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Autore: Matt2291    05/04/2014    2 recensioni
Anno x792
La battaglia finale é giunta, Zeref sembra avere la meglio, quando...
La gilda dovrà vivere una situazione già affrontata a Tenroujima. Saranno coscienti, ma privi dei ricordi!
In quella che sembra una normale vita quotidiana, si nasconde una infinita illusione?
E cosa succederà quando la normalità si trasformerà in qualcosa che, a rigor di logica, è impossibile?
Vivere una vita normale, comporta anche relazioni normali e, talvolta, anche amori. Che succederà?
Leggete! :)
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gerard, Gray/Lluvia, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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***


Anno x792.

A circa 10km fuori da Magnolia c’è una tranquilla foresta, ricca nella sua natura incontaminata e brulicante di molte specie di animali.

Un luogo poco conosciuto, se non per veri amanti della quiete. Un posto dai profumi delicati o intensi, ma sempre piacevoli.

Da quel magnifico paradiso, ora, sgorgavano sangue e morte.


Vari crateri avevano preso il posto degli alberi che vi erano prima, mentre altri semplicemente marcivano; le foglie secche si sgretolavano in parti finissime che scomparivano al minimo accenno di vento.

Sangue.

Sui tronchi morti, vicino a pochi cespugli imbruniti e anche tra la polvere, carcasse di poveri animali che si erano solo ritrovati per caso da quelle parti giacevano immobili nella loro linfa vitale che ora era sparsa ovunque, come se un qualche pennello gigante si fosse divertito a ricolorare tutta la zona con quell’orrendo color cremisi.

Man mano che ci si addentrava si potevano scorgere le zone più colpite, dove non era rimasto più nulla se non pochi rami secchi e polvere, tanta polvere.

L’ultima esplosione aveva causato una gran nube di terra che non mostrava quasi nulla di quel che restava della vegetazione, ma ciò che principalmente si potevano udire, erano le grida e i pianti disperati.

Sporca, stanca e distrutta, sia nel corpo che nell’animo, Lucy Heartphilia piangeva tutte le sue lacrime di quell’orrore che stava vivendo.

Il sangue le sporcava i suoi bei capelli dorati, ora opachi e privi di lucentezza, alcune ciocche erano state strappate via e aveva ferite ovunque, una profonda al fianco sinistro che era stata bendata con una veste strappata.

A terra, come le sue chiavi, sparse vicino a lei, quasi fossero state buttate perché inutili. Ma non era così.

La verità era che Lucy non ce la faceva più, aveva perso, si era arresa e desiderava solo che tutto finisse in un istante. Era stanca, perché non sentiva altro che paura, dolore e sofferenza, troppa sofferenza.

- L-Lucy… -. Un lamento che le sue orecchie aveva sentito troppe volte in quel breve lasso di tempo, e mai prima di quell’incubo.

C’era un ragazzo nella gilda di Fairy Tail, che non mostrava mai le sue spalle al nemico, né mai aveva anche solo pronunciato una parola che fosse sinonimo di “arrendere”. Quel ragazzo, aveva la testa poggiata sulle sue gambe, ricoperto di sangue e colmo di lacerazioni che non accennavano a stagnarsi.

- N-Natsu! Ti prego, resisti! - si disperò tra le lacrime Lucy, osservando il suo compagno come mai lo aveva visto.

Altri lamenti, molti.

Intorno a lei, tutti i suoi compagni erano a terra, nelle condizioni di Natsu o meno, ma anche peggio, come Erza, che non si muoveva più da qualche minuto.

Lucy avrebbe voluto andare a vedere come stava, se era ancora viva, ma non riusciva a muoversi, il suo corpo tremava e basta. A malapena riusciva a sentire il proprio respiro.

L’aria era impregnata di un odore ferroso, insieme al tanfo che proveniva da tutto ciò che era intorno a loro, ormai privo di vita.

Gray era a pochi passi da lei, respirava a fatica ma sembrava ancora in grado di reggersi in piedi. Sull’addome, come sulle gambe, aveva chiuso alcune ferite con il suo ghiaccio, ma era comunque molto provato. Si voltò verso Lucy, il viso era ancora più pallido di come se lo ricordava ed era stremato dalla battaglia che, probabilmente, non sarebbe durata ancora molto.

- Come sta? - domandò, facendo un debole cenno verso il corpo dell’amico.

