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Autore: lilyhachi    05/04/2014    12 recensioni
(Stydia; ispirata ad una puntata di Supernatural)
Perché dormiva nello stesso letto di Stiles Stilinski? Perché sembrava una cosa normale?
Stiles si era mostrato calmo, come se la cosa non lo turbasse minimamente ma come se si trattasse di una scena spontanea e quasi naturale. Era lei ad essere sconvolta e non era assolutamente normale. Se la scena fosse stata reale, Stiles avrebbe indubbiamente dato di matto o si sarebbe mostrato in qualche modo nervoso, e invece no. Cosa diamine stava accadendo nella sua testa?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Since the third grade'
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VI

 
Everything was Stiles Stilinski
 
 
“And I remember when I met him, it was so clear that he was the only one for me.
We both knew it, right away. And as the years went on, things got more difficult.
We were faced with more challenges”.
 
Fu strano per Stiles trovarsi fuori la casa di Lydia Martin con il petto pieno di angoscia e un’agitazione che lo portava a sfregare continuamente le mani e fare qualche passo avanti e indietro per cercare di infondersi coraggio. Ma, in fin dei conti, che motivo aveva per essere agitato? Stava solo per entrare in camera di Lydia e chiederle il motivo del suo atteggiamento strano…magari si sarebbe beccato anche uno schiaffo, non poteva saperlo. Eppure, una piccola parte di lui era fortemente aggrappata ad una flebile speranza che aveva iniziato a farsi strada nella sua mente, nel momento in cui Lydia era corsa via da scuola insieme ad Allison. Scosse la testa, sfoggiando un sorriso sarcastico: Lydia non poteva essere gelosa di Kristen…era praticamente impossibile.
Gelosia o meno, la verità era proprio davanti a lui: Stiles aveva tentato di colmare quel vuoto che gli si era formato a livello del petto, senza risultato.
La storia si era ripetuta ancora una volta e lui non ne voleva proprio sapere di imparare la lezione. Forse poteva davvero amare Lydia solo da lontano perché lei probabilmente non sarebbe mai stata in grado di ricambiarlo. Come poteva riporre ancora delle speranze in una cotta a senso unico che andava avanti praticamente da nove anni? Si sentiva patetico. Lui era Stiles Stilinski, non Jackson Whittemore e forse era lui che Lydia aveva visto a causa del Djiin. Gli piaceva essere sé stesso, ma avrebbe preferito essere giusto un po’ meno perdente, quel poco che permettesse a Lydia di vederlo davvero, anche se ormai il fattore “perdente” era decisamente sfumato. Stiles sapeva che sarebbe stato in grado di renderla felice, come aveva sempre fatto ma forse il suo posto non fosse accanto a lei, bensì fuori la sua porta in cerca di chissà cosa. Era soltanto uno stupido ragazzino con una mente pari a quella di un bambino che ancora non sembrava intenzionato a lasciarsi alle spalle le cose che non poteva avere. Era soltanto un bambino incapace di andare avanti.
Forse non era davvero innamorato di Lydia, forse era semplicemente ossessionato da lei e non riuscivo a staccarsi del tutto. Era destinato a rimanere solo, sospeso in un limbo, senza la forza di andare avanti e senza alcuna possibilità di tornare indietro. Quella era l’unica sorte che poteva ricevere.
Tutti quei pensieri negativi cominciarono ad occupare la sua mente già piena, con il solo intento di farlo vacillare al momento meno opportuno.
Poteva essere un semplice ragazzo capace di conoscere qualcuno di nuovo, qualcuno capace di dargli l’amore che desiderava, qualcuno come Kristen.
Il problema era che il suo cuore sembrava aver già fatto la sua scelta, qualche ora prima.
 
“Questa è davvero una sorpresa, stavo giusto pensando di chiederti di vederci”.
Kristen lo osservava con un sorriso gentile, la schiena poggiata sulla panchina in marmo del parco in cui avevano deciso di incontrarsi nel primo pomeriggio, con un sole benevolo che illuminava tutto il verde che li circondava. La luce illuminava i capelli biondi di Kristen, creando dei riflessi lucenti ed evidenziando maggiormente la sua delicatezza: la particolarità di Kristen era nel suo essere stranamente luminosa.
