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Autore: Gakuen88    08/04/2014    5 recensioni
due mondi, un malinteso e tanta voglia di tornare a casa... o no?
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daehyun, Youngjae
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’altra metà di me stesso.






La mia vita era normale, alcuni potrebbero definirla solitaria ma per me era normale. Mi stava bene così, almeno finché non caddi in questa specie di buco temporale.
Non starò qui a raccontar bugie, ero solo. Persi la mia famiglia quando ero appena adolescente e da allora me la sono dovuta cavare da solo. Zero parenti, pochi amici di cui nemmeno mi fidavo molto. Mi piace ridere e scherzare ma per me è difficile attaccarmi emotivamente a qualcuno, preferisco la conoscenza superficiale perché quando ti affezioni a qualcuno poi il panico e la paura di doverlo poi perdere, mi è sempre stato insopportabile. Amavo i miei genitori e loro se ne sono andati lasciandomi solo. Se dovesse ricapitare, morirei di dolore e così da quel giorno giurai a me stesso che sarei rimasto solo nella mia bella corazza di sicurezza. Ostentai fiducia, strafottenza e arrivai vestirmi in modo intimidatorio, altro segno di quanto poco m’importasse l’apparenza.

Tutte bugie!

Ero solo e solo sarei rimasto. Ero complessato e insicuro ma nessuno l’avrebbe mai saputo. Tutto questo però era prima, prima di essere sbalzato in questo mondo fatto di stranezze, di pericoli e di Lui. Lui è la ragione della mia permanenza in questo posto. È tutta colpa sua se sono incastrato in un mondo non mio ed è colpa sua se mai potrò fare ritorno alla mia vera casa.

Detta così sembra assurdo vero? Eppure la mia storia ha stravolto la mia esistenza. Pochi mesi e non sarei più riuscito a trovare me stesso, a essere colui che avevo impiegato tanto tempo a creare. Curiosi? Beh allora torniamo indietro, indietro di anni perché nonostante tutto si sia svolto tanto in fretta, è anche passato molto tempo da quei giorni. Così tanti che nemmeno so precisamente quanto, qui il tempo scorre in modo diverso. Lascio però, a chiunque leggerà la mia storia, giudicare se dopo tanti errori ho fatto la cosa giusta oppure se tutto è stato la sventura più sfortunata della mia esistenza. E come tutte le storie anche la mia non può cominciare con:

 

C’era una volta, tanto tempo fa…



 

****




È tardi, è buio e non vedo l’ora di tornare nel mio lettino… ok facciamo mega lettone a due piazze!

- TORNA QUI!!! FERMATELO! A LADROO!!

Lo vedo di sfuggita, un ragazzo dai capelli castani, quasi come i miei ma più alto di qualche centimetro. Corre a perdifiato con una borsa tra le mani, una borsa chiaramente da donna. Prima di pensare mi metto a correre e nonostante non sia altissimo, corro veloce. Lo affianco e mi spinge via malamente ma non perdo velocità. Lo strattono e aumento l’andatura facilmente finché non lo spingo contro il muro. La borsa cade e il suo sguardo la segue chiaramente indeciso se rimanere e combattere per riaverla o lasciar perdere. Non sono un tipo da fare a botte e non intimidisco molto ma lui sembra più preoccupato per le urla della donna in avvicinamento e così scappa. Lo lascio andare raccogliendo la borsa ma, mentre mi alzo, mi arriva una tirata di capelli.

Jae- ahiaaaa

- tu ladruncolo! Vieni qui che ti spedisco in prigione!

La signora deve avermi confuso con il ladro data la somiglianza ma mi sento offeso. Provo a spiegarle ma nessun passante si ferma e l’unica cosa da fare per evitare il carcere è fuggire. Mi libero dalla sua presa e scappo veloce come il vento. Non mi piace essere accusato ingiustamente ma non voglio nemmeno passare ore alla centrale a cercare di spiegare un malinteso. Col fiatone raggiungo uno dei ponti che attraversano il fiume. Mi chino a riprendere fiato e quando mi guardo intorno mi vengono i brividi, questo posto è tetro e spettrale. Una nebbiolina si alza dall’erba nascondendo tutto fino all’altezza del ginocchio. Voci bisbigliano qualcosa e il sudore mi si ghiaccia dietro la schiena. Non sono un pauroso ma non posso certo definirmi un intrepido. Faccio qualche passo ma ogni spostamento sembra sollevare la nebbia. Un cane abbaia da qualche parte, i rumori della strada sembrano farsi sempre più lontani e la paura prende il sopravvento. Comincio a correre alla cieca, davanti a me il buio, dietro il buio. Dove vado? Le gambe tremano e cerco di tornare indietro ma le luci dei lampioni si spengono una dopo l’altra come per un sinistro scherzo del destino. Chiudo gli occhi e corro sentendo il mio cuore cercare di uscirmi dal petto ed ecco che quando li riapro mi viene un colpo.

