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Autore: Andy Black    05/04/2014    6 recensioni
Fantasmi del passato e mostri della vita vera: Yellow, protagonista bambina del manga Pokémon Adventures, si troverà, adulta, invischiata fino ai gomiti in un caso del tutto paradossale. Riuscirà, con l'aiuto di un ben noto capopalestra, a trovare la via della luce?
Ma soprattutto...riuscirà a lottare contro i suoi fantasmi, a sconfiggerli, e a lasciarli fuori dalla sua vita?
Uno speciale di Halloween dagli autori di Pokémon Courage, scritto da Andy.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gold, Red, Valerio, Yellow
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Manga
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...prenderti.


Quella notte fu tormentata. Yellow strinse a sé i ricordi di quella sera come un bambino faceva con il suo orsacchiotto.
Gold. Gold ed il suo sguardo perso nel vuoto, che trapassava chiunque, fino a perdersi nelle alte sommità dell’universo.
E poi quel mostro incredibile.
Tremava. Un po’ il freddo, un po’ la paura, doveva rimanere lucida e restare tranquilla.
Chuchu era ai piedi del letto, qualunque cosa avrebbe chiamato lei.
Anche se non era sicura del fatto che Chuchu avesse potuto sconfiggere quel mostro.
La testa sul cuscino affondava morbida, ed i suoi pensieri si accumulavano tutti sul fondo della testa, sulla nuca, e si accalcavano, spingendosi tra di loro per risaltare nella mente della ragazza, proiettandosi immaginariamente sul soffitto buio.
Quel mostro uccideva.
Quel mostro ammazzava la gente.
Quel mostro beveva sangue.
Yellow respirava sempre più velocemente, e l’iperventilazione non sembrava così tanto lontana, se non fosse stato per un po’ di autocontrollo.
Alla fine doveva solo rassegnarsi al fatto che Gold non fosse più tra di loro, e che il caso era passato nelle esperti, o quasi, mani del Professor Elm.
 
