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Autore: parolecomemarchi    07/04/2014    0 recensioni
Mi sarei ripresa da tutto quello che avevo appena passato, ero sicura sarei riuscita a rialzarmi anche senza di lui a tenermi per mano, ma in quel momento la morte era quanto di più attraente ai miei occhi, del resto avrei dovuto saperlo: niente è per sempre.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Niente è per sempre

-ti prego non mi lasciare- la mia voce era ormai solo un sussurro spezzato dal dolore che cresceva ad ogni suo sguardo indifferente, ad ogni parole sprezzante che mi rivolgeva con la voglia di voltarmi le spalle ed andare via.

-me lo avevi promesso- ancora tentai di chiamarlo anche senza dire il suo nome, parlare non mi era sembrato mai così arduo e ad ogni secondo che passava lo sentivo sempre più irraggiungibile.

Il ticchettio della pioggia sull’asfalto contava i secondi ormai caratterizzati dal silenzio e ad ogni goccia di pioggia che toccava il terreno la distanza che lui aveva posto tra di noi aumentava e la sua immagine mi pareva più sfocata ad ogni respiro.

-non essere sciocca, sei troppo cresciuta per comportarti come una bambina. Le promesse sono fatte per essere rotte e dovresti saperlo meglio di me- la sua risposta alla mia tacita domanda.

Perché non resti?

Il suo tono era gelido quanto l’aria che smuoveva i miei capelli, era freddo e distaccato, cattivo e quasi di scherno.

Voleva forse prendermi in giro per aver creduto nell’amore che ci legava? Che ancora mi lega a lui.

Io non riuscivo quasi più a respirare, desideravo fosse solo un incubo e magari mi sarei svegliata con lui al mio fianco ad accarezzarmi dolcemente i capelli mentre mi rassicurava con le dolci parole che era solito rivolgermi al mattino, dopo una notte lontani l’uno dall’altra.

-nulla è per sempre Izzy, non volevo finisse così ma..- il suo tono si era fatto quasi dispiaciuto anche se a smentire quel pensiero erano i suoi occhi freddi come il ghiaccio nonostante fossero di quel marrone cioccolato che sembrava tanto caldo ed accogliente persino rassicurante.

Ma se in piccola parte lui era dispiaciuto anche falsamente, la mia rabbia era quanto di più vero conoscessi in quel momento.

Come poteva anche solo pensare di avere il diritto di fare il pentito dopo avermi spezzato il cuore?

-non chiamarmi così!- urlai come una pazza nella notte, la pioggia mi metteva di malumore e non doveva essere una coincidenza che proprio quella sera stesse diluviando.

-non fare la bambina diamine!- esclamò lui come se ora avesse anche il diritto di rimproverarmi dei miei atteggiamenti.

-non faccio la bambina! Come dovrei reagire sentiamo?! Salutandoti con la mano come se mi avessi detto niente? Come se ora stessi bene? Cosa pretendi?!- ormai la mia ragione si era azzerata sotto il peso della consapevolezza di avere ragione.

Dovrei esser soddisfatta di essere dalla parte giusta, ma in questa occasione essere dal lato opposto al torto è qualcosa che vorrei evitare.

Se ho ragione significa che è davvero tutto reale, che lui ha davvero interrotto la nostra relazione, e non voglio crederci anche se dovrò accettarlo.

-non possiamo semplicemente lasciarci in modo adulto e civile? Come se avessimo preso una decisione comune? Magari essendo amici, noi potremmo..- la mia risata isterica interruppe il suo delirio, perché non era altro che un inutile delirare il suo.

Parole a caso e senza senso accostate insieme per farsi ‘perdonare’, per aiutarmi ad accettare ciò che lui aveva deciso per lui e per me, ma non poteva dire così non poteva lavarsene le mani come se la sua coscienza fosse pulita.

Non aveva commesso nessun crimine, secondo la legge è vero, ma ha spezzato il mio cuore, lo ha ucciso calpestandolo e non è forse questo un crimine in una coppia.

