Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: 9Pepe4    05/04/2014    6 recensioni
«Qual è il tuo nome?» chiede improvvisamente il ragazzino.
La domanda è così inaspettata che il pirata si blocca e si gira verso Baelfire. «Come?»
La lanterna che illumina l’alloggio getta una luce dorata sulle guance del ragazzo e sui suoi capelli neri, mentre le ombre si dilatano e si allungano all’oscillare della nave.
«Il tuo nome» ripete Baelfire, inclinando appena la testa e scrutandolo senza discrezione. «Non puoi esserti sempre chiamato Uncino».
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un momento

Baelfire siede a gambe incrociate su una branda, mentre Killian ispeziona rapidamente le coperte che trova sulle amache. Ce ne sono di sbrindellate e sfilacciate, ma la maggior parte puzza peggio di una distilleria.
Loro due sono gli unici a trovarsi sottocoperta, al momento, e i soli suoni che si odono sono il rollio del mare e il cigolio della nave.
L’uomo sente chiaramente lo sguardo curioso di Baelfire sulla propria schiena, ma cerca di ignorarlo e continua la propria ricerca.
«Qual è il tuo nome?» chiede improvvisamente il ragazzino.
La domanda è così inaspettata che il pirata si blocca e si gira verso Baelfire. «Come?»
La lanterna che illumina l’alloggio getta una luce dorata sulle guance del ragazzo e sui suoi capelli neri, mentre le ombre si dilatano e si allungano all’oscillare della nave.
«Il tuo nome» ripete Baelfire, inclinando appena la testa e scrutandolo senza discrezione. «Non puoi esserti sempre chiamato Uncino».
L’uomo rimane un istante senza parole. Ormai, è più abituato al suo pittoresco soprannome – un regalo del padre di Baelfire, tra l’altro, così come il suo moncherino sinistro – che al suo nome vero.
«Killian» dice, non appena si riprende dalla sorpresa. «Killian Jones».
«Killian» ripete Baelfire, lentamente – Baelfire pensa troppo per essere un quattordicenne, Killian ne è convinto.
Dopo un istante, il ragazzino si raddrizza e gli rivolge un sorriso.
Sorride raramente, ma quando lo fa è come vedere il sole spuntare da dietro le nuvole. Allora, l’adulto che Baelfire è diventato troppo in fretta scompare, e lascia spazio al bambino.
«È un bel nome» dice il ragazzino.
Killian non sa spiegarsi perché i suoi occhi brillino così tanto. Non è avvezzo a certe cose, lui, non è abituato a trattare con i ragazzini.
«Ti ringrazio» dice, dopo un lungo silenzio.
Baelfire scrolla le spalle, concentrando la propria attenzione sulla manica larga dell’abito che indossa. Non lo sa, ma quei vestiti appartenevano al giovane mozzo della Jolly Roger, ormai finito a rimpolpare le file dei Bimbi Sperduti.
«Non devi ringraziarmi» risponde, mentre cerca di strappar via uno dei fili che penzola dal polsino. «È la verità».
C’è un attimo di silenzio. Killian non si trova mai tanto a corto di parole quanto quando ha a che fare con quel marmocchio. Baelfire è… spiazzante.
In mancanza di alternative migliori, l’uomo torna a voltarsi verso le amache… Quando finalmente trova una coperta che non puzzi troppo di alcol e sudore, la prende e si gira per gettarla a Baelfire, che la accoglie nel proprio grembo.
«Ecco qui» annuncia il pirata. «Così non avrai più freddo».
Non è stato Baelfire a chiedergli una coltre supplementare, ma Killian dorme poco – la vendetta non è un pensiero soporifero – e lo ha sentito rabbrividire e battere i denti. Lo ha anche sentito chiamare suo padre nel sonno, ma a questo preferisce non pensare.
«Grazie» dice il ragazzino, rischiarandosi. Un momento dopo, è già tornato serio. «Mi dispiace essere un disturbo».
Una tale mansuetudine è strana, su quelle labbra che hanno già mostrato non poca audacia.
«Se tu fossi un disturbo» replica Killian, «ti avrei già rigettato in mare».
Baelfire non replica, ma le sue mani si contraggono sulla coperta.
L’uomo si pente immediatamente della propria uscita. Non serve avere esperienza coi bambini, per capire che esprimere l’idea di sbarazzarsi di un ragazzino che è già stato abbandonato da entrambi i suoi genitori – sì, anche da Milah, per quanto lui odi pensarlo – non è esattamente geniale.
«Ma ormai» si affretta ad aggiungere, detestando l’idea di risvegliare la sua diffidenza, «fai parte di questo equipaggio».
Baelfire s’illumina. «Davvero?»
Killian allarga appena le spalle. «Sicuro».
«Allora…» Il ragazzino abbassa lo sguardo sulla coperta, poi lo risolleva sull’uomo. «Potrei anche diventare capitano».
Audace, senza dubbio. Anche un po’ insolente.
Killian fa un sorriso storto. «Ti sarei grato se quel posto lo lasciassi a me, Bae».
«Vedrò di accontentarmi» acconsente Baelfire, con aria così seria da sembrare spaventosamente sincero.
Per un istante, Killian arriva quasi a preoccuparsi.
Il ragazzino si guarda attorno, e improvvisamente la sua schiena è più dritta, il suo mento più alto.
E Killian capisce di essersi guadagnato un altro po’ della sua fiducia – o, quantomeno, la sua gratitudine.
Scaccia qualsiasi traccia di senso di colpa… Non è a causa sua se Milah ha lasciato suo marito e suo figlio – è a causa di Tremotino, della sua codardia, e dalla sua incapacità di rendere felice la donna.
«Credo sia ora di mangiare» annuncia Baelfire, interrompendo i suoi pensieri.
Le parole di Killian sembrano avergli restituito una certa sicurezza.
Lui sa già dov’è la cambusa, quindi mette da parte la coperta e si alza in piedi, ma lo fa troppo in fretta, e rischia di perdere l’equilibrio per il dondolio della nave.
Killian si protende in avanti e gli afferra il braccio, evitandogli un bel capitombolo.
Baelfire lo guarda da sotto quella sua gran massa di ricci scuri. «Uhm… Grazie, Killian».
Uncino, lo chiama chi lo teme.
Capitano, lo chiama il suo equipaggio.
L’uomo non è più abituato al suono del proprio nome.
Baelfire sfugge alla sua presa, dirigendosi verso la cambusa – fa più attenzione a stare in piedi, adesso.
Killian lo segue con lo sguardo. Per un assurdo, assurdo momento, vorrebbe solo dirgli: Grazie a te, Baelfire – e non perché lui gli ha inconsapevolmente fornito la chiave della sua vendetta.
Fa per seguirlo, e non sa ancora che, quando lascerà il ragazzo ai Bambini Sperduti, questo sarà uno dei momenti che fingerà di non ricordare per mettere a tacere la propria coscienza.



















Note:
Non avete idea da quanto volevo scrivere qualcosa su Bae e Killian (vorrei anche dare un calcio in culo al pirata per aver venduto Bae, ma pazienza) :’)
E no, non ho ancora superato la 3x15… ma spero di essere riuscita a fare un lavoro almeno decente.
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: 9Pepe4