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Autore: Gleeky_00    04/04/2014    2 recensioni
Aiuto.
Una piccola parola che diciamo tutti i giorni,una parola di cui non capiamo il vero significato fino a quando non diventa difficile pronunciarla.
Kurt non chiede aiuto,non lo ha mai fatto e forse sono state le sue cicatrici a farlo diventare grande ma sarà abbastanza forte da piegarsi all'orgoglio e riuscire ad abbassare i suoi muri?
Un piccolo pensiero nato dalle immagini della 5x15.
ATTENZIONE SPOILER!
[Scritta prima della 5x14]
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Questa città è sempre uguale.

Questo pensiero si sta formulando nella testa di Kurt da quelli che potrebbero essere anni o giorni o ore ma non gli interessa.

E' strano che proprio lui pensi questo della bellissima New York City,è vero che è tutta uguale ma l'ha capito soltanto adesso,New York non è la città delle stelle come diceva Rachel,New York non è la città dei sognatori come dice suo padre ma sopratutto New York non è la sua città come aveva sempre detto Kurt.

Ora si accorge che New York è uguale ad altre migliaia di città in questo fottutissimo mondo,altre migliaia di città che ti accolgono a braccia aperte ma che sono pronte a pugnalarti alle spalle da un momento all'altro.

Forse lo fa involontariamente o forse no ma Kurt sbircia attraverso il finestrino tutti i vicoli bui per vedere se c'è qualcuno dentro,qualcuno che chiede aiuto ma non crede proprio che questa volta sarà il primo a soccorrerlo,in questo momento gli interessa soltanto che questo schifo di taxi arrivi a Bushwick.

Il tutore gli preme sul collo ed è sicuro che quando lo toglierà ci sarà un alone rosso e forse dovrebbe preoccuparsi di più di tutte le lezioni che sta perdendo,di tutte le cose che Blaine sarà costretto a fare senza il suo aiuto invece che crogiolarsi in quello che gli ha detto quella dannata strizzacervelli.

Chi era quella donna per dirgli chi fosse?

Che cosa aveva fatto per meritarsi di ascoltare la sua storia?

Per il suo braccio ferito aveva visto molti dottori ma l'incontro con la psicologa è stato il più devastante.

Quella donna in tailleur e la ricrescita grigio topo gli aveva dato del malato e Kurt non era malato;ferito,incazzato,spaventato ma non malato.

Aveva praticamente implorato Blaine di portarlo via da quel posto e prima il suo fidanzato aveva opposto resistenza perché dice che gli serve la terapia ma poi vedendolo piangere si erano alzati e se ne erano andati.

Ed eccoli lì,su un taxi guidato da un signore di colore mentre Kurt guarda fuori dal finestrino e Blaine continua a sfiorargli con le dita la mano premuta contro il sedile nero.

Quando arrivano a Bushwick Kurt non se ne accorge neppure,tanto New York è tutta uguale.

D'istinto apre la portiera ma Blaine lo ferma subito scendendo per primo e prendendo anche il bastone di Kurt che poi gli porge gentilmente.

Non è stato ferito agli arti inferiori ma lo shock mentale è stato forte e gli tremano ancora le gambe.

Si direbbe che per una persona che ha già subito violenza fisica questo potrebbe essere più facile,tanto si è già abituati ma non è assolutamente così,anzi,in questi ultimi giorni mille immagini tempestano i sogni di Kurt,immagini che sono dolorosi fotogrammi del suo passato.

Si aggrappa alla mano di Blaine per tirarsi su mentre con l'altra fa leva sul bastone.

Fare le scale è difficile,camminare è difficile,respirare è difficile,tutto a Kurt sembra difficile in quelle condizioni.

Blaine cerca di ridere,di fare l'ottimista ma entrambi sanno che non serve a niente,che fare un bel sorriso non metterà a posto il braccio di Kurt,non gli permetterà di tornare alla NYADA senza essere minimamente considerato e non porterà indietro quel povero ragazzo la cui sola colpa è essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Blaine gli continua a ripetere che è un eroe,gli continua a ripetere che ha fatto tutto questo in buonafede ma Kurt non è un eroe,gli eroi salvano le persone,non le fanno morire in un lurido vicolo mentre tu te ne stai steso lì semplicemente svenuto.