Sentirsi il cuore integro quanto un omogeneizzato a causa della stessa persona che anni prima ti aveva illuminato la vita.

-non puoi dire così! È come dire il cane è morto, ma possiamo tenerlo. Capisci?!- continuavo a piangere e non mi preoccupavo neanche di asciugare le lacrime perché fortunatamente la pioggia copriva i segni della mia sofferenza.

Mi sentivo a pezzi e ad ogni parola, ad ogni suo respiro un pezzo di me si perdeva irrimediabilmente.

Dove avrei potuto raccattare tutti i pezzi una volta superata la nottata? Sarei forse dovuta volare sulla luna come Alfonso per recuperare il senno di quell’innamorato pazzo di Orlando?

Forse lo avrei trovato ancora lì sopra a scavare nei mucchi di boccette, o forse mi sarei semplicemente svegliata da quel sogno in preda alla follia più completa.

L’amore rendeva amorevolmente pazzi ma il dolore cosa faceva se non mandarti direttamente in manicomio?

-Samuele non riuscirò mai a vederti come un semplice amico, non riuscirò a trattenere le lacrime ed il dolore vedendoti senza poterti baciare come ogni mattina, non potrei mai sopravvivere vedendoti con qualcun’altra. Sto male perché tu mi hai lasciato senza una vera spiegazione- ripresi fiato lentamente mentre la voglia di crollare a terra e disperarmi proprio lì davanti a lui saliva.

Repressi ogni istinto quando lo vidi aprir la bocca per ribattere, ma lo bloccai velocemente –una ragione che non conosco e che non voglio neanche conoscere. Ci vorrà tanto ma penso che me ne farò una ragione col tempo, proverò a superare tutto, ma non chiedermi di esserti amica.- dissi continuando a piangere, ormai avevo trovato la valvola di sfogo e sarebbe passato molto prima che potessi fermarmi.

Lui si avvicinò lentamente a me, la pioggia che ora scendeva più fitta gli fece aggrottare la fronte ed aguzzare la vista rendendolo involontariamente ancor più bello se possibile.

Io restai semplicemente immobile senza più alcuna forza a sorreggermi se non quella delle gambe che sentivo comunque molli come gelatina.

Instabile e ammaccata, ecco come dovevo apparire ai suoi occhi che ora scuri e attraenti si avvicinavano a me.

Lui mi carezzò la guancia bagnata con il dorso della mano e un’espressione colpevole e sofferente in volto e io mi scostai cominciando a singhiozzare, mandando all’aria ogni mio buon proposito di tenermi dentro almeno i gemiti che accompagnavano il mio pianto.

A quella reazione lui continuò a far scivolare la sua pelle contro la mia e prontamente gli afferrai il polso bloccando la mano a pochi centimetri dal mio volto arrossato quanto i miei occhi immersi nelle lacrime che tracciavano percorsi fino alle mie labbra martoriate dai morsi dell’ansia, mescolandosi all’acqua piovana.

Il mio fu solo un sussurro ma bastò a farmi sentire da lui che lo percepì senza troppi problemi, nel silenzio malinconico che ci avvolgeva era un lampo nel cielo.

-non farmi questo, ti prego- la mia voce era inudibile, spezzata dal dolore tangibile che mi strizzava il cuore in una ferrea presa.

 Lui si allontanò lentamente e ad ogni passo lontano da me il mio cuore perdeva un battito.

Due.. quattro.. otto.. sedici.

 Fino a quando non scomparve dalla mia vista ed io sul vialetto di casa mi potei accasciare a terra sotto il peso del dolore che mi squarciava il petto.

Mi sarei ripresa da tutto quello che avevo appena passato, ero sicura sarei riuscita a rialzarmi anche senza di lui a tenermi per mano, ma in quel momento la morte era quanto di più attraente ai miei occhi, del resto avrei dovuto saperlo: niente è per sempre.





*Jazzy99 space*
SPERO CHE QUESTA OS VI SIA PIACIUTA!

RECENSITE, VORREI SAPERE QUALCHE PARERE :)
   
 
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