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Autore: Alue    11/04/2014    3 recensioni
A un tratto il ritmo si fermo per dare spazio al balletto e il battito di un cuore attraverso un elettrocardiogramma. Uno dei ragazzi, quello che come pettinatura aveva scelto una lunga frangia nera a ricoprirgli gli occhi, si collocò al centro del palco, mentre gli altri si misero attorno a lui, per dar vista al pezzo forte dello spettacolo: “Il leader…”, pensai fra me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
 
-Hyun Joong, sei sicuro di aver controllato che la macchina fosse veramente a posto quando siamo partiti?-, domandai guardando la strada davanti a me.
-Sì, e molto bene! Non capisco perché si sia spenta!-, riprovando a mettere in moto.
-Ma davvero? Allora doveva essere stata quella di qualcun altro, perché qui non è tutto a posto!-, sbottai arrabbiata.
-Yha! Non parlarmi così! Non è giusto che tu te la prenda con me! Ho controllato!-, mi urlò contro. Rimasi muta a braccia conserte, fissando la strada fuori la macchina. Eravamo partiti per capodanno, perché Hyun Joong aveva una casa in montagna dove da piccolo passava il Natale con i genitori, ma siccome quell’anno, dopo il suo ritorno, Natale era arrivato in fretta, lo passammo in casa nostra insieme a sua madre e alla famiglia di Hongki. Non solo, proprio quando mio padre si era travestito da Babbo Natale per mia sorella, erano arrivati anche gli Shinee, Federica e i SS501 a portare i loro auguri e i regali. Quello era stato il nostro primo Natale tutti insieme.
Avevamo deciso solo qualche giorno dopo di partire per andare a passare il l’ultimo dell’anno e capodanno in quella piccola baita, con il consenso dei miei genitori e qualche discussione con Jonghyun, poiché avremmo preso la sua macchina, dato che quella di Hyun Joong era a riparare.
Prima di partire Hyun Joong mi aveva assicurato di aver controllato la macchina, perché avremmo viaggiato per almeno tre ore, ma la macchina si era fermata di botto a metà cammino. Non c’era nessuno che potesse aiutarci, perché passavano sempre poche macchine ed era già un quarto d’ora che discutevamo.
-Vai a controllare di nuovo, no?-, dissi fredda come il ghiaccio.
Hyun Joong sospirò e guardandomi male scese dalla macchina, sbattendo lo sportello. Lo incenerii con gli occhi: sembrava perfettamente a suo agio e per nulla preoccupato, tanto da stiracchiarsi prima di cominciare a darsi da fare. Sbuffai quando lo vidi sorridermi allegro e alzai gli occhi al cielo. Aprì il cruscotto anteriore della macchina e vidi una vampata di fumo uscire.
-Aigoo… non ci posso credere-, mormorai fissandolo.
Scesi dalla macchina, richiudendo lo sportello e mi appoggiai con un fianco ad essa, guardando Hyun Joong piegato leggermente ad armeggiare con qualcosa che non capii cosa fosse. Aspettai e dopo svariati minuti ebbi la sentenza: -La batteria ci ha abbandonati-, disse avvicinandosi.
-E ora?-, domandai preoccupata.
-Niente, finché non passa qualcuno non possiamo fare assolutamente niente. Ho dei morsetti nel porta bagagli, ma non servono a niente se non ho qualcosa per ricaricarla-, rispose passandosi una mano sul collo imbarazzato. Sospirai pesantemente e mi guardai intorno: non c’era nessuno, eccetto una distesa di neve infinita alta almeno un metro, alberi spogli e montagne.
-Il mio cellulare non prende. Il tuo?-, domandò guardandomi speranzoso.
Recuperai velocemente il cellulare dalla tasca del cappotto bianco invernale e guardai quante tacche avessi: -Isolato-, annunciai.
-Interessante-, mormorò ironico.
-Oh, sì, direi che è fantastico. Davvero, davvero fantastico!-, sbrottai sarcastica e irritata incrociando nuovamente le braccia e guardando altrove. Per come mi sentivo, se l’avessi guardato negli occhi, l’avrei ucciso e dato in pasto ai lupi.