Ogni sua caratteristica combaciava perfettamente con la luce del sole: i suoi capelli color del grano, la sua pelle chiara e priva di imperfezioni, i suoi occhi grandi e scuri, il suo sorriso dolce e a tratti timido, che gli rivolgeva ogni volta che i loro sguardi si incontravano.

Kristen era praticamente perfetta: una combinazione perfetta che sarebbe stata in grado di aprire il cuore anche della persona più chiusa e scontrosa sulla faccia della terra. Tuttavia, quella combinazione non corrispondeva minimamente a quella giusta per Stiles.
Il cuore di Stiles era come una serratura invecchiata e arrugginita dal tempo che necessitava di una sola ed unica chiave per sbloccarsi.
Il cuore di Stiles era come un congegno perfetto di quegli impianti di sicurezza sofisticati, che si aprivano solo mediante riconoscimento vocale.
E la voce che il cuore di Stiles voleva udire non era quella di Kristen.
Probabilmente lei lo sapeva, poiché il suo sguardo celava una nota di malinconia, come se fosse consapevole di ciò che sarebbe successo. Lei e Stiles non stavano insieme, e non lo sarebbero mai stati…Kristen ci aveva sperato, e si era data anche della stupida, poiché come poteva un ragazzo come Stiles avere il cuore aperto a qualcun altro? Lei sapeva quanto fosse pazzo di Lydia, lo aveva capito dal modo in cui la guardava, da come i suoi occhi la cercassero continuamente, come se fosse al buio e si dimenasse continuamente per trovare l’interruttore. Stiles non aveva mai parlato di Lydia con lei, quelle rare volte in cui era stata nominata, il ragazzo non aveva fatto altro che deviare il discorso…e a quel punto, Kristen aveva capito ogni cosa.
Stiles Stilinski sarebbe sempre stato innamorato di Lydia Martin.
Fra loro c’era stato qualche bacio, ma lei sentiva quanto il cuore di Stiles fosse rivolto altrove, mentre la mente si sforzava di tenerlo lì, come fosse la cosa più giusta per lui. Poteva andare avanti con lei, ma sarebbe stata solo una bugia.
Stiles la fissò, cercando le parole da dire, ma non le trovava. Era come comporre un puzzle di grandi dimensioni senza nessun aiuto, e quando credeva di aver trovato due pezzi che combaciavano doveva ricredersi e ricominciare d’accapo.
Il ragazzo sospirò pesantemente e fece per parlare, ma Kristen lo bloccò.
“Non funzionerà tra noi”, disse lei tutto d’un fiato, lasciando Stiles sbalordito.
“Cosa?”, domandò il ragazzo, chiedendosi quando la situazione si fosse ribaltata.
“Volevo vederti per parlare”, continuò lei, guardandolo negli occhi e mostrandosi più convinta che mai. “Sei perfetto, Stiles e non lo dico tanto per dire, ma…sai, a volte è difficile lasciarsi qualcuno alle spalle. Pensi di poter andare avanti e semplicemente, capisci di non essere ancora in grado di farlo. Ed io non lo sono”.
“Oh”, Stiles non riuscì a dire altro, riflettendo su ciò che Kristen gli aveva detto.
Non avrebbe mai potuto immaginare che fosse innamorata di qualcun altro, e non gli ci volle molto per permettere all’idea che stesse mentendo di sfiorarlo. Stiles lo aveva intuito dalla sua espressione pacata e tranquilla, accompagnata da una lieve nota di dispiacere e fu allora che capì cosa stava facendo quella ragazza. Kristen lo stava semplicemente lasciando andare, gli stava permettendo di correre incontro ai sentimenti che provava per Lydia, per un motivo che non aveva compreso.
Stiles decise di non contraddirla, ma si limitò a porle una sola domanda.
“Perché?”, chiese, sapendo che lei avrebbe capito.
“Perché tutti meritano l’amore, no?”, rispose Kristen, scrollando le spalle con un sorriso amaro e osservando le fronde degli alberi che venivano mosse da un venticello leggero.
