Scott chiuse la zip dello zaino, dopo averci messo tutto il
necessario. Il suo sguardo si spostò verso il bigliettino vicino allo zaino,
sul letto.
"Prepara i bagagli. Tra due giorni presentati al
Burrone dei Lamenti all'alba. È arrivato il momento di vedere. "
È arrivato il momento di vedere...
Egli non aspettava altro. Sarebbero andati nel fantomatico
Regno di Fara, per prepararsi alla battaglia contro la Creatura. Almeno così
gli aveva detto Dawn quando, due giorni fa con Zoey, era andato lì per la sua
Cerimonia.
Al pensiero di quella giornata, si massaggiò i polsi.
Sulla sinistra vi era una pietra di color turchese, con
qualche macchietta nera. Dall'altro polso vi era una pietra molto brillante
celeste, di un colore simile all'altra. Le guardò per un altro po', storcendo
il naso.
Come le nascondeva?
Aprì il comodino e cercò qualcosa che potesse coprirgli i
polsi. Poteva semplicemente cambiarsi e indossare una maglietta a maniche
lunghe, ma non ne aveva voglia. All'improvviso trovò un paio di braccialetti
adatti.
Erano di pelle ed uno era molto semplice, l'altro aveva una
piccola incisione. Due lettere scritte con una calligrafia leggera e tutta
fronzoli:
DS
La S era stata scritta in modo da incrociarla con la D,
rendendo l'incisione armoniosa.
La vista di quel bracciale lo portò indietro con la mente,
molto indietro
*Inizio Flashback*
- Buon Natale Scott! - Esclamò la bambina, porgendo
all'altro una piccola scatolina. Egli l'aprì cauto, diffidente. Al suo interno
vi era un bracciale in pelle, molto semplice.
- L'ho preso uguale al mio ti piace? Stai tranquillo però, è
pelle sintetica. - Disse lei con un grande sorriso. Il bambino non disse niente
e in silenzio si mise il bracciale. Gli andava larghissimo.
- L'ho preso grande così potrai metterlo anche quando
crescerai. - La bionda piegò di lato la testa notando qualcosa nascosto dietro
Scott.
- Mi hai fatto anche tu un regalo? - A quelle parole, il
rosso sbuffò infastidito.
Se ne era accorta.
Prese il pacchettino e lo lanciò letteralmente contro la bambina.
Non era abituato a fare regali a qualcuno, a pensare agli altri insomma.
Si comportava male per mantenere la sua reputazione da
cattivo, e per difendere il suo enorme orgoglio.
Ella scartò in fretta e felice il pacchetto, sussurrando un
grande oh quando vide cosa c'era al suo interno:
Una piccola lepre completamente intagliata nel legno. La
bionda sorrise felice e si lanciò tra le braccia di Scott, abbracciandolo
stretto.
- Grazie Scott. È il più bel regalo che qualcuno mi abbia
mai fatto! Grazie grazie. -
Il rosso rimase impietrito per un attimo, ma poi abbandonò
il suo scudo e strinse a sua volta la piccoletta a sé.
*Fine Flashback*
Il bracciale con l'incisione l'aveva preso quando,
purtroppo, ritrovò il cadavere della ragazza galleggiare sulla superficie del
lago.
Quel giorno senza esitazioni si gettò in acqua per salvarla.
Ma era troppo tardi.
La portò a riva e cercò di rianimarla più volte senza
fermarsi o arrendersi.
Ma non si poteva più fare niente. Quel giorno, nel momento
in cui guardò il volto della bionda ormai morta, una parte di lui morì
anch'essa. Per tenerla ancora legata al resto di sé, prese il bracciale che lei
aveva al polso.
Ogni volta che pensava a quel giorno, una fitta al cuore lo
colpiva. Non l'avrebbe mai ammesso neanche a se stesso, ma quella ragazza gli
era entrata sotto pelle.
Si mise i bracciali che adesso gli calzavano a pennello,
prese lo zaino e uscì. Fuori faceva molto freddo ma Scott non lo sentiva,
neanche con la maglia a maniche corte. Era sempre stato così: non soffriva il
freddo, come se un fuoco dentro di lui lo tenesse costantemente caldo.
Non per niente era il Guardiano del fuoco. Camminò per la
città fischiettando, mentre di dirigeva da Duncan. All'improvviso delle voci
attirarono la sua attenzione. Si avvicinò al vicolo dove due poliziotti stavano
parlando di... Duncan!
