Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: ilpiercingdiluke    10/04/2014    12 recensioni
Luke la guardava e non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Quella canotta slabbrata dei Gus'n'Roses grigia le lasciava scoperto il seno di lato, i suoi pantaloncini neri a vita alta e le sue gambe slanciate coperte da un sottilissimo velo di collant anche questo nero e smagliato. Lui amava quel suo essere terribilmente trasandata. La vide alzarsi, schiacciare la cicca ormai finita con la punta delle sue Dr. Martins e con passo svelto la vide avvicinarsi di più a lui.
«Mi faccio un giro, okay?» disse lei facendogli l'occhiolino, stuzzicandolo un po'. Sapeva quanto si sarebbe incazzato. Lui era piuttosto geloso delle sue cose. Luke allungò velocemente il braccio tirandosi la ragazza sulle ginocchia, in modo da non farle prendere il suo skate. Mise il broncio, mordendosi poi il labbro inferiore con i suoi denti bianchi.
«No.»
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 




N û i t




 

Luke stava giocando involontariamente col suo piercing al labbro inferiore, fischiettando ogni tanto e mantenendo lo sguardo basso sulle sue Vans. Era sempre stato un tipo un po' svogliato, il suo unico interesse era la musica e ogni giorno faceva il count-down dei giorni rimanenti di scuola. Fece un veloce calcolo a mente e arrivò alla conclusione che ne mancavano precisamente settantadue.
«Cazzo, stai attento!» gridò non appena qualcuno gli andò – per sbaglio – addosso, facendogli cadere a terra lo skateboard di cui non si liberava mai.
«Sta calmo, non l'ho fatto apposta.» rispose una voce roca, forse troppo per appartenere ad una ragazza, che trovava così eccitante. Appena alzò lo sguardo incontrando le iridi azzurre della compagna di scuola sorrise malizioso.
«Brooklyn Dawson.» affermò come una cantilena, piegando la testa di lato. «Quale onore.» continuò.
Aveva sempre avuto un debole per quella ragazzetta dai capelli biondi. Lo aveva quando a otto anni giocavano insieme a nascondino, quando a tredici uscirono per la prima volta da soli con il loro gruppo d'amici, a sedici quando iniziava a cambiare ragazza ogni giorno e anche adesso, a vent'anni appena compiuti. Sicuro come la morte non lo avrebbe mai ammesso ma, quella piccola peste gli aveva fottuto il cervello.
«Luke» disse lei a mo di saluto. «Hai l'erba?» Luke sorrise scuotendo la testa, non sarebbe mai cambiata e con un «andiamo», le mise un braccio intorno al collo e si avviarono verso il loro parco che distava solo qualche isolato dalla loro scuola.