La mattina seguente la luce era poca. Il sole aveva sonno e freddo, ed aveva deciso di scendere in ufficio con una densa coperta di nebbia. Non si vedeva molto oltre il proprio naso.
Borgo Foglianova, quelle tre case ed il laboratorio di Elm, erano sparite. Sarebbero riapparse solo poco a poco, una volta avvicinatasi agli edifici.
Passò accanto casa di Gold. Urla di pianto accompagnavano lamenti e voci rincuoranti.
“Gold è morto per difendere Yellow...” diceva qualcuno.
Non era proprio così. O forse no.
Forse era così.
La situazione era tutta sfumata, e quella nebbia davanti agli occhi non migliorava la situazione.
Casa di Lyra era lì accanto. Quella ragazza non era mai in casa.
Poi, a tentoni, si avvicinò al laboratorio.
Bussò.
I passi lenti di Elm si mischiarono ad un vociare diffuso.
La porta poi si aprì, ed Elm la salutò con un cenno del capo. “Oh, ecco, sei arrivata. Yellow, lui è il Professor Platan”
Da dietro ad una colonna, interamente coperta di macchinari, uscì un bellissimo uomo, con più o meno trent’anni.
Occhi profondi, grigi, misteriosi, e poi quei capelli lasciati andare così, selvaggi.
Una camicia azzurra ed un pantalone marrone, sotto quel camice che di solito contraddistingue chi aveva intrapreso simili scelte di vita, come quella di dedicarsi alla scienza.
Yellow ne rimase folgorata.
“S-salve” titubò, ancora un po’ scossa per quello che successe la notte prima.
“Ciao, Yellow” disse serio, ma nel contempo accomodante e tranquillizzante, Platan. “Ho analizzato attentamente il dente che è stato rinvenuto e...”
La porta dello studio del Professor Elm si aprì, e ne entrò Valerio, tutto sparato.
“Stai bene?!” si fiondò verso Yellow, stringendola a sé. Un attimo di stupore da parte della ragazza, prima che realizzasse dentro di sé che in quel momento sarebbero potuti apparire più di semplici collaboratori, o amici, e davanti agli occhi di Platan questa cosa non era molto apprezzata.
“Potevi telefonarmi ieri!” ringhiò il poliziotto, sempre verso la bionda.
“Valerio, calmati. La ragazza era sotto shock. Non a caso ti ho chiamato io”
Valerio si sistemò il ciuffo azzurro davanti all’occhio destro, quindi sbuffò.
“Ad ogni modo Gold è stato sventrato e prosciugato. Ancora”
“...se non fossi entrato con così tanta prepotenza avrei finito di dire che, dopo aver analizzato quel dente, sono riuscito a venire a capo dell’identità di quel Pokémon”
Yellow e Valerio inarcarono involontariamente le sopracciglia, entrambi contemporaneamente.
Yellow era stupita. “Ci... ci è riuscito?!”
“Era un Pokémon?!” disse con la stessa meraviglia Valerio.
Platan sorrise, e lento com’era nel parlare, ma anche nel muoversi e nel gesticolare, si girò verso il dente stesso, che era in osservazione nel microscopio, e lo estrasse con le mani.
“Questo Pokémon vive prettamente da dove vengo io, da Kalos”
“Kalos?!” chiese Yellow.
“Sì. È una regione poco distante da Hoenn. Lì ci sono parecchi Pokémon che non si sono ancora spostati”
“E... e come si chiama questo Pokémon”
“Noivern. Questo Pokémon è un Noivern. La caratteristica principale di Noivern è la grande aggressività, unita ad una velocità senza precedenti. Naturalmente essendo un Pokémon particolarmente difficile da trovare a Kalos, non credo ne sia migrato uno qui spontaneamente. Qualcuno deve avercelo portato, e poi liberato”
“Beh... gli allenatori viaggiano molto. Può essere che per qualche motivo qualche allenatore lo abbia liberato qui, a Johto” constatò Elm.
Platan sorrise, nascondendo lo sguardo sotto un ciuffo di capelli. “Qualunque allenatore con un briciolo di buon senso sarebbe capace di comprendere che liberare un Pokémon del genere precluderebbe a sé stesso ed alla sua squadra di vincere le competizioni più difficili. Non dico di aver preferenze sui tipi, ma Noivern è un Pokémon di tipo Drago, molto difficile da abbattere”
Yellow non capiva molto.
“Insomma...” entrò Valerio in gamba tesa. “Come dobbiamo acciuffare questo coso?”
Yellow sorrise, poi guardò Platan guardare sorpreso il poliziotto.
“Beh... generalmente i Noivern sono ghiotti di frutta”
“Non questo” punse sarcastico Valerio.
“Appunto. Bisogna invogliarlo a farlo uscire allo scoperto. Quindi se è di sangue che si nutre...”
“Sangue avrà...” sospirò Yellow.
 
Erano nel Percorso 31, proprio dove era morto Mike. C’era più probabilità che Noivern battesse dei territori a lui più familiari.
Nella nebbia, Yellow si stringeva nelle spalle. Il caldo del giorno prima era scomparso.
Valerio era smanioso di catturare Noivern. I due professori erano rimasti a Borgo Foglianova, ma erano certi che il piano potesse funzionare.
Valerio lo ripassò mentalmente.
“Bisogna piazzare un’esca. Siccome si ciba di sangue ne sentirà l’odore, e l’istinto lo porterà dalla sua fonte di cibo. Ed è lì che voi gli tenderete una grande trappola” furono le parole di Platan.
“Ma che trappola?” chiese Yellow.
“Beh, qui si vedrà la vostra bravura. Insomma, siete due allenatori forti” si pronunciò anche Elm.
Valerio guardava la nebbia fitta e densa, quasi sembrava schiuma sporca che fluttuava nell’aria. L’albero dove era morta la prima vittima, Mike, era ancora lì, danneggiato. Yellow era fissa a pensare a come fare per catturare Noivern, ed intanto Valerio spargeva del sangue generosamente donato dall’ospedale accanto a Fiordoropoli attorno ad una carcassa di manzo. L’odore penetrante del sangue attaccava con forza le narici dei due ragazzi, mentre accorrevano insetti e zanzare.
“Valerio...” lo chiamò Yellow.
Quello stava predisponendo tutto affinché funzionasse ogni cosa, e si girò verso la ragazza, meravigliandosi di come, anche con una simile nebbia, i suoi occhi riflettessero la luce. Ed era incredibile davvero, perché sembrava stessero guardando il mondo con un vetro sporco davanti al volto.
“Che succede, bionda?”
“È che ho notato una cosa...”
“Spara”
“Quando... quando tornavo con Gold verso Borgo Foglianova, prima che Gold fosse attaccato da Noivern abbiamo sentito un forte sibilo. È come se fosse un segno del suo arrivo. Come se ci chiamasse per dire hey! Sto arrivando! Ecco...”
“E allora?”
“Quando l’ho visto, però, ho notato una cosa davvero particolare”
“Cioè?”
“Le sue orecchie”
“Che avevano di strano?”
“Le sue orecchie erano lunghe, e... e sembravano cogliere ogni minimo rumore che si manifestava attorno a lui. Il suo udito era finissimo”
Valerio guardò con il volto fisso nel vuoto e nella nebbia Yellow.
“Capisci?!” esclamò lei.
“A dire il vero no”
“Il fatto che abbia un udito sensibile significa che possiamo immaginare dove viva. Sicuramente nella Grotta Scura! Lì non ci sono forti rumori”
“Il suo udito quindi è sensibile”
Yellow annuì.
“Non... non mi stupirei se gli ultrasuoni lo facessero impazzire”
“Era qui che volevo portarti!” esclamò tutta sorridente la ragazza. Valerio la guardò ancora e sorrise. In quel maglioncino lungo, che per inciso era del Professor Elm, Yellow ci navigava. Ma stava di fatto che il suo fascino aumentava minuto dopo minuto.
“Occorre che ci nascondiamo” suggerì il ragazzo, ed entrambi si celarono dietro un cespuglio, con vista albero e carcassa.
 