Lucy guardò ancora una volta Natsu e avvertì un conato di vomito quando quell’immagine orrenda e drammatica si ripresentò di nuovo ai suoi occhi.

Si coprì la bocca con una mano e strinse gli occhi. Deglutì.

- C-credo che abbia qualche costola r-rotta e ha p-perso molto s-sangue -.

Faceva male anche parlare, probabilmente anche lei ne aveva qualcuna rotta e anche inclinata. Il fianco le doleva terribilmente.

Gray strinse i denti e voltò la testa di scatto, come a voler scacciare le parole che aveva appena sentito. Tornò a guardare davanti a sé, e si odiò, perché, come gli altri, non era stato in grado di fare nulla.

Un doloroso mormorio alle sue spalle lo fece irrigidire. Si voltò, lentamente, e il respirò gli si mozzò quando trovò Lluvia trascinarsi a fatica sulle braccia, mentre tentava di chiamarlo.

La raggiunse più in fretta che poté, si inginocchiò accanto a lei e l’aiutò a mettersi seduta.

- Piano, Lluvia, non sforzarti - pronunciò in un sussurro. Era così mal ridotta che temeva che si sarebbe sgretolata tra le sue mani se non avesse fatto attenzione.

- Grazie… Gray-sama… -.Veder Lluvia tentare di sorridere in quella situazione così disperata gli fece pizzicare gli occhi, ma si trattenne, non poteva lasciare che il suo animo crollasse o sarebbe impazzito.

Tutti erano malridotti, anche Gerald e Meldy, che erano giunti in aiuto di Fairy Tail, seppur inutilmente.

Wendy e Charle erano poco lontano, entrambe svenute e ricoperte di ferite e terra; lì vicino, Levy, ridotta male come gli altri, cercava di vegliare su di lei. Non muoveva il braccio sinistro da un po' e Lucy, con orrore, se n'era accorta.

Come era potuta accadere quella completa disfatta? Ma soprattutto, chi o cosa ne era la causa?

I corpi dei maghi erano sparsi, ma seguivano un certo ordine: formavano un grande cerchio, come se all’interno di questo si fosse sprigionata un’esplosione che li aveva lanciati un po’ ovunque, e probabilmente era stato così.

Infatti, al centro di tutti, si stagliava qualcosa. Una figura.

La poca polvere rimasta sospesa nell’aria poco a poco si stava depositando a terra, accarezzata da una leggera brezza proveniente dal nord.

Apparve una veste scura, circondata da un’aura sinistra, demoniaca forse, ma per nulla rassicurante, anzi.

Un paio di occhi scuri osservarono freddi e atoni i vari maghi che poco prima aveva respinto con facilità, usufruendo di un potere troppo grande da contrastare.

Mirajane Strauss, utilizzatrice del Satan Soul, il Take-Over forse più potente di tutti, stava tremando.

Se era necessario, quella candida e dolce ragazza poteva diventare un demone e combattere come tale, ma mai si sarebbe aspettare di doverne affrontare uno vero.

Sì, perché quello non era un uomo, neppure un mostro, quell’appellativo era fin troppo buono per quell’essere che era stato capace di fare una strage.

Come se avvertisse ogni pensiero, la figura si voltò verso l’albina, che sussultò e strinse ancor più il corpo svenuto della sorella, Lisanna, che mostrava ematomi e ferite in tutto il corpo, come tutti del resto. Tutti tranne Lui.

- È viva? - disse improvvisamente la figura alla Strauss, intuendo che si riferisse alla sorella. Abbassò lo sguardo e strinse i denti, l’aveva già persa una volta e non voleva che succedesse di nuovo. Semmai fosse successo, l’avrebbe seguita, senza esitazione.

Alzò di nuovo il capo e fece un lieve cenno affermativo, seppur riluttante.

Poco distante, Elfman si stava reggendo miracolosamente sulle possenti braccia, ma che in quel momento non sarebbero neppure state in grado di sostenere una pietra.

Osservava gli occhi spaventati della sua sorella maggiore, ma che ugualmente tentava di reggere lo sguardo distaccato e glaciale del loro nemico.

Strinse i denti e, con un immane sforzo riuscì a mettersi in ginocchio, avvertendo comunque fitte lancinanti su tutto il corpo.

Ansimò, fece un paio di respiri profondi e rialzò lo sguardo.

- Lascia stare le mie sorelle! - urlò, lasciando però trapelare una nota di timore. Non avrebbe visto le proprie sorelle lasciare quel mondo, il primo sarebbe stato lui, nell’atto di proteggerle.