Blaine lascia per un secondo la sua mano mentre se la infila in tasca e estrae le chiavi per inserirle nella toppa e aprire la porta del loro loft.

Kurt entra sorreggendosi malamente sul bastone guardandosi intorno,quando se ne erano andati dormivano ancora tutti,avevano preso l'appuntamento la mattina presto.

-Dove sono gli altri?

-Bé...

Blaine chiude la porta parlandogli con quel tono che usano gli adulti quando spiegano qualcosa hai bambini.

Quel tono che Kurt ha sempre odiato.

-Rachel e Artie sono a scuola mentre Sam è al lavoro.

-Ah...già...

Se ne era momentaneamente scordato,altro effetto collaterale della botta in testa.

Se ne sta lì fermo in salotto come fosse soltanto una figura esterna a quello che lo circonda.

Kurt è una figura esterna,lo è da quando ha capito che il mondo fa schifo e non ne vale la pena di starci dentro.

-Vieni,andiamo a metterci qualcosa di comodo.

Blaine gli toglie il bastone di mano mettendolo accanto all'attaccapanni per poi prendere la sua mano e guidarlo in camera da letto.

Il ragazzo coi ricci tira fuori dal cassettone una T-shirt e dei pantaloni della tuta mentre Kurt lo guarda immobile.

Quando capisce che si deve spogliare una fitta davvero profonda gli attraversa il petto da parte a parte.

Blaine sorride gentilmente mentre Kurt si siede sul letto e si toglie le scarpe,dopodiché si alza e il suo fidanzato si inginocchia davanti a lui cominciando a sbottonargli i pantaloni e a farli ricadere giù per le sue gambe.

Che umiliazione.

Nota che Blaine sta osservando con molto interesse i suoi boxer neri e Kurt vorrebbe davvero sentirsi lusingato ma riesce solo a pensare al fatto che non può dargli più quello che vuole.

-Vuoi che faccia qualcosa per te?

La voce del suo fidanzato è dolce mentre lo ammira dal basso verso l'alto con quegli immensi occhi verdi e a Kurt quasi viene da piangere per quanto gli piacciono quegli occhi che non riesce neanche più a guardare.

-No,io davvero...non sono proprio in vena...

Blaine gli da un bacio nell'interno coscia per poi prendere i jeans e metterli sul letto sostituendoli sulle gambe di Kurt con i morbidi pantaloni della tuta.

Quando è il momento della maglia Kurt per poco non urla dalla frustrazione.

Odia questa vita,Kurt non era mai dipeso da nessuno,aveva imparato a cucirsi i vestiti da solo,a cucinare da solo,a badare a suo padre quando era in coma,nessuno lo aveva mai aiutato e non voleva l'aiuto di nessuno e ritrovarsi a dover essere aiutato dal suo fidanzato soltanto per spogliarsi...è una pugnalata al cuore fin troppo dolorosa.

-Blaine...Blaine spostati,faccio io...

Con una leggera spintarella si toglie il ragazzo di dosso lasciandolo interdetto.

-Cosa?No Kurt devo aiutarti-

-No Blaine...faccio io non preoccuparti...

-Ma non ho ancora tolto il tutore,non riuscirai mai a-

Kurt si volta verso Blaine guardandolo improvvisamente con degli occhi di ghiaccio.

-Blaine io non dipendo da nessuno,non l'ho mai fatto e non intendo cominciare ora e tu non puoi dirmi cosa riesco o non riesco a fare perché io sono Kurt Hummel e riesco a fare quello che voglio quindi non ho bisogno del tuo aiuto!

Kurt non si accorge di star urlando fin quando non si ferma e una fitta gli attraversa il cranio.

Blaine davanti a lui sgrana gli occhi sembrando più ferito che arrabbiato.

-Allora non vuoi il mio aiuto?Bene,non lo avrai!

Detto questo esce dalla camera chiudendosi le tende dietro la schiena.

Dopo un momento di instabilità Kurt prova a togliere il tutore ma la chiusura a strappo è troppo dura ed difficile sopratutto per la sua mano sinistra.

Si dice che può levarsi la maglia anche con quell'aggeggio ancora appeso al collo e infatti ci prova,si porta la maglia fin sopra la testa ma non riesce a farla uscire dal collo.

Ci riprova con diverso meccanismo ma il risultato rimane sempre lo stesso.

Ci riprova,riprova e riprova ma niente da fare.

Si sente uno stupido,uno stupido che non sa nemmeno togliersi una maglia senza qualcuno ad aiutarlo.

Ancora intrappolato in quell'inferno di stoffa si getta sul letto affondando la faccia nel cuscino di Blaine e singhiozzando sommessamente.

Non ha nemmeno la più pallida idea di quanto duri quel piccolo sfogo,sa solo che non si asciuga nemmeno gli occhi prima di tornare in salotto dove trova il suo fidanzato seduto sul divano con le gambe accavallate intento a leggere una rivista con la sua finta indifferenza a fargli compagnia.

Un vergognoso sospiro gli esce dalle labbra.

-Blaine...

La sua voce è così fottutamente piccola e debole,come lui.

Il ragazzo si volta verso di lui ma Kurt tiene gli occhi bassi.

-Credo di aver bisogno di aiuto...

Gli costa dire quelle parole,Blaine non ha la minima idea di quanto gli costi pronunciare quelle parole,quanto gli costi ammettere ad alta voce che non è quel ragazzo forte che si è sempre creduto,quanto gli costi dire che ha bisogno d'aiuto e ammettere che non riesce a fare tutto da solo.

Blaine sospira per poi posare la rivista ed alzarsi.

Gli apre la chiusura a strappo del tutore per poi gettarlo sul divano e prendergli dalla mano sana la T-shirt che aveva precedentemente preso dal cassettone.

Gli toglie la maglia stando attento alla fasciatura mentre Kurt non muove un muscolo e si fa maneggiare come un bambolotto,ogni tanto tira su col naso.

Quando finalmente Kurt ha indossi la T-shirt casalinga Blaine prende di nuovo il tutore e glielo rimette.

Sta cercando di chiuderlo quando una vocina flebile e sconfitta si fa strada nel soggiorno.

-Mi dispiace tanto...

-Per cosa?

Chiede gentilmente tornando davanti al suo fidanzato per fissarlo negli occhi.

Kurt alza il volto e i suoi occhi azzurri sono pieni di lacrima ma sopratutto di una luce strana,cupa,triste,qualcosa che non è abituato a vedere negli occhi di Kurt.

-Per il fatto di averti lasciato solo a fare mille cose,per il fatto di costringerti a essere la mia balia,per trattarti male,per farti perdere tutte queste lezioni,per non fare l'amore con te da settimane...per...non lasciarti nemmeno andare a fare la spesa perché ho troppa paura...

Una risata amara sfugge dalle labbra di Kurt.

Si sente...una palla al piede.

Mentre parlava i suoi occhi sono tornati a fissare il pavimento e quando trova il coraggio di alzarli il viso afflitto di Blaine gli si para davanti.

Bravo Kurt,hai ferito un'altra persona.

Gli scappa un singhiozzo mentre sta per fare un passo indietro ma Blaine gli afferra il viso come fa quando si baciano.

-Kurt tu davvero te ne fai una colpa?

-P-perché n-non...dovrei?

La voce di Kurt è piccola e impotente-impotente come la luce cupa nei suoi occhi che solo ora Blaine riconosce-e pronunciare quelle parole è come tornare a casa e precipitare in un baratro contemporaneamente.

-No Kurt Dio no,non dovresti!Non è colpa tua se ti hanno ridotto così ed è normale avere paura,è normale-

-L'ho lasciato morire.

Ormai Kurt non cerca nemmeno di trattenersi,le lacrime gli scorrono libere sulle guance e sa per certo che dopo avrà un terribile mal di testa ma ora vuole solo svuotare la mente e il cuore.

-No Kurt ascoltami tu non lo hai lasciato morire,non hai ucciso tu quel ragazzino e poi hai fatto tutto il possibile per salvarlo vero?Vero Kurt,l'hai fatto?

Blaine lo stringe più forte mentre fa avvicinare involontariamente i loro visi e la voce gli si incrina sempre di più ad ogni parola.

Kurt annuisce inerme perché lui ha fatto davvero di tutto,ci ha provato,ci ha provato davvero e prima di svenire colpito da quel pugno l'ultimo pensiero che ha formulato è stato che avrebbe dovuto andare di più in palestra con Blaine,ha desiderato di non essere così effeminato e fragile,ha desiderato di poter fare di più che chiudere gli occhi e toccare l'asfalto freddo.

Si fa così schifo...

-E allora questo basta,se hai fatto del tuo meglio questo basta Kurt e anche se non sei riuscito a salvarlo puoi dire di averci provato davvero!E ti prego,ti prego,non pensare a me mentre tu sei in queste condizioni,tu sei più importante di tutto il resto ora,ti prego non pensarci...

Blaine piange premendo le loro fronti insieme.

E' facile dirlo,non pensarci,ma Kurt non ci riesce,riesce solo a pensare quanto per gli altri sia difficile e noioso averlo intorno...

-B-Blaine i-io ti...io ti prometto che guarirò...

-No Kurt.

Blaine lo prende per le spalle facendolo un po' sobbalzare di sorpresa e guardandolo con occhi che emanano coraggio.

-Tu non devi guarire,tu non sei malato e non permetterò mai più a nessuno di dirti questo,sei soltanto spaventato ma la paura è fragile Kurt,un solo,piccolo,minuscolo raggio di speranza può annientarla e io sono qui per questo,per darti speranza e non farti cadere nella paura.

Kurt vorrebbe dirgli tante cose.

Vorrebbe dirgli grazie per essere così meraviglioso,vorrebbe chiedergli che cosa ha fatto per meritarsi una persona come lui,vorrebbe dirgli che non deve fare questo per forza,che se vuole può andarsene,vorrebbe dirgli altre mille cose.

Gli scappa un singhiozzo mentre allunga il braccio e in un attimo Blaine fa scivolare la mani dalle spalle alla vita appiattendosi contro di lui e scaldandolo in un abbraccio confortevole,caldo,speranzoso e non troppo stretto,c'è un braccio ferito fra i loro corpi.

I loro petti si muovo al ritmo dei singhiozzi l'uno contro l'altro mentre Kurt struscia la guancia bagnata sul maglioncino di Blaine.

-Non torneremo più da quella donna vero?

La sua voce assomiglia a quella di un bambino mentre soffoca i gemiti contro la spalla forte del suo fidanzato.

-Neanche se ci fosse lì Brad Pitt ad aspettarmi.

Blaine tenta di sdrammatizzare mentre Kurt sbuffa fuori una leggera risatina.

Restano ancora un po' a crogiolarsi in quella morsa calda circondati dai loro profumi quando Blaine tira la testa leggermente indietro e gli stampa un piccolo bacio sulle labbra.

Gli occhi verdi del suo fidanzato lo scrutano come se volessero vedere la sua anima che però conoscono già a memoria e Kurt non può far altro che ringraziare il signore,il destino o qualsiasi altra forza muova il mondo per avergli permesso di vederli ancora.

-Allora...mi fai vedere qualche nuovo passo?

Blaine sorride felice a quelle parole facendolo sedere sul divano e cominciando a parlare delle lezioni della NYADA delle quali sembra entusiasta e Kurt non riesce a non provare una piccola fitta di malinconia mentre sente ancora freddo sul volto per le lacrime appena versate.

E mentre Blaine piroetta di qua e di là per la stanza tenendo la lingua in mezzo ai denti per la concentrazione Kurt pensa che un giorno tornerà a lezione,pensa che un giorno farà di nuovo l'amore col suo fidanzato e,perché no,tornerà anche a fare la spesa perché un giorno la vita gli chiederà di fare queste cose e Kurt si alzerà fiero come sempre e accoglierà la richiesta,non per suo padre,non per Rachel e nemmeno per Blaine ma per se stesso.







N.d.a:

Well...io non so ben dire come mi sia uscita questa OS,so solo che sono consapevole che non accadranno queste cose martedì perché sono cose troppo romanzate,troppo anti RIB però io l'ho voluta scrivere lo stesso per dare spazio ai miei pensieri e per dare qualcosa su cui fantasticare a chi è arrivato fino a qui.

Non ho mai scritto di un angst così “fitto” se così di può definire ma questo le mie dita hanno creato quindi...spero vi piaccia unicorni <3

Se volete mi trovate sulla mia pagina FACEBOOK :)

   
 
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