Sto sognando? Possibile? Forse sono davvero nel mio bel monolocale, nel mio letto e sto sognando tutto questo. Un pizzico mi conferma che sono sveglio… e allora come cazzo ho fatto a finire in una foresta? Una foresta a Seoul?? Ma dai ma come si fa a credere di dormire? Altro pizzicotto e stavolta mi faccio male sul serio.

Jae- merda sono sveglio!

Chiudo gli occhi concentrandomi sulla respirazione finché il ritmo del battito del mio cuore non torna normale. Sento il sudore freddo ancora sul collo e sulle braccia scoperte. Perché in estate fa così freddo?
Guardo i miei vestiti, semplici jeans ok non proprio semplici, un po’ sfrangiati da punk, una maglietta leggera nera, anch’essa abbastanza strana e… mmm quel collare con le borchie forse dona al mio look qualcosa di sinistro insieme ai mille bracciali dello stesso tipo che mi ornano i polsi. Beh questo è il mio stile… uno stile che urla: STATEMI ALLA LARGA!

Sfrego le mani tra loro e sulle braccia per scaldarmi un po’ ma quando sono più tranquillo mi rendo conto che non fa poi così freddo, questi brividi sono dovuti a una brutta, bruttissima sensazione. La foresta pullula di versi di animali notturni ma non sono tanto quelli a farmi rabbrividire, è qualcos’altro, un rumore che sembra crescere di intensità e si avvicina. Cristo!

Una fila di torce appare all’orizzonte e illumina il buio. Le voci che prima sentivo indistintamente diventano urla e… oh merda è una battuta di caccia! Cercano qualcosa o qualcuno ed io sono proprio davanti a loro, un chiaro obiettivo. Parlano una lingua che non capisco e proprio non riesco a immaginare nient’altro se non che questo è un sogno. Quando però sono così vicini da scorgermi tra le ombre è ormai troppo tardi. Sembra proprio che il loro obiettivo sia io e spaventato, ancora una volta, mi ritrovo a correre tra sterpaglie, radici e una foresta buia illuminata solo dalla luna e dalle torce che mi seguono.

Cosa vogliono da me? Che ho fatto? Perché non sono a casa mia?

Sono stanco e i muscoli bruciano per lo sforzo e l’adrenalina, alle mie spalle la folla di segugi non molla la presa e alla fine arrivo alla fine della foresta che si apre su una pianura sconfinata. Ora si che sono nella merda fino al collo. Non ho ripari, nessun nascondiglio e l’unica cosa di cui non riesco a capacitarmi è come diavolo ho fatto a finire qui.

La mia distrazione mi costa cara, non guardo dove vado e inciampo in un masso. Rotolo strusciandomi i vestiti mentre grido di dolore quando le mie braccia nude si ricoprono di graffi ed escoriazioni. La mia rovinosa caduta termina sul suolo freddo e bagnato di rugiada. Sono stanco e non ce la faccio più, la mia mente si spegne sperando di svegliarsi ancora una volta nel mio letto dopo un brutto sogno.



Quando apro gli occhi sono a letto.

Jae- Dio avevo ragione! Grazie signore!

- aspetta prima di ringraziare…

Una voce fredda, dura e bassa mi fa sobbalzare. Osservo bene ciò che è intorno a me e lo sconforto mi assale. Sono in un letto è vero ma non il mio letto. Questa stanza in pietra non assomiglia per niente al mio monolocale. Un enorme baldacchino con tendaggi color sangue si staglia sopra e intorno a me e sulle pareti di nuda pietra ci sono solo ritratti antichi e mobilia che sembra appena uscita dal medioevo. Un catino, qualche panca e su quella grande sedia di legno pesante c’è una figura in ombra. Non riesco a vedere molto se non il riflesso della luna sui suoi capelli argentati. È ancora notte? Quanto ho dormito?