Appena riuscì a capire di cosa stavano discutendo, sgranò
gli occhi e corse verso la casa di Geoff e Brigette.
"Merda! Ci mancava solo questo!"
***
- Hai preso tutto? -
- Tranquilla Brigette. È tutto qua dentro. - Disse Duncan,
indicando il borsone sul divano.
- Ci dispiace che te ne vada, ma sappiamo che in questo
momento Gwen ha bisogno a te... - Disse Geoff.
Duncan non gli aveva detto della storia dei Guardiani. Non
voleva coinvolgerli in pericoli inutili. Gli aveva detto che si sarebbe
trasferito da Gwen per starle vicino dopo la morte di Trent.
Indossò la felpa rossa e si mise il borsone in spalla, per
poi guardare i due.
- Be' ragazzi è stato un piacere essere ospitato da voi. -
Ghignò lui. Geoff gli strinse la mano in segno fraterno, mentre Brigette lo
abbracciò forte.
- Non sparire come al tuo solito va bene? - Scherzò lei,
scompigliandogli i capelli.
In quel preciso istante, qualcuno bussò alla porta con
insistenza.
Geoff aprì la porta e nel soggiorno entrò uno Scott
trafelato.
- Duncan ti hanno incastrato! La polizia sta venendo a
prenderti... - Esalò lui, col fiato corto per la corsa.
- Che stai dicendo Scott? -
- Stanno venendo ad arrestarti per l'omicidio di Trent. -
Bastò quella frase per far crollare tutto, e far tornare nel corpo del punk la
paura.
Sentiva già indistintamente il rumore della sedia elettrica.
- Devi scappare Duncan, ti devi nascondere! - Esclamò Geoff.
Scott e Duncan si guardarono negli occhi.
Sapevano dove andare.
Senza dire niente, in fretta uscirono e corsero per le vie
della città.
Verso il burrone.
Il moro si alzò in fretta il cappuccio in testa per non
essere visto, mentre le gambe correvano sempre più veloci.
Verso la salvezza.
***
- Non abbiamo tempo per spiegare, fai quello che devi fare
Dana. E fallo in fretta! - Urlò Duncan appena arrivò vicino al burrone.
- Cosa succede si può sapere? – Chiese lei, sorpresa
dal vedere i due arrivare ansimanti e il punk con lo sguardo terrorizzato. La
risposta alla sua domanda arrivò quasi subito con il rumore dei cani e le voci
dei poliziotti.
- Vogliono arrestarmi, ti spiegherò tutto dopo. Adesso devi
aprire quel portale però, subito! – Esclamò il moro, incitandola a fare presto.
Ella lo guardò per un attimo poi gli diede le spalle e,
allargando le braccia, recitò la formula magica. Dal burrone fuoriuscì
immediatamente un raggio di luce accecante, di un colore quasi indefinito. Il
fascio si contorse su se stesso per poi gettarsi di nuovo in fondo al burrone,
esplodendo in tanti piccoli brandelli che cominciarono a fluttuare sul prato di
Raggi di luna.
Dana e Dawn si guardarono negli occhi, complici.
- Adesso dovete fidarvi di noi. Il Portale per il Regno di
Fara si trova nel Burrone dei Lamenti e l’unico modo per attraversarlo è… gettarsi
da qui. – Quella frase ebbe il potere di spargere il panico tra i Guardiani.
Tutti protestarono per molto e solo l’abbaiare dei cani, ora più vicino, li
zittì.
Il gruppo si guardò negli occhi uno ad uno, per poi
rivolgere la loro attenzione verso la rossa.
Fu Scott a pronunciare ciò che tutti avevano concordato con
quel semplice scambio di sguardi.
- Facciamolo. –
Dana annuì e gli diede le ultime istruzioni prima del salto.
A compiere quel gesto per primo fu Dawn, già abituata ai viaggi con i portali,
poi fu il turno di Scott e degli altri.
Duncan rimase per ultimo, ancora diffidente se saltare o no.
Si sporse dall’orlo del burrone, osservando il mulinello di
luce viola-argentea che turbinava a mezz’aria.
Il portale.
- Fermo Duncan non costringermi a sparare! – La voce dello
sceriffo Alejandro fece raggelare il sangue del moro, mentre le sue orecchie
erano invase dal fastidioso rumore della sedia elettrica accesa e pronta ad
accoglierlo nel suo mortale ed elettrico abbraccio.
