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Autore: Violet2013    10/04/2014    11 recensioni
Soun Tendo, sul porticato di casa, si rilassa guardando la sua carpa saltellare nello stagno, come ogni mattina, da sempre.
Una storia che tutti conosciamo, con un'unica differenza: sono passati 10 anni dalla partenza di Ranma.
(Dovete leggerla perchè forse sono riuscita a rimanere IC, grazie XD)
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Something's got me reeling, stop me from believing
turn me around again.
Said that we can do it, you know I want to do it again
Everymorning- Sugar Ray




Il cielo su Nerima era terso e l'aria frizzantina. Gli uccellini cantavano felici e la prima luce del mattino rendeva i colori del giardino più vividi.
Sorrise nel vedere la sua carpa portafortuna saltare fuori dall' acqua dello stagno e rientrarci immediatamente, come ogni mattina, da sempre.
Giocherellando con i suoi baffi, dai quali iniziavano a fare capolino i primi peletti bianchi, segno del tempo che passava inesorabile, lasciò che la sua mente vagasse tra i dolci ricordi che quel porticato gli evocava.
Casa Tendo era innaturalmente tranquilla da quando tutto il caos che Ranma si era trascinato dietro col suo arrivo si era placato.
Con la sua partenza improvvisa quello strambo giovane col codino si era portato via tutto: da dieci anni ormai nessun' amazzone cinese gli distruggeva i muri di casa, nessuna pazza seminava petali di rosa sul pavimento della cucina, nessun panda girava per i corridoi e lo invitava ad una rilassante partita a Shogi dopo il primo tè del pomeriggio.
Ciò che feriva Soun, però, non era la nostalgia per il suo amico Genma, tornato a vivere con la moglie dopo aver compreso che mai ci sarebbe stato il matrimonio cui tutti miravano.
Ciò che feriva Soun era che Ranma, andandosene, si era portato via anche la sua bambina, la più piccola.
Akane era una ragazza forte ed orgogliosa, ed aveva reagito alla fuga del fidanzato con la freddezza e la testardaggine che tutti si sarebbero aspettati da lei.
Almeno per i primi dodici mesi.
Un giorno di settembre era andata da suo padre e, con la leggerezza di una qualsiasi ragazza di vent'anni, gli aveva detto, semplicemente, che se ne sarebbe andata.
A cercare la mia strada, aveva detto.

Si sedette accanto a Kasumi che gli passò una ciotola colma di riso, sorrise a Nabiki, che gli sedeva di fronte, ed iniziò a consumare il primo pasto della giornata. In silenzio e lentamente, come ogni mattina, da sempre.
''Abbiamo ospiti?''
Nabiki alzò lo sguardo in direzione della sorella sorpresa dalla sua ultima affermazione. Era così raro che qualcuno andasse a trovarli.
Dopo aver rizzato le orecchie, sì, li sentì anche lei i passi che si avvicinavano.
Corse come una pazza alla porta ed urlò talmente forte da far fare alla carpa un altro balzo nello stagno.
''Akane!''

Quando anche gli altri due membri della famiglia avevano raggiunto le ragazze, dopo decine, centinaia di convenevoli, la più arguta delle sorelle Tendo si accorse che c'era qualcosa che non andava.
Akane portava il solito caschetto da maschiaccio, ma vestiva in maniera decisamente più femminile ed aveva un'aria più dolce, matura. Ma non era questo il punto.
''Akane...'', chiese sospettosa indicando con il braccio teso qualcuno che si nascondeva dietro le gambe della sorella, ''Chi è questo marmocchio?''
''Hey, sono una femmina!'', sbraitò la piccola, palesandosi alla famiglia.
''Hem... Come dire...'' sorrise imbarazzata Akane grattandosi la testa e sogghignando in maniera nervosa, ''Lei è Minako, hem... Mia figlia!"
''Nipote mia!", urlò tra le lacrime Soun, spalancando le braccia.
''Minako, tesoro, vai ad abbracciare il nonno'', disse dolcemente alla bambina mentre accarezzava il pancione di Kasumi e sorrideva complice al dottor Tofu, che li aveva raggiunti all'ingresso.
''Allora, chi è il padre?'' chiese con la solita mancanza di tatto la sorella mezzana.
''Hem...''

''E' permesso? Papà?''
In una giornata di grandi ritorni come quella, non fu più di tanto sorprendente veder varcare la soglia di casa anche Ranma.
Fu trascinato anche lui nel vortice di baci, abbracci e rimproveri. Poi si accorse di lei.
''A-Akane...''
''Che ci fai, qui? Non te n'eri andato?'' chiese come sempre sgarbatamente la Tendo.
''Non sei per niente carina! Se permetti, dopo dieci anni di lontananza, avevo voglia di passare a salutare"
''Ed hai scelto proprio questo momento?''
''Hey, voi due...'', protestò mestamente Soun, ''Non vi sembra il caso di salutarvi in maniera più gentile, dopo tutto questo tempo?''
''Ma figurati, con questo maschiaccio funziona solo il linguaggio dei camionisti!''
La risata cristallina di Minako nel vedere sua madre spaccare un vaso di fiori in testa al codinato strappò un sorriso a tutta la comitiva.