Yellow guardava la carcassa, quindi Valerio, poi ripensava a Platan, dopodiché a Gold.
Ma alla fine tutti i pensieri giravano in un vortice, come se stessero finendo nello scarico di un lavandino.
La sua mente gli andava contro.
Gli pareva dirle che era inutile che lei facesse tanto la sostenuta e che pensasse a tutt’altro, perché tanto sapeva alla perfezione che nel breve momento in cui gli occhi erano chiusi mentre lei li sbatteva, vedeva il viso di Red.
Lui era lì.
Anzi no.
Perché Red non era lì? Questa cosa la stava letteralmente divorando, mentre il suo stomaco manifestava la mancanza di cibo.
Valerio la guardò e storse le labbra. “Non hai mangiato?”
“A dire... a dire il vero no...”
“Male” fece. Prese una merendina dallo zaino che portava con sé e la diede alla ragazza.
Yellow lo guardò stupita.
“Zuccheri. Importantissimi”
Non fu neanche il tempo di sorridere, che il sibilo, quel sibilo, si espanse nella zona in maniera sinistra. Valerio rapidamente tirò Yellow a sé, e le mise una mano davanti alla bocca.
La ragazza spalancò gli occhi, spaventata.
“Silenzio. Qualunque cosa tu faccia, falla in silenzio”
Trovarono uno spiraglio visivo attraverso i piccoli rametti del cespuglio, e scorsero una figura alta e voluminosa vicino alla carcassa. Era piegata.
Succhiava il sangue.
Valerio stringeva forte Yellow, che dal canto suo era in grado solo di respirare, ed anche con difficoltà. I suoi occhi si spalancarono ancora di più, e quando si trovò costretta a deglutire quel cumulo di sabbia e saliva, il terrore le inondò il corpo:
Noivern l’aveva sentita.
Valerio mollò la presa dalla bocca della ragazza, e tese ogni muscolo del suo corpo, quindi si alzò all’in piedi non appena vide il mostro girarsi.
Gli occhi di Noivern e quelli di Valerio si incontrarono a metà strada nei loro sguardi. Noivern spalancò le fauci, ancora grondanti di sangue, e lanciò un urlo così forte che a Valerio stavano quasi per sanguinare le orecchie.
“Dannazione! Crobat!” lanciò in aria una Mega ball, ed il pipistrello a quattro ali ne uscì.
Noivern scattò velocemente verso Crobat, e lo attaccò ferocemente. Era un semplice attacco Azione, certo, ma sembrava che il livello di quel Pokémon fosse altissimo.
Ed un Pokémon con un livello altissimo fa danni anche con un attacco Azione.
“Crobat, usa Supersuono!”
Fu questione di un attimo, e le onde ad ultrasuoni del pipistrello si riversarono lungo l’aria, finendo nei grossi padiglioni auricolari di Noivern.
Quello si bloccò, emettendo un gemito di dolore.
I suoi occhi si strinsero in modo assoluto per il dolore, mostrava sofferenza tramite ogni muscolo, quasi gli stesse esplodendo il cervello, e per un momento il mostro succhiasangue era sparito. C’era solo un Pokémon che soffriva.
Yellow uscì dal cespuglio, con gli occhi fissi su quell’abominio.
“Valerio...”
Quello si girò, e la guardò. “Che vuoi?”
“Non... non fargli del male”
“Devo indebolirlo ancora, Yellow” disse il ragazzo dai capelli blu, e si girò ancora.
“Ti prego... non...”
“Crobat, continua!”
Valerio volle snobbare la ragazza, andare avanti, fare il suo dovere.
“Basta! Valerio basta!”
Yellow corse vicino al poliziotto e lo scosse per le spalle, come si fa con un congegno elettronico quando non funziona.
“Pidgeot!” Valerio mandò in campo il suo Pokémon migliore. “Usa Baldeali!”
“No, Valerio! Lo ferirai!”
Pidgeot volò in alto, mentre il vento gli tirava quel ciuffo di piume indietro, e si abbassò velocemente in picchiata. Noivern non poteva accorgersene.
E fu così che le ali coraggiose di Pidgeot si schiantarono contro Noivern, mettendolo al tappeto.
“Basta così!” urlò Yellow, stufa dal canto suo di vedere i Pokémon soffrire. “Vai Ultra Ball!”
“Non basterà!” alzò la voce anche Valerio, allarmato.
La Ultra Ball volò lenta dalla mano della giovane fino alla testa del Pokémon Drago, e quello per un attimo sparì nella sfera.
Un’oscillazione.
Due oscillazioni.
Niente.
È uscito! Crobat, continua!”
Il Supersuono continuava a bombardargli le orecchie, mentre risultava molto complicato a Noivern il mettersi all’in piedi e combattere la minaccia.
“Pidgeot! Zuffa!”
Quello si gettò a capofitto in una lotta ali e zampe contro l’avversario, che confuso e spaesato non riusciva a difendersi.
Ma il sangue di Noivern usciva a fiotti, e le zampe di Pidgeot graffiavano il suo corpo, ed il suo volto: una grossa cicatrice tagliò la sua guancia verticalmente, sfregiandolo.
“Lancia la Ultra Ball!”
Yellow obbedì, e tirò la sfera.
Un’oscillazione.
Due oscillazioni.
Tre oscillazioni.
Preso.
Il silenzio si espanse, in quel momento solo i loro respiri facevano rumore.
Noivern era in una Ultra Ball, era stato catturato.
E tutto era finito.
Tutto era finito.
 