-Eddai, non è colpa mia! Lo hai visto anche tu che ho controllato prima di partire, l’ho fatto sotto ai tuoi occhi!-, si lamentò cercando di calmarmi.
-Non ce l’ho con te, Hyun Joong, ma odio gli imprevisti, soprattutto se le persone mi rassicurano che non accadranno-, dissi alzando gli occhi su di lui.
-Scusami-,  mormorò affiancandomi nel guardare il panorama: eravamo proprio sotto ad una montagna e saremmo stati già in cima se non fosse stato per la macchina.
Chiusi gli occhi, gettando indietro la testa e cercai invano qualche raggio di sole che potesse riscaldarmi le guance, l’unica cosa davvero scoperta, dato che ero imbacuccata fin sopra i capelli: oltre il cappotto portavo scaldamuscoli, una scarpa di lana, con cappello bianco abbinato, mentre Hyun Joong per l’accasione aveva indossato un giubotto da neve rosso, con un cappello che potesse riscaldarlo. I suoi magnifici capelli infatti li aveva lasciati a Londra: ero rimasta piuttosto sconvolta vedendolo tornare quasi rasato, ma dopo Jonghyun tutto era passabile; Hyun Joong fortunatamente l’aveva fatto per rafforzarli, dopo tutte le tinte dovute alla gara e non per un capriccio. Sembrava tornato da poco dal servizio militare, più che da una vacanza-studio all’estero: era diventato il doppio di come l’avevo lasciato con muscoli al posto giusto, ma sempre atletico. Il suo nuovo look dopo averci fatto l’abitudine mi piacque anche perché lo faceva sembrare più grande.
Riaprii gli occhi di soprassalto quando sentii una palla di neve distruggersi su un mio braccio. Mi guardai intorno e puntai subito Hyun Joong chinato ad appallottolarne un’altra molto più grande: -Ti sembra il momento?-, domandai scettica, trattenendo a stento una risata.
-Eddai, non fare la musona!-, disse lanciandomi l’altra palla.
-Yha! Mi stai dichiarando guerra!-, urlai correndo a farne una.
-Tanto non riuscirai a colpirmi!-, mi avvertì, ma proprio quando lo vidi distratto a farne una, lo centrai.
-YHA! Non ti comviene sfidarmi! Sono competitivo, lo sai! Non ti farò sconti perché sei una ragazza!-, disse divertito e schivai la sua terza palla di neve con facilità.
-Davvero? –dissi con aria di sfida- prova a prendermi!-, gridai scappando.
Corsi lungo il tratto di strada che portava fino alla distesa di neve e appollottolai al volo una palla di neve, rialzandomi di scatto e lanciandola al mio avversario, per riceverne una nello stesso momento. Scappai ancora, scoppiando in una sonora risata che mi fece ritrovare il buon umore, e sentii una nuova palla di neve arrivare, seguita da una mano di Hyun joong che mi trascinava a terra. Fra le risate rotolai nella neve e lo sentii spingermi con le mani, divertito più di me. Cominciavo a sentire freddo, però, così mi fermai, cercando di rialzarmi.
-Tregua!-, dissi alzando un braccio in aria per farmi aiutare.
Hyun Joong mi guardò sorridendo: -Solo perché sei tu-.
Mi prese per mano e con uno slancio mi fece rialzare, avvolgendomi in un abbraccio per riscaldarmi, mentre le sue mani sfregavano vigorosamente la mia schiena nel tentativo di darmi calore. Mi sorrise mentre mettevo le mani nelle sue tasche, ma subito alzò gli occhi nella direzione della macchina alle mie spalle: -E quella?-, mormorò e mi voltai.
Una macchina aveva accostato, fermandosi dietro la nostra: -E’ la macchina dei miei genitori -commentai perplessa- che cosa ci fanno qui?-, mi chiesi, mentre Hyun Joong si avvicinava.
Avanzai con lui e vidi scendere Federica con un diavolo per capello, seguita da mio fratello dalla parte del guidatore. Che ci facevano lì?
-Ragazzi, che succede? Perché siete qui?-, domandò Hyun Joong vedendoli.
-Il fratello della tua ragazza è un emerito idiota, ecco cosa succede!-, gridò Federica arribbiata non appena fui da loro.