Stiles la strinse a sé, senza dire nulla. Sentiva di doverla abbracciare e non senza un motivo preciso: se fosse stato un po’ più sano di mente, quella ragazza lo avrebbe reso felice, ma sapeva con certezza che c’era qualcun altro là fuori che meritava il suo amore e quel qualcuno non era certamente lui. Kristen ricambiò il suo abbraccio e poi si staccarono.
Il ragazzo la guardò un’ultima volta, prima di correre verso la sua jeep e mettere in moto, per andare incontro a quell’amore che sperava di meritare.
 
La finestra aperta non ne voleva proprio sapere di smettere di fare rumore a causa di un venticello leggero che la scuoteva di tanto in tanto, mentre Lydia era sdraiata sul letto a pancia in giù, senza la più minima intenzione ad alzarsi dal suo giaciglio.
Era decisamente troppo stanca, nervosa e pigra per andare a chiudere la finestra.
Magari avrebbe smesso, prima o poi…intanto, Lydia continuava a crogiolarsi nella speranza che la sua mente elaborasse qualche pensiero sensato ma l’unica cosa che riusciva fare era rigirare una stupida pallina anti-stress fra le mani, senza risultato, ovviamente.
Sentì la stanchezza farle visita ancora di più, bussando leggermente alla sua mente spossata per fare capolino e avvolgerla completamente. Lydia decise di concederle di entrare, chiudendo piano gli occhi e ripetendo a sé stessa che un riposino le avrebbe fatto bene.
Almeno, avrebbe smesso di pensare alla sfuriata che aveva avuto con Allison, a ciò che aveva ammesso riguardo Stiles e all’immagine di lui avvinghiato a quella ragazza. Quello che Lydia non sapeva era che ormai la sua mente era come una casa, all’interno della quale viveva soltanto Stiles: ogni cosa le avrebbe ricordato lui, perché Stiles Stilinski abitava la mente di Lydia, dove ogni cosa che lo riguardava vi era impressa a fuoco.
Tutto di Stiles era lì: il suo odore, i suoi occhi, il suo sorriso, le sue battute sarcastiche, le sue frasi inopportune, i suoi movimenti frenetici. Tutto era Stiles.
Per quel motivo, Lydia non aveva ancora realizzato a pieno che, chiudendo gli occhi, non avrebbe smesso di pensare a Stiles, anzi, sarebbe stato sempre più vivo che mai.
 
“Ricordi la prima volta che ci siamo baciati?”.
Lydia aggrottò le sopracciglia e gli rivolse un’espressione contrita.
“Intendi quando hai avuto un attacco di panico?”, domandò, ripensando a quello strano ricordo doloroso, date le circostanze, ma alleggerito da quel lieve contatto di labbra,
“No”, ribatté Stiles, sorridendo. “Intendo proprio la prima volta in assoluto…quando ci siamo scambiati un vero e proprio bacio, senza attacchi di panico o altro”.
La ragazza assunse un’espressione dubbiosa, fingendo di non ricordare, mentre le immagini scorrevano già nella sua mente, come una vecchia pellicola in bianco e nero.
Avrebbe potuto classificare il loro primo bacio come un bacio disperato: in fin dei conti, non era la prima volta che si erano baciati, solo che quella volta era stato Stiles a prendere l’iniziativa. L’aveva fissata per quelle che a Lydia erano sembrate ore e poi aveva circondato il viso con le sue dita, come per assicurarsi che non scappasse via da lui.
Stiles non l’aveva baciata subito, aveva poggiato la fronte contro la sua, accertandosi che Lydia non rifiutasse quel contatto troppo intimo e forse azzardato. Quando Stiles si era spinto sulle sue labbra, il mondo di Lydia aveva preso a girare vorticosamente.
Non c’erano giustificazioni, orgoglio, sentimenti nascosti o qualunque altra cosa che potesse ostacolare ciò che stava finalmente accadendo fra loro.
C’erano solo quelle labbra morbide che la baciavano in maniera disperata e bisognosa, come se non avessero cercato altro per tutta la vita, come se Stiles avesse finalmente trovato ciò che ambiva da sempre: lei. Lydia non aveva avuto il tempo per sorprendersi di sé stessa quando, con lo stesso impeto e bisogno di Stiles, gli aveva gettato le braccia al collo, abbandonandosi al bacio e carezzandogli i capelli, mentre si spingeva di più verso di lui.
