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Autore: Ari Youngstairs    10/04/2014    4 recensioni
Vi siete mai chiesti se tra Nutts e Komachi sia mai successo qualcosa?
Bè, io come persona malvagia e crudele che sono, per convincerli a dichiararsi gliene ho fatte passare di tutti i colori...
Non sembrava un giorno diverso dagli altri, finchè lo Scrigno della Rosa non ha richiamato le sei paladine, trasportandole in un mondo a loro sconosciuto, ma che si rivelerà il luogo della loro avventura più pericolosa.
Il loro cuori affronteranno prove difficilissime...tra cui la più ardua in assoluto: l'amore.
Ma Komachi si renderà conto che amare è un sinonimo di distruggere.
Distruggere se stessi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Komachi Akimoto/Cure Mint, Nuovo personaggio, Nuts/Nattsu, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non credo alle mie orecchie, o meglio, non credo a ciò che ho visto. 
Mia sorella ha dato la vita per permettermi di tornare a casa, sempre se ce l'ho ancora, una casa.
Dicono che la “casa” non è un luogo, ma un sentimento di sicurezza. Non credo di sapere ancora il significato di questa parola.
Tutto ciò mi ha abbattuta, come un'onda che fa crollare un castello di sabbia sulla spiaggia. E non rimane altro che sabbia fangosa, unita alla tristezza e allo sconforto di dover ricominciare tutto.
Come farò, senza Madoka? 
Mi pizzico il braccio destro, e una veloce scarica di dolore lo attraversa. Allora è vero, non sto sognando.
Sono realmente qui, intrappolata con Nutts, il ragazzo che amavo fino a poche ore fa, prima che venisse soggiogato. 
Un'altra vittima dei miei sbagli e delle mie debolezze. 
Mi prendo il volto tra le mani, e scuoto la testa sempre più forte, come per scacciare tutti questi pensieri.
- Dimmi che non ha sofferto- sussurro. È tutto ciò che riesco a dire. 
- No. Una pugnalata al cuore, si muore in fretta- dice con tranquillità, come se stesse parlando della ricetta di una torta, invece che di un omicidio.
Dalla posizione inginocchiata che aveva, si alza e passa le mani sugli abiti scuri per sistemarli.
- Alzati - mi ordina - Andiamo a pareggiare i conti con Alya -
Lo guardo interrogativa, senza capire. Ma non era sotto il suo controllo?
- Ma...tu... - lui mi tende la mano, e l'afferro prontamente. Mi alzo e incateno lo sguardo ai suoi occhi color carbone.
- Quando ti ho vista - comincia a spiegare - ho sentito qualcosa. Noi ci conosciamo, e so anche che questa non è casa nostra - lo ha detto tutto d'un fiato, e si ferma bruscamente. 
- L'hai capito...guardandomi?- 
- Sembrerà strano, ma è così. - socchiude leggermente gli occhi, come se volesse mettermi meglio a fuoco. - Ed è questo, a spaventarmi. Il fatto che tu mi abbia fatto cambiare idea su Alya -
Alya: con tutto questo trambusto per Madoka, era passata in secondo piano nei miei pensieri.
- Dove sono gli altri? - alzo il tono di voce, preoccupata.
- Seguimi - 
A lunghi passi, si dirige verso il fondo della stanza, protetta dal velo dell'oscurità, tanto fitta e impenetrabile che si potrebbe tagliare con un coltello. 
I suoi abiti neri si confondono con essa, e se riesco a non perderlo di vista è grazie alla sua chioma dorata, ed è l'unica cosa che riconosco ancora in lui.
Prima la sua voce risuonava dolce e calda, un po' distaccata forse, ma piacevole come miele.
Adesso sembra un vento freddo, che trasporta con se cristalli ghiacciati e neve, capaci di congelare chiunque.
Si, anche me.
Con sorpresa, noto che invece di fermarsi continua a camminare sicuro per la sua direzione. 
Accelero il passo.
Mi ero bloccata a fissarlo, e proprio mentre credo che stia per andare a sbattere contro la parete, mi accorgo che in realtà questa non c'è. 
La stanza è decisamente più grande di quanto pensassi.
- Stammi dietro - mi ordina - Se ti perdi qui, tanto vale che cominci a dettare testamento. -
Solitamente riderei a queste frasi, ma non ci riesco stavolta. Un brivido mi sale lungo la schiena. So che non sta scherzando.
Le pareti si fanno sempre più strette, e mi sento soffocare. La temperatura invece sale in modo costante, facendomi sudare, mentre il pavimento lentamente degrada verso il basso.