-Yha! Non umiliarmi in questo modo! Non l’ho fatto apposta!-, la rimbeccò Jong.
Alzai gli occhi al cielo e guardai Hyun Joong che di tutta risposta aveva alzato un sopracciglio allibbito.
-Che cos’hai fatto?-, domandai a Jong.
-Ecco… vi giuro che non me ne sono nemmeno accorto…-, cominciò.
-Ha lasciato le luci della macchina accese ieri sera, dopo essere tornato da casa mia, e solo questa mattina se n’è accorto! –ringhiò Federica per poi lanciare uno sguardo alla macchina- vi ha lasciati a piedi vero?-, concluse.
-Sì-, risposi.
-Ed ecco svelato il mistero-, commentò ironico Hyun Joong.
-Mi dispiace-, mormorò Jong.
-”Mi diaspiace” –lo imitò Federica- se non mi fosse venuto in mente d’insegurli, sarebbero rimasti qui fino a domani mattina! A proposito, perché non ci avete chiamati?-, domandò curiosa.
-I cellulari non prendono qui-, rispose Hyun Joong scrollando le spalle.
-Va bene, sentite, se mettiamo in moto la nostra macchina, possiamo far rivivere la vostra. Hyun Joong, dammi una mano-, sentenziò mio fratello mettendosi a lavoro. Hyun Joong annuì senza protestare e gli diede una mano. Un quarto d’ora dopo eravamo di nuovo pronti per il viaggio.
-Tornate a casa, ora?-, domandò Hyun Joong in procinto di entrare in macchina.
-Veramente…-, cominciò di nuovo Jong guardando complice Federica, la quale rideva sotto i baffi.
-Non siamo proprio soli-, intervenne lei.
-Che vuol dire?-, domandò Hyun Joong allarmato.
-Ci sono anche gli altri-, rispose Jonghyun sorridente, ignaro della follia che stava per scatenare in Hyun Joong. A quando pare i due piccioncini avevano deciso di guastarci la festa domandando la strada ai SS501, ai quali era venuta in mente la triste idea di passare il capodanno con il loro leader come tutti gli anni, invitando anche gli Shinee e le loro ragazze al seguito.
-Non starete in casa mia, vi avverto. Potete congelare i vostri fondo schiena nella neve per i miei gusti!-, li minacciò con la sua glacialità di un tempo. Lo vedevo trattenersi, ma dentro sapevo che stava implodendo dalla rabbia. Qualcosa mi diceva inoltre che mio fratello avesse lasciato apposta le luci accese la sera prima solo per intralciarci la strada e non farci arrivare a destinazione, così da tornare a casa; probabilmente per lui sarei stata più al sicuro che fra le braccia di Hyun Joong e per giunta da soli in una casa tutta per noi.
-Yha! Come ti permetti! Ti abbiamo salvato dal ghiaccio e dalla neve! Dovresti essere riconoscente!-, sbottò Jong arrabbiandosi.
-Perché ho la sensazione che il tuo comportamento abbia a che fare con le luci di ieri sera?-, domandai fissando mio fratello annoiata.
-Bingo-, mormorò Federica e Jong la fulminò.
-Allora non è stato un’incidente! L’hai fatto apposta per raggiungerci e stare con noi, guastandoci il week-end!-, concluse Hyun Joong facendo scoppiare la sua ira.
Jong indietreggiò di qualche passò: -Ehi, calmiamoci! Volevo solo assicurarmi che mia sorella stesse bene!-, si difese.
-Vi prego, fucilatemi –commentò rassegnata Federica- anzi no: datemi il fucile e lo tolgo di mezzo una volta per tutte! Almeno vado in galera a riposarmi, invece di seguirti in certe idiozie!-, sbottò.
-E da cosa!? Sta benissimo con il suo ragazzo!-, continuò Hyun Joong arrabbiato, ignorando Federica e riducendo di nuovo le distanze fra lui e Jong. Con i loro nuovi look mio fratello sembrava un agnellino al confrontodi Hyun Joong: con il suo nuovo colore bianco, anche se aveva il doppio della muscolatura, Hyun Joong lo superava in altezza.
