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Autore: gemellina    10/07/2008    18 recensioni
“Sono qui per tradire il mio ragazzo” “Direi che la premessa è allettante!” “Io ti ho detto cosa ci faccio qui, ma tu?” “Niente di particolare! Sono qui per tradire la mia futura moglie.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Hermione, Harry/Pansy
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Sono qui per tradire il mio ragazzo”

“Direi che la premessa è allettante!”

“Io ti ho detto cosa ci faccio qui, ma tu?”

“Niente di particolare! Sono qui per tradire la mia futura moglie.”

Perché non dovrei tradirti?

***

Hermione Granger era appena rincasata dopo otto dolorose ore di lavoro.

Si tolse le scarpe dal tacco alto e prese a saltellare per casa massaggiandosi i piedi.

Aprì il frigorifero imponente in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti e mettere a tacere gli strani rumori che produceva il suo stomaco per la fame.

Lo aprì e notò che a parte dei sottaceti, un uovo, una busta di latte quasi vuota e un gambo di sedano non c’era più nulla.

Si buttò stancamente sul divano accendendo la televisione.

Doveva pur ingannare il tempo.

Harry e la spesa sarebbero arrivati prima o poi.

Lei ed Harry erano ormai una coppia da tre anni ed Harry era perfetto.

Un ragazzo meraviglioso e ogni volta che guardava quegli occhi non poteva far altro che ritenersi la ragazza più fortunata del mondo.

Che quel mondo fosse magico o babbano, aveva poca importanza.

Harry era stupendo, ed era una palese verità che non si sarebbe annullata.

***

Erano quasi le 19 quando spense la televisione e l’occhio le cadde su: La Gazzetta del Profeta, abbandonata sotto il tavolino in vimini.

Si chinò e venne catturata dal titolo in prima pagina.

Sarebbe comunque stato impossibile non rimanere colpita da quella scritta a caratteri cubitali.

-Draco Malfoy e Pansy Parkinson presto sposi-

Il suo sguardo curioso scese sul trafiletto.

“La amo. Non posso più aspettare.

Voglio che sia mia moglie al più presto”

Con queste parole, il rampollo della famiglia Malfoy,

conclude l’intervista.

Il matrimonio si terrà questo sabato pomeriggio nel maniero della famiglia.

***

L’articolo proseguiva, ma a lei dell’abito della sposa o del menù poco importava.

Si scoprì a sorridere.

Era stranamente felice per Draco Malfoy, poiché non avrebbe mai detto che alla fine sarebbe stato lui a sprizzare amore per lei da tutti i lati.

Ricordò di Hogwarts e di come la Parkinson lo assillava con la sua presenza, facendosi quasi odiare dal biondino.

E adesso, era lui che non poteva più aspettare e che voleva fosse al più presto sua moglie.

Ripiegò il giornale e decise di farsi una doccia.

La fame imperversava e quel gambo di sedano stava quasi divenendo allettante.

***

“Tesoro, sei in casa?”

Harry Potter non ricevette risposta, ma quando sentì lo scrosciare dell’acqua capì che effettivamente qualcuno in casa c’era, e doveva per forza essere la sua ragazza.

“Tesoro, sono tornato!”

“Hai fatto la spesa?”

La spesa.

Avrebbe dovuto farla lui?

“Ehm… sì, certo…”

Stava mentendo.

“Ti va una pizza stasera?”

“E’ un appuntamento galante?”, domandò lei ridendo.

“Certo! Con te è sempre galante…”

L’acqua aveva smesso di scrosciare, e quando la porta del bagno si aprì, Harry vide la sua ragazza in accappatoio intenta ad asciugarsi i capelli con l’asciugamano.

Era semplice.

E lui era un idiota.

“Sai qual è la notizia del giorno?”, domandò lei prima di posargli un lieve bacio sulle labbra.

“No”

“A quanto pare Draco Malfoy e Pansy Parkinson si sposeranno questo sabato, non è divertente?”, disse voltandosi e iniziando a spazzolarsi i lunghi capelli castani, mentre il suo ragazzo, alle sue spalle, sudava freddo.

“Malfoy e la Parkinson?”, domandò lui titubante.

“Sì. E’ assurdo! Se leggi il trafiletto dice che è lui che la ama da impazzire… quante cose sono cambiate dai tempi di Hogwarts…”

“Già. Ne sono cambiate troppe.”

Hermione si voltò e gli sorrise.

“Allora, dove mi porti a cena?”,proseguì.

“Dicono che hanno aperto una nuova pizzeria… da provare, no?”