Jae- c-chi sei?

Dae- sono il padrone qui e tu mi ridarai ciò che ho perso.

Cosa? Anche qui sarei un ladro? Merda e stramerda. Nonostante l’ansia e la paura, però mi sento anche arrabbiato e confuso riversando la mia ira su questo ragazzo… Uomo? Signore? Quanti anni avrà? Che vorrà da me?

Jae- io non ho rubato nulla ed esigo sapere che cazzo succede qui!

Provo ad alzarmi ma solo ora noto le spesse manette di pelle che mi legano le mani alle colonne del letto. Sono immobilizzato.

Jae- slegami psicopatico! Voglio andarmene! Siete tutti pazzi ed io non ho rubato nulla!

Alla mia sfuriata un vento gelido avvolge la stanza, le candele vengono spente e mi ritrovo due occhi grigi che mi fissano nel solo pallore della luna che entra dalla finestra.

Dae- sono Daehyun, il tuo signore… il signore di tutto ciò che si trova sulle mie terre quindi vedi bene di non alzare la voce con me!

Non ho paura… me la sto letteralmente facendo sotto per il modo ostile con il quale mi guarda ma poi il suo sorriso si apre in un ghigno malefico e mi si mozza il fiato per la bellezza di questo… questo… demone stupendo.

Dae- mmm sento odore di eccitazione e paura… però sento anche onestà nei tuoi pensieri. ARGO!

Penso stia urlando a me ma, quando si apre la grande porta di legno ed entra un omone enorme, capisco che stava chiamando lui. Non so che succede e così preferisco star zitto.

Dae- continuate le ricerche, non è lui.

- mio Signore e cose ne faremo di questo demone? Guardi come è vestito, dovremmo bruciarlo come monito?

Sbarro gli occhi per ciò che si prospetta la mia breve vita e cerco di divincolarmi sempre più terrorizzato.

Jae- noo, non sono un demone. Lasciatemi vi prego!

Con un cenno imperioso della mano da parte del tizio dai capelli d’argento, l’omone lascia la stanza e improvvisamente sento delle mani che mi toccano. Il tizio… Daehyun mi guarda stavolta divertito.

Dae- hai paura

Non è una domanda. Improvvisamente tutto è troppo. Sono stanco, confuso, spaventato e voglio tornare a casa. Qualche lacrima scende dalle mie guance prima che possa fermarla.

Dae- non piangere, Argo non diceva sul serio, o almeno non glielo lascerò fare. Come ti chiami?

Dita gentili raccolgono le perle salate che scendono dai miei occhi portandosele poi alla bocca facendomi sobbalzare al suo tono stavolta gentile come una carezza.

Jae- Y-Youngjae. E non so che ci faccio qui, dove sono?

Altro sorriso, altri tocchi gentili che scendono verso il basso facendomi provare una strana stretta allo stomaco.

Dae- sei a Milgrad. Non sei di qua vero? Il tuo odore… sei umano e vieni da molto lontano.

Stupito mi chiedo chi sia realmente questo ragazzo.

Jae- s-sì… fammi tornare a casa ti prego! Io non so perché sono qui.

Non parla più. Mi guarda solamente sorridendomi e lentamente scioglie le manette. Libera i miei polsi e poi studia il mio abbigliamento, mi scruta in un modo che mi fa sentire nudo. Poi si alza indicandomi la poltrona vicino a quella dove era seduto prima. Dal nulla appare un vassoio con ogni ben di Dio.

Dae- Vieni Youngjae, scusa per il trattamento ma sai, sono tempi difficili e bisogna avere mille occhi. Vieni a sederti qui vicino, avrai fame.

Annuisco e incerto mi avvicino sprofondando nel morbido tessuto della poltrona imbottita. Al suo cenno inizio a mangiare accorgendomi tutto a un tratto di essere affamato. Mentre afferro un pezzo di pane noto che le mie mani e le mie braccia sono perfettamente lisce… senza graffi.

Dae- ti ho guarito, piccole cose.

Jae- sei un mago?

Ops forse ho parlato a sproposito? Lui però sorride mettendosi comodo e osservandomi mangiare a sazietà.

Dae- diciamo così. Possiamo dire che sono un mago buono. Ho conosciuto vari umani nella mia vita… non tutti avevano quello che hai tu.