-Forse temeva per la sua castità?-, lo illuminò sarcastica Federica.
-COSA!?-, urlai sorpresa lanciando un fulmine a Jonghyun.
-Beh ,vorresti dirmi che vi sareste guardati in faccia per tutto il tempo di notte, sorellina? Oppure avreste dormito?-, domandò ironico e allusivo mio fratello, riacquistando un po’ di tenacia di fronte a               Hyun Joong.
-Non ci posso credere! Ho diciotto anni suonati, Jong! Possibile che ancora ti preoccupi di certe cose?! Come se poi mi andassi a concedere al primo che passa!-, dissi adirata, avvicinandomi a lui.
-Allora avevate in mente di farlo!-, urlò sospettoso.
-No! E anche se ne avessimo intenzione, se proprio non succede qui, tu non credi che ci sia la remota possibilità che accada anche in un posto che non sia questo!?-, replicai acida.
-D’accordo, smettetela –ci divise Federica, dato che ormai ero arrivata ad un plmo di naso da mio fratello- allogeremo in qualche albergo. Di soldi ne abbiamo e gli altri non faranno storie. Non credo che a casa tua ci sia posto per tutta quella gente, fratellone, perciò non preoccuparti-, spiegò cercando di placare gli animi.
Hyun Joong guardò in cagnesco mio fratello, il quale gli restituì lo sguardo, ma non fiatò.
-Ne conosco uno non troppo caro in paese –disse Hyun Joong non staccando lo sguardo da Jong- forse potrete chiedere lì. Casa mia è più su. E’ una baita che si trova facilmente-, spiegò tornando alla sorella.
-Ok, allora non ci saranno problemi se vorremmo venire a trovarvi, no?-, sorrise lei dolcemente. Fortunatamente Federica aveva scoperto di avere effetti calmanti su suo fratello.
-Dove sono gli altri? Quando pensi che arriveranno?-, domandò Hyun Joong.
-Tra poco. Sono partiti un’ora dopo di noi, perciò dovrebbero essere vicini ormai-, rispose Federica guardandosi intorno.
Hyun Joong sbuffò e si grattò la testa guardandosi intorno come lei: -Vi accompagno in albergo. Quando arrivano fatecelo sapere, nel frattempo andremo a sistemare casa-, propose infine.
Sorrisi e gli accarezzai un braccio, dimen ticandomi di Jong: -Allora andiamo-, li incitai.
-Sì-, annuì Federica salendo in macchina.
Jong la raggiunse e potei solopercepire un: -E’ la mia sorellina e non permetterò che le rubi così la sua innocenza!-, seguito da un teatrale: -Vuoi smetterla!? Taemin non si è fatto tutti questi problemi quando un dei suoi migliori amici mi ha “rubato” la mia! E tu non ti sei fatto troppi scrupoli! Si amano, stupido! Finchè ci si ama tutto è lecito!-, prima che salissero in macchina.
Quando fummo pronti anche noi, partimmo di nuovo. Li lasciammo in albergo e proseguimmo per un’altra mezz’ora fino all’arrivo nella nostra casetta: era ai piedi di due grandi alberi e rispetto a loro sembrava davvero minuscola; accanto, proprio alla sua destra, c’era un grande pozzo, collegato a quello che sembrava fosse stato un abbeveratoio per animali. Sorrisi nel vedere quell’immagine da cartolina e sentii Hyun Joong cincermi le spalle soddisfatto.
-Siamo arrivati. Ti piace?-, domandò.
-Molto-, risposi dandogli un leggero bacio.
Una volta dentro ci togliemmo i cappotti bagnati, posammo i bagagli  e ispezionai un po’ in giro per ambientarmi: la casa era piccola e mi resi subito conto che Hyun Joong aveva fatto bene a non accettare di invitare i ragazzi, perché anche se la sala principale era piuttosto grande (con angolo cottora in stile americano), nelle due camere da letto ci sarebbero entrate a stento quattro persone, calcolando che una era una matrimoniale e l’altra una cameretta per bambani. Nonostante ciò era molto accogliente, messa in ordine e per nulla logorata dal tempo: Hyun Joong mi aveva detto che non era stata più abitata da almeno quattro anni, più o meno da quando avevano smesso di pasare il Natale lì su, eccetto poche volte che era stato con i SS501. In effetti un po’ di odore di chiuso era l’unica cosa fastidiosa, ma per il resto mi piacque davvero molto.
