Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Asuka_Asami    05/04/2014    7 recensioni
Storia in revisione;presenza di errori di battitura come TOMILINSON o robacce del genere, scusate. Provvederò a correggere al più presto ogni singolo errore. 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
C'è un lato di me che cade a pezzi ed è la parte che tu non vedi.
-Fabri Fibra
Le parole gli morirono in gola, mentre cercava di rispondere a tono. Sussultò non appena sentì le mani possenti e maledettamente grandi di Harry, accarezzargli il ginocchio, per poi risalire lungo la coscia soda che Harry già adorava. Sorrise, vedendo il suo professore rimanere immobile.
“Vieni con me, Louis. Lo vedo che mi desideri, che vorresti baciarmi, torturarmi, farmi gemere, godere …”
“Taci, cazzo.” Sbottò, irritato da quelle parole che avevano un sapore amaro, troppo proibito per essere assaporate. Lui, contrariamente a ciò che lo spingeva ad accettare qualsiasi assurda richiesta di Harry, apparteneva a Zayn. A lui soltanto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Crediti banner by @ pleasebemywill

16 Capitolo

 
 Seduto sul piccolo letto ad una piazza, Harry carezzava con delicatezza i capelli di Louis, assopito sul suo petto.  Erano giorni che Louis riceveva telefonate, senza mai rispondere, finché Harry non aveva dato fine ai vani tentativi di Zayn di contattare il ragazzo, spegnendo il telefono.
Si era presentato anche a casa, Zayn, per farsi perdonare,- anche se era notte fonda- mettendo da parte ogni tipo di orgoglio, sfidando se stesso, i suoi mostri e cercando di scoprire quelli di Louis che, evidentemente, non aveva mai avuto modo di studiare. Ma anche lì, Zayn era stato semplicemente liquidato con un banalissimo e sofferto ‘ Non vuole parlarti. ’ sibilato tra i denti da un Harry profondamente furioso. Si era trattenuto perché, ovviamente, avrebbe di gran lunga preferito saltargli addosso e ridurlo in cenere, ma probabilmente quella sua ipotetica bravata avrebbe causato altri problemi che lui avrebbe dovuto evitare.
Louis continuava ad andare a scuola, anche se lo spirito e l’eccitazione che lo aveva animato sin dal primo momento si erano affievoliti, ma non demordeva, perché di lasciare quei ragazzi in balia di loro stessi rappresentava un fallimento e nella sua vita ve ne erano già stati molti.
Harry, semplicemente, seguiva le lezioni in silenzio, per poi perdersi dentro Louis non appena arrivavano a casa. Il riccio amava quella strana routine e quell’equilibrio- seppur precario- che si era venuto a creare, perché avevano trovato punti di incontro in abitudini diverse, ma complementari. Harry aveva rinunciato alla vita di strada, perché Louis non si meritava un futuro con un delinquente, anche se, inizialmente, era stato difficile uscire dal giro- Harry aveva ancora il presentimento di non esserne uscito del tutto.
 
“Buon giorno.” Louis si stiracchiò, tenendosi stretto al corpo caldo di Harry. Era bellissimo e nudo accanto a lui ed il cuore di Harry si fermò un secondo, mentre gli occhi azzurri si schiudevano lentamente  a causa del sonno.
“Ehy, buon giorno.”
Louis prese ad accarezzare il petto marmoreo di Harry, sorridendo contro il suo capezzolo destro. Odorava di sesso e sudore, ma a Louis non importava granché. Le sue piccole ed affusolate dita si spostarono sulla due rondini che macchiavano la parte superiore del busto di Harry. Aveva una miriade di tatuaggi, ma era quello che lasciva intravedere sempre e Louis, essendo un tipo che amava indagare, andare oltre ogni spiegazione razionale, aveva fatto molte supposizioni su quella macchia indelebile che Harry sembrava mostrare quasi con fierezza, ma aspettava solo una conferma.
“ Significano qualcosa  per te queste rondini, Harry?”
Louis depositò un bacio su uno delle sue rondini, sorridendo leggermente. Le mani di Harry strinsero con forza le ciocche castane di Louis, mentre il suo respiro accelerava.
“Harry, tutto  ok?”
“No, Louis.” Alitò Harry con un soffio gelido.
“Che succede?” Louis si rannicchiò, attorcigliando le gambe piccole e sode a quelle magre ed infinitamente lunghe di Harry. L’aria gelida si faceva spazio dentro ai loro corpi, ma Louis cercò di scacciare via qualsiasi pensiero malsano di Harry o qualsiasi ricordo deleterio, baciando la sua mascella con delicatezza, soffiando sulla superficie non propriamente liscia della sua pelle.
“ Nulla di cui tu debba preoccuparti.” Harry depositò un bacio sulla sue labbra leggermente umide di saliva, afferrando il pigiama per coprirsi. In quel momento  sembrava che il finto pudore fosse l’unica via d’uscita dalle domande abbastanza invadenti, ma comunque legittime, di Louis. Odiava parlare del suo passato e, probabilmente, le scelte di Louis non l’avevano di certo aiutato.
 