Si erano appena seduti in terra, sotto quel salice piangente che gli teneva compagnia da sempre. Luke stava girando lo spinello, lasciando poi il primo tiro a Brooklyn.
«Mia madre stasera va a cena fuori con la tua, vieni da me?» chiese lei, mentre aspirava il fumo per poi appoggiare la testa al tronco dell'albero chiudendo gli occhi.
«Prenotiamo dal fish and chips?»
«Mh-mh» annuì lei, godendosi quel sapore amarognolo che gli grattava la gola. Luke la guardava e non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Quella canotta slabbrata dei Gus'n'Roses grigia le lasciava scoperto il seno di lato, i suoi pantaloncini neri a vita alta e le sue gambe slanciate coperte da un sottilissimo velo di collant anche questo nero e smagliato. Lui amava quel suo essere terribilmente trasandata. La vide alzarsi, schiacciare la cicca ormai finita con la punta delle sue Dr. Martins e con passo svelto la vide avvicinarsi di più a lui.
«Mi faccio un giro, okay?» disse lei facendogli l'occhiolino, stuzzicandolo un po'. Sapeva quanto si sarebbe incazzato. Lui era piuttosto geloso delle sue cose. Luke allungò velocemente il braccio tirandosi la ragazza sulle ginocchia, in modo da non farle prendere il suo skate. Mise il broncio, mordendosi poi il labbro inferiore con i suoi denti bianchi.
«No.»
«E dai, solo un giro. Devi insegnarmi!» si lamentò facendo gli occhi dolci al ragazzo su cui era seduta. Il biondo sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Possibile che non riusciva mai a dire di no a quella mocciosetta più piccola di un anno?
«Okay forza! – sbuffò alzandosi in piedi e avvicinando lo skateboard a loro. - metti tutti e due i piedi sulla tavola.» vedendo come Brooklyn - che non aveva un briciolo di equilibrio - stava per cadere, si avvicinò velocemente sorreggendola e «Schiena dritta, Brook» sussurrò guardandola negli occhi. Le prese le mani, incrociandole con le sue, e guidandola piano piano per il parco. Sorrideva come una bambina lei mentre stringeva forte le mani di Luke per paura che la lasciasse cadere, ma sapeva che non lo avrebbe mai fatto. Le era sempre stato accanto e, nonostante non se lo dimostrassero spesso, si volevano un bene dell'anima.
«Okay, adesso prova ad andare da sola» le disse lasciandole lentamente le mani, continuando però a camminare a passo veloce accanto a lei, sempre pronto a prenderla in caso avesse perso l'equilibrio.
Si sentì all'improvviso un peso sulle spalle e, girando appena la testa, riconobbe subito Lydia, una rossa dal fisico slanciato con cui andava a letto ultimamente e la ragazza più stupida che avesse mai incontrato prima d'ora. Ma d'altronde quando era con lui non serviva che aprisse molto la bocca, cioè.. non per parlare almeno. Brooklyn per vedere come quell'idiota si attaccava stile cozza al suo amico, quello per cui provava dei sentimenti, mai rivelati, da anni ormai, cadde a terra, graffiandosi la guancia destra che stava iniziando a sanguinare. Il biondo sbarrò gli occhi, allontanando Lydia da sé e avvicinandosi alla ragazza che adesso si stava rialzando lentamente, borbottando qualche bestemmia poco fine.
«Brooklyn tutto okay? Merda... mi dispiace, stai sanguinando.» disse in preda all'ansia lui, avvicinando la mano alla ferita di Brook che lei prontamente schivò spostandosi di lato.
«Sto bene, vado a casa adesso. A stasera Luke. – lo salutò con un bacio sulla guancia, alzandosi in punta di piedi. - Johnson.» salutò anche lei, con un cenno della testa.


Mentre chiudeva la porta di casa sua e si lasciava il traffico di Chicago alle spalle, si abbassò per salutare Filippo, il cane che gli avevano regalato due anni prima quando tornò dal viaggio in Italia. Era solo un cucciolo di rottweiler quando lo trovò con un fiocco azzurro in testa, sul suo letto. Mentre adesso - se lo misurava su due zampe - era almeno dieci centimetri più alto di lei.
Si buttò di schiena sul divano, accendendosi il secondo spinello - che aveva già pronto nel pacchetto del tabacco - aspirando il fumo che gli bruciava i polmoni. Pensava un po' a tutto Brooklyn. Aveva una vita abbastanza invidiabile; una famiglia che l'amava nonostante tutti quei tatuaggi volgari, soldi a palate grazie all'eredità di non sa quale parente lontano e pochi amici ma davvero ottimi. Voleva soltanto una cosa Brooklyn ovvero che Luke smettesse di scopare con qualsiasi essere vivente avesse un bel fisico e che si accorgesse di lei. No che lui non le volesse bene, o che non la comprendesse nella sua vita, ma lei non voleva restare la migliore amica di Luke Hemmings, lei avrebbe tanto voluto di più.