- La vedi quella luce? - con un dito mi indica la fine del cunicolo, dove brilla una luce intensa - Là si trovano i tuoi... -
Sono già scattata, superandolo.
Non mi interessa a cosa potrei andare incontro, ma l'idea di poter rivedere Nozomi e gli altri mi fa balzare il cuore in petto dalla gioia.
Con una mano mi copro gli occhi, ormai la luce si fa davvero forte, così come la temperatura. Mi sento sciogliere in tutti i sensi.
Con l'abito strappato appiccicato alle gambe per via del sudore, arrivo davanti alla fonte di luce. Mi accorgo che è una grande sala circolare, in pietra, e dalle pareti sgorgano fiumi di lava bollente. Il magma contorna il pavimento dell'intera stanza, lasciandovi un nucleo di marmo scuro. 
Ecco il motivo della luce e del calore.
Sposto lo sguardo dal fluido infuocato al punto da cui ha avuto origine la voce. Quell'orrenda voce. 
Alya è al centro della stanza, i capelli verde acido sciolti sulle spalle, l'abito viola sporco di cenere e gli occhi gialli pieni d'ira mista a stupore.
Dietro di lei, le persone con cui ho combattuto il male fino ad ora: Nozomi, Rin, Urara, Karen, Kurumi, Kokoda e Syrup. Sono sdraiati a terra, pieni di lividi con i vestiti sgualciti e macchiati di sangue. 
-Sono bravi a combattere, insieme- c'è un velo di sarcasmo, nella voce della donna -Ma non abbastanza, purtroppo. Ci hanno provato a battermi, e forse, se ci fosti stata tu, ci sarebbero anche riusciti- mi fissa malignamente -Ma eri impegnata a piangere per la tua sorellina, suppongo- 
-Non parlare così di lei- trattengo le lacrime sforzando al massimo gli occhi, gonfi e stanchi -Te la farò pagare...io...- sento dei passi dietro di me, che si avvicinano sempre di più. Può esser una persona sola.
-Bene bene- il volto della guardiana si distende in un mesto sorriso, mentre incrocia le braccia al petto -Principe, mi hai disubbidita- fa una smorfia di finto dispiacere -Eri bravo, come tirapiedi. Su, forza, avvicinati-
Lui tentenna, spostando lo sguardo da me a lei e viceversa. Sembra confuso, indeciso sul da farsi, ma alla fine muove un passo avanti.
Alya schiocca le dita. Fanno un rumore insolito, come se avesse la pelle di legno. 
Nutts si piega in due dagli improvvisi colpi di tosse, finché uno schizzo nero non macchia il pavimento. Di una cosa sono sicura: non è sangue, è più simile al petrolio.
Mi inginocchio vicino a lui e gli stringo forte la mano. So che non risolverò nulla, ma voglio stargli vicino.
Com'è arrivata, la fosse sparisce di colpo e Nutts alza lo sguardo su di me. 
I suoi occhi sono di nuovo colore dell'oro, non più neri come carbone. 
-Komachi...- mormora, prima di abbracciarmi. Noto che è molto debole -Mi dispiace...tua sorella...io non...-
-Non è stata colpa tua- ricambio forte l'abbraccio, tentando di non ricominciare a piangere, non so se per la gioia o per la tristezza nel ricordare Madoka -Non sapevi ciò che stavi facendo-
-Basta!- l'urlo di Alya squarcia il silenzio che si era creato per qualche secondo -Voi umani...con questo amore...siete nauseanti. Anche tuo nonno, era nauseante con le sue smancerie.-
Mio nonno. Non l'ho mai conosciuto, ed è solo grazie a qualche vecchia foto se so che aspetto aveva.
-Avrei ucciso sia lui che tuo padre, se non fossero scappati- stringe i pugni lungo i fianchi, finché le nocche non sbiancano -Da allora sono bloccata qui, come una dannata. E giuro che me la pagherai, in un modo o nell'altro.-
-Forse era ciò che ti meritavi- dice Nutts. È di nuovo il Nutts coraggioso che conosco io. -Rimandaci a casa, adesso-
-Dammi una ragione per fare una cosa del genere- risponde lei, con la voce piegata dal sarcasmo. 
-Per questi- Nutts infila la mano aperta nella tasca dei suoi pantaloni scuri, e quando la ritira fuori, questa è ermeticamente chiusa a pugno.
Alya guarda senza capire, finché lui non fa alzare lentamente le dita, facendo assomigliare la sua mano ad un fiore che sboccia. 