Egli si girò di poco in modo da poter vedere i poliziotti al
limitare del prato con la coda dell’occhio.
Fu quello il momento in cui si convinse a saltare.
E lo fece.
Si gettò nel vuoto, la mano che stringeva il borsone e
l’altra aperta che saggiava l’aria. Il portale si avvicinava sempre di più a
lui e, quando fu a poca distanza dal suo obbiettivo, chiuse gli occhi.
Sperando di non schiantarsi nel fiumiciattolo molto più in
basso.
***
La prima cosa che il moro vide fu un soffitto a forma di
guscio d’uovo, composto completamente da vetrate colorate disposte a motivi
geometrici.
Sentiva chiaramente il suono di una banda che recitava una
melodia strana e gioiosa. La mano di Gwen venne subito in suo soccorso,
aiutandolo a rialzarlo. Si trovava assieme agli altri Guardiani in una grande e
alta sala. Al centro di essa vi era un altare dove turbinava in un cerchio di
pietra il portale che probabilmente avevano attraversato. Quello che però colpì
di più il ragazzo fu l’incredibile folla che popolava quella sala. Erano tutti
molto alti e i loro occhi erano completamente privi di sclera, come quelli di
Dana d’altronde. Quei volti erano così
somiglianti a quello di Evelyne, che quasi si spaventò di ciò. Quel luogo però
fece nascere in lui una strana sensazione.
Si sentiva
stranamente come tornato a casa lì...
Il perché non lo
sapeva.
- Tutto bene? - La
voce di Gwen lo risvegliò dai suoi pensieri.
- Un po'
scombussolato ma tranquilla, ho la pellaccia dura. - La rassicurò lui. Solo in
quel momento si accorse che la sua mano stringeva ancora quella della mora, che
l'aveva aiutato ad alzarsi. Entrambi guardarono quelle mani intrecciate per
chissà quanto tempo, come ipnotizzati.
Ne l'uno ne l'altro
però sciolsero quella presa anzi la rafforzarono, come a darsi forza a vicenda.
Avrebbero parlato di
tutto dopo, da soli.
La musica
all'improvviso si fermò, mentre la folla si apriva in due e le trombe
annunciarono l'arrivo di due lussuose carrozze.
- Udite udite.
Inchinatevi tutti davanti a sua maestà la regina di Fara, Marylee la Saggia e
suo figlio il principe ereditario e futuro re, Alucard. - Disse una voce dalla
folla. Duncan non riuscì a vedere di chi fosse quella voce, ma vide chiaramente
chi essa aveva annunciato.
Dalla prima
carrozza, quella decorata con oro e pietre preziose, scese la figura di una
donna. Non si capiva molto bene quanti anni avesse, ma di una cosa Duncan fu
sicuro fin dal primo momento che la vide:
Che era molto bella,
bella come sua madre.
Il suo viso, la
forma dei suoi occhi, il suo portamento tutto rimandava alla mente del ragazzo
la figura della madre.
E questo lo
spaventava molto.
Ella portava i
capelli lunghi di color dell'argento, sciolti e adagiati sulle sue spalle, la
sua carnagione era molto chiara e anche i suoi occhi erano molto chiari, di un
grigio vicino al bianco. Dietro di lei, fermo vicino alla carrozza, un uomo dal
lunghi capelli castani e gli occhi verdi lo fissava insistentemente.
Quello sguardo non
gli piaceva per niente.
La donna si avvicinò
a loro, mentre la folla intorno a lei si inchinava al suo passaggio o le
lanciava fiori.
Quando arrivò di
fronte a loro il moro ebbe la certezza che quella donna era identica a Evelyne.
"Come è
possibile...?"
- Benvenuti nel
Regno di Fara Guardiani. Io sono la regina Marylee e per oggi, sarò la vostra
guida. Se volete seguirmi in carrozza. - Annunciò la regina, indicandogli i
veicoli fermi fuori.
Il gruppo si spostò
fuori, con gli occhi di tutti puntati addosso. Appena si avvicinarono
abbastanza, il principe gli andò incontro e, senza salutare nessuno, strinse a sé
Dawn, baciandola con sentimento. Duncan si voltò indietro verso Scott. Il
ragazzo si era irrigidito e digrignava i denti furioso, il suo sguardo era
fisso su quella romantica scenetta. Egli sapeva benissimo il legame che c'era
tra i due e, anche se nessuno gli aveva detto niente, era a conoscenza anche
dei sentimenti che popolavano il cuore del rosso verso quella ragazza. Quella
visione della Iena infuriata voleva dire solo una cosa:
guai in vista.