***

“Perché mi hai portato in questa… uhm vediamo, come posso definirla? Bettola?”

Draco Malfoy guardò la sua futura moglie.

“Aspetti forse le tue cose, tesoro?”

“No, no… non direi.”

“Sai allora dirmi perché sei… uhm vediamo, come posso definirti? Acida?”

Pansy gli lanciò un sorriso di circostanza e decise di concentrarsi esclusivamente sul menù.

Era la prima volta che mangiava la pizza e non era esattamente addestrata per una scelta che non l’avrebbe fatta correre alla toilette per vomitare.

Erano in silenzio da più di dieci minuti, quando Draco esclamò: “Oh no!”

“Cosa succede?”, domandò Pansy chiudendo il menù.

“Sono appena entrati San Potter e la Mezzosangue

Pansy impallidì.

“Stai bene?”

“Sì”

“Ne sei sicura?”

“Sì”

Provvidenzialmente arrivò il cameriere pronto per prendere le loro ordinazioni.

Grazie a quel uomo, il malessere passeggero di Pansy, era stato dimenticato dal suo fidanzato.

***

“Non sapevo che il furetto e il carlino mangiassero pizza…”, disse Hermione appena entrata notando la coppia ad uno dei tavoli al centro della sala.

“Dovremmo salutarli?”, gli domandò.

“No, non mi sembra necessario”, rispose lui un po’ accigliato, cercando di spingerla verso il loro tavolo, ma quando Draco Malfoy si voltò verso di loro, il saluto divenne inevitabile.

“Potter, Granger… che strana coincidenza!”

Hermione si schiarì la voce.

“Oh beh… io direi più che terribile coincidenza…”

Malfoy ghignò divertito.

“Non cambi mai, eh Granger?”

“Mai”

Lo scambio di battute aveva divertito entrambi, ma ciò che avrebbe dovuto saltare all’occhio era l’innaturale silenzio che c’era tra Harry e Pansy.

La norma diceva che avrebbero dovuto scannarsi, come minimo.

***

“Ho notato che la Parkinson non ha aperto bocca”

“Già”

Hermione posò il bicchierone di birra sul tavolo e lo guardò intensamente.

“Ora che ci penso, neppure tu hai spicciato parola”

“Non avevo nulla da dire e litigare con Malfoy non era necessario. Ho notato che invece tu e lui siete quasi in sintonia…”

Il cameriere si avvicinò con le loro ordinazioni.

“Sai com’è, no? Alla fine siamo stati costretti a vederci per un anno intero tutti i giorni, una sorta di conoscenza è d’obbligo!”, spiegò, prima di addentare la sua pizza.

***

La cena proseguiva per il meglio.

Avevano mangiato e bevuto a sazietà, e Hermione aveva notato che il suo ragazzo andava un po’ troppo spesso alla toilette del locale.

Che fosse la birra?

Che avesse problemi più urgenti?

Era ormai la quarta volta che si allontanava dal tavolo, quando il suo posto venne occupato da Draco Malfoy.

“Salve Granger”

“Dove hai lasciato la Parkinson?”

“Alla toilette. Ha paura che il trucco si sciolga e va a rifarselo ogni mezz’ora. Il tuo cavaliere sfigato dov’è?”

Hermione inarcò un sopracciglio per via del: cavaliere sfigato.

“Il suo cellulare non fa altro che squillare in continuazione e poi va sempre alla toilette. Mi sembra quasi di essere uscita da sola.”, ammise sbuffando portandosi nuovamente il bicchiere alle labbra.

“Io non so davvero se essere sospettoso.”

“Uhm… ora che ci penso… tu ti sposi dopodomani… congratulazioni!”

“Grazie. Oh è appena arrivata Pansy”

“Oh sì. Anche Harry è di ritorno. Beh…buon proseguimento di serata!”

***

“Dove sei stato?”

“Un’altra telefonata di lavoro. Credimi, non lo tollero più!”

***

“C’hai messo troppo!”

“Non so, ma questo luogo mi distrugge il trucco.”

***

Il conto non era stato per nulla salato, e dopo un parfait alle mandorle avevano ben deciso di fare una passeggiata romantica al chiaro di luna.

Harry però sembrava troppo cogitabondo.

“Dovremmo organizzare un pic-nic con Ron e la sua nuova ragazza…”

“Oh certo! Moreen!”, disse lui del tutto assente.

Hermione lo guardò incuriosita.

“Lui è Moreen hanno rotto sei mesi fa! Adesso sta con Samantah!”, lo mise al corrente con fare saccente.

