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Autore: MagikaMemy    05/04/2014    1 recensioni
Voglio dire, un essere umano normale avrebbe rinunciato già da tempo; avrebbe provato per un pò forse, ma al quindicesimo tentativo fallito di conquistare il suo cuore ( o almeno di avere una minima possibilità che l'altro lo cagasse di striscio) lo avrebbe ragionevolmente mandato a quel paese e avrebbe puntato ad altri.
E, chiariamoci, non è che non ci avesse provato.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Your love song.



"Ti ho scritto una canzone."


Aveva esordito così, guardandolo dritto negli occhi, il tono di voce estremamente rilassato.

Roxas, sdraiato sull'erba accanto a lui, tolse lo sguardo dai fogli con il riassunto del capitolo di storia e gli lanciò un'occhiata contrariata e scettica.

Perchè ogni volta che provavano a studiare per un compito in classe, o ad allenarsi per il campionato di basket scolastico, o a leggere in biblioteca doveva finire così?

Sospirò e sorrise ironico.

"Oh, ma davvero? Che romanticone."

Axel rimase ad osservarlo per un istante, poi l'espressione allegra tramutò completamente, rendendolo simile a uno degli zombie di quei film del cazzo che mandavano ai matti Sora; la chitarra giaceva tra le braccia, in attesa di intonare quella canzone che era costata al suo proprietario giorni di continui ripensamenti su rime, parole e note che non lo facessero sentire un emerito coglione (ma, allo stesso tempo, che rendessero abbastanza chiaro il concetto).

Lo sguardo divertito di Roxas sembrò penetrargli la pelle come mille punture di api, e cercò di ricorrere a tutto il suo autocontrollo (che, diciamocelo, era già di per sè abbastanza carente) per non bestemmiargli in faccia e mandarlo a fanculo.

Odiava essere vittima di quello supido cagnolino biondo e... odiava, santo dio, odiava come allo stesso tempo si ritrovava ad esserne completamente succube.

Sì, ecco, questa era la parola che probabilmente gli si addiceva di più: lui era succube di Roxas, dei suoi malumori, dei suoi capricci da principessina.

Ma, soprattutto, ciò che davvero lo mandava in bestia era constatare quanto, ogni volta che lui si esponeva, Roxas godesse nel vederlo boccheggiare dietro al suo splendido culetto.

Perchè Axel sapeva che Roxas era fottutamente vanitoso e borioso, così come sapeva quanto gli piacesse fingersi ingenuo e docile per poi riempirlo di schiaffi morali e riderci anche su.

...beh, ok, in realtà sapeva anche che era lui, ad essere esageratamente stupido.

Voglio dire, un essere umano normale avrebbe rinunciato già da tempo; avrebbe provato per un pò forse, ma al quindicesimo tentativo fallito di conquistare il suo cuore ( o almeno di avere una minima possibilità che l'altro lo cagasse di striscio) lo avrebbe ragionevolmente mandato a quel paese e avrebbe puntato ad altri.

E, chiariamoci, non è che non ci avesse provato.

A dir la verità, dopo aver conosciuto Roxas era uscito con così tante ragazze della scuola da aver perso il conto; ma per quanto avesse tentato di interessarsi al genere femminile, dopo aver baciato una certa Larxene si era arreso all'idea di essere irrimediabilmente gay fino alla punta del mignolo.

Non che la scoperta lo avesse sconvolto molto, all'epoca.

Demyx, in fondo, glielo diceva da secoli, che il suo era un aspetto altamente equivocabile – ma lui, da bravo stronzo qual'era, non gli aveva mai dato veramente retta. E in fondo, anche se a volte aveva pensato che fosse vero, il ricordarsi che stava parlando di Demyx lo aveva desistito all'idea che potesse essere reale.

Ma il tempo, alla fine, gli aveva dato ragione – e questo gli aveva fatto capire quanto assurdo fosse il mondo, se perfino uno come Demyx cominciava a risultare più sveglio di lui.


Si erano incontrati tra le mura di quella stupida scuola, in corridoio: Axel era sceso al secondo piano con Riku, con la precisa intenzione di sfottere qualche primino terrorizzato dal primo giorno di liceo.

Non che fossero realmente interessati a metter paura, ma lui e Riku avevano questo splendido idllio che si basava sulla malsopportazione di ogni tipo di regime (in primis, ovviamente, quello scolastico).

E qual'era il miglior metodo anti noia da primo giorno se non divertirsi a stuzzicare una massa di piccoletti?

Così durante l'intervallo erano andati, curiosi anche di scoprire quante ragazze effettivamente carine (o perlomeno scopabili) ci fossero; faceva un caldo infernale, e tutti i ragazzini giravano con le camicie leggermente sbottonate e le gonne accorciate ai limiti della decenza.

