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Autore: anqis    06/04/2014    2 recensioni
Non vincerai mai contro di me, pivello e Zayn ha sempre dubitato che la vittoria a cui si riferiva fosse un’altra, quella seduta vicino a lui che rideva e rideva perché un nerd che fa schifo alla play non si è mai visto.
Si offendeva, e allora lei gli chiedeva se sarebbe rimasto e Zayn avrebbe voluto risponderle sì, oggi, domani e dopodomani, ma la valigia mai disfatta alla porta parlava per lui.
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And I've always been shit at computer games, and your brother always beats me,
And if I lost, I'd go across and chuck all the controllers at the tv, and then you'd laugh at me,
and be asking me, if I'm going to be home next week
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Perrie Edwards, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Come per nessun altro.'
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Forse.
 

And I've always been shit at computer games, and your brother always beats me,
And if I lost, I'd go across and chuck all the controllers at the tv, and then you'd laugh at me,
and be asking me, if I'm going to be home next week

Ed Sheeran, wake me up

 
Zayn fuma seduto alla finestra della camera d’albergo dove si sono fermati per trascorrere la notte. Con la mano destra stringe la sigaretta che è consumata per metà, nell’altra la caviglia magra. Socchiude gli occhi godendosi il venticello leggero e fresco che profuma l’aria chiusa dell’ambiente e strappa dalle labbra rosse e consumate di Harry un lamento muto. Harry stasera, perché ha bisogno di tranquillità e silenzio, che Niall non può offrire. Menefreghista quanto basta per lasciarlo stare, esattamente il contrario di Liam che non ha smesso un attimo di osservarlo di sottecchi durante tutta la giornata. E Louis no, semplicemente perché è insopportabile, quella sera probabilmente più del solito.
Soffia una boccata di fumo fuori, sa che Harry non ne sopporta l’odore. Poi, lascia cadere ciò che ne è rimasto e segue con gli occhi appannati le ceneri rosse toccare l’asfalto, diversi metri a dividerli. Si lecca le labbra secche, toccandosi con le dita callose il viso sciupato e ruvido di barba di qualche giorno.
«Mi manca» un sospiro, «forse.»
Harry sorride nella penombra, le gambe lunghe distese e le spalle larghe affondate nella fodera della poltrona. La televisione accesa su un canale qualunque rimanda riflessi bianchi sui lineamenti del suo viso, accarezzando la linea regale del naso e quella morbida delle labbra distese.
«Forse?»
Zayn non risponde subito. Si stringe il ginocchio al petto e chiude gli occhi, soppesando le parole. Il silenzio cala come un sipario sui loro pensieri, ed è rassicurante per chi vive una esistenza di musica, domande e microfoni. Sono le tre di notte ed è incredibile, pensandoci, che riescano a rifugiarsi nel più muto del silenzio solo a quell’ora della giornata. Si riesce a percepire il respiro cadenzato di Zayn, consumato e bruciato dalla nicotina e dai tutti “la smetto, ora la smetto”, e lo scricchiolio della punta sferica di una penna sulle pagine di un agenda un po’ sfondata. Zayn si domanda sempre cosa scriva, ma non si permette di chiederlo ad alta voce: sa che Harry risponderebbe “cazzate”, magari stringendosi nelle spalle; e poi, Zayn è il primo che odia certe domande, sarebbe ipocrita da parte sua.
«Sì» mormora quando ormai non avrebbe più senso rispondere, «stavo pensando che dovrei sostituire il mio passaporto.»
I riccioli si muovono, Harry annuisce.
«E dovrei scrivermi con l’inchiostro il suo nome sulla pelle.»
«Devo tatuarmi un veliero sulla spalla» raschia la voce roca e ruvida dell’altro. «Andiamo insieme?»
«Un veliero?» Zayn ora lo guarda soffocando una risata. «Perché un veliero?»
Harry avverte lo sguardo del moro su di se, solleva gli occhi dall’agenda ormai tatuata di parole e chissà quali pensieri. «Così» la bocca che si socchiude in un sorriso da stregatto. «Tu, perché il suo nome?»
Zayn incassa le spalle e con esse il colpo. «Ne sentirei meno la mancanza» dice senza pensarci neanche troppo. «Che dici?»
«Dico» il ragazzo si spinge sulle ginocchia, «che andrò a farmi una doccia. Fa troppo caldo, qui a Los Angeles» e scompare dentro il bagno con uno sbadiglio che non verrà soddisfatto da nessuna ora di sonno.
«Avrei voglia di un bagno» sussurra Zayn tra sé e sé, e sorride come un bambino che ha tra le mani il suo primo e piccolo segreto. Riempirebbe la vasca di acqua calda e le gocce cadrebbero sulle piastrelle bianche, e volerebbero bolle nell’aria, odore di bagnoschiuma alla lavanda da ogni parte.
E tutto questo?
Una risata acuta, imbarazzata e stupita.
Forse – con le parole proprio non ci sa fare, si passerebbe una mano sulla nuca e si morderebbe il labbro inferiore –  perché sei adorabile.
La porta del bagno è stata lasciata aperta, ne arriva la luce della lampada e il rumore soffuso del getto. Harry canta e solo dopo qualche minuto e una nuova sigaretta accesa tra le dita, Zayn riconosce il motivetto di Shrek. Si domanda se lo faccia apposta, ma non lo dice perché la sente quasi più vicino così. La immagina sdraiata al suo fianco nella camera da letto di casa sua, con una guancia dimenticata sulle braccia conserte e gli occhi colmi di quel film che hanno visto ormai undici – “dodici, Zayn, ti scordi di quella volta che fuori pioveva e i tuoi piani erano saltati” “forse perché preferirei dimenticarlo?” – volte.  E tra una scena e l’altra si passa una mano tra i capelli –  violetti, bianchi, confetto, carta da zucchero, e chi se lo ricorda più? – e lui le dice così dal nulla che non li deve tagliare, con gli occhi timidi concentrati altrove e le mani nelle tasche dei pantaloni troppo stretti, per la voglia di carezzarli.
Perché?
Ecco, perché, Zayn? Perché (amo) mi piace il modo in cui te li sposti all’indietro dalle spalle.
La immagina mentre si solleva sulle braccia, lo raggiunge e coraggiosa e spigliata: ed io amo il modo in cui mi guardi, gli sussurra con le labbra sulle sue e Zayn la bacia, mentre pensa che è bella, ma non lo saprà mai.
Inspira il fumo e lo butta fuori, mentre si perde nella contemplazione delle luci della città di Los Angeles, sempre inspiegabilmente accese. Le conta come fossero le stelle che chissà quante generazioni hanno smesso o non le hanno mai viste davvero. Ma ci si accontenta di ciò che si ha, giusto? Così come lei si accontenta di lui, con la puzza di fumo, che cerca sempre di farlo smettere. Con le sue ubriacature, le passeggiate sulla spiaggia fredda, e tutte le parolacce sprecate di fronte al joystick, perché ha sempre fatto schifo e Jonnie, suo fratello, lo batte sempre.
Non vincerai mai contro di me, pivello e Zayn ha sempre dubitato che la vittoria a cui si riferiva fosse un’altra, quella seduta vicino a lui che rideva e rideva perché un nerd che fa schifo alla play non si è mai visto.
Si offendeva, e allora gli chiedeva se sarebbe rimasto e Zayn avrebbe voluto risponderle sì, oggi, domani e dopodomani, ma la valigia mai disfatta alla porta parlava per lui.
Zayn stringe la stoffa della maglietta, lì dove sotto la pelle qualcosa pulsa forte da fargli male. E pensa che neanche l’inchiostro gliela ricorderebbe quanto il battito lento che fa eco ai ricordi, e che accelera e vive solo con lei.
 