Così tante domande mi affollano la mente. Cos’ho io? Quante persone potrà aver mai conosciuto? Quanto grande può essere se dimostra l’età di un ragazzino?

Dae- Hahah grazie del complimento, in realtà ho ben novantaquattro anni

Cosa???

La mia bocca si spalanca e lo spettacolo deve far proprio schifo. Lui infatti storce il naso poi però torna a ridacchiare.

Dae- chiudi la bocca, non ci tengo a vedere cosa mangi. Posso sentire la tua confusione e posso darti delle risposte.

Jae- per favore… perché sono qui? Che ho fatto di male? Come posso tornare a casa mia?

Sorride paziente e mi sembra di essere tornato bambino e così mi zittisco aspettando che sia lui a parlare.

Dae- so che c’è un portale nella foresta anche se per la nostra gente è severamente proibito avvicinarsi. C’è una maledizione su quel posto e nessuno si è mai avvicinato ma diversi umani sono riusciti a venire fin qui. Il problema non è attraversare il portale, il problema è tornare indietro. Chiunque sia arrivato qui non è mai tornato indietro.

Jae- ma perché!?

Dae- sono morti… tutti

Sento le forze venirmi meno e mi accascio sulla poltrona e solo ora mi accorgo che sta sorgendo il sole.

Dae- vieni con me.

Si alza facendomi segno di seguirlo ed io mi sento in qualche modo attratto da lui, tanto da fare come dice. Mi accompagna in giro per il suo castello, sul muro esterno e mi spiega come la ricchezza e la purezza del suo regno attiri così tanto gli umani che chiunque trovi questo posto voglia impadronirsene. Mi racconta di come tutti abbiano fallito ben presto e alla mia domanda sul perché io ancora non sia morto, mi risponde che ho un bel cuore.

Dae- Youngjae io posso leggerti come un libro aperto, percepisco la bontà che c’è in te e non ti nascondo che ne sono attratto. So che fisicamente anche tu mi vuoi dato il tuo persistente stato di eccitamento da quando ti sei svegliato ma….

Fa un sorrisino al mio rossore perché effettivamente sono mezzo duro da quando l’ho visto vicino a me sul letto.

Dae- prima di prenderti ho bisogno che mi aiuti.

Mi blocco.

Jae- aspetta! Chi ha detto che puoi prendermi? Ma qui non si chiede? Qui si ottiene e basta? E se volessi essere io a-

Dae- cosa? Vuoi il mio corpo, lo sento e so che non mi vuoi in quel modo. Te l’ho detto ho le mie stranezze e per quanto continui a negare tutto, la sensualità tra noi è forte. Fidati quando ti dico che potrei averti senza sforzo, potrei costringerti ma non è ciò che voglio. Mi hanno rubato una gemma preziosa, qualcosa che può mantenere la pace nel mio regno e se le mie guardie non la troveranno subito temo che tu rimarrai bloccato qui.

Mi gira la testa da tutta la situazione. Ed io che volevo solo tornare a casa…



Sono passati giorni da quando sono arrivato qui. Tutti mi trattano con rispetto, ho vestiti nuovi che s’intonano allo stile di qui e non mi manca nulla. Passo le mie giornale con Daehyun mentre le sue guardie seguono la pista della pietra rubata che credono sia stata portata nel mio mondo. Nonostante il suo capo delle guardie voglia rimandarmi indietro a prenderla, Daehyun si rifiuta di lasciarmi andare. Credo non si fidi di me eppure ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo mi sento sempre più attratto da questo… mago? Eh già un mago vecchietto.

Dae- so a cosa stai pensando…

Nonostante il tono la sua faccia sorridente m’impedisce di avere paura. Da quando ha smesso di fissarmi con ostilità mi guarda sempre con interesse e divertimento, come se fossi una scimmia allo zoo. Strano a dirsi ma in questi giorni mi sento più vivo rispetto a quando me ne andavo in giro per la mia città stando nella mia piccola casetta e andando al mio monotono lavoro alla birreria… chissà come sarà incazzato il mio capo, nemmeno l’ho avvertito che sto in un mondo parallelo, sarà distrutto… certo come no! Quello manco mi poteva vedere.

Dae- lascia perdere… non ti serve l’approvazione di nessun altro se non la tua… e la mia finché rimani nelle mie terre.