C'è una gemma di un blu oceano, brillante. Lo zaffiro della prima prova.
Lui mi lancia un occhiata, e subito dal vestito estraggo il rubino rosso sangue e lo smeraldo.
-Datemeli!- urla all'improvviso, tanto da far sembrare la sua voce uno sparo.
-Tutti vogliamo qualcosa- Nutts rigira lo zaffiro tra le mani, con un sorriso furbo dipinto in viso -Tu vuoi i gioielli, noi vogliamo tornare a casa.- 
-Datemeli, e vi rispedirò da dove siete venuti- è ansiosa. Quei gioielli sembrano tutto, per lei. 
Nutts muove un passo avanti, ma io lo blocco per un braccio.
-Come mai sono così importanti, per te?- 
-Questo non ti riguarda- risponde subito lei, seria.
Sento che non ha buone intenzioni, e che se l'accontentiamo, ce ne pentiremo presto. 
Lui mi sta fissando, e probabilmente sa a cosa penso. 
-Diccelo, e noi te li daremo.- 
Si, Nutts sa sempre a cosa sto pensando.
Alya impreca a bassa voce, ma alla fine si decide a parlare.
- Tuo nonno, è stato il primo dei mortali a metter piede qui, Komachi. Pensava che fossi “normale”, ma quando ha visto il demone che si celava dietro di me, ha preso uno dei miei libri d'incantesimi e mi ha bloccata qua.- Digrigna i denti dalla rabbia - Ma ogni incantesimo ha un controincantesimo per spezzarlo. E l'unico modo che ho per farlo, sono quelle tre pietre, da cui dipende la mia vita-
Io e Nutts ci guardiamo, uno sguardo ricco di parole che non abbiamo intenzione di pronunciare davanti al mostro che ci sovrasta.
-Non abbiamo scelta, Komachi.- sussurra, mettendomi in mano lo zaffiro. Tutte e tre vicine, le pietre brillano come stelle.
È vero, forse non abbiamo davvero scelta. 
Ma anche se tornassimo a casa, che cosa ci gioverebbe, sapendo che Alya sarà oltre che più potente, anche a piede libero? 
-Dammeli, ho detto che vi lascerò andare- tende la mano, in attesa. 
Io mi passo una mano sulla fronte, imperlata di sudore, e a piccoli passi mi avvicino a lei. 
Ci sarà pure un modo per  evitarlo, una via d'uscita. 
Lancio un'occhiata furtiva alla lava che cola dalle pareti, densa e brillante. 
Mi viene un'idea. 
Senza neppure che me ne accorgessi mi ritrovo davanti alla mano aperta di Alya, ma nel preciso istante in cui sto per darle le pietre, metto in atto il mio piano. 
-Questo è per mia sorella- dico prima di lanciare i gioielli nel magma rovente, che subito li inghiotte.
-NO! Che hai fatto?!- Alya si porta entrambi le mani al cuore, prima che queste si riempiano di rughe e si sbriciolino come sabbia. -Che hai fatto...che hai fatto...maledetta!- continua a ripetere le stesse parole, ma la voce diventa più bassa e roca ogni secondo che passa.
Passa un minuto, che di lei non rimane che un mucchietto di cenere scura. 
Ne passa un'altro, che la terra trema come scossa da un violentissimo terremoto.
Un'altro ancora, e tutto è nero.








~Epilogo~


Mi sveglio di soprassalto e sbatto la testa su qualcosa di durissimo. 
-AHIA!- urlo, massaggiandomi la fronte. 
Apro gli occhi e mi rendo conto che sono sdraiata sul letto di camera mia. La mia amata e semplice camera dalle pareti color erba primaverile.
-Komachi, sai che abbiamo un letto a castello, stai attenta!- 
No, è impossibile.
Seduta accanto a me c'è Madoka, come la ricordavo: i capelli corti smeraldo che le incorniciano il viso, la giacca nera da motociclista e i jeans attillati. 
Le butto le braccia al collo e comincio a piangere.
-Komachi, ma che fai?- ricambia un po' confusa il mio abbraccio - Non pensavo che la febbre ti dasse così alla testa...-
-FEBBRE!?- urlo, ma lei mi attappa la bocca con una mano.
-Ok, sei decisamente strana Komachi. Non è mica la prima volta che ti ammali- mi scompiglia un po' i capelli, sorridente. -A proposito, Nutts è venuto a vedere come stai- 
Sento il cuore fare una capriola nel petto. 