Poi qualcun altro entrò in casa Tendo, con il passo stanco ed un'evidentemente scarsa voglia di trovarsi lì.
''Hey, papà, sei sicuro che potessi farla in giardino?''
''Se proprio ti scappava, Satoshi...'' rispose annoiato l'artista marziale al ragazzino di otto anni che lo aveva raggiunto.
''Cosa? Cos'è che gli avresti fatto fare?''
''Si stava facendo la pipì addosso, ok? Non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare al bagno!"
''Ranma, sei sempre il solito idiota!'', ringhiò la giovane.
''E tu sempre la stessa isterica!'', ruggì di rimando lui.
''Aspettate un attimo, Time Out '', fu come sempre Nabiki a fare il punto della situazione, ''Ranma, chi è questo maleducato?''
''Sono l'erede della scuola di lotta Saotome'', rispose solenne il bimbo col codino, ''Mi chiamo Satoshi. Tu devi essere Nabiki la serpe"
''Che cosa gli avresti insegnato?'' tuonò Akane furiosa mentre una minacciosa aura blu iniziava a contornarle la figura.
''Eheheh!", rise nervoso.

''Mamma, ho fame!'', si lamentò Minako.
''Anche io, mamma!", la seguì a ruota Satoshi.
''Lo so, piccoli. Se quel deficiente di vostro padre non avesse perso il portafogli ai bagni pubblici avreste già mangiato''
''Hey, tu!''
''Papà, sei un deficiente!", lo ammonì saccente Minako mentre Satoshi le tirava una ciocca di capelli e le provocava l'ennesimo pianto isterico della giornata.
''Satoshi...'' mormorò Akane, paziente, ''Ti ho detto mille volte che non devi far male a Minako. Ed altre mille che è la scuola di lotta Saotome-Tendo''
''Ma papà dice...Ahi!"
''Ranma, non picchiare il bambino!"
''Uno schiaffetto innocente ogni tanto gli temprerà il carattere. Sapessi quanti ne ho presi io da quel vecchio rinc... Oh ciao, vecchio!"
''Ed ecco qui Mr Panda, la famiglia è riunita'', commentò sarcastica Nabiki, per niente scossa da tutte le novità della giornata.



''Maledetto il giorno che ti ho incontrato!'' urlò Akane al codinato che le aveva appena rotto la cerniera della giacca, mentre cercava di aiutarla a togliersela.
''Dillo a me! Non capisco perchè una schiappa come te si sia dovuta presentare al Torneo di arti marziali di Yokohama, poi!''
''Che dici? Sei tu che dovevi rimanere in Cina!''
''Se avessi saputo che avresti partecipato anche tu ci sarei rimasto eccome!''
''I mesi lontana da te sono stati i più belli della mia vita!"
''Confermo e sottoscrivo, anche se tornerei indietro solo per rivedere la figuraccia che facesti!", rise lui accettando di buon grado il piatto che Akane gli ruppe in testa, mentre tutti li guardavano con aria interrogativa.
''Mamma perse al primo round''. Caustico, Satoshi rispose a quella che gli sembrava una domanda taciuta da parte di tutta la sua famiglia.
''Satoshi! Chi ti ha raccontato queste frottole?'' chiese con finta innocenza il codinato, sorridendo alla compagna.
''E poi la mamma quel giorno non era in forma, aveva anche le sue cose'', tentò di difenderla Minako, facendola invece sprofondare in un baratro di imbarazzo ingigantito dall'espressione goduta di Ranma.

''Io non ho capito una cosa, però'', interruppe la diatriba il dottore, ''Quando siete arrivati, non eravate insieme. Sembrava quasi che foste stupiti di vedervi''
''Questo perchè Ranma aveva detto che sarebbe sparito per sempre dalla mia vita, portando con sè Satoshi in un viaggio di addestramento'', grugnì Akane.
''Questo perchè Akane non accetta il fatto che io abbia perso il portafogli impedendole così di fare colazione... Sia mai che butti giù un etto!''
''Che cosa vorresti insinuare?''
''Che sei diventata un'abbuffina, Akane. Me lo ricordo come facevi in gravidanza, sai?''
''Oh Ranma, mi andresti a comprare delle uova?'', fece il verso alla madre il piccolo Satoshi.
''Tu questo bambino non lo vedi più, sei una pessima influenza per lui, Ranma!"