La figura voltò gli occhi, e in seguito si degnò di mostrare il suo viso al ragazzo, che a stento si stava mettendo in piedi.

- T-Tu… -. Si rialzò, seppur ancora con la schiena ricurva. - Non hai… -. Alzò maestosamente il suo possente busto, mostrando un sorriso di scherno che sembrava più una smorfia per trattenere il dolore che sentiva.

- Ancora vinto! -.

Un evidente tremolio attraversò il corpo di Mira, che con occhi sbarrati e terrorizzati, muoveva meccanicamente la testa in segno di negazione, mentre dalle sue labbra non proveniva che un flebile sussurro, continuo, perentorio.

Diceva “No”.

- Tu, desideri morire? - chiese lentamente e con voce gelida la figura del ragazzo dai capelli corvini, che aveva lasciato la sua postazione e si stava avvicinando a Elfman.

- Fermati -.

Il sandalo scuro rimase per un momento sospeso in aria, poi, con grazia, tornò a posarsi a terra.

- Basta così, Zeref - disse ancora il ragazzo alla sue spalle, dal quale provenivano flebili scariche elettriche.

- Laxus, che stai facendo? - soffiò Mira, più a se stessa che al biondo. Ma non venne udita.

Il mago oscuro si voltò per metà e osservò alternativamente i due maghi rimasti in piedi.

- Voi, non mi interessate -.

Alzò entrambe le mani e in un istante generò una sfera nera in ciascuna di essere che lanciò addosso ai due. Elfman venne colpito in pieno, sotto lo sguardo sconvolto di Mirajane, mentre Laxus tentò un contrattacco, ma ancora prima di sferrare il suo colpo venne spazzato via da una seconda sfera.

I presenti, quelli che per lo meno erano ancora coscienti, assistettero impotenti a quell’attacco che aveva scaraventato via entrambi quei possenti corpi come fossero state piume sospinte dal più brutale dei tornado.

Finirono diversi metri più lontano, ancora una volta tra la polvere.

Un forte gemito di dolore, un tonfo e uno slittamento tra la terra. Più nulla.

- Tu, maledetto! -.

Un’improvvisa fiammata investì in pieno Zeref, che scomparve tra le fiamme.

Natsu si era rialzato, mostrava un grande affaticamento e lo sforzo di quell’attacco l’aveva rimesso in ginocchio.

Lucy gli fu subito accanto e cercò di sostenerlo, anche se non poteva fare molto con le sole forze rimaste.

Provato e debilitato dalla perdita di sangue, il rosato afferrò con fermezza la mano di Lucy, che sussultò.

- Natsu? -.

- Lucy, va via, se rimarrai ancora qui, morirai - mormorò, ansimante.

La bionda strinse istintivamente la mano del ragazzo e nella sua mente quelle parole assunsero un’aura veritiera. Se fosse rimasta lì, sarebbe certamente morta, ma…

Abbassò lo sguardo. I suoi occhi stanchi si nascosero sotto una frangia lurida e fuori posto, indecente l’avrebbe definita lei stessa se si fosse guardata allo specchio.

Sospirò.

- Non voglio… - sussurrò.

- Lu… -.

- Non voglio! - Alzò stavolta la voce, guardando con immane determinazione ma malcelata sofferenza Natsu.

Le fiamme erano scomparse e al loro posto restava solo un po’ di fumo che stava sparendo velocemente. Zeref era ancora lì. Un’aura nera lo aveva protetto dall’attacco, lasciandolo incolume.

I suoi occhi, privi di una qualsiasi emozione, ora si erano soffermati su Natsu, su colui che aveva atteso per tanto tempo.

- Lo sai, Natsu, se me ne andassi ora, perderei tutto - sussurrò malinconicamente Lucy. La sua voce parve incrinarsi, ma mantenne comunque un tono fermo e delicato. Alzò lo sguardo, e Natsu trattenne il fiato.

- È molto più divertente quando siamo insieme, te lo avevo già detto, no? -.

Il sorriso di Lucy era consapevole che il suo futuro e quello di chiunque fosse lì era appeso a un filo sottilissimo, in procinto di strapparsi da un momento all’altro.

Natsu strinse i denti e guardò preoccupato la sua compagna.