Mi giro risentito per quella mancanza di privacy.

Jae- potresti smetterla di leggermi nel cervello? Mi metti a disagio.

Solleva le spalle con fare noncurante, come se non fosse un problema suo.

Dae- già, non è un problema mio ma ammetto di divertirmi un mondo a leggerti. Più ti sto vicino e più riesco a leggere e lo sai… la voglia di metterti le mani addosso è troppo forte… specialmente quando pensi a me in quel modo.

Mi faccio violenza da solo per non lasciar fantasticare la mia mente. Ogni tanto mi sfugge il controllo e lui se ne approfitta. Nonostante voglia farlo con lui sento che sarebbe così squallido farlo senza amore. Ed io l’amore non voglio nemmeno sfiorarlo… non sopporterei di perderlo.

Dae- non mi perderesti, se solo tu lo volessi potremmo stare insieme per sempre.

Jae- smettila! Smettila! Non mettermi in testa pensieri non miei. Non mi lascerò influenzare da un bel viso e un paio di cosce da favola!

Un sorrisino impertinente mi manda scosse elettriche direttamente all’inguine mentre si avvicina con l’aria di un predatore.

Dae- dici una cosa e ne pensi un’altra…

La sua mano scivola sul mio sedere spingendomi contro di lui e la sua erezione, voglio lasciarmi andare…

Dae- lasciati andare…

Mi sussurra sensuale all’orecchio spingendomi contro il muro e pressandomi con il suo corpo forte. Chiudo gli occhi un attimo fantasticando su come sarebbe lasciarmi sedurre da lui, lasciare che la mia coscienza vada a farsi un giro.

Dae- ehi piccolo… shhh spogliati per me, non pensare…

Tremo, e voglio farlo. Voglio spogliarmi e lasciare che il sesso guarisca tutto. D’altronde non è la prima volta che lo faccio per semplice divertimento. Non appena però penso a questo Daehyun si allontana da me con uno sguardo risentito.

Dae- devo andare, ci vedremo a cena.

Sparisce lasciandomi lì eccitato e disorientato. Che cosa è successo? Perché fa così tutto a un tratto? Che si sia offeso? Tiro un sospiro di sollievo perché tutto sommato ho scampato un bel pericolo, credo che se fossi andato fino in fondo con lui, sarebbe stato troppo tardi per il mio cuore. Non voglio soffrire ancora e quando tornerò a casa soffrirò sicuramente se ora dovessi innamorarmi di lui.



- mio Signore! Mio Signore l’hanno trovata!

Due mesi erano passati dal mio arrivo al castello.

Dae- dimmi tutto Argo, dov’era!

- la fazione dei Gardanis aveva mandato una spia a rubarla con l’intento di buttarla nel portale ma poi qualcosa è andato storto e il ladro dice di non essere riuscito ad attraversare il portale.

Dae- dov’è il ladro? Voglio parlare con lui! So che non ha più la pietra e voglio sapere ogni cosa Argo. Non m’interessa nient’altro, devo avere quella pietra!

Non l’ho mai visto così arrabbiato, è seduto sul suo trono davanti ad una grande sala rettangolare ed io sono al suo fianco come sempre da quando sono arrivato, anche se sono seduto su una sedia normale. Le guardie portano in catene un ragazzetto poco più che ventenne o così pare visto che qui, a quanto Dae mi ha detto, vivono molto più a lungo degli umani.

Il ragazzo, appena viene fatto inginocchiare davanti a Daehyun, inizia a balbettare impaurito ma il mio Signore… oddio, quando ho iniziato a considerarlo tale! Noto sul viso di Daehyun un sorrisino e so che mi ha di nuovo letto nel pensiero e rabbrividisco d’imbarazzo.

Dae- dimmi tutto ciò che sai e sappi che saprò se dici la verità.

La sua voce è dura e sensuale… chissà se a letto… basta Jae concentrati, magari una volta risolto tutto potrai tornare alla tua vita di merda.
Daehyun sembra ridersela sotto i baffi mentre il ragazzo inizia a raccontare.

- sono st-stato mandato a rubare la pietra, il mio Signore voleva che la gettassi nel portale sapendo che nessuno avrebbe osato avventurarsi lì ma… quando sono arrivato il portale era strano, ho provato a entrare ma poi tutto è diventato… era tutto… so solo che mi sono risvegliato nella foresta, senza pietra e senza sapere cosa gli fosse successo.

