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Autore: JennyAnastan    04/04/2014    5 recensioni
un piccola OS, senza pretese che mi balenava in testa da qualche tempo.
L a nuova generazione sta per partire...e la vecchia per fare i conti con il passato.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Seduta di fronte allo specchio, guardò la sua immagine riflessa. Molto in lei era mutato, era diventata una donna, una madre e una moglie.
Il suo viso si era mantenuto incredibilmente bene. E di certo non dimostrava i suoi trent’otto anni.
Sentì un tuffo al cuore nel rendersi conto di quanto tempo era passato, di come i giorni, poi i mesi e infine gli anni si fossero susseguiti velocemente.

Troppo velocemente…

Raccolse i capelli in uno chignon e si alzò per raggiungere il resto della sua famiglia al piano inferiore.
Quel primo settembre del duemiladiciassette era un giorno importante.
Scese le scale come avvolta in un bolla, e si fermò ad osservare la sua famiglia in fermento.
Il primo giorno di scuola, lei se lo ricordava bene. Era stato in quella lontana mattina che aveva conosciuto il suo futuro marito, Ronald. E l’uomo che le avrebbe rubato il cuore e l’anima.
 
-Mamma dai sono le dieci andiamo! – urlò sua figlia Rose.
 
Lei le sorrise –Sono pronta. – disse afferrando il suo soprabito chiaro.
 
-Sei bellissima tesoro! – La voce di Ron le arrivò inaspettata da dietro le spalle. Lei arrossì impercettibilmente.
Non per quel complimento sincero che il marito le aveva rivolto, ma per i ricordi che quel bellissima riportava alla mente.

Quante volte mentre piano entrava in lei, le aveva detto che era bellissima?

 
-Mamma buon giorno! – suo figlio Hugo si avvicino e l’abbracciò teneramente.
 
La sua famiglia, non la loro.
 
 
 
Negli anni aveva immaginato quel giorno, e pensato più volte che quel primo settembre non si sarebbe presentata alla stazione. Avrebbe potuto inventarsi un influenza improvvisa.
Lei non era una codarda, lei non era come lui.
Sospirò guardando fuori dal finestrino della macchina, e distrattamente ascoltava il marito spiegare alla loro primogenita che sicuramente sarebbe stata una Grifondoro, come loro.
 
-Miseriaccia Herm, sono diciannove anni che non lo vediamo il nostro treno! –
 
Diciannove anni, era passato così tanto tempo dall’ultima volta.
 
Sorrise, obbligando sé stessa a non far ricadere quei pensieri malinconici su quella famiglia che amava –Già sarà bello tornare lì. – posò la mano sulla gamba del marito e lui la guardò felice.
 
-Chissà se rivedremo qualcuno? – Chiese Ronald.
 
-Può essere. – asserì solo lei. Ma lei sapeva chi ci sarebbe stato. Lo sapeva da sempre, da quando aveva visto lei al San Mungo per le visite di controllo. Erano entrambe incinte, e addirittura allo stesso mese.
 
Il destino era crudele.
 
 
Arrivarono alla stazione di Londra che mancavano venti minuti alla partenza dell’espresso per Hogwarts. Il cuore di Hermione accelerò, i suoi occhi saettavano tra le persone intorno a lei, era alla ricerca di qualcosa… di qualcuno.
 
-Eccoli! –
 
Hermione seguì lo sguardo del marito senza respirare, e i suoi muscoli si rilassarono solo dopo che intravide le figure dei coniugi Potter avvicinarsi a loro.
Il maggiore dei gigli di Harry e Ginevra avrebbe frequentato il terzo anno, mentre il secondogenito si apprestava anche lui a iniziare il primo anno.
La sua Rose avrebbe avuto come compagnia il suo amato cugino, Albus.
Sistemo la tracolla della sua bambina, e le posò un delicato bacio sulla fronte.
 
-Andrà tutto bene tesoro. Mi raccomando aspettiamo un tuo gufo! –
 
La ragazzina annuì e strinse forte fra sua madre, poi si buttò tra le braccia del padre.
 
Il magico trio dei miracoli, più Ginevra, osservarono i loro ragazzi salire sul treno, per una nuova avventura.
 
-Guarda chi c’è Harry! – Qualcosa nell’inflessione della voce del marito, le fece mancare il fiato.
 
Alzò lo sguardo e lo vide. E fu come tornare indietro di diciannove anni, come se loro non si fossero mai divisi.
Sentì le gambe tremare, e il cuore sanguinare.
 