-F-freddo-freddo-freddo-, farfugliai battendo i denti non appena Hyun Joong ebbe finito di accendere il camino, mettendomi a sedere sul divano.
-Vado a prenderti una coperta –disse girandosi e andando al piano superiore- ti sei bagnata tutti i vestiti con quella neve-, commentò ricordandomi che giocando a palle di neve, quest’ultima mi era entrata fin dentro le mutande.
-S-sì-, annuii, vedendolo tornare poco dopo.
Mi fece scendere dal divano e ci avvicinammo al camino, dove avevamo appeso i cappotti per farli asciugare, per riscaldarci meglio. Mi sistemò la coperta sulle spalle, facendomi accomodare fra le sue gambe, e mi cinse in un’abbraccio. Restammo in silenzio per un po’, a fissare le fiamme, cercando di sghiacciarci, quando il mio stomaco cominciò rumorosamente a lamentarsi. Erano quasi le due del pomeriggio.
-Hai fame?-, domandò sorridendo.
-Sì… si sente, vero?-, ammisi imbarazzata.
Ridacchiò e mi schioccò un bacio s’una guancia prima di alzarsi: -Riposati. Esco a comprare qualcosa e torno per preparare. Fai la brava-, mi disse baciandomi i capelli e recuperando il giubotto.
-Vuoi che ti accompagni?-.
-No, non preoccuparti. Torno subito e già che ci sono controllo che tuo fratello e Feffe abbiano trovato posto in albergo con gli altri. A dopo-, mi sorrise uscendo.
-A dopo…-, mormorai vedendo la porta richiudersi.
Mi guardai intorno e decisi che fosse meglio mettermi qualcosa di asciutto addosso, così salii in camera da letto, dove trovai un grande fouton, una cabina armadio per mettere provvisoriamente i vestiti e tante foto di famiglia.
Indossai un maglione pesante rosa, uno dei tanti che Kibum mi aveva regalato di cui non volevo disfarmi, dei jeans puliti, e misi in ordine un po’ di cose. Dopodichè cercai in giro dei lenzuoli e dei piumoni pesanti: trovai alcuni lenzuoli rossi davvero belli e decisi prendere quelli, scegliendo anche un piumone bianco che sarebbe andato bene per la notte fredda. Quando fu tutto pronto, tornai di sotto e mi accolai con la coperta e un cuscino di fronte al camino. Mi addormentai.
 
“Mmm! Che buon profumino!”, pensai ancora intontita dal sonno. Aprii gli occhi  e misi a fuoco lentamente la luce delle fiamme ancora ardenti nel camino. Mi misi a sedere, sentendo subito qualcosa che bolliva non molto lontano da me. Guardandomi intorno, notai che Hyun Joong era rientrato e si era messo ai fornelli in cucina: a giudicare dall’odore ci sarebbe stato qualcosa d’invitante da mangiare.
-Buongiorno, Bella Addormentata-, mi sorrise da lontano, versando qualcosa in una scodella.
-Ciao, amore…-, biascicai alzandomi.
Lo raggiunsi e guardai attentamante quello che aveva preparato: sembrava qualche zuppa coreana che mamma non si era mai decisa a cucinare e di cui ignoravo il nome; inoltre aveva cotto del riso per riempirci per bene lo stomaco.
-Che cos’è?-, domandai curiosa, sedendomi a tavola. Aveva già apparecchiato e tutto era semplicemente perfetto!
-
Kimchi jjigae
-, rispose sorridendo, come se sapessi di cosa si trattasse. Si sedette a tavola con me e lo fissai aspettando che mi spiegasse.
Mi guardò confuso, aspettando che cominciasisa mangiare, ma il mio sguardo gli fece accendere la lampadina: -E’ a base di Kimchi, tofu e maiale-, spiegò.
-Oh, adesso è tutto più chiaro!-, esclamaii ironica.