Stiles si era irrigidito giusto per un attimo, come se non si aspettasse quella reazione…perché in quale universo Lydia Martin avrebbe potuto ricambiare un suo bacio?
“No, non credo di ricordarlo”, esclamò la ragazza, mentre Stiles l’aveva fissata per tutto il tempo con un sorriso vittorioso sul volto. “Mi dispiace”.
Il ragazzo strinse Lydia maggiormente a sé, poggiando il mento sulla sua spalla.
“Non ti riempio di pizzichi, giusto perché nelle tue condizioni non sarebbe il caso”, le sussurrò Stiles direttamente nella conchiglia dell’orecchio e lasciando un bacio su quella porzione di pelle appena più in basso, facendola sussultare dolcemente.
Stiles fece scorrere le mani sul ventre di lei, guardando la pancia di Lydia piuttosto cresciuta. Sorrise al pensiero di ciò che sarebbe accaduto di lì a pochi mesi.
Lydia intrecciò le mani alle sue e gli sorrise, scoccandogli un bacio.
“Sai…”, cominciò lei, tenendo la schiena contro il suo petto. “Stavo pensando al nome per la bambina. Credo che dovremmo chiamarla Claudia”.
Lydia sentì Stiles sussultare, non avevano ancora parlato del nome per la piccola ma lei sentiva nel suo cuore quanto quella scelta fosse maledettamente giusta per tutti e tre.
Sapeva quanto Stiles ne sarebbe stato felice e a lei quel nome non dispiaceva per nulla.
Si guardarono negli occhi, senza dire nulla, poiché le parole erano superflue in quel momento, ma a Lydia bastò notare il luccichio negli occhi ambrati di Stiles per capire.
Il ragazzo poggiò le labbra sulla fronte di lei, inspirando forte e stringendola ancora di più fra le sue braccia, mentre Lydia chiudeva gli occhi, beandosi della perfezione di quel momento che non sarebbe tornato mai più ma sarebbe stato sempre lì, perfettamente intatto e immacolato, nel suo cuore.
 
La madre di Lydia lo aveva fatto entrare, accogliendolo con un sorriso gentile, e lievemente imbarazzato, mentre osservava quello strano ragazzo logorroico e iperattivo che aveva una cotta colossale per la sua unica figlia. Ricordava Stiles fin da quando era un bambino con i capelli corti, la maglietta sempre sporca di polvere e un sorriso giocoso sul viso paffuto.
Non era la prima volta che Stiles entrava in quella casa, e la signora Martin ricordava come quel ragazzo adorabile avesse scortato spesso sua figlia, come fosse la sua guardia del corpo, nonostante il fisico potesse dimostrare esattamente il contrario.
Stiles Stilinski non era certamente simile ai soliti ragazzi che Lydia era solita frequentare ma c’era una strana alchimia fra loro due: il modo in cui i loro sguardi si incrociavano, restando incatenati per pochi secondi che permettevano a chiunque si soffermasse su di loro di chiedersi se ci fosse qualcosa. La donna sorrise a Stiles, senza indicargli le scale, perché Stiles sapeva perfettamente dove andare e come muoversi all’interno di quella casa.
Il campanello suonò di nuovo e la signora Martin si voltò verso Stiles.
“Io devo fare alcune commissioni con un’amica”, esclamò la donna. “Puoi dire tu a Lydia che tornerò per cena? Te ne sarei grata, Stiles”.
Il ragazzo fece un cenno di assenso con la testa e salutò la donna per poi dirigersi verso quella stanza che tanto lo spaventava. Quando Stiles arrivò dinanzi alla porta della camera di Lydia, la trovò socchiusa e la spinse leggermente, senza fare troppo rumore.
La camera era avvolta in uno strano silenzio, non c’era nessun rumore ad intaccare quella strana patina di pace e tranquillità che si riversava nella stanza, solo un venticello leggero che entrava dalla finestra aperta. Stiles si guardò intorno, in cerca di Lydia e la trovò distesa sul letto, le scarpe con il tacco abbandonate dall’altro lato della camera, come se le avesse scalciate via con disprezzo e la borsa poggiata sul pavimento.