-Ha cominciato a balbettare non appena mi ha visto, urlando come un pazzo come potessi essere qui- fa spallucce -Quando ci sei di mezzo tu quello è proprio strano...-
"Già" penso io, arrossendo un po'. 
Lei mi lascia un bacio sulla guancia ed esce dalla stanza. Pochi secondi dopo, Nutts fa la sua entrata. Adesso indossa i suoi vestiti preferiti, una camicia rossa un po' larga e dei jeans sbiaditi, seguiti da un paio di stivali impermeabili color cioccolato.
-Ciao.- saluta con un cenno affettuoso. -Ti senti bene?- 
-Più o meno- tiro su le coperte soffici fino al naso, per coprire l'imbarazzante pigiama con i cuori che mi tocca indossare -Mi spieghi che è successo?-
-Speravo lo sapessi tu- risponde serio -Tutto ciò che so, è che è come se non fosse successo nulla. Kokoda non ricorda niente, e neppure tua sorella. E poi è ancora viva, quando sono sicuro di averla uccisa.- gli si smorza la voce, ma riprende a parlare. -La Nutts House è esattamente dove era prima, e persino i prodotti non sono stati toccati.-
- Quindi...il regno...Alya...-
-Quello non lo so, ma credo che possa risponderti lui- si avvicina alla grande finestra della stanza e la spalanca, facendo entrare la luce del sole.
Lancio un urlo quando vedo un ragazzo entrare da essa.
-Principessa, sono io, non urlate...- 
-Kazuko...!?- 
Lui fa cenno di si, mentre scosta una ciocca dei capelli mori dagli occhi violacei. Adesso è vestito come una persona normale, con una tuta un po' sgualcita rossa e una scritta blu, assolutamente incomprensibile, stampata sopra. 
- Che ci fai qui? - vorrei abbracciarlo, ma non ho la minima intenzione di farmi vedere così.
- Volevo dirvi che la grotta è crollata, completamente, e che il vecchio passaggio per la terra si è riaperto. Alya è sparita, stavolta per sempre- sorride, mostrando i denti bianchissimi - Vi siamo debitori, tutti quanti- 
-Komachi, che sta succedendo lì dentro?- la voce di mia sorella chiama dall'altra parte della porta. 
-Nutts, fallo uscire immediatamente!- gli comando, sperando che Madoka non senta -Non so che idea potrebbe farsi, nel trovare un altro ragazzo in camera mia- 
Tutti e tre ridiamo, e Kazuko con un balzo esce com'è entrato. È una fortuna avere la camera al primo piano.
La porta si spalanca e mia sorella afferra Nutts per un braccio.
-Ok, il momento delle visite è finito- 
Prima di uscire, vedo che il mi fa l'occhiolino e sussurra un "ci vediamo dopo".
-Komachi, riposati, così potrai tornare a scrivere qual romanzo su cui stavi lavorando.-
Appoggia corta e penna sul tavolino accanto al letto, e non appena lei se ne va li afferro e comincio a scrivere. 
Sento che l'ispirazione mi sta travolgendo, e ho centinaia di idee nuove. Ma una mi attrae in modo particolare.
Nel giro di poche ore, mi accorgo di averla già conclusa, ma non ho intenzione di farla leggere a nessuno, per ora.
Mi alzo e con cura sistemo i fogli in un cassetto del mio comodino. 

E quindi, vi chiederete, che fine ha fatto quella storia? 
Sappiate che avete appena finito di leggerla.



Angolo autrice
Ok...starete pensando: "È finita!! Alleluia!" Oppure "Ma che finale è...?" O anche "MADRE DE DIOS quanto ci hai messo"!!
Lo so, mi sento colpevole, ma tra la scuola e il blocco da scrittrice, ci ho messo molto. Io spero che questa storia vi sia piaciuta, è arrivata prima in classifica nelle storie più popolari, ed è nella l'osta dei preferiti di ben 19 persone, che ringrazio infinitamente. 
Mi raccomando, recensite, e se vi va, date un giudizio complessivo. Vi voglio bene, davvero. 
Ps. Hoi intenzione di ringraziare in un modo speciale una persona, che oltre ad aver sempre recensito, mi ha sostenuta molto e mi ha semore compresa. Intendo ringraziarla con una storia, ovviamente, e spero di riuscirci ^^
Detto questo, ringraIo tutti, questa è stata la mia prima storia in assoluto, e tutto questo successo per me non solo è una grande soddisfazione, ma un incoraggiamento a continuare.
Recensite in tanti, raccomando ^^

 
   
 
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