-Non fare tanto la simpatica, conosci bene il Kimchi, perciò mangia e non fare storie-, mi rimproverò prendendo le bacchette e allungando la mano per imboccarmi.
-So mangiare da sola e poi non amo essere imboccata-, commentai guardandolo scettica.
-Yha, apri la bocca-, mi zittì contrariato.
-Yha a me? Oh…-, avevo comiciato a ribattere, ma Hyun Joong mi mise in bocca il boccone tempisticamente. Masticai con cura e diedi il mio giudizio non appena ingoiai: -E’ buono. Complimenti allo chef-.
-Lo so -commentò prendendo a mangiare e lasciandomi pranzare in tranquillità- …l’ho preparato con tanto amore, per questo è buono-, disse dolcemente, mentre masticava.
Alzai il naso dal mio naso e lo fissai: era piuttosto imbarazzato e non ne capii il motivo preciso, così gli presi la mano che teva libera sul tavolo: -Siamo diventati tutto zucchero e miele –sorrisi- mi piace questa parte del Kim Hyun Joong tenebroso che ho conosciuto-.
Il pranzo fu davvero saziante e durante il pasto Hyun Joong mi disse che i ragazzi erano tutti arrivati. Aveva sperato fino alla fine in un ultimo dell’anno romantico fra me e lui, ma poi si era convinto che sarebbe stato meglio invitare tutti a casa almeno per la sera. Decidemmo così di fare un grande falò davanti casa, dato che la legna non mancava, e cominciammo a spalare la neve davanti casa non appena ci fummo ristorati. Fu un lavoro lungo, ma ci divertimmo a fare biscotti quando scoprii che in casa c’era un pacco di farina ancora buono. Fortunatamente anch’io me la cavavo piuttosto bene in cucina.
Ben presto la notte cominciò a calare e per la cena non ci preoccupammo, perché gli Shinee e i SS501 avrebbero fatto la spesa, portando su tante cose buone da mangiare e tanta carne per l’occasione. Arrivarono tutti verso le sette, così mentre noi ragazze stavamo facendo salotto davanti al fuoco acceso, i ragazzi si misero a lavoro accendendo il falò di fuori.
-Mi è mancata così tanto la montagna! Passare il capodanno insieme ormai è un rito e non potevamo abbandonarti proprio quest’anno!-, esclamò felice Jung Min, beccandosi un’occhiataccia da Hyun Joong che lo guardava scuro in volto.
-Già, sarei sicuramente morto di noia senza di voi-, commentò sarcastico il mio ragazzo.
-Andiamo, non te la sarai mica presa, vero?-.
-No, figurati, desideravo proprio rivedervi ancora come tutti i giorni!-.
Young Saeng fece capolino dalla porta d’ingresso al momento giusto, domandando: -Siamo pronti. Ragazze, preparate voi la carne?-.
-Certo, arriviamo, Saeng-, rispose Ah Yeon, la ormai fidanzata di Kibum.
-Credo che rimarrò qui, altrimenti potrei dare fuoco a qualcosa, o qualcuno, con le mie strabilianti potenzialtà in cucina-, commentò scettica Federica.
-Eddai, Feffe, facci almeno da supporto portandola ai ragazzi-, la spronò Sara, mentre mi alzavo.
-Fossi in voi non la farei nemmeno passare per servirla agli altri. Sarebbe in grado di rovinarla anche così-, commentò Taemin, appena uscito dal bagno.
-Yha! Non sei divertente!-, sbottò Sara rimproverandolo, ma Taemin passò oltre e uscì per andare ad aiutare.
-Non ha tutti i torti, Sassa-, osservò Federica.
Ci volle un po’, ma alla fine cuocemmo tutto molto bene e ci saziammo tutti davanti all’enorme falò che ci tenne al caldo. Onew, Kyu Jong, Young Saeng e Minho avevano fatto un buon lavoro davanti al fuoco, mentre il resto de ragazzi aveva trovato dei ceppi grandi su cui poterci sedere senza congelarci; noi ragazze preparammo la carne prima di passarla agli addetti, che a loro volta la porgevano a Federica che fece da cameriera con piacere.