Mentre Riku si guardava attorno, un pò annoiato, Axel sembrava essere in un parco giochi, urlando frasi sconce e lanciando sorrisi smalianti di qua e di là manco fosse una reginetta del ballo.

Poi, eccolo.

Axel, in seguito, avrebbe giurato di aver sentito una specie di coro degli angeli o cose del genere (espressione canzonata da Demyx fino all'inverosimile, ma esprimeva il concetto).

Era bastato un soolo istante e lui, il grande Axel, si era completamente rincoglionito, perdendo anche quel minimo barlume di ragione sopravvissuto.

Roxas era appoggiato ad una colonna vicino la finestra, accanto a quello che poi si sarebbe scoperto essere Sora, suo migliore amico da tempi immemori (e, a detta di Riku, matto come una scimmia, ma si sa, Riku non ama essere obiettivo); Sora era preso dall'imitiazione di chissà quale insegnante e Roxas, nonostante avesse fino a un secondo prima un'espressione del tutto assente, aveva guardato il compagno ed era esploso in una fragorosa risata.

...e da lì era cominciato l'inferno.

Axel si era voltato verso Riku e, da tipo cool, bello e maledetto qual'era sempre stato fino ad allora, si era trasformato nell'arco di un micro secondo nella reincarnazione di Candy Candy, con tanto di occhi sbrilluccicosi e cuori arcobaleno che gli svolazzavano attorno.

"Mi sono innamorato."

Riku si era limitato a rivolgergli un'occhiata totalmente priva di interesse (Axel era solito perdere la testa per qualcuna con una media di sei volte al mese) e a chiedergli chi fosse stavolta -citando testualmente- la povera disgraziata di turno.

Axel aveva scosso la testa e gli aveva indicato Roxas, alchè Riku aveva strabuzzato gli occhi e si era irrigidito in perfetto stile surgelato. Il che è tutto dire, considerando quanto egli fosse già di per sè un tipo poco caloroso.

"Ax... ti sei rincoglionito? Quello è un ragazzo."

Axel, prendendolo per un braccio, aveva messo una sorta di broncio ridicolo: "Sì, e allora?"

Riku aveva sollevato gli occhi verso il cielo, esasperato.

"...non ti piacevano le ragazze fino a.. quanto, tipo dieci secondi fa?"

Axel, conrariato, era ammutolito per un istante, per poi rivolgergli un'espressione piena di entusiasmo.

"Sì, beh, lo so, ma... voglio dire, guardalo. Non ti viene voglia di saltargli addosso?"

Riku si era letteralmente sbattuto una mano in fronte, prendendo seriamente in considerazione l'idea di sbattere la testa contro la colonna accanto.

"Axel... quel ragazzo ha il pisello."

"Sì, fin qui ci ero arrivato. E non stare sempre a rompere i coglioni!" e, divertito, aveva lanciato a Roxas uno sguardo appassionato, prima di prendere Riku per il colletto della camicia e portarselo dietro, verso di loro.

Quel giorno, Axel aveva conosciuto Roxas, Roxas aveva conosciuto Axel e per la prima volta Axel si era preso un bel 'Vaffanculo' dal più piccolo, in risposta a una battutaccia volgare con cui aveva attaccato bottone.

Sora, dal canto suo, da allora si era attaccato a Riku come una cozza, senza che nessuno ne capisse realmente il motivo. Semplicemente, gli stava simpatico.

E da allora erano passati due anni, ed erano ancora lì, allo stesso identico teatrino di tutti i giorni: Axel che corteggia spurodatamente Roxas, Roxas che lo manda a fanculo, Axel che mette il broncio, Roxas che si mette a ridere, Axel che lo guarda e si innamora, si innamora, si innamora sempre di più.


Axel guardò Roxas che, sorridente, cercava di riportare la propria attenzione sui riassunti di storia, sdraiato sull'erba del parco, i fili verdi che gli solleticavano il volto con dolcezza.

...sì, aveva provato ad uscire con le ragazze, dopo averlo conosciuto.

E c'erano stati vari tentativi anche con dei maschi. Dopo il loro primo incontro,lui e Roxas si erano frequentati come amici per un pò, nonostante le divergenze caratteriali.

Poi c'era stato un brutto litigio, e non si erano parlati per mesi; in quel lasso di tempo si era visto con tante persone, tutta gente della scuola.

Non aveva mai avuto grandi problemi a guadagnarsi qualche appuntamento, e in quel periodo si era sbizzarrito, era andato a letto con tante di quelle ragazzine del primo e del secondo anno da confonderle tra loro.