“E... stop! Ottima, taglia pure!” il regista si alzò dalla sedia, tutto esaltato, sorridente, per via della scena ben girata. Valerio e Yellow sorrisero a mezza bocca, perché non adoravano quel mestiere, e difficilmente una simile proposta sarebbe stata accettata di nuovo, ma era stato un semplice divertimento, un gioco, e non ci sarebbe stato alcun problema a divertirsi.
Almeno una volta o due.
Valerio guardò Yellow e sorrise. Sapeva dei suoi dissidi interiori. Sapeva di Red, sapeva che era andato via per chissà dove.
“Smontiamo tutto!” urlò ancora il regista.
Gold si avvicinò a Yellow, con ancora il cerone bianco messo in faccia, per sembrare più pallido, da buon cadavere.
“Allora andrò a cercare Red. Te lo devo” sorrise il giovane.
“Se vuoi fallo pure. Per quel che conta, ormai...” gli occhi della ragazza erano tristi, mentre si allontanavano dal Percorso 31, ed entravano a Violapoli.
“Beh... tu non perdere le speranze. Puoi sempre accettare le mie proposte. Per una pizza. Una sera di queste...”
“Non ne ho voglia, ma grazie, sei gentilissimo”
“Allora vi saluto. Mi levo questo trucco da faccia e parto”
“Ciao Gold” sorrise Yellow, stringendolo a sé. Quel film era finito.
 
Ma qualcosa era stato lasciato per terra.
In una Ultra Ball.
 
 
E quella notte la Ultra Ball si aprì. E dopo aver lanciato un grosso urlo, nella notte di Halloween, Noivern spiccò il volo, ed andò via.
Ma quella cicatrice in faccia non era un effetto scenico. Era vera, e bruciava. Ed aveva giurato vendetta.
Vendetta contro Valerio ed i suoi uccellacci.

 
   
 
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