Lydia aveva i capelli rossi sparsi sulla coperta color prugna, gli occhi serrati e la labbra rosee dischiuse. Per Stiles era una sorta di visione celestiale e sentì il bisogno di fare un profondo respiro e portare ossigeno al cervello per chiedersi se tutto fosse reale o meno.
Per lui, Lydia era sempre sembrata un angelo, fin da bambina, anche quando lo ignorava e anche quando parlava solo per sputare veleno, ma in quel momento, era più bella che mai. Trovando un po’ di coraggio, seppellito sotto cumoli di imbarazzo, Stiles si avvicinò senza far rumore per non svegliarla e la osservò con attenzione, senza nascondere un sorriso.
Lydia indossava una maglietta rossa e una gonna beige. Le mani erano abbandonate sul materasso e le sue unghie erano laccate dello stesso colore della maglietta.
Stiles sorrise e scosse la testa, pensando a come Lydia dovesse trovare sempre abbinamenti del genere, rendendosi ancora più perfetta di quanto non fosse già.
Aveva amato quella ragazza fin dalla terza elementare e avrebbe continuato a farlo, qualunque cosa fosse successa fra loro. Poteva fare un passo avanti ma poi ne avrebbe fatti sempre cento indietro, pur di tornare da lei. Era come se fosse legato a Lydia da un filo rosso invisibile che lo teneva ancorato a quella ragazza. (1)
Lei correva e lui faceva il suo stesso percorso, seppur a rilento, mentre quel filo invisibile rimaneva intatto, trascinandolo verso lei. Il filo che li univa non si sarebbe mai spezzato e lui lo sapeva. Ad ogni azione che compiva, ad ogni ragazza che baciava, avrebbe sentito una piccola pressione esercitata dal filo, pronto a ricordargli chi avrebbe amato per tutta la vita.
Perché Lydia non poteva provare i suoi stessi sentimenti?
Stiles si avvicinò con cautela, sedendosi accanto alla figura distesa della ragazza e non sapendo cosa fosse lì a guidarlo, allungò le dita verso il suo volto rilassato.
Sembrava stesse sognando, e doveva anche essere un bel sogno. Probabilmente stava sognando lei e Jackson insieme che vivevano come una coppia felice.
Non appena le sue dita vennero a contatto con la pelle calda di Lydia, la ragazza si riscosse e rimase a fissare Stiles per un tempo indefinito e con espressione confusa. Sembrava incerta e lo guardava come se non fosse del tutto reale. Ad un tratto, Lydia si alzò di scatto.
“Stiles”, disse, guardandolo dall’alto. “Cosa fai qui?”.
“Tua madre mi ha fatto entrare”, rispose lui, alzandosi dal letto. “Mi ha detto di dirti che usciva con un’amica e tornerà per cena. Sono venuto qui…per parlare con te”.
Lydia sentì l’agitazione montarle dentro e il cuore battere all’impazzata.
Stiles voleva parlare, ma di cosa? Per un attimo, il timore di essere stata in qualche modo scoperta la invase: forse Allison aveva parlato con Scott e quest’ultimo aveva fatto il resto.
Incrociò le braccia al petto con fare protettivo e aspettò che Stiles dicesse qualcosa.
“Lydia”, cominciò il ragazzo con tono incerto. “So che c’è qualcosa che non va. Da quando ti sei svegliata, sei strana…come se qualcosa ti turbasse in continuazione, e non hai voluto dire a nessuno cosa hai visto. Ascolta, so che il Djiin ci mostra ciò che desideriamo di più e credo tu abbia visto Jackson. Immagino che la cosa ti faccia stare male, immagino quanto lui ti manchi ma…smetterà di far male, prima o poi, dico davvero”.
Stiles aveva detto tutto d’un fiato, come al solito, e Lydia era rimasta immobile a fissarlo senza dire una parola, e chiedendosi se fosse serio. Credeva che avesse visto Jackson e se Lydia fosse stata una persona dotata di un buon istinto di autoconservazione gli avrebbe detto che aveva ragione, che si era solo sentita spiazzata e lo avrebbe ringraziato.
Ma non lo fece. Lydia non aveva alcun istinto di sopravvivenza in quel momento.
“Ho visto te”, disse lei con voce tremante. “Ho visto te, e nessun altro”.