Perchè erano tutte così uguali, tutte... così diverse da Roxas.

E si erano rincontrati in cortile, per caso, e Axel non aveva resistito, lo aveva abbracciato e gli aveva chiesto di perdonarlo, perchè gli mancava, e si sentiva solo e svuotato di una parte di sè, senza di lui.

Roxas aveva riso, di quella risata bella e trasparente che gli aveva visto la prima volta, e si era fatto offrire il pranzo.

Dopo quel giorno, Axel aveva capito che i mesi passati senza parlare con Roxas non erano esistiti nella sua testa, perchè senza Roxas i suoi giorni erano incolori e inodori, e si era arreso all'idea di essere innamorato per davvero.

Non in quel modo patetico descritto nei film o nei libri (o peggio, nei manga); ma si era perso in un amore vero, di quelli che ti fanno sentire nello stomaco e nel cuore sensazioni contrastanti, e a volte ti sembra di avere due pugili in lotta perenne nella pancia, perchè le emozioni si scontrano l'una con l'altra fino a farti sanguinare il cervello.

Aveva capito quanto fosse difficile e stupendo abbandonarsi a qualcuno, ma Roxas non gli dava mai una soddisfazione, o un chiaro segno di interesse.

Sapeva mantenersi sul vago con un'abilità pari a quella dei funanboli di tenersi in equilibrio sulla corda, e forse lui si sentiva davvero come quel filo, in balìa dei cambiamenti di direzione di Roxas.

Si era dichiarato sempre, tutti i giorni, in tanti di quei modi che neanche se li ricordava più.

Roxas ogni volta rideva, poi cambiava discorso e mai, mai affrontava la questione, come se fosse una cosa di poco conto.

E lui, per quanto fosse un tipo ostinato, non aveva mai davvero il coraggio di chiedergli di più, di farsi avanti e baciarlo, stringerlo, farci l'amore come solo lui avrebbe saputo fare.


"...a cosa stai pensando?"

Roxas si era accorto da un pò che Axel era assorto in chissà quali assurdi pensieri.

A volte l'idea di quello che frullava nella testa di quel pazzoide lo preoccupava non poco.

Axel lo guardò e posò accanto a sè la chitarra, con cautela.

Poi gli sorrise dolcemente e sospirò, guardandolo per un istante.

"Al fatto che ti amo e che a te non importa nulla."

Roxas trattenne il fiato, ma non si mosse; gli occhi di Axel, scuri e profondi, si erano tuffati nei suoi, e lui ci si perse dentro per un attimo.

Come sempre.

Ci fu il silenzio per qualche minuto, poi Axel, senza dire una parola, si alzò bruscamente, raccolse in fretta la chitarra e lo zaino e fece per andarsene.

Roxas non lo seguì, se non con lo sguardo.

Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato.

In fondo, che diavolo si aspettava?! Dopo tutti quei mesi di dichiarazioni... di messaggi, di scritte sui muri, di appuntamenti e di fiori sul banco, trovati al mattino, tra le risate di Sora e i sorrisi complici di Kairi.

Era inevitabile che, a forza di fare lo stronzo, Axel si sarebbe arreso prima o poi... ma in fondo, non era proprio questo ciò che voleva?

Non è questo che hai sempre desiderato? Che lui ti lasciasse in pace e ti restasse semplicemente amico?


"...Rox?"

Axel si era fermato di colpo, e ora si guardava dietro la schiena: Roxas lo aveva afferrato per il lembo della giacca, senza guardarlo in faccia.

Dietro di loro, i fogli con i riassunti sparsi sull'erba, rotolanti tra i fiori come fiocchi di cotone.

Axel non ebbe il coraggio di muoversi, semplicemente senza parole.

Che diavolo stava succedendo?

Stava per chiederglielo, ma Roxas lo precedette, il volto verso il basso, completamente nascosto.

"...sono uno stronzo."

Iniziò a tremare quasi impercettibilmente, tenendo ben salda la presa sul giubbotto di pelle.

Non poteva continuare a ignorare la cosa. Non più. E lo sapeva da... da un sacco di tempo, ma forse la verità è che aveva fatto finta di non capirlo perchè...beh, perchè era più comodo.

"...la voglio sentire."

"Eh?" fu l'unico commento di Axel, che sussultò per un istante a quella richiesta così inaspettata.

Roxas continuava ad agitarsi dietro di lui, senza alzare il viso; quando Axel glielo sollevò con due dita, lui fu costretto a mollare la presa e a guardarlo negli occhi.

Axel rimase stupito nel vederlo piangere.