 
 
Zayn percorreva quella strada ad una velocità inaudita; le sue mani , stretta nel manubrio della sua moto, tremavano dal freddo e dalla consapevolezza di aver perso tutto ormai. La sua mente era piena di ricordi felici, che rendevano la sua corsa verso l’inferno ancora più dolorosa e frenetica. Sentiva la guance umide a causa della pioggia e la pelle gelida a causa della bora. Slacciò il casco, chiudendo gli occhi e sospirando, sorride al ricordo di due occhi azzurri che però non appartenevano a Louis.
 
 
“Harry, sei sicuro che vada tutto bene? Insomma, hai messo due parole in croce sino ad esso e …”
“Louis, ti ho detto che non ho nulla.” Harry sospirò, scostando una ciocca di capelli dalla sua fronte e mordendosi il labbro. Louis lo osservò con attenzione, sapendo che quelli erano i classici gesti di una persona nervosa. Odiava vederlo perso nei suoi pensieri e non poterne fare parte ed odiava ancora di più se stesso per averlo allontanato, pur sentendo il suo impellente bisogno di confidarsi, di raccontare i suoi tormenti, le sue ansie, le sue paure. Se solo non avesse fatto la scelta sbagliata, magari non avrebbero trascorso il giorno feriale di Louis, tenendosi il broncio per ragioni convergenti. Ma non rimpiangeva nulla, perché se inizialmente non avesse scelto  Zayn, magari non avrebbe mai capito qual’ era davvero il corpo che doveva stringere.
“Harry, capisco che per te sia difficile parlare e di certo il mio ‘abbandono’- mimò le virgolette- non ha aiutato, ma ti prego, parlane con me.” Si inginocchiò di fronte ad Harry - seduto sul piccolo divano- alzando il mento con l’indice.
Harry annuì, scostandosi di lato e prese un sorso dalla sua birra. Aveva ancora molto da raccontare, ma non riusciva ad articola una sola frase che contenesse il nome di sua sorella. Non ci riusciva, non con Louis che lo guardava pieno di aspettative, speranze. Aveva una paura fottuta di rimanere solo di nuovo, di perdere tutto.
“Harry, ti prego- disse Louis, cercando di attirare la sua attenzione.- parlane con me.”
Il riccio si alzò, togliendo successivamente la maglietta bianca. A Louis si bloccò il respiro, non ancora abituato al quel petto tonico e così dannatamente invitante.
“ Ti ho già raccontato di Alice, Louis. Tu sai che non è facile per me parlarne- la voce gli si incrinò, a causa degli imminenti singhiozzi.- ma, vedi, Alice aveva delle … ossessioni, diciamo. – Harry sorrise sghembo, torturandosi le lunghe dita affusolate.- La sua più grande fissazione erano le rondini, forse perché era l’unico animale che meglio ricordava o forse … non so, onestamente. Lei voleva essere come loro e sono state questa maledette- disse indicandosi il petto, dove erano posizionati i due volatili di inchiostro- che me l’hanno portata via.”
Louis si avvicinò, facendo sedere Harry sulla loro piccola poltrona e si sedette sulle sue gambe infinite. La presa di Harry si spostò sui suoi fianchi sottili e pieni, così femminili, stringendo con delicatezza. Louis prese ad accarezzare i suoi capelli, sospirando. Toccava a lui, adesso.
“Io avevo un fratello- Harry aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma venne subito interrotto da Louis, con un gesto secco della mano che valeva a dire ‘non servono parole, adesso,’- Era tale e quale a me fisicamente, ma eravamo due opposti. Due ossimori. Lui era gentile, così bravo ed ubbidiente ed … omosessuale. Quella era l’unica cosa che ci accomunava, oltre il colore degli occhi e le labbra sottili. E la paura. Paura di non essere accettato. E’ stato grazie a lui che ho scoperto di essere gay. Lo ascoltavo mentre  parlava dei ragazzi della squadra di calcio della nostra scuola e di un ragazzo con il quale si frequentava ed io lo vedevo sorridere, gioire e volevo imitarlo. Volevo vedere se anche io potevo, magari, provare quel che sentiva lui quando stava con il suo ragazzo. Ero la sua ombra, Harry. Così, guardando dalla serratura degli spogliatoi  dei ragazzi, capì che sì, ero gay e lo incolpai. Mi aveva deviato o così credevo. Se lui non avesse parlato con me io non mi sarei mai innamorato di Josh, un totale coglione etero, omofobo, per di più. A lui raccontai di Bryan, per ottenere il suo rispetto.”Harry ebbe paura delle sue parole, delle sue movenze, che sembravano quelle di un pazzo. Sembrava un bambino che raccontava una fiaba, ma Louis stava semplicemente cercando di annullare il dolore, o almeno cercava di metterlo da parte.
 