Sollevò piano una mano, superò il mento e le labbra di Lucy, ancora aperte in quel sorriso che aveva paura di ciò che sarebbe successo a lei e alle persone a cui voleva bene, e cacciò via una lacrima che le aveva attraversato la guancia. Quando vide il sorriso di Natsu, riuscì a percepire il calore di quel gesto che le irradiò tutto il corpo e restituì la speranza.

Speranza.

- Fairy Tail ti ha cambiata molto, Lucy. Hai capito che questa famiglia resta sempre unita e combatte per e con i propri compagni. Sempre -.

I suoi occhi fiammeggiarono, e con nuova determinazione si rimise in piedi sulle sue gambe.

Alzò lo sguardo sul mago oscuro, che rimase impassibile.

La rabbia delineò il viso di Natsu, quasi a cambiarne i particolari. Alcune squame di drago comparvero sotto i suoi occhi e i canini gli si allungarono.

- Zeref! - Ruggì iracondo, con una voce che spaventò Lucy, il quale osservava pietrificata il ragazzo che aveva di nuovo intenzione di affrontare colui che li aveva sconfitti tutti quanti.

Come ci riesce?

La sua sciarpa veniva cullata dolcemente dal vento mentre al contempo l’aura di energia che proveniva dal suo corpo la faceva vibrare.

- Fairy Tail non cadrà per mano tua, nessuno di tutti noi lo permetterà! -.

Come se le sue parole risultassero l’alba di un nuovo giorno, tutti i maghi cominciarono ad alzarsi: Gray si affiancò a Natsu, Lucy si asciugò le lacrime e raccolse le sue chiavi, le ripose poi nella loro custodia, ma ne tenne comunque una in mano, pronta a dar battaglia. Anche Erza, rinvenuta poco prima, si era rialzata ed ora indossava l’armatura del fulmine. Roteò la sua lancia e si affiancò a Lucy.

Laxus, Elfman, Mirajane, Lisanna ma anche Lluvia, Freed, Evergreen, Cana, Gajeel, Levy e tutti gli altri, si issarono di nuovo, spinti dalle parole del Dragon Slayer di fuoco.

La famiglia di Fairy Tail aveva appena ritrovato la lucidità di cui aveva bisogno, un punto luminoso e fisso da seguire e tenere nel proprio cuore.

Insieme, rappresentavano il vero potere che Fairy Tail aveva sempre evidenziato.

L’amicizia di tutti e la volontà di proteggersi a vicenda, di unire i propri cuori in un bene comune e trasformarlo in una grande forza.

Zeref guardò confuso tutti coloro che si stavano rialzando e che ora, lentamente e a fatica, si affiancavano gli uni agli altri. Si sostenevano, aiutavano a vicenda e non lasciavano nessuno indietro.

Che sta succedendo?

- Cosa significa, tutto questo? - Chiese dubbioso, osservando torvo tutti quanti.

- Tu non puoi capire - si fece avanti Erza, stringendo la sua lancia.

- Una famiglia si sostiene in ogni situazione, il loro legame è più indissolubile di quanto si pensi - intervenne Gerald, posando una mano sulla spalla della Scarlett.

- Noi, anche nelle avversità, non ci lasciamo condizionare! - parlò coraggiosamente Levy.

- Anche quando abbiamo paura, ci sosteniamo l’un l’altro - sorrise Mira, abbracciando Lisanna ed Elfman.

- Le risse sono uno spasso! - Ghignò Gajeel, tenendosi un braccio ferito.

- Ho capito che proteggere i propri compagni, ci rende più forti - accennò un sorriso Gray, sostenendo per un braccio Lluvia, che annuì con serenità alle parole del ragazzo.

- Dare tutto se stessi per raggiungere anche un piccolo obiettivo, in questa nuova casa ho compreso il valore dell’amicizia e che ciò che conta è solo il presente vissuto con le persone più importanti - disse con sicurezza Lucy, guadagnandosi placidi sguardi di assenso.

- Noi siamo Fairy Tail, il legame che ci unisce è il più forte che tu possa trovare a questo mondo! - Esplose come un vulcano Natsu, avvolgendosi completamente tra le fiamme e assumendo un’espressione terrorizzante.

- Noi non ci arrenderemo. Mai! - Il suo grido d’incitamento attraversò i cuori di tutti i presenti, che esplosero in un boato che squarciò il cielo e ridiede loro il coraggio di farsi avanti, proseguire e non arrendersi più.

