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Autore: kleines licht    11/04/2014    2 recensioni
La morte di Dean, i pensieri che gli passano nella testa mentre si lascia andare ad una fine solitaria, senza il suo amato -in tutti i sensi- fratellino.
Winchest tra le righe. Linguaggio senza censure.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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Characters: Dean Winchester
Pairing: Sam/Dean (solamente citata tra le righe)
Rating: Giallo
Genre: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale
Warning: slash
Note dell'autrice: Questa storia era partita come una Winchest fatta e finita...ed è diventata una cosa un po' melodrammatica xD Il Winchest è solo citato tra le righe, per chi come me impazzisce per questi due sarà più che chiaro quanto si amano *O* O meglio quanto Dean ama Sam, pensando di non essere ricambiato.
Questa scena non esiste nel telefilm -ma no giura! xD- e mi è venuta in mente perchè ho trovato da qualche parte cheoranonricordo il prompt "arma rotta". Insomma prendete un po' quel che viene, la mia ispirazione in questi giorni funziona così!
So che non piace a molte l'uso della prima persona ma in questo caso non sono riuscita a fare diversamente anche se mi ci sto applicando ^^
Spero possa piacervi, ditemi la vostra <3
Baci, J.
Disclaimers: I personaggi di Supernatural non mi appartengono anche se vorrei tanto, così potrebbero esserci un bel po' di scene slash , appartengono a Kripke e a tutta la crew quindi tutto quello che leggerete è frutto della mia mente malata, non ha scopo di lucro o di altro.


Son of a bitch, imprecai sotto voce provando a sbattare ripetutamente la Colt contro il palmo della mano, con più forza di quanta avrei dovuto usarne.
Probabilmente avrei potuto semplicemente smetterla, gettare a terra quella che ormai era da considerare un'arma inutile e alzare le mani al cielo, in segno di resa ma anche di muta preghiera. Niente mi avrebbe salvato dall'orda di demoni che mi avrebbe presto attaccato, non avevo speranze e non potevo nemmeno sperare.
Chi vive di speranza, finisce per morire disperato. Doveva averlo detto un genio, uno di quelli che assomigliano a Sammy: tutti studio, ragazze per bene, famiglia ideale. Uno di quei ragazzi che si discosta largamente da me ma che...dannazione se tutti fossero stati come Sammy avrei potuto anche rivalutarli!
Avrei potuto fare un eccezione per loro, per la categoria in generale...ma dubitavo che qualcuno potesse davvero essere come Sammy. Nessuno riusciva ad eguagliarlo in quanto genio ma anche re delle cazzate.
Come quella volta, dopotutto. Aveva ben pensato che lasciarmi solo fosse una scelta saggia, un'idea intelligente...come se avesse potuto cancellare tutto solo andandosene! Era ancora giovane, ancora immaturo forse, abbastanza da non capire che il passato non si può cambiare.
Non si può cambiare nemmeno la propria natura, o il proprio destino. Si può cercare di lottare, io lo facevo sempre, ma molto spesso era una lotta inutile. Una lotta stupida, che alla fine portava solamente alla disfatta personale. E lui non  meritava quello.
Io sì, probabilmente. Dovevo aver sbagliato qualcosa nella mia vita per cui avevo finito per meritarmi un pessimo destino ma io lo avevo accettato, Sammy no. Lui era convinto di potermi salvare oppure di dovermi abbandonare. Come se vivere l'ultimo giorno assieme fosse più doloroso di mollarmi senza un motivo logico.
Lui aveva paura...ma dannazione ne avevo anche io! Non  era lui che stava per morire, ero io quello, e volevo passare il mio tempo con mio fratello, non con chiunque altro! Non mi era mai sembrata una grande richiesta, qualcosa di particolarmente difficile da soddisfare. Avrei potuto chiedere un pezzo introvabile per l’impala oppure una costosissima puttanella dall’Himalaya ma dannazione avevo chiesto una fottuta giornata con mio fratello.
Ma lui aveva altro da fare, c'era da aspettarselo. Qualunque cosa, ai suoi occhi, doveva apparirgli migliore del dover passare una giornata intera, ben 24 lunghissime ore, con quel decelebrato di suo fratello maggiore, che altro nella vita non aveva fatto se non parargli il culo ogni qual volta ne aveva avuto occasione. E avrebbe dovuto pesarmi. Avrei dovuto, almeno in punto di morte, rinnegare ogni mano tesa, ogni aiuto, ogni sacrificio che avevo fatto per qualcuno di così ingrato e così cieco da non capire.
O forse semplicemente non voleva capire, non voleva vedere. Non voleva me. E faceva male, dannazione. Più male del sentire i demoni avvicinarsi e sentirsi in trappola, come un topo. Che morte stupida, per uno che ha perso la vita intera a combattere!
Chiusi gli occhi, lasciandomi cadere a terra. Patetico per patetico sarebbe cambiato poco, e poi nessuno mi avrebbe visto. Senza mio fratello ero...solo. Niente Bobby, niente John, niente Mary, niente Lisa, niente Ben...niente. E probabilmente nel mio stentato discorso finale, quello che forse sarebbe stato il caso prepararmi in anticipo, avrei detto a Sammy che lui era la cosa migliore che mi era rimasta, che in tutta quella merda lui era l'unica ragione per andare avanti e proprio per questo, da egoista, non l'avevo mai lasciato andare: perchè sapevo che senza di lui io non sarei riuscito a fare nulla. E, andiamo, cacciare era l'unica cosa che mi veniva decentemente! Tutto il resto era una specie di continua improvvisazione.
Sospirai profondamente e sentii con chiarezza i vetri delle finestre cedere sotto un vento forte e gelido, che presto avrebbe raggiunto anche la mia nicchia. Bene, ci siamo. pensai, per la prima volta senza la benchè minima voglia di alzarmi e lottare.
E non lo feci, nemmeno per un secondo. Lasciai a loro la partita vinta in partenza, un po' per cambiare quella che ormai era una routine -io che mi dibattevo, al limite delle forte, e loro che non cedevano- un po' perchè ne avevo le palle piene. Basta demoni, basta continue lotte...se Sam non lontana perchè dovevo farlo io?
E proprio quando stavo per chiudere gli occhi, un lampo illuminò una figura statuaria alla porta. Riuscii a sorridere amaramente, ben conscio di chi fosse, e a sussurrare una specie di "tempismo perfetto, Broth..." che forse non arrivò mai al destinatario e che sicuramente aveva tutt'altro valore rispetto a quel che avrei voluto dirgli.
   
 
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