poi voltarsi e andarsene con altrettanta fretta.
Julia era delusa sia per Angelica che per Vittorio, solo che tra i due c'era un enorme differenza: mentre la prima la conosceva da tempi remoti e aveva passato inseme a costei ore e ore, Vittorio era frutto di una nuova conoscenza che si era creata, sviluppata e conclusa a causa di una notte assai turbolenta.
La Cherubini entrò in classe con uno sguardo teso e, dopo aver dato un ultimo sguardo al corridoio, si sedette al suo banco.
L'ora dopo la ricreazione era stata noiosissima, il professore di Scienze Naturali aveva una voce così monotona e bassa che molti dei presenti avevano rischiato di addormentarsi, provocando l'ira dell'insegnante che non ci pensò due volte per fare la nota alla classe e interrogare a più non posso.
Proprio mentre stava per pronunciare il cognome " Cherubini", entrò in classe uno dei bidelli esclamando che una circolare magnifica era stata sfornata apposta per noi.
Il professore la prese, guardando iracondo Julia che mantenne il suo sguardo e iniziò a leggere, arrogante: << Come proposto dal suddetto rappresentante di Istituto Vittorio Liberti, le classi III del Liceo Classico di codesto istituto saranno autorizzate a compiere una Gita d' Istruzione all'estero sotto la tutela degli insegnanti responsabili. La meta proposta e accettata dalla preside sarà la splendida capitale del Regno Unito, Londra.
Tutti gli interessati si rechino in segreteria per le iscrizioni che, se saranno numerose, si procederà con un sorteggio di classe per decretare i fortunati. >>
Tutti si guardarono come se non si fossero mai visti, Londra li aspettava.

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Nota autore: Il quinto capitolo è stato pubblicato? Siete sorpresi? Io modestamente si, non credevo ci sarei arrivata così presto( non vi ho fatto attendere per niente xD ).
Il primo paragrafo riprende da come ci eravamo lasciati nel precedente, l'atmosfera più romantica è infranta da Julia che probabilmente neanche lo sapeva.
Non voglio fare come TVD e farvi schierare tra le due coppie in gioco..Ma.. Sembra interessante, Julia e Vittorio o Julia e Joseph? AHAHA peggio di Damon e Stefan, ora capisco come si sente Elena xD
Comunque, il secondo lo voglio intitolare "Le avventure di Joseph", sembra un vagabondo, lo so, ma finalmente abbiamo una svolta: lui in un albergo italiano, lui che impara la lingua, lui che.. Devo tapparmi la bocca..o le mani!
Terza parte invece ci approfondisce il personaggio di Crystal, la sorella di Joseph che spero non vi stia antipatica o vi dia i nervi, abbiate pietà.
Infine abbiamo finalmente "La svolta", Londra è alle porte, i nostri personaggi stanno per cambiare.
Spero mi seguirete ancora nonostante le mie pausa e che la mia storia vi affascini e sia piacevole, ci vediamo al prossimo aggiornamento( non pensate male) e recensite in molti, è molto importante per me *-*
Baci,
Nau Mikaleoson.

Mia pagina: https://www.facebook.com/noichesiamotributes?ref=hl e..Una sorpresina per voi.

                               
  
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