“Gli volevo bene, sai?- disse di punto in bianco- Ma non abbastanza da proteggerlo. L’ho ucciso io, Harry.”  Harry si immobilizzò, catturato da quelle parole colpevoli, distruttive.
“Non materialmente, ma è stata tutta colpa mia, Harry.” Harry non seppe mai cosa fece Louis, per distruggere la vita della persona che amava, ma non voleva sentire altro, non con Louis che singhiozzava, che stringeva le sue ciocche castane e morbide, disperandosi. Non lo seppe perché gli raccontò, sovrastando il suo pianto, che Alice era volata via come una rondine ed era colpa sua.
“Dovevo badare a lei, ma ho preferito andare a giocare. L’ho chiusa in camera, ma è scappata, come una rondine, Louis. La trovai nel parchetto in cui andavamo a giocare sola e fredda, gelida. L’ipotermia l’aveva uccisa, senza che io potessi fare nulla.” Sussurrò, inalando un lungo respiro. Louis aveva ripreso a lacrimare, ma aveva intrecciato le loro dita, baciandone il palmo.
Non dissero altro. I ricordi più dolorosi erano quelli che avrebbero condiviso in silenzio. Non c’era bisogno di parole. Non più.
Flashback
Londra 2005
Harry correva, ansimando e sudando dentro il suo giubbotto imbottito. Le sue guance erano rosse a causa della corsa e umide per colpa di quelle lacrime che nascondevano tristezza, frustrazione e sensi di colpa. Alice era scomparsa mentre lui era stato fuori tre ore a giocare con i suoi amici; poteva essere ovunque, ma gli veniva in mente solo quel dannato parco, nel quale non si recavano da un anno, più o meno. Sentiva le ginocchia tremare a causa dell’apprensione e  lo stomaco attorcigliarsi per l’ansia e un cattivo presentimento si faceva spazio dentro il suo giovane animo di bambino che amava trasgredire le regole.
“Alice, dove sei?” Alzò gli occhi al cielo, vedendo uno stormo di rondini, migrare verso chissà dove. Singhiozzò, sospirando un ‘Alice’ tra le lacrime salate. Era disperato, totalmente. Il freddo gli faceva pizzicare le piccole labbra e le mani leggermente screpolate. Sentiva i denti sbattere furiosamente, ma cercava di non pensare ai geloni.
Una goccia colpì il suo naso ed Harry stava per arrendersi, ma quando vide un piccolo corpo sdraiato sul terreno gelido, si mise a correre.
“Alice! Dio, Alice, svegliati, ti prego.” Harry scosse il suo gracile corpicino immobile. Sentiva il sangue coagularsi a causa della paura e l’aria trattenersi nei polmoni.
Harry non rivide più sua sorella, se non due giorni dopo, dentro una bara bianca. Sussurrò un ‘Vola via, piccola rondine.’ Sorridendo amaramente, mentre sprofondava sempre più giù, accolto dal buio del dolore più totale.
Fine Flashback.
 