Ma lui sembrava troppo assente per rendersene conto.

D’un tratto Harry s’irrigidì di colpo.

“Qualcosa non va?”, domandò apprensiva.

“Sì. Credo di aver dimenticato il mio cellulare in pizzeria!”

Lei sorrise.

“Vedrai che un incantesimo d’appello riuscirai a trovarlo…”

“No! Devo andare a cercarlo! Tu… tu aspettami qui!”

“E se volessi venire?”

“No! Non è il caso!”

E come se fosse partito con la sua Firebolt, era già scomparso dal campo visivo della sua ragazza.

***

C’era qualcosa che non andava.

Ed Hermione non sapeva cos’era e le sembrava anche di impazzire.

Si sentiva come se la situazione, qualunque essa fosse, le stesse sfuggendo di mano. E lei, lei non era mai riuscito a sopportare che accadesse.

Harry era strano, pensieroso e troppo misterioso.

Ed era risaputo che Harry Potter, non era mai stato misterioso.

Gli altri lo avevano sempre dipinto con quel aggettivo, ma lui non lo era.

“Come mai tutta sola?”

“Potrei dire lo stesso di te!”

Lui ghignò.

“La mia dama, s’è dimenticata non so bene cosa in pizzeria.”

Hermione sospirò e guardò intensamente la luna.

Era candida ed era come se volesse suggerirle ciò che stava tramando il suo ragazzo.

Il suo ragazzo perfetto.

“Il mio ha dimenticato il cellulare”

Attimi di silenzio caddero tra i due.

“Non sono un idiota!”

“Malfoy, senti le voci adesso? Nessuno ti ha attaccato dicendoti di esserlo!”

“Sapevo che Pansy mi tradiva… ma non avrei mai creduto che lo facesse con Potter…”

Potter.

Harry la tradiva con la Parkinson?

Era da ridere.

E difatti rise.

“Lo trovi divertente Granger?”

Non riusciva a respirare per le troppe risa.

Harry non poteva tradirla con faccia da carlino.

“Tu credi davvero che Harry mi possa tradire con la Parkinson?”

“Perché no? Certo è una caduta di stile per lei… ma non è da escludere.”

Si voltò verso il lato opposto a quello dove era Hermione e si accese una sigaretta.

L’odore acre raggiunse Hermione che venne distolta, quasi prepotentemente, dai suoi pensieri.

“Andiamo al locale. Se mi ha tradita, voglio saperlo. Se si scopa la Parkinson voglio saperlo!”

Draco annuì e le cinse la vita con un braccio.

“E’ necessario?”

“Non direi… ma è figo!”

***

“Dobbiamo… noi… noi non dobbiamo vederci più, Pansy!”

La ragazza abbassò lo sguardo.

“Suvvia Potter, credi davvero che sia così facile lasciarmi? Sto per sposare uno dei Purosangue più invidiati della Gran Bretagna e mi scopo il bambino sopravvissuto… cosa potrei volere di più?”

Harry prese a tormentarsi le mani.

“Ma…”

“Niente ma. Se hai paura che la Granger lo scopra… beh… la sopravvaluti. Non l’ha capito Draco come potrebbe capirlo lei?”

Sapeva che avrebbe dovuto ribattere a quelle parole velenose, ma era come ipnotizzato dalla presenza della donna.

Era seducente.

Era maledettamente ambigua.

Era affascinante.

Era maledettamente il suo peccato.

Non ci pensò più di tanto.

La spinse contro le piastrelle candide della toilette e prese a baciarla e toccarla con foga.

I vestiti che venivano strappati e gettati malamente sul pavimento.

La necessità di aversi l’un l’altra sembrava in costante aumento.

Non erano mai sazi.

Non riuscivano ad esserlo.

Quando Hermione e Draco aprirono la porta della toilette con un: Alohomora.

Ciò che videro li lasciò di stucco.

“Non avrei mai immaginato ti facessi sbattere dallo Sfregiato…”

Pansy stava per ribattere ma Draco la zittì.

“… e no, non dirmi che non è come sembra!”

Hermione guardava Harry con troppa ferocia nello sguardo.

Harry non riusciva a sostenerlo.

L’aveva persa per sempre e non esisteva al mondo gesto che l’avrebbe riportata da lui.

“Hermione…”

“… risparmia il fiato!Io,da ora in poi, non esisto più!”

“Ma...”

La ragazza, inviperita si voltò.

“Malfoy?”

“Sì?”

“Ho una gran voglia di bere!”

“Ai suoi ordini!”, disse inchinandosi e ghignando alla sua maniera.

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