''Aspettate, aspettate un momento. Ho capito bene o questi due sono i vostri figli?'', chiese Nodoka, che li aveva raggiunti poco dopo Genma.
''Sì...'' risposero in imbarazzo i due, abbassando lo sguardo.
''Dunque, voi due...'', alluse Nabiki, sorridendo ed indicandoli alternativamente, ''Fate finta di odiarvi, ma in realtà... La notte...''
''La mia bambina non è più una bambina!", pianse il capofamiglia.
''Tranquillo, Soun'', sorrise Ranma mostrandogli l'anulare della mano sinistra, ''Ho fatto le cose per bene''.



''Mamma, ho paura!", la figlia di sei anni si era stretta alle gambe di Akane nel momento stesso in cui la terra aveva iniziato a tremare, mentre i suoi genitori, con aria rassegnata, la avevano semplicemente fatta allontanare dal muro prima che questo crollasse miseramente dopo l'impatto con i bonibori di Shampoo.
''Lanma, amole!"
Nel disappunto di Akane, la cinesina si buttò al collo del codinato, iniziando a baciarlo febbrilmente sulle guance.
''Sei tolnato! Sei tolnato da me!"
''Hem... Hem... No, io... Akane, aiutami!"
''Non ci penso neanche!", sbuffò la moglie.
''Ranchan!"
''Oh Ranma, amore!"
''Saotome, lascia stare la mia fidanzata, hai capito?'' urlò Mousse in faccia a Satoshi, che gli diede un pugno in testa, mentre Ucchan e Kodachi si litigavano il suo adorato papà.
''Ma-ma... Dove mi trovo? Scusi, è qui la stazione balneare di Okina... Oh ciao, Akane!"
''Ryoga!''
''Ecco, ci mancava il maiale", si lamentò Ranma mentre Nabiki prendeva sulle spalle Mikako e si sedeva di fronte a Satoshi, guardandolo serio negli occhi:
''Mi chiedo come abbiano fatto a farvi...'', mormorò pensierosa.
''Beh, la mamma mi ha detto che i bambini nascono quando...''
''No'', lo fermò subito lei, ''Intendevo come abbiano fatto fisicamente a non litigare anche mentre... Ah, lascia stare!"
''Akane Tendo! Ora che sei tornata puoi finalmente sposarmi!"
Quando anche Kuno aveva fatto il suo tronfio ingresso in casa, con tanto di katana sguainata, il quadretto era completo.
Akane rincorreva Ranma, che era inseguito dalle sue spasimanti, a sua volta inseguite da Mousse, mentre lei stessa scappava da Ryoga e Kuno.
Nel trambusto generale, Kasumi trovò il tempo di servire il tè ai suoi due padri, che tranquilli come all'interno di un tempio scintoista lo sorseggiavano guardando il panorama dal porticato e dandosi soddisfatte pacche sulle spalle, sorridendosi a vicenda.
''Ce l'abbiamo fatta, eh, Saotome?''
''Puoi ben dirlo, amico Tendo, puoi ben dirlo!"
''Ora che siete parenti mi raccomando, non fate casini", osservò Nabiki mettendo una mano sulla spalla del padre.
''E' vero, ora siamo parenti!"

Soun Tendo abbracciò il suo migliore amico tra le lacrime di commozione mentre la sua amata carpa, l'unico animale domestico che fosse mai riuscito a tenere, faceva l'ennesimo balzo elettrizzato nello stagno, mentre la sua figlia maggiore serviva imperturbabile il tè, trovando un sorriso anche per quel vecchio maniaco di Happosai, che li aveva raggiunti e si era attaccato alla gamba di Ukyo come un cane in calore. Mentre la sua figlia mezzana, scaltra ed indecifrabile, scattava foto al trambusto generale e sorrideva complice a Satoshi, in cui aveva subito trovato uno spirito affine.
Si arricciò nuovamente i baffi, appagato, mentre la sua figlia minore le dava di santa ragione all'uomo della sua vita, che intanto guardava con gli occhi dell'amore più puro la piccola Minako, che anche lui amava già perchè così simile alla sua bimba, alla sua povera moglie.
Mentre il caos che era sempre stato il fulcro di quella bizzarra famiglia allargata era tornato a dare colore a quella spoglia casa giapponese in legno e carta di riso, colorandola di ogni sfumatura di colore come ogni mattina, da sempre.






Ok, giusto una cosina per scusarmi dei vari ritardi nel recensire, postare e rispondere ai vostri messaggi e recensioni. Non sono morta, ho avuto dei problemi personali imprevisti e non sono riuscita a stare al pc, mi ci sono praticamente rimessa oggi e questa storiella senza pretese era già pronta, per cui l'ho postata sperando di fare cosa gradita.
Sapete che non sono brava a restare IC, ma ho cercato di immaginare come avrebbe potuto essere un 10 years later tra i nostri due capoccioni e... Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate! =)
Prometto di recuperare presto con TUTTO, grazie per la pazienza e soprattutto per la presenza! <3


  
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