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Autore: Slayer87    11/07/2008    9 recensioni
Non so cosa sia la fedeltà.
Te lo dissi Harry, fin dalla prima volta.
Tu sorridesti, sussurrandomi in un orecchio: "Imparerai Draco."
Io allora mi intestardii, per dimostrarti che avevi torto.

Per il Compleanno di Little Fanny.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Happy Birthday Serie'
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Titolo:

Titolo: Imparerai

Autore: Slayer87

Beta: Nikeforos,

Rating: Pg13 (per sicurezza)

Note: Per il compleanno di Fanny. Allora stella, quando riesco a venire da te, che voglio replicare la visita? Spero che queste poche righe che ho scritto per te ti piacciano. Alle altre consiglio di leggersi la storia sentendosi "Il mare calmo della Sera" di Andrea Bocelli. Alcune frasi sono prese proprio da questa canzone, perchè ogni volta che la sento penso a Draco. Non so come mai, ma penso che parli di lui.

Se poi vorrete lasciarmi due righe di commento, sarei ancora più felice. ;-)

Slayer87

Non so cosa sia la fedeltà.

Te lo dissi Harry, fin dalla prima volta.

Tu sorridesti, sussurrandomi in un orecchio: "Imparerai Draco."

Io allora mi intestardii, per dimostrarti che avevi torto.

Nei mesi successivi fui quanto di più lontano si avvicina alla fedeltà, ma tu non ti arrabbiavi mai.

Per me eri un mistero. Non riuscivo a capire come una persona così possessiva a letto, riuscisse poi a sopportare di vedermi con altri. Normalmente ero alquanto discreto con le mie numerose storie, ma volevo provocarti, come sempre, e facevo tutto platealmente: per ferirti, pensavo.

Poi visto che non ottenevo risultati, cercavo di starti distante.

Evitavo di addormentarmi, dopo... perchè sapevo che non sarei riuscito a resistere, a dirti di no.

Un giorno mi spaventai a morte, quando tu mi mormorasti: "Ecco, lo vedi che stai imparando."

Io non capivo cosa volessi dire, non avevo cambiato abitudini, e sopratutto non avevo smesso di intrattenermi con altri.

In quei giorni devo essere stato peggio di un assatanato: non li guardavo nemmeno in faccia, mi bastava che ci fosse qualcuno a alleviare il senso di vuoto profondo che mi colmava lo stomaco.

Non mangiavo, preso com'ero dal compito di smentirti.

Cambiavo strada nei corridoi, per non vederti, pensando che ormai avevo raggiunto il limite con te.

L'ultima volta che ci eravamo visti, ti avevo detto Addio nella maniera più crudele possibile, e poi non mi ero nemmeno voltato indietro.

Tu mi sorprendesti come sempre, sorridendomi quando eravamo a tavola o a Pozioni, ma senza dirmi una parola.

Avevo quotidianamente la testa in fiamme, in quei giorni.

Non capivo cosa ci fosse che non quadrava.

Eppure tutti i miei sensi capivano che c'era qualcosa di profondamente sbagliato.

Come un'agitazione sotto pelle, che sbilanciava la mia visione del mondo.

E per non sentirla, per non ascoltare quella voce, arrivai a perdermi in altre braccia.

Ma non riuscivo mai a zittirla del tutto.

Era questo che mi preoccupava.

Ma io ancora non lo sapevo.

Fosti sempre tu a rivelarmi la verità.

Ancora adesso non so se lo facesti con quell'intenzione, ma non mi importa.

Forse un giorno te lo chiederò.

Al momento non mi interessa saperlo.

La rivelazione, se così si può chiamare, arrivò il giorno che ti vidi con un altro.

In realtà non stavi facendo nulla, stavi solo flirtando, e nemmeno in maniera esplicita.

Ma il mio stomaco la pensava in maniera differente.

Mi catapultai sul malcapitato, che si ritrovò sospeso a mezz'aria.

