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Autore: malfoy _    06/04/2014    0 recensioni
Raccolta di One-Shot sulla coppia BBRae, ispirate alla 30 Day OTP (one true pairing) Challenge. 30 capitoli autoconclusivi, che possono variare dal romantico, al comico, all'avventuroso, dipende ovviamente dalla sfida del giorno!
01 - Holding Hands
02 - Cuddling Somewhere
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Secondo giorno della 30 day OTP Challenge: Cuddling Somewhere (coccolarsi da qualche parte). Spero vi piaccia (;

02 - Cuddling Somewhere

«Bibi, andresti a portare tu la cena a Raven?»
Bibi osservò attentamente la cosa gelatinosa che si contorceva sul piatto che Starfire teneva orgogliosamente in mano.
«Ehm… io passo» rispose Beast Boy, intimorito alla sola vista del pasto.
Starfire corrugò le sopracciglia. «Cyborg, amico, perché non vai tu?»
Cyborg alzò la testa dal videogioco al quale stava giocando insieme a Robin solo per un secondo: la vista della gelatina gli bastò a fargli venire un orribile senso di vomito.
«Non posso Star, sto per battere il mio record personale!»
Starfire volò accanto al divano del salotto. «Robin!» esclamò con gli occhi a cuoricino, cercando di convincere l’amico. «Vorresti andare tu?»
Il leader dei Titans, che stava perdendo la sfida contro Cyborg, non si diede nemmeno la pena di alzare gli occhi dallo schermo.
«Non posso, Star»
Starfire guardò i tre amici e mise il broncio. «La verità è che nessuno di voi vuole avvicinarsi a Raven quando ha la febbre!» disse, sperando di averli colpiti nel segno. In realtà né Cyborg né Robin sembrarono averla sentita, solo Bibi si avvicinò a lei, con un sopracciglio alzato, dicendo: «Allora perché non vai tu
«Eh eh…» commentò l’aliena, messa alle strette. «Non… non penso che durante la sua malattia la nostra amica Raven abbia voglia di vedere proprio me… dovresti andare tu che sei il suo fidanzato»
Non appena sentì la fatidica parola, Cyborg mise in pausa il gioco, e con un ghigno crudele rivolse gli occhi all’amico verde. «Starfire ha ragione, dovresti essere tu a portare il pranzo alla tua ragazza!»
Nonostante avesse la pelle interamente verde, chiunque in quella stanza avrebbe affermato che Bibi era diventato rosso come un pomodoro.
In realtà Raven non era la sua fidanzata, e mai lo sarebbe stata. Era solo accaduto che, in un “tenero” momento, i due si fossero abbracciati. Solo pochi secondi, niente di più che un abbraccio amichevole, ma era bastato a Cyborg per cominciare a prenderli in giro, scherzando sul fatto che fossero fidanzati. Dopotutto un abbraccio tra loro era una cosa talmente rara da essere facilmente fraintesa e, mentre l’uomo-robot e Robin sapevano che era solo uno scherzo, Starfire li aveva presi sul serio, ed era troppo felice per la nuova coppia.
«Lei non è la mia ragazza!» esclamò Bibi, irritato. «E ti conviene smettere di dirlo di fronte a lei, altrimenti ti polverizzerà in un  nanosecondo»
«Per questo non sarò io a portarle la cena» affermò allargando il suo sorriso. «Ma tu!»
«Non ho intenzione di farlo!» ribadì nuovamente il mutaforma.
«Mettiamola così» disse Cyborg. «Se vai a portarle la cena smetterò di prenderti in giro sull’abbraccio»
Bibi ci pensò su un momento. Nessuno voleva portare la cena a Raven perché quando era malata aveva più problemi del solito a controllare i suoi poteri, e tutti avevano paura di essere spediti in una dimensione parallela, però doveva ammettere la proposta dell’amico non era niente male. Dopotutto bastava che le porgesse il piatto dalla porta e scappasse via.
«Andata» disse Beast Boy, sospirando con amarezza. Strinse la mano di Cyborg, il quale, dal canto suo, era molto soddisfatto di se stesso, e afferrò il piatto dalle mani di Starfire.
«In bocca al lupo!» esclamò l’aliena, mentre l’amico usciva dalla sala.
 