Il suono insistente del telefono la fece sobbalzare e cadere dal divano dove, precedentemente, si era addormentata.
«Pronto» sbadigliò rispondendo.
«Brook è un quarto d'ora che sono fuori dalla porta a bussare inutilmente, aprimi!»
«Arrivo» attaccò velocemente, alzandosi e aprendo la porta al biondo che era appoggiato al muro con una sigaretta in bocca. «Scusa mi ero addormentata e non ho sentito» disse stropicciandosi gli occhi, sperando che adesso non facesse l'offeso per tutta la serata. Ma a Luke gli era già passata la scocciatura di esser rimasto fuori al freddo per quindici minuti non appena vide quel graffio sulla guancia.
«Non importa» disse lui avvicinandosi a lei, accarezzandole la ferita leggermente. «Mi dispiace – indicò il taglio. - Dovevo tenerti ma Lydia mi è saltata sulla schiena e mi sono distratto un secondo.» continuò a passare delicatamente le dita sulla sua guancia, avvicinandosi impercettibilmente a lei. Brooklyn lo vide mentre le guardava le labbra mordendosi poi le sue, e lei non poté resistere un minuto di più. Si mise sulle punte dei piedi, mettendogli le mani tra i capelli avvicinandolo di più al suo corpo mentre faceva unire le loro labbra. Vedendo che lui non rispose subito al bacio si allontanò, mettendosi entrambe le mani sulla bocca e spalancando gli occhi quando realizzò ciò che aveva fatto.
«O-oddio, scusa Luke non volevo.. fa finta che non sia su-» un paio di labbra la interruppero baciandola nuovamente, stavolta con più passione.
«Devi imparare a parlare di meno» sussurrò lui, riprendendo a baciarla. Vedendo la ragazza in punta di piedi in difficoltà, decise di prenderla in braccio mentre lei, come se fosse un gesto abituale, incrociò le gambe dietro al suo bacino. Il biondo sorrise appena nel bacio, iniziando a dirigersi verso quella che era la camera da letto di Brooklyn. Conosceva a memoria la casa, erano più le volte che stava li che quelle dove era in casa sua.
Chiuse con un calcio la porta della stanza, evitando così di far entrare il cane e, delicatamente, si mise a sedere sul letto non lasciando mai la presa su di lei. Gli sollevò la canotta e, rendendosi conto che non indossava il reggiseno, la sua eccitazione arrivò alle stelle. Riprese a baciarla lungo tutto il collo, andando poi sul petto di lei a mordicchiarle quella tenera voglia che aveva sotto il seno destro. Con un colpo di reni, Luke, ribaltò la situazione poggiando tutto il suo peso sulle braccia, messe ai lati della testa di lei. Brooklyn infilò lo mani sotto la maglia nera dei Nirvana che stava indossando in quel momento, iniziando a sfiorargli con i polpastrelli di entrambe le mani i suoi addominali appena pronunciati. Brook ansimò leggermente appena i loro fianchi si toccarono.
«Non sarà solo per una notte vero?» chiese lei con voce tremante. Non voleva neanche lontanamente pensare che Luke, il suo Luke, si stesse solamente approfittando di lei.
«Non sarà solo per una notte.» confermò lui, sussurrandole quelle parole sulle labbra, fiondandocisi subito dopo.
Avevano i cuori che battevano velocissimi, entrambi con il sorriso negli occhi mentre si guardavano e appena diventarono una cosa sola capirono che lì in quel letto, in quel momento, con quella persona era il loro posto. Era quella pace dei sensi che entrambi stavano cercando da troppo tempo e che, fino a quel momento, non si erano accorti di di averla al loro fianco.
Arrivarono al culmine insieme, sussurrando ognuno il nome dell'altra. Il ragazzo si appoggiò sul seno di lei mentre quest'ultima gli accarezzava i capelli in silenzio, cercando di regolare il loro respiro.
«Ti ha fatto strano? – sussurrò lei, non guardandolo. - Cioè voglio dire, siamo amici da sempre non ci siamo mai scambiati neppure un bacio e adesso abbiamo fatto.. questo. Ti sei sentito a disagio?» continuò, cercando di spiegare meglio al biondo, che adesso la guardava con il mento sul suo petto, quello che lei aveva provato. Oltre a quell'incredibile felicità ovviamente.
«No, non mi sono sentito a disagio per niente. – le sussurrò baciandole l'incavo dei suoi seni. - È stata la cosa più bella che potessi desiderare.» disse vedendola arrossire e sorridere contemporaneamente.
«E tu mi piaci Brooklyn Dawson, da diversi anni ormai.» la ragazza nuda, stesa sotto di lui sentì il suo cuore fermarsi, per poi esploderle nel petto. Non poteva crederci, entrambi per anni provavano qualcosa in più che una semplice amicizia ed entrambi - troppo codardi per ammetterlo - erano restati in silenzio. Non appena notò lo sguardo di Luke passare da uno felice e allegro ad uno più triste ed illuso si rese conto di non avergli ancora risposto e che, il suo silenzio, poteva essere stato interpretato male. E con un «Piaci anche a me Luke Hemmings.» sussurratogli a pochi centimetri dalle labbra il biondo tornò a rilassarsi, sorridendo dolcemente a quella ragazzina che si era appena accesa una sigaretta guardandolo con tutto l'affetto possibile.




 

 




Allora; prima volta che scrivo su Luke.
O meglio, prima volta che scrivo su i 5 seconds of summer in generale.
Che ve ne pare? Potrebbe essere una OS almeno discreta?
Lascio a voi i commenti.. se ce ne saranno! HAHA
Un beso a todos! <3
PS .
Ho due banner perché me li hanno fatte due ragazze diverse e non ho saputo scegliere.
Li amo entrambi.


  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: ilpiercingdiluke