Stiles strabuzzò gli occhi nocciola, inclinando la testa da un lato, come se non avesse sentito bene ma le parole di Lydia erano state chiare, come il battito forte del suo cuore.
Dopo quella rivelazione, le cose per Stiles cominciarono ad avere senso, eppure non disse nulla, aspettando che Lydia continuasse a parlare.
“Il Djiin mi ha mostrato un futuro dove eravamo tutti felici e salvi, dove io stavo insieme a te, e tutto era perfetto…un futuro del tutto inesistente, e non volevo lasciarlo andare. Mi piaceva stare lì, fra le tue braccia e…Dio, non so neanche cosa sto dicendo”, disse, quasi riscuotendosi. “E’ tutto assurdo e completamente fuori dalla norma, mi senti? Io-“.
Lydia non finì la frase, perché zittita da Stiles che si parò dinanzi a lei, senza dire una parola, solo per afferrare il suo volto con le dita. Poggiò la fronte contro quella di lei, respirando come per farsi coraggio, e poi semplicemente spinse con irruenza le labbra sulle sue per mettere fine a tutto ciò che stava per dire.
La ragazza sgranò un attimo gli occhi, rimanendo immobile con le braccia ferme lungo i fianchi, e poi mandò al diavolo tutti quei pensieri che volevano scuotere la sua mente, rispondendo al bacio di Stiles e gettandogli le braccia al collo, affondando le dita fra i suoi capelli. Stiles parve stupirsi del fatto che Lydia lo stesse ricambiando, ma era esattamente ciò che stava accadendo...ed era perfetto per entrambi.
Il bacio non era come quello dei sogni di Lydia, era molto meglio, perché stava baciando Stiles.
Era tra le braccia di Stiles, il ragazzo che l’aveva presa in braccio dopo averla trovata, quello che l’aveva fatta ingelosire perché affiancato da una ragazza che non era lei, quello che era corso a casa sua per parlarle, quello che era convinto che avesse sognato Jackson, e si era sbagliato di grosso.
Stava baciando Stiles Stilinski e mai in vita sua avrebbe potuto immaginarsi di volere sempre di più quelle labbra sulle sue,.
Le mani di Stiles corsero al suo viso, attirandola maggiormente a sé, con maggiore urgenza, come se non avesse desiderato altro per tutta la vita, come se quell’amore non corrisposto che provava per lei fosse scoppiato nell’arco di un secondo, riversando tutto ciò che aveva tentato inutilmente di sotterrare ma che era riemerso grazie a quelle parole. Sembrava che ogni singola parte dei loro corpi fosse fatta appositamente per combaciare con l’altra: una combinazione perfetta, come le loro labbra incollate, i loro petti  che aderivano, i loro cuori che battevano all’unisono e i loro respiri che si mischiavano.
Lydia aveva portato le mani al colletto della sua maglia, tirandolo leggermente per non farlo andare via da lei: non era un sogno, non sarebbe caduta in nessun baratro quella volta. Lo stava baciando con urgenza, perché ogni volta che le loro labbra si erano sfiorate, Lydia aveva riaperto gli occhi, constatando che era stato solo un sogno ma non quella volta. Il primo bacio che si erano scambiati sarebbe rimasto sempre quello nello spogliatoio, ma adesso ogni cosa era diversa, a partire dalla consapevolezza di entrambi, dal bisogno che sentivano di approfondire quel contatto ambito per tanto, forse troppo, tempo.
Quando si allontanarono per prendere fiato e realizzare cosa fosse appena successo, Stiles poggiò la fronte sulla sua, e le carezzò le labbra con le dita, fissandola.
Una parte di Lydia, tuttavia, temeva ancora che si trattasse di un’illusione e così cominciò ad esplorare con le mani il viso di Stiles, facendolo sorridere leggermente.
“Cosa hai visto?”, domandò lui, curioso di conoscere quel sogno.
Lydia esitò per un attimo, sentendosi imbarazzata ma ormai si era spinta decisamente troppo oltre per tornare indietro, così decise di parlare, una volta per tutte.
“Eravamo sposati”, disse lei, nascondendo il tremore nella voce. “Eravamo felici ed era tutto così strano, nuovo…avevamo anche una bambina, Claudia”.