Quando Harry esce dal bagno, solo un asciugamano stretto alla vita, sorride un po’ triste e invidioso. Zayn tiene gli occhi chiusi, ma le lacrime si notano sotto la luce calda dell’alba.
«Dormi?»
«Non c’è lei a svegliarmi» risponde  semplicemente lui.
Harry sorride con gli occhi bassi, «Preparo il caffè, allora.»
Prima c’era buio e silenzio, e ne sentiva la mancanza; ora c’è luce e il sottofondo del caffè che bolle, e ancora la sente. «Stavo pensando che..»
Harry si avvicina offrendogli una tazza.
«.. forse sono solo innamorato.»
«Forse.»



 
Buonasera,
giusto due cose da dire: song-fic ispirata alla canzone di Ed Sheeran, "wake me up"  - che dovete conoscere assolutamente o la vostra vita non avrà mai un senso - spero di essere riuscita a renderla al meglio, perchè è una delle mie canzoni preferite e l'ultima cosa che voglio è rovinarla da me (non potrei mai).
I miei Zerrie di nuovo, questa volta però vissuto dal punto di vista di un Zayn malinconico e sofferente per la distanza che li divide - deve essere davvero difficile in effetti. Li adoro, semplicemente, e non ho più nient'altro da dire (se non: Harry e non aggiungo altro perchè non finirei più). Spero vi sia piaciuta e se volete leggere altro di loro due scritto da me, potete trovare la one shot "come per nessun altro" pov Perrie nella mia raccolta su di loro (cliccate il titolo per aprire il link).
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensiate, se voleste lasciarmi un parere ne sarei immensamente felice!
Grazie per esservi fermate, alla prossima!

Anqi.

 
   
 
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