Bibi arrivò di fronte la porta della stanza di Raven e, senza attendere un secondo, bussò due volte. Aspettò qualche minuto prima che la porta scorrevole si aprì, come di consueto, per un quarto, lasciando intravedere solo metà faccia della maga.
«Ehi…» la salutò Bibi, intimorito come sempre. «Ti ho portato la cena»
L’occhio di Raven si abbassò a guardare la gelatina che il mutaforma teneva in mano. «Preferisco digiunare» affermò la maga, la voce flebile e roca per la febbre.
«Okay» disse Bibi, sollevato perché era riuscito a uscirne indenne. Fece un passo indietro e la porta si chiuse.
Beast Boy sorrise, non era stato spazzato via e non sarebbe più stato insultato da Cyborg. Poteva andare meglio di così?
Il ragazzo stava per tornare indietro, ma qualcosa lo bloccò: la debole voce di Raven gli risuonava nella testa. Sembrava così debole rispetto al solito… doveva stare davvero male. Com’era stato meschino! Tutto ciò che gli importava era salvarsi la pelle, e non si era preoccupato nemmeno per un secondo che Raven stava parecchio male e che forse avrebbe dovuto comportarsi da amico.
Certo che se ne sarebbe pentito, tornò indietro e bussò nuovamente alla porta. Come prima questa si aprì per un quarto.
«Che vuoi?» chiese Raven, affacciandosi.
«Ehm… come stai?» domandò il mutaforma, timoroso.
«Abbastanza male» fu la secca risposta della maga.
I due rimasero per qualche secondo fermi a fissarsi, finché la ragazza non chiese, scocciata: «Altro?»
Bibi fece d’istinto un passo indietro. «Sai, penso che dovresti uscire da questa stanza per poter stare un po’ meglio» disse il ragazzo di slancio. Oh, come se ne sarebbe pentito!
«Scusa?» chiese la maga.
«C’è troppo buio là dentro! Per guarire ti serve un po’ di luce e di aria» aggiunse Bibi, con un lieve sorriso. Raven non rispose nemmeno. «Vieni con me!»
La ragazza era davvero stupita. Da quando in qua a Bibi importava di lei?
«Preferisco restare qui, grazie» affermò infine Raven. Stava quasi per chiudere la porta, ma Bibi la fermò con una mano.
«Dai, ti prometto che non te ne pentirai!» disse il mutaforma e, senza attendere risposta, afferrò la mano di Raven, facendola uscire fuori dalla stanza. «Forza!» tenendole sempre stretta la mano, Beast Boy trascinò l’amica attraverso la torre, la fece salire lungo una scala e, infine, i due raggiunsero il tetto.
Il paesaggio era davvero mozzafiato. Il sole stava tramontando proprio in quel momento, proiettando i suoi ultimi raggi dal colore arancione sul mare quieto della sera. La città stava cominciando ad accendere le luci della notte e un’aria primaverile scompigliava i capelli dei due eroi.
«Ecco» disse Bibi, lasciandole la mano. «Respira quest’aria, ti farà bene»
Raven era ancora sotto shock per il comportamento del mutaforma ma, stranamente, niente era ancora saltato in aria. La ragazza, allora, dopo aver lanciato un severo sguardo all’amico, inspirò l’aria del tramonto, e gli angoli della bocca le si incurvarono in un impercettibile sorriso. Incredibile ma vero, Bibi aveva ragione.
I due si sedettero sul bordo del tetto e rimasero ad osservare silenziosamente il sole che tramontava.
«Come ti senti adesso?» chiese Bibi, sorridendole.
Raven lo osservò attentamente. «Meglio» disse, e spostò subito lo sguardo.
Beast Boy si sentiva davvero soddisfatto, più di quanto si era sentito pochi minuti prima, quando era riuscito a scampare dai poteri di Raven e, allo stesso tempo, a ottenere che Cyborg non lo insultasse più.
Il mutaforma osservò attentamente i tratti del viso di Raven, illuminati dagli ultimi raggi del sole, i capelli viola che le volavano sugli occhi, tutti scompigliati.
Beast Boy non sapeva per quale ragione a quel mondo lo stesse facendo, ma allungò una mano e, con delicatezza, scostò una ciocca dal viso della ragazza. Raven girò la testa verso di lui, quasi terrorizzata per quello che stava succedendo.
Il ragazzo le sorrise, ma non allontanò la mano, anzi, le scostò un’altra ciocca di capelli viola e poi, come se stesse toccando un fiore, le accarezzò il volto pallido, toccandole la fronte, le tempie, le gote, le guance, scendendo fino a metterle la mano sotto il mento.
«Cosa stai fancendo?» chiese Raven, respirando profondamente, la voce tremante, ma incapace di allontanarsi da lui.
Bibi non rispose. Cominciò ad avvicinare il suo volto a quello di lei, lentamente. Prima che le loro labbra potessero sfiorarsi, il ragazzo alzò gli occhi e sbiancò. Alle spalle di Raven cinque, grandi massi, fluttuavano ricoperti di energia nera, pronti a colpire.
Effettivamente gli era sembrato strano che la maga fosse riuscita a controllarsi per tutto questo tempo.
Il mutaforma sospirò. Cosa stava facendo? Perché stava osando tanto con Raven? Non aveva senso nulla di quanto avesse appena fatto.
Quasi arrabbiato con se stesso le stampò un dolce bacio sulla guancia e si alzò di scatto.
«Mi dispiace» disse.
Raven non aveva detto nulla, era semplicemente sotto shock, i massi che ancora levitavano dietro di lei.
«Vado a procurarti una cena decente» le annunciò Bibi e, dopo averle lanciato un ultimo sguardo, attraversò la porta del tetto, scendendo al piano di sotto quasi correndo.
Non appena la porta si chiuse alle sue spalle, i massi volanti tornarono normali e, uno per uno, precipitarono in acqua.
 
  
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