Piangeva come piangono i bambini quando perdono il loro giocattolo preferito, e Axel pensò che come definizione era piuttosto calzante.

Roxas non gli toglieva lo sguardo di dosso, e nonostante questo continuava a piangere, apparentemente senza un motivo.

Axel sorrise e gli prese il viso fra le mani.

"... vuoi sentire la mia canzone?"

Roxas rimase fermò per un attimo, poi fece un cenno di assenso, frenetico.

Axel avrebbe voluto rapire quell'immagine, scattare una foto, portarsela a casa e guardarla per il resto della vita, osservarla fino a consumarne i colori riflessi negli occhi di Roxas.

"Sai, capisco che tu sia profondamente colpito dal mio talento musicale, ma prima di commuoverti noon credi che dovresti almeno ascoltarla?"

Roxas lo guardò allibito per un attimo, poi scoppiò a ridere, lasciando Axel, per la millesima volta, senza parole.

In silenzio, il biondo cercò le mani con le sue e gliele strinse, e Axel si sentì tremendamente stupido, ma per nulla stupito della reazione del suo corpo, di quelle emozioni.

Aveva scoperto da tempo che l'amore, quello vero, non si esaurisce. Anzi, ti schiaccia con il suo peso, e aumenta e ti opprime.

Ma lo fa con delicatezza, come quando fai la battaglia con i cuscini: è un gioco dall'accento bellicoso, e magari rischi di cadere dal letto e farti male, ma è così bello sentire quella morbidezza addosso, e se un cuscino si rompe tutte le piume sfuggono via, e sembra quasi che nevichi.

I sorrisi di Roxas erano come le piume che si disperdono in una camera da letto dopo una battaglia di cuscini: lo sfioravano con delicatezza, ma erano immagini così nitide che sembravano magiche e irreali, e lui avrebbe voluto scattargli una foto lì, in quel momento, e portarsela a casa, guardarla fino a consumarne i colori e le sfumature colte nei suoi occhi azzurri.

Roxas si guardò intorno, poi sorrise malizioso.

"Beh, però adesso è tardi. La canzone me la fai sentire domani, eh?" e senza aggiungere nulla lasciò le sue mani, sghignazzando e allontanadosi, il vento che gli sfiorava la cresta bionda.

Axel rimase impalato per qualche secondo, scioccato dall'interruzione così brusca di quel momento così bello, poi si scosse leggermente e alzò lo sguardo verso Roxas che, poco lontano, gli faceva la linguaccia.

Rimase in silenzio, poi iniziò a ridere così forte da piegarsi in due.

"...sei davvero un grande stronzo, Rox."

Roxas sorrise e si avviò verso l'albero sotto il quale giacevano ancora i suoi fogli; si voltò verso Axel e sorrise.

"Ma mi ami anche per questo."

Axel alzò gli occhi al cielo e sorrise, rassegnato: "... la canzone ti piacerà." disse solo, prima di voltarsi e andarsene, salutandolo con un cenno della mano.

Roxas si sedette e lo guardò allontanarsi, il mento poggiato sulle ginocchia.

"Oh, Ax" disse, tra sè e sè "non immagini quanto."


Nella Tana dell'Autrice

Ciao a tutti! Non posso credere di essere tornata nel fandom di Kingdom Hearts dopo... quanto, due anni? Accidenti, è passato così tanto tempo..?! Ad ogni modo, in questi ultimi anni mi sono allontanata dal mondo delle fanfiction semplicemente perchè, dopo parecchio tempo che scrivevo, ho sentito il bisogno di staccare un pò la spina. Tuttavia, il fandom di Kingdom Hearts mi è rimasto nel cuore, ed erano mesi che avevo voglia di scrivere qualcosa e... beh, sono tornata al mio primo amore, che sono le AkuRoku. Devo dire che è stato un esperimento, nel senso che ho scritto per talmente tanto tempo su di loro che ero curiosa di vedere se riuscivo ancora a gestirli. Il risultato non mi soddisfa molto, ma diciamo che è una storiella senza pretese dedicata a tutti coloro che mi seguivano in questa sezione. Rileggo spesso le vostre recensioni e vi ringrazio. Un giorno finirò anche Winter Time, ma per il momento sono concentrata su altro >_< Chiedo perdono! Ad ogni modo, se volete continuare a leggermi, potete seguirmi nel fandom Disney e dare un'occhiata alle one-shot random che creerò di tanto in tanto. Credo che tornerò presto in questa sezione, perchè amo Kingdom Hearts e amo Axel e Roxas, che sono stati e saranno sempre una delle mie OTP. Un bacio a tutti, grazie per aver letto <3 Lasciatemi un parere se vi va! :3 Be brave


Memy

   
 
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