 
“Louis, rimarrai con me vero?”
“Sì, Harry. Finché me lo permetterai, sì.” Harry sentì la sua voce incrinarsi nell’ultima parte della frase, detta con sentimento, impeto sofferenza. Avevano aperto solo un piccolo e breve squarcio della loro vita passata, ma era l’essenziale per leggere l’uno nell’anima dell’altro le pagine ormai gialle di un libro che avevano scritto con il sangue, bagnato con le lacrime, strappato per la rabbia. Avevano una vita davanti …



Zayn chiuse gli occhi. Per sempre. Dimenticò tutto. E sussurrò solo il nome dell’uomo che avrebbe voluto al suo fianco nell’infinito limbo della perdizione: Bryan.
 
 
 
Vuoto, urla, rabbia, tristezza, risentimento, accuse. Louis urlava, tirando calci a quel che rimaneva della moto di Zayn. Diede un calcio a quella che un tempo era la marmitta di quel maledetto aggeggio che aveva strappato la vita a quel ragazzo che aveva amato a modo. Poco più in là, un corpo senza vita era coperto da un lenzuolo bianco, mentre intorno a lui, una folla di curiosi, carabinieri e dottori, cercavano di capire le dinamiche dell’incidente. A Louis appariva chiaro che la colpa era solo sua. Aveva promesso di proteggerlo. Non l’aveva fatto.
Aveva distrutto tutto; promesse, segreti, una vita per la quale, fino a poco tempo prima, avrebbe tenuto al sicuro anche al costo della vita. Non gli rimaneva più nulla, se non un’altra tomba su cui piangere ed un rimorso con cui convivere, l’ennesimo.
 
 
 
Louis sorrideva tristemente, sentendo le lacrime fuggire via dai suoi condotti, per poi sparire sul terreno umido.  La lapide grigia con l’incisione Zayn Malik sembrava un ombra pronta ad inghiottirlo, mentre quella più bella, ossia Harry, si allontanava, abbandonandolo. Il peso del rimorso era insostenibile.
Non aveva più nessuno.
 
The End …
 

Asuka_Asami

Non riesco ancora a crederci, davvero. La storia è terminata! Manca solo l’Epilogo in cui ci sarà un’ellissi, in cui spiegherò molti avvenimenti.
Che dire? E’ stato un bel viaggio, anche se breve, perché sedici capitoli non erano il mio obbiettivo, ma credo che scriverò altri missing moment ( non sono sicura della correttezza grammaticale di questa frase, sono una schiappa in Inglese), per inserire parti mancanti alla storia.


Ve lo aspettavate? So che molte di voi mi odieranno, ma doveva finire così, sorry. Avevo promesso di scrivere più capitoli, ma la fine è arrivata senza che io me ne accorgessi, scusate. Per il momento credo che non scriverò e mi prenderò una pausa. Ma, se volete essere sempre aggiornate, potete contattarmi su Facebook : Asuka_Asami, ed ecco il mio gruppo :Gruppo Asuka_Asami, spero che molte di voi si iscrivano, così possiamo scambiare opinioni e fare amicizia, mi farebbe piacere. Ecco wattpad ( in cui sto pubblicando anche questa storia) : Wattpad ed ecco il mio twitter: Twitter. A breve pubblicherò l’Epilogo, spero di non avervi deluse ed adesso, passiamo ai ringraziamenti:
Grazie alle ragazze che hanno recensito la storia, a chi ha letto in silenzio, a chi ha seguito la storia con pazienza e grazie a Sara, perché è tutto merito suo se questa storia è stata pubblicata. Grazie infinite.
Baci <3
Perdonate eventuali errori, ma sono a corto di tempo. Provvederò a correggerli prestissimo.
P.s. Sto per cambiare nickname, per questa mi sono firmata Asuka_Asami, lol
                                  
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Asuka_Asami