Stiles trattenne un singulto a quelle parole: una bambina, o meglio la bambina, figlia di lui e Lydia che portava il nome di sua madre…il ragazzo sorrise a quell’immagine perfetta. Riportò lo sguardo sulla ragazza, notando come Lydia fosse fragile in quel momento davanti a lui. Certo, non era la prima volta che la vedeva indifesa ma quella volta era completamente diversa. Lydia era quasi in pezzi, davanti a lui, in attesa di essere ricomposta, come se solo lui potesse farlo. Era come creta fra le sue mani, in attesa di essere rimodellata…tutto dipendeva da Stiles, e nulla aveva più importanza, finalmente.
Lydia abbassò lo sguardo per non incontrare i suoi occhi: non si era mai esposta così tanto e quasi non si riconosceva. Tutta quella situazione sembrava gridare “assurdo” o “patetico” ad ogni gesto, perché mai si sarebbe aspettata di trovarsi lì, fra le braccia di Stiles, per davvero.
Presa da un moto di vergogna, Lydia cercò di districarsi dalla sua presa ma Stiles non glielo permise. Ora che finalmente era ad un passo dall’amore della sua vita, non avrebbe permesso a niente di spezzare quel momento, né a Lydia di autosabotarsi.
“Non fare così”, sussurrò lui, afferrandole gentilmente il mento per far sì che lo guardasse.
“Tu sei innamorato di me dalla terza elementare”, esclamò lei con voce talmente bassa che Stiles rischiò quasi di non sentirla. “Io non ho fatto altro che ignorarti, e stare con altre persone, con ragazzi cattivi, quando avrei potuto fare la scelta giusta fin da subito”.
Stiles la osservò con espressione mortificata: Lydia aveva pronunciato quelle parole con una voce così triste che Stiles non poté evitare di provare anche lui quella strana angoscia mischiata a senso di colpa che Lydia stava certamente provando.
“Io non ti merito”, disse la ragazza, scuotendo la testa. “Sarebbe più giusto se tu stessi con qualcuno che ti ha apprezzato fin dall’inizio. Qualcuno come Kristen”.
“Diciamo che Kristen non fa più parte delle mie giornate”, ribatté lui, arricciando le labbra.
“Cosa?”, chiese Lydia, incredula. “Perché?”.
Stiles prese la mano di Lydia e la portò sul cuore di lei, insieme alla sua.
“Perché non era te”, esclamò Stiles, senza staccare gli occhi dai suoi e cercando di trasmetterle quanta più sicurezza possibile.
Non gli importava nulla del fatto che Lydia lo avesse notato dopo anni o che pensasse di non meritarlo. Lui l’amava e lei ricambiava il suo sentimento, dettaglio che ancora non era riuscito ad assorbire del tutto, nient’altro importava. L’amore non era mai rose e fiori, questo Stiles lo sapeva: non sempre ci si innamorava al primo sguardo, come Scott e Allison che avevano percepito subito un’intesa. A volte c’era bisogno di scoprirsi poco alla volta, rivelando quel mistero che era l’amore giorno per giorno, imparando ad amare quella persona con il tempo, come aveva fatto Lydia.
Lui aveva capito fin da subito che quella era la ragazza per lui, mentre Lydia aveva avuto bisogno di stare con un ragazzo trasformato prima in kanima poi in licantropo, e con un ex alpha leggermente violento e psicopatico, per poi essere attaccata da un mostro. Almeno, ne era valsa la pena, perché ora Lydia lo guardava con la consapevolezza di provare qualcosa di puro per lui e le sue parole ne erano stata l’ulteriore prova. A Stiles ancora non sembrava vero: aveva baciato Lydia Martin e lei non lo aveva respinto, anzi, gli aveva confessato di provare qualcosa per lui. Quante volte ci aveva sperato?
“Lydia, sono innamorato di te dalla terza elementare, sì”, asserì Stiles, portando nuovamente i loro volti a pochi centimetri di distanza. “Non sempre certi sentimenti vengono fuori subito e dopo lacrime, omicidi, sacrifici, attacchi di panico, siamo a questo punto, grazie ad un mostro che ti ha quasi uccisa e ti ha fatto capire che provi qualcosa per me. Non suona in maniera molto allegra ma dopo tutto questo casino, tu avresti davvero intenzione di mandare ogni cosa all’aria? No, non esiste, non pensarci nemmeno...non lo permetterò”.