Mi ricordo solo che dissi: "Se ti azzardi un'altra volta a guardarlo, giuro che ti ritroverai a pregare per la salvezza, ci siamo capiti?!"

Tu mi guardasti saputo, e anche in quell'occasione, non facesti nulla, lasciandomi li a chiedere a me stesso cosa mi avesse spinto a quell'azione.

Io scivolai sul muro, totalmente sconvolto.

Lo spasmo allo stomaco era scomparso, vero... ma questo non significava quello che una parte del mio cervello pensava.

Era solo una normale reazione, nulla di preoccupante, mi convinsi.

Dopo pochi giorni, ecco che il solito tizio si era di nuovo convinto di poter sostituirmi.

Immediatamente lo scaraventai lontano dalla portata di Potter.

Mi sorpresi a urlargli addosso: "Lui è mio. Solo mio."

Poi resomi conto di quello che avevo detto, feci la cosa più sensata, a mio avviso.

Scappai.

Corsi fino a perdere il respiro, e mi rifugiai nel mio posto preferito.

Una classe abbandonata nei sotterranei, dove facevo i miei esperimenti di Pozioni.

Scivolai sul banco, e con la testa fra le gambe provai a razionalizzare quello che era successo.

Inutile dire quanto fu infruttuosa quella ricerca disperata di una risposta.

Oltretutto la risposta già ce l'avevo, solo che volevo a tutti i costi un'alternativa.

Ascoltare me stesso non portò a nulla.

La mia mente, di solito limpida e trasparente, era attraversata da un uragano feroce.

Ero confuso, come minimo.

Eppure il mio cuore sapeva benissimo cosa fare.

Venisti tu a salvarmi.

Forse ti sentivi in dovere di starmi vicino.

Non so nemmeno questo.

So solo che tu mi trovasti, allora non sapevo nemmeno come, e come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi abbracciasti da dietro.

Io mi scostai rapidamente, non volevo vedere nessuno. E men che meno tu.

Non ti lasciasti intimorire da me, per fortuna.

Mi chiedesti solo: "Allora che effetto fa?"

Io ti guardai basito, prima di chiederti. "Che effetto fa cosa?"

Tu inarcasti un sopracciglio. "Non fare il finto tonto. Non ti si addice, sai?"

Fu allora che le mie precarie difese crollarono miseramente.

Cominciai a singhiozzare, piano piano all'inizio,poi sempre più forte, mentre tu mi abbracciavi stretto stretto, e mi sussurravi cose incomprensibili all'orecchio.

Cercai ancora di divincolarmi, non volendo accettare quella realtà che a te pareva essere così chiara.

Ma fosti fermo nell'impormi la tua presenza. Per fortuna.

Sollevai lo sguardo per trovare il tuo, completamente perso nei miei occhi.

Con quello arrivò la verità.

Arrivò con una forza micidiale.

Come un pugno nello sterno.

Restai paralizzato dalla forza della rivelazione.

Fu solo dopo due minuti buoni che ebbi nuovamente la forza di guardarti.

Mi ricordo che dicesti solo: "Finalmente."

Adesso so che quello che dicevi sulla fedeltà era vero.

Non è una questione di forza o volontà.

Non è nemmeno questione di possessione o cose simili.

La sola cosa che c'entra è la paura.

Avevo una paura incredibile di... non so nemmeno io cosa.

Avevo paura, forse solo questo è sufficiente.

Tu lo hai sempre saputo, e hai fatto di tutto per farmi superare questa dannata paura, nell'unica maniera possibile: affrontandola.

Harry... non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per me.

Perfino adesso, mentre dormi di fianco a me, dopo che ci siamo donati l'anima e il corpo a vicenda, rimango sveglio per ringraziarti.

Soffio un "Grazie" nel tuo orecchio, prima di scivolare anch'io nel sonno.

Senza paura.

The End

   
 
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