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Autore: Rosalie97    10/04/2014    2 recensioni
Dalla one shot:
'' 'Damien, Jack è stato ucciso.'
'Da chi?'
'Neferet.' Molte emozioni si succedettero sul volto e negli occhi di Damien, in quei pochi secondi: tristezza, per prima, confusione, per seconda, paura, per terza, comprensione, per quarta ed odio, per quinta. Con gli occhi chiusi a fessura, colmi della repulsione più estrema, il ragazzo fissò lo specchio, il suo riflesso, ora sapeva cosa avrebbe fatto. La vendetta sarebbe stata dolce come miele. ''
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Damien si sentiva distruggere, logorare da dentro, come se il cuore gli si fosse disintegrato in mille e più pezzi. Piangeva costantemente, tanto che ormai le sue guance, una volta rosee, non conoscevano più altro che le sue lacrime salate piene di disperazione e rammarico. Non sapeva più cosa fare della sua vita. Jack ora non era più al suo fianco, l’aveva lasciato, e lui ora era perso per sempre, non avrebbe più ritrovato la sua via, non senza la sua luce splendente ad illuminarla.
Avrebbe ricordato per sempre  quel momento, l’immagine di Jack, il suo amato, che cadeva e veniva infilzato dalla lama della spada calymore, mentre Duc piangeva e guaiva di dolore. Stevie Rae era convinta fosse stata colpa di Neferet, ma Damien era presente quando Jack era caduto, e non l’aveva vista, nemmeno la sua ombra. Oh, si, avrebbe voluto poter dare la colpa a lei, piuttosto che pensare ad uno sfortunato evento del destino, così avrebbe potuto vendicarsi e far diminuire il dolore che provava, ma per stavolta, Neferet non aveva colpa di nulla, purtroppo.
Alzò gli occhi lucidi di lacrime amare, circondato completamente dal buio della sua stanza. Ormai, le notti erano oscure e solitarie, ed il dolore regnava incontrastato. Non andava a lezione ormai da una settimana, e mangiava di rado, solo quando ne aveva assoluto bisogno. Sapeva che se fosse andato avanti così, prima o poi il suo corpo avrebbe rifiutato la Trasformazione, ma chissà, forse sarebbe stato meglio, così avrebbe raggiunto Jack.
Sospirò, mentre qualcuno bussava alla porta. Quando parlò, a malapena riconobbe la sua voce.
<< Avanti >> pareva un mugugno triste, un verso d’animale morente. Chissà dov’era Duc. Stava bene? Chissà quanto stava soffrendo.
<< Damien >> era la voce di Afrodite. Da quando era successo quel casino, lei era quella che si preoccupava di più, che si occupava di lui. Riusciva sempre a trovare del tempo.
Accese la luce di colpo, e lui, con un gemito si voltò sul fianco sinistro per coprire gli occhi. Era così diverso dal solito.
Indossava le scarpe da ginnastica, una maglia bianca e dei pantaloni di una tuta. Non si cambiava dalla sera della morte di Jack, una settimana prima, e solo per miracolo Afrodite era riuscita a fargli fare una doccia.
<< Ma guardati, sembri un barbone >> gli disse lei disgustata, e lui le lanciò un’occhiataccia. << Credi che a Jack piacerebbe vederti così? >>
<< Non potrebbe comunque vedermi, è morto >> replicò lui in tono piatto, così diverso dal suo normale tono di voce, dolce e gentile.
<< Ma ti senti? Sembri me! >> Commentò lei. << Tutti sanno che le anime gemelle si rincontrano sempre, e se non sarà in questa vita, sarà nella prossima. E voi lo eravate, lo siete, anime gemelle. >>
Lui la guardò con occhi vuoti, privi di una qualsiasi emozione.
<< Damien >> disse lei, in tono piatto, << non puoi andare avanti così, devi riprenderti e continuare a vivere. >>
<< Credi sia facile? >>
<< Dimentichi che anche io ho dovuto dire addio ad una persona a me cara, la mia migliore amica, Venere. >>
<< Ma non l’amavi nel modo in cui io amo Jack. >>
<< E per questo credi che l’affetto sia stato meno valido o il dolore meno acuto e struggente? >>
<< Ma ora lei è viva! >>
<< Ed anche Jack lo sarà, prima o poi, e vi rivedrete! >> fece un verso d’esasperazione. << Senti, andare avanti così non puoi, devi riprendere in mano la situazione. >>
<< Ma io non voglio. >>
<< A Jack non piacerebbe vedere che butti la tua vita. >>
<< Come fai a dirlo? >> disse lui furente.
