Fanfic su artisti musicali > Lana Del Rey
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Autore: flawdelrey    04/04/2014    3 recensioni
Lizzy, o meglio Elizabeth, vive una vita abbastanza monotona, ma da quando entra una ragazza canadese nella sua vita tutto cambia..
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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Capitò, un pomeriggio, che rimasi a scuola per il corso musicale di chitarra. Non ero molto brava e quindi volevo imparare. Canticchiai sotto voce quando il prof. uscì dalla porta, presi la chitarra appoggiata sul tavolo e con i polpastrelli iniziai a suonare una melodia composta dal professore Murphy, un pazzo irlandese che provava ad insegnare qualcosa a qualcuno, oltre a fare casino. In realtà lui non insegnava musisa o strumento..ma ginnastica e io lo odiavo ogni giorno di più. Era sempre lì, con un maglione azzurro di vecchia data, seduto vicino al bidello, chissà, forse gli piaceva pulire i bagni. Io me lo facevo bastare, era sempre meglio di quella pazza della Price, lei sì che insegnava musica, a me stava antipatica, era sempre pronta a farti la predica e se non facevi il compito non succedeva la terza guerra mondiale, ma la quarta. Poi c'era Bennett che insegnava il francese, avevo sempre odiato il francese ma il prof mi stava abbastanza simpatico, forse perchè era nuovo e dovevo conoscerlo meglio. La Shaw, invece, era la mia preferita. Una vecchietta della terza età con la solita sciarpa di lana, anche alla fine dell'anno l'aveva, quando faceva caldo. E poi Khan, Marshall, Simpson e Mason. Rientrò dopo un po', aveva da controllare i suoi "ragazzi", tra i quali Alexander, che ovviamente ancora non si sentiva, se giocavano bene a calcio.

"Allora signorina Grant, a che punto siamo?" mi chiese con l'aria da sfacciato, dio quanto lo odiavo, dio se lo odiavo. "A un buon punto, ma devo bere." gli risposi con la stessa presunzione. "Beva, ha l'acqua, no?", iniziò a farmi ribbollire il sangue, ma rimasi calma. "Ehm..no, dovrei andare al bagno" risposi annuendo. "Bene, vada allora! Cosa aspetta?" Cosa aspettavo? Un treno su di te, ecco cosa. Scesi dal banco su cui ero seduta e misi le mani in tasca, dirigendomi verso il bagno. Mi sentivo osservata, così mi guardai intorno, il nulla. Feci spallucce ed entrai in bagno, presi i capelli con le mani, alzandomeli e inziai a sorseggiare, sentii un rumore. Sicuramente era quel pazzo. Misi la testa fuori dal bagno delle ragazze e mi accorsi che non c'era nessuno, nemmeno Murphy, forse era solo andato a prendersi un caffè, come il suo solito. Sentii, poi, una chiave girarsi in una serratura. Oh merda, corsi fuori dal bagno e mi guardai intorno, di nuovo. Camminai velocemente verso la mia classe, dove qualche minuto prima stavo suonando. La chitarra era sparita. Non mi davo una spiegazione, eppure le domande erano troppe. Sentii, ancora, un rumore, ma non era un rumore, erano dei lamenti. Eddai, nessuno si era mai permesso di fare sesso a scuola, tantomeno quell'anno. Quell'anno fu ribattezzato come "l'anno delle regole". Iniziai a scorrere lungo i muri, nascondendomi dietro ogni pilastro che il mio corpo incontrava, ero sola. Le mie orecchie sentivano, sentivano ancora. Conoscevo quella voce, era una voce calda. Arrivai davanti alla porta della palestra, arrivavano da lì le urla. Spiai dalla serratura, che sbadata, non c'era la serratura! Sinceramente? Avevo paura, ne avevo tanta. Forse qualcuno stava torturando qualcuno e forse non stavano facendo sesso. Forse mi ero sbagliata. Tutti i miei dubbi potevano risolversi se aprivo quella porta, ma era il coraggio che mancava. Io non ero una tipa coraggiosa, portai la mano vicino alla maniglia della porta e le urla si fermarono. Silenzio assoluto. Portai una mano alla bocca e rimasi quasi sconvolta, ma non sapevo il motivo. Mi girai e silenziosamente, tornai in classe, camminando molto rapidamente. Arrivai ad un'altra porta, quella dell'entrata della scuola però. Misi, di nuovo, la mano sulla maniglia e nulla, chiusa. Corsi velocemente verso l'entrata posteriore. Tutto chiuso. Il destino mi odiava, cominciai a pensare. Ero solo io e la o le due voci urlanti, che bella cosa. Poi mi ricordai che le ragazze dovevano venire da me per le prove, avevo io le basi per il saggio e per la partita di fine anno. Ero fottuta, anzi no, chiusa in una scuola con qualcuno di veramente pazzo. Forse l'unico pazzo era Murphy, che mi aveva chiusa dentro. Girai tutto l'istituto, e su e giù, e su e giù, per vedere se c'era qualcuno. Pessima idea, alla fine del quinto giro avevo i piedi a pezzi, appoggiandomi sui muri arrivai all'entrata, dove c'era la statua, iniziai a parlarci. Ero diventata matta per caso? Sì, ero diventata matta. Poteva andare peggio? Ovviamente. Avevo il cellulare scarico, doppia merda. "Mi si è scaricato il cellulare" dissi alla statua, che mi guardava immobile. Ehi, cosa potevo aspettarmi da una statua? Aspetta che te lo carico io? Sì, aspettavo questo, o meglio, aspettavo qualcuno che mi portasse fuori di lì. Qualcuno scese dalle scale, ero così rimbambita che non mi accorsi di chi era, ero troppo impegnata a giocare con i piedi della statua. Ok, adesso mi sentivo davvero osservata, mi girai subito e mi tranquillizzai, era la ragazza che non riuscivo a trovare, Victoria. Oddio, c'era qualcuno lì con me, non potevo crederci. "Sei rimasta sola?"..mi guardai intorno e ironicamente "no, c'è la statua qui con me", mi girai e ripresi a parlare con la statua. La sentii ridere, risi anch'io. "Perchè ridi?" chiesi. "Sei buffa", non so quante volte me l'aveva detto, ma mi piaceva sentirmelo dire, era troppo tenero il suono che usciva dalla sua bocca. Si spostò i capelli ricci portandoseli dietro a un orecchio. Era bella, ahi ahi ahi Elizabeth, eri fidanzata. E poi non eri..come dicevano tutti, lesbica. No, non lo ero. Ma lei mi piaceva, il suo carattere mi piaceva, no ok, mi piaceva. Infine, mi sorrise. "Se vuoi possiamo fare qualcosa" mi disse, "certo" risposi annuendo, ma io non avevo idea di cosa fare. E lei mi rispose come se avesse letto nel mio pensiero, "nemmeno io" rise di nuovo. Qualcuno la chiamò con un soprannome, Vic. Si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia, poi si voltò e inziò a camminare verso la statua, passò oltre, ero sconvolta. E come sempre, sparì nel nulla. 

SPAZIO AUTRICE
Ehii, quanto tempo! Sì, è troppo piccolo, non ricordatemelo. Non ho proprio idee, questa volta non vi prometto niente ahah Volevo ringraziare chi sta perdendo tempo a leggere questa ff, beh..spero di non aver deluso le vostre aspettative. A presto, un bacio :)

 
  
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