Il gruppo fu diviso
in due ed egli si ritrovò con Gwen, Dana e la regina.
Dopo che la sovrana
salutò la folla, salirono sulle carrozze e partirono. Lì Duncan vide qualcosa
di sconvolgente: all'interno della loro carrozza vi era una bambina vestita con
un abito raffinato quasi quanto la regina. La cosa che sconvolse di più il moro
fu il fatto che era identica alla madre Evelyne. Duncan rimase immobile a
fissarla per circa metà del viaggio, mentre la regina illustrava le terre che
percorrevano a gran velocità. - Questa è la mia figlia più piccola, Adeline.
Hai intenzione di fissarla ancora per molto? - Ghignò lei, vedendo l'imbarazzo
della figlia per colpa di quello sguardo. - Mi dispiace. È solo che vostra
figlia assomiglia molto a una persona speciale per me. - Si giustificò lui,
maledicendosi per la figuraccia. La donna guardò prima lui e poi la figlia, con
uno sguardo che sembrava fosse partita lontano. - Anche a me ricorda una
persona speciale... - Si limitò a dire la donna, mentre il suo sguardo si fece
più triste. La bambina a quella vista, abbracciò la madre e così il resto del
viaggio trascorse in silenzio.
***
Dawn stava con
quello?!? Non ci poteva credere. È la cosa peggiore era che il suo caro marito
continuava a fissare Scott. Come un cane che proclama allo sfidante il proprio
territorio. Non sapeva perché il principe continuasse a fissarlo in quel modo,
ma sapeva per certo che non avrebbe resistito ancora per molto. - Quindi tu sei
il marito di Dawn... - Disse vago lui, approfittando del fatto che la bionda si
era addormentata tra le braccia del moro.
E a quella visione,
la voglia di scaraventare fuori di lì quell'uomo aumentò ancora di più.
L'aveva sentito dire
da una donna nella folla quando i due si stavano baciando, che i due fossero
sposati.
E una parte di lui
sperava che fosse tutto falso.
- Siamo sposati da
cinque anni. - Mormorò il principe, senza distogliere lo sguardo dal suo
"nemico".
Il rosso girò il
capo verso il finestrino, guardando distrattamente l'immensa distesa di sabbia
che si presentava ai suoi occhi.
Il paesaggio lì era
strano: si passava molto bruscamente dalla neve alla sabbia al verde, dalla
pianura alle montagne al mare. Quasi perdevi il senso dell'orientamento.
- Non te l'ha detto?
- Chiese Alucard, dopo un lungo periodo di silenzio.
- Non ci aveva
accennato niente di tutto ciò... - Si limitò a dire Zoey che assieme a Mike
stavano assistendo a quella scena.
Il principe passò in
rassegna i volti di tutti i presenti nella carrozza, fino a incatenare di nuovo
il suo sguardo con quello di Scott.
- Allora non sapete
niente neanche del bambino... - Dichiarò l'uomo, accarezzando il ventre della
sua compagna. In quel preciso istante, mentre lo stupore dilagò tra i presenti,
mentre il cocchiere annunciava che il castello era in vista e mentre Dawn si
svegliò incrociando i loro sguardi quel poco che era rimasto integro dell'animo
di Scott fino a quel momento si distrusse del tutto.
Angolo dell'Autrice:
Cucù! Eccomi qua!
La vostra Sammy è tornata bella fresca dalla gitarella in Liguria/Costa Azzurra con...
QUESTO FANTASTICO CAPITOLO!!!!
Che, per colpa di quello che ho scritto, mi ucciderete di sicuro u.u
A me e a Alucard sicuramente xD
Comunque qui sotto ecco le pietre di Scott, che tutti volevano vedere :D
Turchese (pietra del Sagittario)
Topazio (pietra dello Scorpione)
Qui invece le immagini della regina Marylee e del principe Alucard...
Immaginateli con gli occhi senza sclera (purtroppo non ho trovato volti con occhi del genere -.-
Ecco a voi la regina (bella eh...?)
Ed ecco a voi Alucard (che tanto odiate xD)
E con questo mi congedo da voi e vi auguro una buonanotte.
A lunedì
Un bacione:^.^: