Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: blackswam    07/04/2014    10 recensioni
Un bambino. Una madre single. Un padre di cui non si sa l'identità.
Una storia piena di vicende, avventure, amore e passione senza fine.
LeonxVioletta - MarcoxFrancesca - BrodwayxCamilla- LeonxCamilla- DiegoxLudmilla.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando il destino ci mette lo zampino.


L'argomento che ci rende tutti partecipi e il quale abbiamo continuamente voglia di parlare è il destino. Il futuro che ci aspetta d'ora in avanti, sapere in anticipo le difficoltà per poterle scavalcare, conoscere per bene ciò che ti accadrà restando bene con la coscienza. Sapere che in un futuro prossimo tutto sarà come tu speravi, anche se fosse un sogno mal costruito. Perdersi nell'illusione che la vita sia una magia e che tutto ciò che desideri si trasformi in zucchero. Dolce e scivoloso.
Lasciare che il destino assuma la forma di desiderio attraverso il quale ricominciare a sperare che tutto può accadere, e non perdere mai quei sogni infantili che facevamo da bambini. La magia, la magia esiste nell'animo di ognuno di noi. Il principe azzurro, non proprio su un cavallo bianco, ma spesso può trovarsi dietro l'angolo, un castello anche se ci spingiamo un po altre dalla realtà stessa, ma nel nostro universo, nel nostro futuro e ciò che accadrà.
Basta guarda il cielo e specchiarsi in quel mare azzurro e immergere il nostro viso tra le soffici nuvole. Un sensazione di dolcezza e tranquillità ci pervade trasportandoci in un altro pianeta. Tutto ciò che desideriamo si rializza, tutto ciò che immaginiamo si materializza e i sentimenti negativi esplodono trasformandosi in polvere. L'aria è afosa, ma anche piuttosto calda.
L'odore dei fiori, l'odore dell'aria che ci circonda pervade le narici facendoci torcere la pancia. Le mani senza alcun comando sono libere in aria mentre le gambe senza pieno controllo prendono a correre in una meta non specificata.
Una porta si apre, ancora un altra, e un altra ancora.
Sentiamo dentro di noi il tempo scorrere veloce, mentre la vita ci passa davanti agli occhi. E in un batter d'occhio ci ritroviamo adulti. Il destino che speravamo purtroppo non si è realizzato e il nostro lato da bambini ne ha risentito e adesso vaga solo in un abisso in pena.
Non riesce a trovare uno spiraglio di luce e succube delle tenebre. Però l'oscurità troverà sempre la sua luce.


_

Violetta Castillo. Ventinove anni. Capelli in un marrone chiaro, corti che gli ricadono sulle spalle, labbra sottili e cremose, occhi castano chiaro, abbastanza alta e snella.
Vive in un piccolo appartamento vicino alla metro con suo figlio Manuel di tre anni. Egli ha i capelli castani ereditati dalla madre, una statura lineale per la sua età, occhi verdi chiaro. Un sorriso coronava sempre il viso del bambino e lui era l'unico che donava luce e allegria alla casa. Il suo buongiorno bastava più di mille parole o più di mille gesto. Riusciva a farti smaltire le ore pesanti del lavoro e a farti scacciare qualsiasi pensiero negativo.
Il padre? Purtroppo il caro giovanotto non ne ha uno.
Questo tasto dolente non è stato toccato molte volte, anzi a dilla tutta soltanto una. Manuel vedendo il viso della madre rattristarsi al solo pensiero aveva optato l'opzione di non chiedere più anche se moriva la voglia di sapere. Purtroppo avendo un solo genitore non poteva fare granché, ma soprattutto aveva bisogno di una figura maschile che gli insegnasse a diventare uomo.
Fortunatamente il fratello del suo migliore amico gli aveva insegnato alcuni trucchi per il calcio e tante altre cose da uomini.
Per il momento è seduto comodamente sulla sedia a scarabocchiare su un foglio accompagnato da un leggere canto che la mamma gli mormorava tutte sere prima di andare a dormire.
Violetta era appena ritornata da lavoro e anche se stanca era rimasta ad osservare il figlioletto disegnare appoggiato allo stipite della porta.
Il bambino sentendo una presenza alle sue spalle si volta contento. Scende dalla sedia e corre ad abbracciare la madre regalandole un dolce benvenuto. Violetta con la poca forza che gli rimane prende il bambino tra le braccia e allo stesso tempo appoggia le chiavi di casa sul tavolino.
<< Come andata a scuola? Ti sei divertito?>>
Sfortunatamente la mora non riesce più a essere disponibile per il figlio come una volta, troppo impegnata con il lavoro anche se Manuel cerca sempre di non farglielo pesare cercando di mascherare i suoi sentimenti.
<< Bene la maestra ci ha dato i compiti a casa. Fare un bel disegno della nostra famiglia.>>
<< Fa un po vedere>>
La mora prende il disegno tra le mani e un sorriso si increspa sul suo viso. Il bambino aveva ritratto lei e lui che si tenevano per mano mentre con l'altra salutavano chi stava guardando. Aveva addobbato il disegno con il sole che brillava in alto nel cielo, un paio di nuvole e gli uccelli che volano tra di essi.
<< Davvero ben fatto. Questo è il mio bambino>>
Lo stringe in un caloroso abbraccio cercando di nascondere il suo tono di malinconia. Vedere ritratti soltanto due persone invece di tre rende il tutto un po triste.
<< Mamma sto soffocando>>
Violetta rendendosi conto di star per uccidere il figlio in un leggiadro soffocamento lo lascia andare sempre però tenendoselo tra le braccia. Infondo il suo lato infanitile e da bambina non l'aveva mai abbandonata. Aveva sempre bisogno ripetutamente di coccole e quelle le poteva ricevere solo da suo figlio. A causa del lavoro la mora ha perso molti dei suoi vecchi contatti. Amici, familiari, conoscenti. Dopo aver partorito si era rinchiusa in un buco, lasciandoci spazio soltanto e unicamente per suo figlio. Molti avevano cercato di contattarla, persino suo padre, ma lei in qualche modo era riuscita a non farsi cercare e a terminare le intermittenti chiamate. Lavorava come barista in un locale e li aveva stretto belle amicizie. Donne di mezza età, sia donne della sua età.
Lavoro in giro in questi tempi non se ne trova, ma la fortuna non l'aveva abbandonata ed è riuscita a trovare un lavoruccio. Al tempo stesso nel weekand andava a lavorare in un negozio di musica dove passerebbe il maggior periodo del suo tempo. Sin da quando era giovane era sempre stata appassionata dalla musica, e il suo sogno era diventare una cantante professionista, ma la gravidanza improvvisa aveva sventato i suoi piani.
L'intenzione di abortire non l'aveva scossa all'inizio, ma l'idea di dover uccidere un esserino così piccolo, il suo esserino, le torceva il cuore e con tutto l'amaro che portava dentro aveva deciso di tenerlo. Adesso non si è mai pentita della sua scelta, anche se quel sogno non l'abbandonerà mai. Era parte di se come lo era la musica.
<< Manuel che ne dici di venire a vedere il lavoro di mamma?>>
<< Si, andiamo.>>


Il negozio era già aperto e mancavano sei minuti al suo turno. Come al suo solito era sempre puntuale ed entra con la sua solita diplomanza senza lasciar trapelare nulla.
Ogni talvolta che entrava in quel negozio saliva la voglia di scatenarsi, ballare e cantare come era solita fare tempo fa.
<< Buongiorno. Spero di essere arrivata in orario.>>
Il proprietario l'accoglie con gentilezza facendola accomodare sulla sedia e regalando il bambino un dolce leccalecca.
<< Noto con piacere che ha portato anche suo figlio. Sa non sapevo che fosse sposata non ho visto fedi al vostro dito.>>
<< Questo perchè non sono sposata.>>
Tal tono e dal viso della ragazza si poteva trapelare ogni cosa. Il vecchio proprietario aveva capito di aver toccato un tasto dolente e decide di tacere le sue domande. Almeno per il momento.
<< Manuel adesso mamma deve lavorare sta buono e guarda la Tv.>>
Il bambino annuisce contento mentre continua a girare canali su canali.
Violetta con un sospiro continua a leggere la sua rivista cercando un modo di placare la sua noia.
Il rumore della porta che si apriva e chiudeva la desta nel fare ciò che stava facendo e a rivolgersi all'individuo appena entrato alla porta.
<< Come posso servirvi signori.>>
<< Violetta? Sei proprio tu?>>
Una ragazza abbastanza alta, capelli corti raccolti in un fermaglio, occhi di un castano chiaro,vestita con colore allegri e sbarazzini la guardava sorpresa. Era attaccata al braccio di un altro ragazzo anch'egli abbastanza alto, capelli scuri e neri, occhi castano chiaro.
<< Francesca? Marco? Quando tempo.>>
La gioia di rivedersi dopo molti anni era tanta. Le due ragazze presero ad abbracciarsi con le lacrime agli occhi. Marco era rimasto a guardare con un sorriso sulle labbra mentre vedeva la sua amata finalmente felice. Erano molti anni che Francesca non era riuscita a superare la divisione con la sua migliore amica ed era bello vedere come tutto si era sistemato.
Un bambino si aggrappa alla gonna di Violetta tirandola leggermente.
<>
Francesca nel vedere il piccolo Manuel salta dalla gioia e lo stringe forte forte. Era da quando era in fasce che non lo vedeva ed era stata proprio lei a battezzarlo con quel nome. Insomma era una sottospecie di madrina.
<< Manuel che bello rivederti. Come sei cresciuto.>>
Il bambino cerca di staccarsi dalla morsa della ragazza senza successo. Grazie all'intervento di Marco il giovanotto era riuscito a salvarsi da morte certo.
Prima mamma e adesso questa signora. Qui vogliono ammazzarmi tutti.

Mentre il bambino torno a guardare la Tv, accompagnato dal nobile Marco, Francesca lascia il suo sguardo allegro e diventa seria tutto di un colpo. Violetta già aveva intuito doveva voleva andare a parare e quindi risponde prontamente.
- No, lui non lo sa ancora.
- Violetta sbagli lui ha diritto di sapere. E' il padre.
- Forse ne aveva un tempo. Adesso ha una vita davanti. Ho saputo che si sta per sposare.
- Violetta tu puoi fermare questo matrimonio. Lui è convinto che tu l'abbia tradito.
- Pensa quello che vuole, ma è finita. Lui è morto per me ed io e mio figlio stiamo bene così.
Francesca guarda nervosamente l'orologio guardando che si era fatto piuttosto tardi.
- Adesso deve andare altrimenti io e Marco faremo tardi alla riunione di famiglia. Promettimi che ci rincontreremo.
- Te lo prometto.
- Rimanderemo questa chiacchierata. A presto amica mia.



Nota autrice: Buonasera lettori e lettrice di EEP.
Spero che questo intro vi abbia almeno incuriosito. La prima parte di questo capitolo è un po deprimente, ma più andiamo avanti e più le cose si fanno interessanti. Parto subito nel dire che come me le cose saranno imprevedibili quindi state molto attenti.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: blackswam