Natsu aveva dentro di sé quel grande potere, la capacità di persuadere con la propria forza d’animo chiunque lo ascoltasse e gli fosse vicino. Lui era impavido, caparbio ma anche fin troppo impulsivo. Le sue parole avevano comunque ridato nuova grinta a tutti.

- Andiamo! -.

Fairy Tail non era semplicemente una gilda dove si riunivano molti maghi, ma era un unico cuore, che batteva per tutti, e anche in quel momento, la vita stava battendo all’impazzata in ognuno di loro.

Il marchio di Fairy Tail li avrebbe sempre protetti.

Nello stesso tempo, Zeref non riusciva a comprendere appieno il significato delle loro parole.

Il mondo era solo un’illusione di bontà, ogni luogo che aveva visto nella sua lunga vita rivelava sempre la malvagità degli individui che si sovrapponeva al bene, che veniva inevitabilmente soppresso.

Non vigevano regole, i sogni si dimostravano solo fantasie per credere che la propria esistenza avesse uno scopo, ma nulla era vero.

Rimasto lontano da tutto e tutti per centinaia di anni, desiderò solo sparire e dimenticare gli orrori che lo avevano segnato a vita. Incise a chiare lettere, sulla sua anima, le parole “morte”, “sofferenza” e “rabbia” si ripercuotevano in un periodico cerchio nella sua testa, logorandolo sempre più da tempo sconosciuto.

Ed ora era lì, a combattere contro coloro che pensavano di aver trovato il loro posto nel mondo.

Si sbagliavano.

Erano solo alcuni dei tanti illusi che ancora esistevano.

Erza e Laxus caricarono i loro fulmini, Natsu le sue fiamme, Lucy strinse la sua frusta in una mano e una chiave nell’altra, Mira si trasformò nell’ultimo stadio del Satan Soul, Gray unì le mani e così tutti gli altri, si prepararono a sferrare i loro colpi migliori, in quello che sarebbe stato il loro ultimo attacco.

Zeref non si mosse, i suoi occhi si chiusero solo qualche istante, giusto il tempo per formulare un unico pensiero.

Vi sbagliate.

Un’enorme forza magica spazzò via terra e polvere dal campo di battaglia, lasciando quella sottostante integra e compatta.

Ancora una volta, un’aura scura avvolse Zeref, che riaprì gli occhi, mostrando le sue iridi rosso sangue.

I maghi di Fairy Tail però, non si fermarono o indietreggiarono, anzi, continuarono coraggiosamente ad avanzare.

I loro sguardi non mostravano più alcun timore o paura, il coraggio e la passione scorreva nelle loro vene e si poteva ben percepire la loro determinazione.

L’anima di Fairy Tail non aveva vacillato.

Il mago oscuro sollevò un braccio verso il cielo, e in pochi secondi, un’aura nera avvolse ogni cosa nel raggio di centinaia di metri, compresi tutti i maghi.

La devastazione di quello strano fenomeno stava spazzando via alberi, carcasse di animali e qualsiasi altra cosa che interponeva nel suo cammino. Le speranze di salvezza, forse, si erano davvero esaurite.

Poco lontano, su un’altura tra le rocce, la figura minuta di una ragazza con lunghi capelli biondi e buffe ali d’angelo che le uscivano si lati della testa osservava, priva di emozioni, tutta la scena.

Mavis Vermillion chiuse gli occhi, aprì le braccia e si lasciò cadere nel vuoto, precipitando per diverse decine di metri, finché anche lei non finì all’interno di quella nube distruttrice.

Pochi secondi dopo, all’interno, si sprigionò un intenso bagliore bianco, che avvolse tutta l’enorme cupola.

La luce sostituì le tenebre e divenne sempre più luminosa e abbagliante, finché, ad un tratto, si dissolse completamente e scomparve.

In quella che una volta era una magnifica e rigogliosa foresta, non restò nulla, se non Zeref. Il mago oscuro abbassò il braccio e scrutò con aria atona il cielo, notando solo in quel momento che un tramonto rosso tenue era ormai prossimo.


- Mavis… - Disse solamente, prima di avanzare un passo e prendere una qualsiasi direzione.










Angolo Autore:

Salve!

Questa è la prima storia che pubblico su Fairy Tail, manga che mi ha appassionato in pochissimo tempo **

Spero che la seguiate e vi piaccia, sarà un qualcosa con risvolti particolari e sorprendenti (credo .-.)

Intanto, grazie per aver letto questo capitolo ^^

Ciao!


Matt

  
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