Osservo l’espressione pensierosa di Daehyun e quando lo vedo far segno ad Argo, le guardie portano via il prigioniero.

Jae- cosa gli faranno?

Dae- pena di morte

Sobbalzo ma la mano di Daehyun mi si posa sulla coscia.

Dae- di solito è così, ma il ragazzo non sapeva cosa rappresentava quella pietra. Ha sbagliato ma non sapeva quello che faceva quindi a parte la giusta punizione, potrà continuare a vivere. Ora la cosa importante è un’altra… che fine ha fatto la pietra? Ho bisogno di quel gioiello Jae. Senza quello la guerra tra i vari popoli dilagherà e non è mai un bene la guerra. Aiutami Jae ti prego.

Mi guarda fisso, l’espressione seria e attenta alle mie reazioni.

Jae- che devo fare?

Mi sento così attratto da lui accidenti!

Dae- non so come tu sia arrivato fin qui e qualcosa deve essere successo mentre attraversavi il portale…. Io… te la sentiresti di accompagnarmi dal grande Marek?

Probabilmente la faccia da imbecille che ho disegnata in volto, oltre che ai miei pensieri piatti, fanno capire a Hyun che non ho capito un cazzo di ciò che ha detto ma lui paziente e divertito cerca di spiegarmi come può.

Dae- sei arrivato qui mentre il ragazzo buttava la pietra nel portale… potrebbe esserci stato uno scambio o qualcosa che non conosco e Marek, il grande saggio, sicuramente può aiutarci. Ciò che mi preoccupa però è che potresti sapere cose che non vuoi. Vedi? Marek ha il potere di darti tutte le risposte ma tu sei pronto ad averle?

Posso affermare di essere stupido, possibile che tutto questo mi sembri arabo? Che risposte dovrei avere? Cosa non voglio sapere? Quel che so è che voglio aiutare Daehyun e tornare a casa.

Jae- lo farò.



Daehyun mi porta in una piccola capanna sulla montagna a ovest del suo regno, un signore dall’aria gentile ci invita a entrare in una dimora umile ma dall’aria accogliente. Non appena mi vede il signore barbuto spalanca gli occhi e con deferenza s’inchina ai miei piedi. La cosa è così strana che guardo sconcertato Daehyun che scuote la testa.

Dae- non ho il potere di sapere cosa pensa il grande maestro.

- giovane Hyun! Questo ragazzo… come non avete potuto sentire il potere della gemma in lui?

Stavolta noto la confusione sul volto del mio salvatore che passa lo sguardo tra me e il grande maestro.

Dae- che volete dire? Sì, sento tutto… cioè ogni suo pensiero, ogni emozione, ogni piccolo cambiamento del suo corpo ma non credevo... io non… che sta succedendo?

Il signore barbuto mi accompagna gentilmente verso una poltrona mi fa sedere e indica l’altra a Daehyun che si siede ancora frastornato. Quando poi l’anziano maestro torna a parlare guarda me ma si rivolge a Daehyun.

- non so cosa sia successo o perché ma durante il viaggio nel portale che l’ha fatto arrivare nel nostro mondo, deve aver assorbito il potere della pietra che invece faceva il viaggio opposto. La pietra ha scelto il cuore puro di questo ragazzo come sua dimora. Il suo potere è se possibile aumentato ed è per questo che sei così in sintonia con lui. Il legame tra lui e la pietra è irreversibile. Non si torna indietro da questa magia potente.

Cosaa? Questa è fantascienza pura... questa è follia! Basta voglio tornare a casa!
Mi alzo pronto a scappare da questa gabbia di matti. Prima il portale e il viaggio tra mondi paralleli, poi Daehyun che mi legge nel pensiero come se parlassi ad alta voce e ora sta cazzata della pietra. Io voglio andare a casa! Voglio svegliarmi e riprendere la mia vita solitaria ma tranquilla.

Corro il più veloce possibile sapendo che sarà inutile, sapendo che mi riprenderanno, che non mi permetteranno mai più di tornare a casa. Sarò confinato in questo mondo finché vivrò. Dae mi fa il piacere di lasciarmi sfogare e quando mi viene a prendere nella piccola radura dove mi sono fermato, è già sera.

Dae- piccolo stai bene?