<< Oh, andiamo, lo conoscevo anche io! Manca anche a me! Credi che sia così insensibile? >>
<< Sei sempre una stronza! >>
<< Perché io sono fatta così! Non era personale, lo vedi, che sono stronza con tutti! >>
<< Ma non con me, non ora. >>
Lei andò a sedersi al suo fianco, con un sorriso triste. Gli poggiò una mano sulla schiena, delicatamente.
<< Perché mi preoccupo per te e perché tengo a te! >>
<< E gli altri no. >>
<< Oh andiamo, Damien, lo sai che sono occupati con Neferet che vuole prendere il potere! E devono anche convincere Zoey a ritornare. >> Gli sorrise.
<< Andrà tutto bene? >>
<< Si, ma certo. >>
<< Lo rivedrò? >>
<< Si! >> rispose lei con un sorriso.
<< Okay, allora >> anche lui sorrise, << lasciami un po’ solo, faccio una doccia, >>
<< Va bene >> disse Afrodite, << vado a prendere qualcosa da mangiare e torno. >>
Damien annuì, andò in bagno e lei uscì dalla stanza.
Solo, lui ripensò alle parole di Afrodite, ed il suo cuore cominciò a battere di nuovo di vita.
 Avrebbe potuto togliersi la vita, lì, in quel bagno, senza preoccuparsi di nulla, senza pensare a come avrebbe fatto stare gli altri, i suoi amici, la sua famiglia.
Non devi farlo, disse una voce nella sua mente. Apparteneva ad una donna, ed era gentile, calorosa, dolce, amorevole e saggia. Gentile come le brezze di primavera dell’aria, calorosa come le fiamme di uno scoppiettante falò del fuoco, dolce come il flusso ed il riflusso delle onde dell’oceano che si infrangono contro la scogliera dell’elemento acqua. Era amorevole come l’abbraccio di forti radici di un albero centenario dell’elemento terra, ed infine, saggia come lo spirito e le lezioni che insegna.
<< Chi sei? >> per qualche minuto pensò che fosse stato tutto un parto della sua mente ormai andata alla deriva.
Mi conosci, e no, non sei impazzito.
<< Chi sei? >>
Figlio, non mi riconosci?
<< Nyx? >>
Si”, era gentile, pensò lui, e Damien si sentì stringersi il cuore. Come aveva fatto a non riconoscerla?
<< Cosa.. Perché perdi tempo a parlare con me, Dea? Non ne sono degno. >>
Al contrario, figlio mio, come Afrodite, sei uno tra i più degni.
Damien non sapeva che dire, era scioccato.
<< E.. Cosa.. >>
Lui è qui, con me.
<< Davvero? >> Improvvisamente, Damien si illuminò. << E sta bene? >>
Si, ma desidera che io ti dica due cose.” Nyx fece una pausa. “La prima, è che vi rivedrete e che gli manchi, ti guarda sempre, da quassù. E la seconda,” fece un’altra pausa, più lunga della precedente, tanto che Damien ebbe paura se ne fosse andata, che avesse capito che lui non era degno del suo tempo, “che non è morto per un caso del destino.
<< Cosa? >>
Damien, Jack è stato ucciso.
<< Da chi? >>
Neferet.” Molte emozioni si succedettero sul volto e negli occhi di Damien, in quei pochi secondi: tristezza, per prima, confusione, per seconda, paura, per terza, comprensione, per quarta ed odio, per quinta. Con gli occhi chiusi a fessura, colmi della repulsione più estrema, il ragazzo fissò lo specchio, il suo riflesso, ora sapeva cosa avrebbe fatto. La vendetta sarebbe stata dolce come miele.




*Angolo autrice*
Ciao a tutti! Questa è una one-shot che mi è venuta in mente a scuola, oggi, ed appena sono tornata a casa l'ho subito trascritta al computer. Come avrete capito, parla di Damien, e tutto è ambientato in Awakened, quando il dolore per la morte di Jack è ancora fresco. Però, qui, la trama è completamente cambiata, dato che scopre subito che la colpa è di Neferet e decide di vendicarsi.
Spero di aver fatto un buon lavoro, vi invito a recensire per dirmi cosa ne pensate.
Detto questo, vi saluto e tanti baci! 
  
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