-Mione stai bene? – la voce di Ginny le risuonava come un eco lontano.
 
-Io… - aveva bisogno di stare sola – Devo andare in bagno – disse scappando da loro e da lui.
 
Si rintanò nei bagni del binario 9 e ¾, fu sollevata nel vedere che erano deserti.
Arrivò davanti al lavandino e si bagno i polsi, il suo cuore martellava in petto furiosamente. Era così ogni volta che pensava a lui, e rivederlo aveva peggiorato i suoi attacchi.
Il Panico! Quella sensazione che non l’aveva mai abbandonata da quando lui l’aveva lasciata sola.
Codardo.
 
-Mezzosangue! –
 
sobbalzò al suono di quella voce che aveva sognato ogni notte da quando l’aveva udita l’ultima volta.
 
-Mezzosangue! – insistette lui.
 
Lei lentamente si voltò, in direzione di quello che non era più il ragazzino sfrontato che l’aveva fatta innamorare. Ma un uomo, bellissimo e algido come se lo era immaginato.

Era cresciuto senza di lei…

 
-Malfoy. – disse fredda, mentre la sua anima dannata bruciava –cosa vuoi? –
 
Lui le si avvicinò, troppo. Lei poteva percepire il suo odore, che nonostante il tempo avrebbe riconosciuto ovunque.
 
-Sei bellissima. –
 
Hermione gli lanciò un occhiata stizzita –Cosa vuoi Malfoy? – domandò nuovamente con voce non più decisa, ma anche tremante.
 
-Ti ho vista entrare qui. E non ho resistito… - sospirò e le posò una mano sulla guancia –Mi sei mancata. – un sussurro.
 
Bastò quello a lenire il dolore che l’aveva consumata in tutto quel tempo senza di lui.
 
-Diciannove anni Draco… -
 
-Mi sono sembrati mille anni. –
 
In un attimo le braccia dell’uomo avvolsero la sua figura, e finalmente dopo tanto tempo lui si sentì a casa. Stretto alla donna che aveva amato, che amava.
Tornò a respirare.
 
-Mi hai lasciato Draco… mi hai abbandonata! –
 
-L’ho fatto per te. Dovevo proteggerti… -
 
Hermione sgranò gli occhi sorpresa da quell’ammissione –casa…cosa vuoi dire? – domando senza staccarsi da lui. –
 
-Ti avrebbero uccisa. – disse in un fiato –Se avessi scelto te ti avrebbero uccisa. –
 
Si stacco da lui, e lo guardò triste –E allora hai deciso di uccidermi tu! –
 
-Io ho fatto quello che ritenevo giusto, quello che era meglio per te. –
 
-Tu eri il meglio per me! – sbottò –E non mi hai dato la possibilità di scegliere, hai deciso per me! –
 
-Non ho mai smesso di amarti… - le prese i polsi e avvicinò pericolosamente i loro volti – io ti amo –
 
Una lacrima scese incontrollata sulla guancia arrossata della strega, le labbra di lui si appoggiarono gentili su quella stilla che piano ricadeva verso il mento.
 
-Non possiamo… - cercò di dire lei.
 
-Stai ferma qui un secondo… - la pregò – concedimi solo un ultimo secondo. –
 
Il corpo di Hermione si rilassò contro quello caldo di Draco. Si beò di quelle sensazioni che per un anno aveva provato quotidianamente e che poi le erano state strappate via.
 
-Devo andare ora… - affermò scostandosi da lui.
 
-Hermione ti amo… - resta con me.
 
-Tu hai scelto per noi diciannove anni fa. Ora è troppo tardi… - chiedimi di restare.
 
Prima di chiudersi la porta alle spalle pronunciò quelle ultime parole, che suonavano come una sentenza –Addio Mafoy… -
 
 
Lei non poté mai vedere quell’uomo che non si era mai scomposto, piangere. Ma lo fece nel silenzio di quel bagno. Solo.
Senza di lei…
 
 
-Ehi Mione, dov’eri sparita? –
 
La strega guardò negli occhi il marito, si rilassò in quel azzurro tanto diverso da quello di Draco. 
Lui non l’avrebbe mai ferita, non si sarebbe mai permesso di annientarle il cuore.
Perché non è a lui che appartiene. Zittì la voce della sua coscienza, sfiorando le labbra del marito.
 
-Ero in bagno – disse solo.
 
-Sei sicura di star bene tesoro? – domandò lui preoccupato.
 
-Ora si… -
   
 
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