Jae- no… ma questo lo sai vero? Sai come mi sento, tu sai tutto per la miseria!

Si siede al mio fianco attirandomi tra le sue braccia cullandomi piano.

Dae- so che è difficile ma… io… posso dirti che non mi dispiacerebbe se tu stessi con me per sempre? So che ti ho promesso di farti tornare a casa finita questa storia ma ora… ora la pietra che hai in te è la speranza del mio popolo. Come faccio a lasciarti andare? E non ci pensare nemmeno! non ti voglio con me solo per la pietra. Ti voglio con me perché nonostante tutto sei tu. Sei il ragazzo che mi ha incuriosito, eccitato e incantato. Sei bello e buono d’animo, e posso darti ciò che non hai.

Sono confuso ma le sue parole e il suo calore sono un irresistibile richiamo e in poco tempo mi rendo conto di essermi aggrappato a lui come una cozza allo scoglio. Le sue mani mi accarezzano la schiena dolcemente facendomi sentire bene, desiderato. Ho ancora paura ma con lui…

Jae- cos’è che non ho? Cosa puoi darmi tu Dae?

Un bacio si posa dolcemente sui miei capelli.

Dae- tutto piccolo mio. Non parlo solo di ricchezze, posso darti l’amore, l’affetto e la comprensione. Posso darti una famiglia e un posto nel mondo che riconosca ciò che sei.

Le sue parole mi arrivano in fondo all’anima e sento un impulso irrefrenabile di abbandonarmi a lui, di lasciarmi tutto alle spalle e affidarmi a colui che potrà rendermi felice. È un salto nel vuote e ho ancora paura ma Daehyun non mi farebbe del male intenzionalmente… spero.

Dae- oh tesoro, certo che non lo farei. Io mi ero innamorato di te prima di sapere che possedevi la pietra, prima di conoscerti. Mi sono innamorato di te la notte che arrivasti al catello. Il tuo modo di fare, l’insicurezza e la voglia di amare ed essere amato, la paura di rimanere solo… Voglio essere tutto per te piccolo mio. Ti tratterò con cura e voglio che tu stia con me perché provi qualcosa anche tu. Devi solo ammetterlo.

I suoi occhi sinceri mi scrutano mentre le lacrime scendono dal mio viso.

Jae- se ti dico che ti amo… non mi lascerai vero? Non mi lascerai mai giusto?

Dae- ti amo e certo che non ti lascerò mai. Mai più.

Le nostre labbra si unirono e come un fiume di lava bollente il mio desiderio per lui esondò come una marea travolgendo i miei sensi. In pochi minuti le nostre vesti erano ammucchiate per terra e i nostri corpi avvinghiati in un intreccio di passione e amore. Aprii il mio cuore e la mia mente cercando di fargli capire quanto a lungo avessi atteso questo momento, quanto avessi atteso lui e il suo amore. E mentre ci unimmo sul suolo umido, qualcosa accadde. Un calore al petto, le sue labbra sulle mie, il suo corpo avvolto dal calore del mio e sentii tutto. Sentii i suoi pensieri e tutto diceva che mi amava. Rassicurazioni d’amore e di fiducia, sentimenti intensi e completi. Facemmo l’amore con passione per ore mentre il buio ci avvolgeva e quando fummo sazi d’amore giacemmo l’uno nelle braccia dell’altro coccolandoci teneramente.

 

****




Pochi giorni e fui proclamato il legittimo compagno di Daehyun signore di Milgrad e custode della pietra della pace. Solo una volta, finita la cerimonia, ormai tra le braccia di mio marito… anche se in quel mondo il matrimonio non aveva senso, scoprii che la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Daehyun era pressoché immortale e nonostante io fossi umano, la presenza della pietra mi avrebbe garantito una lunghissima vita al suo fianco. Saremmo stati per sempre io e lui e il nostro amore. A conti fatti ciò che guadagnai fu molte volte meglio rispetto a ciò che persi ma cosa c’è di meglio dello sguardo innamorato del tuo compagno ogni volta che ti svegli al mattino e ogni sera prima di addormentarsi?

Forse la mia vita non era sulla terra,
Forse il mondo cui appartenevo non era mai stato il mio,
Forse la vera ragione della mia esistenza era trovare l’altra metà di me stesso.



 

Fine











Nota dell'autore: spero via sia piaciuta! :cipo%20(136).gif:
 
  
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