Lydia sorrise, perdendosi nel volto di Stiles che aveva assunto una nota di preoccupazione, al pensiero che tutto ciò potesse svanire, ma aveva ragione: non glielo avrebbe lasciato fare, e lei non ci avrebbe provato, perché non sarebbe stata così stupida da farlo.
Lei sfiorò il naso con il suo, carezzandogli il viso con le mani, e Stiles chiuse gli occhi, godendosi quel contatto e il tepore delle mani di Lydia su di lui.
“Avevi bisogno di un mostro per capirlo...ed eri anche gelosa, eh?”, chiese Stiles con voce sarcastica, e leggermente vittoriosa a quella constatazione, ricevendo una leggera spinta da parte di Lydia, che trattenne una risata.
“Meglio tardi che mai”, rispose lei con un sorriso malizioso, e abbandonandosi ancora tra le sue braccia, sapendo che non l'avrebbero lasciata.
Stiles riprese a baciarla, stringendole la vita e affondando il volto nei suoi capelli, per poi percorrere il suo collo fino ad arrivare a quelle labbra che tanto aveva desiderato. Probabilmente ci sarebbero state altre lacrime e tragedie greche, poiché avevano appena deciso di imboccare una strada decisamente tortuosa, ma Lydia sapeva che con Stiles al suo fianco ogni cosa sarebbe stata sempre più sopportabile, perché la rendeva una persona migliore.
Era tutto così strano, ma dannatamente meraviglioso.
Stiles la teneva tra le braccia, travolgendola con le sue labbra che esploravano le sue per conoscerle più a fondo, le sue mani che la stringevano come per recuperare tutto il tempo perduto, il suo odore intossicante che la investiva. Stiles era ovunque.
Ogni cosa che poteva percepire o respirare intorno a lei era Stiles Stilinski e non credeva avrebbe mai detto una frase simile.
 
“And I loved him…I loved him, I loved him, I loved him.
And I still love him. I love him”.
(Lana Del Rey – National Anthem)
 
 
Angolo dell’autrice
 
- (1) piccolo richiamo all'episodio 3x15 "Galvanized", dove Lydia attorciglia il filo rosso attorno alle dita in camera di Stiles.

E siamo giunti alla fine. Mi dispiace tantissimo terminare questa storia, lo dico davvero, e stavo quasi per dividere questo capitolo in due ma alla fine avrei fatto un errore quindi ho preferito lasciarlo così. Spero che il modo in cui l’ho terminata non vi faccia vomitare, ma credo che dopo tutti questi problemi, non me la sono sentita di complicare ulteriormente la cosa: insomma, il Djiin le ha mostrato questa vita con Stiles, gliel’ha fatta amare per poi strappargliela via; tornata alla realtà, Lydia si è trovata a fare i conti con i propri sentimenti, era sul punto di dirgli tutto ma poi ha capito che era troppo tardi e ha dovuto vedere Stiles con un’altra, soffrendo in silenzio.
Direi che gliene ho fatte passare abbastanza, no? Una piccola precisazione: il bacio che Stiles e Lydia si scambiano a fine capitolo corrisponde a quello del "sogno" che lei fa, ho pensato che sarebbe stato carino e spero di non aver fatto cilecca xD Ho pensato di lasciare questa specie di finale aperto, e non perdermi in troppi preamboli, permettendo di immaginarli semplicemente insieme (come li vorrei vedere nella serie ç_ç). Spero di aver reso bene i sentimenti che provano l'uno verso l'altra e di non avervi deluso...altrimenti siete sempre liberi di lanciare pomodori e quant'altro.
Ad ogni modo, spero che questo finale vi sia piaciuto e ringrazio di vero cuore tutte le persone che hanno seguito questa storia, che l’hanno messa fra seguite/preferite/ricordate e che mi hanno regalato delle recensioni meravigliosa che mi hanno resa felicissima!
Grazie mille a tutti quanti, siete stati dei tesori.
Alla prossima, un abbraccio!
   
 
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