Essere tutti insieme, festeggiare con calore le feste senza diverbi, tutti attorno al fuoco, era gradevole e riempiva il cuore di magia. I ragazzi avevano fatto scorta anche di alcolici, ma questa volta nessuno si ubriacò. Kibum voleva fare bella figura di fronte alla sua nuova ragazza e tutti gli altri avevano voglia di ricordare quella sera. L’unica persona che mancava era Jongsuk, che purtroppo era partito per tutte le vacanze di Natale con i suoi genitori e Seo In Gook. Mi sarebbe piaciuto che ci fosse stato anche lui, ma sicuramente si divertì in qualche altro modo, soprattutto perché In Gook era un tipo festaiolo come lui.
-Sto per scoppiare!-, esclamò Jonghyun allentandosi la cinta dei pantaloni.
-Ti avevo detto di non ingozzarti-, commentò Federica, finendo ancora il suo piatto, mentre io lanciavo un’occhiata complice a Hyun Joong che a quel battibecco tornò in mente il nostro.
-Yha, avevo fame-, relìplicò mio fratello.
-Allora adesso non lamentarti-, continuò l’altra con noncuranza.
Jong sbuffò e Han Ga In, la ragazza di Hyung Jun, diede uno sguardo all’orologio e domandò: -Li faranno i fuochi qui?-.
-Vuoi scherzare? Certo che li fanno!-, rispose Hyun Joong.
-Bene, allora fra mezz’ora dovrebbero iniziare! E’ quasi mezzanotte!-, sorrise l’altra.
Hyun Joong annuì e notando che al falò mancava legna, si alzò per andare a recuperarne un po’ nel giardino sul retro della casa: -Torno subito-.
-Avete voglia del dolce?-, domandò Kibum, mentre Hyun Joong andava via.
-C’è anche quello?-, domandai con l’acquolina in bocca.
-Guarda che faccia che hai! –sghignazzò Minho- ti pare che dimenticavamo il dolce?-, chiese ironico.
-Vado a prenderlo-, si offrì Young Saeng, con l’aiuto di Kyu Jong e Kibum per servire.
Rimasi ad osservare il fuoco, aspettando la mia portata e quando Kyu Jong me ne porse una la divorai un due secondi senza fare troppe cerimonie.
-Quando i vostri genitori dicono che siete identici, non scherzano, eh-, disse Taemin osservandomi quasi inorridito.
-Che vorresti dire?-, domandammo all’unisono Jonghyun ed io.
-Taemin, perché la insulti paragonandola al fratello?-, lo ammonì Federica.
Jonghyun la osservò scocciato e stette a sentire la discussione per qualche secondo: -Yha! Volete smetterla?! Io sono ancora qui!-, sbottò.
Trattenni una risata e mi guardai intorno: Hyun Joong non era ancora tornato ed erano trascorsi dieci minuti. Perché tardava?
Mi alzai, mentre gli altri finivano di gustarsi il dessert e mi avviai per capire che fine avesse fatto: -Vado a recuperare Hyun Joong-.
Passai oltre l’abbeveratoio e aprii il cancelletto del giardino, notando che le luci erano spente, così mi deressi nell’angolo della legna, ma una mano nel buio mi agguantò per un braccio e mi attirò verso di sé, mettendomi con le spalle al muro. Non urlai per lo spavento, perché alla luce della luna intravidi subito il volto di Hyun Joong che mi sorrideva e montai su tutte le furie.
-Sei impazzito, per caso?! Ho rischiato un infarto! Non farlo mai più, imbecille!-, lo insultai, ma il suo sorriso non si spense, e mi chiuse la bocca con un bacio.
Non demorsi: -Non smetterò di rimproverati, perché mi baci, Kim Hyun Joong! Ormai non ci casco più!-, continuai. Si avvicinò lentamente al mio viso un’altra volta, facendomi accelerare i battiti per l’attesa e fissai le sue labbra, zittendomi all’istante.
“Molto coerente, Yaya”, pensai.
-Sei ancora quella di sempre-, ghignò soddisfatto.
-Perché? Pensavi che fossi cambiata in questi sette mesi?-, domandai ironica.
-No, però mi mancava vederti arrabbiata per colpa mia-, rispose tranquillamente. Era chinato verso di me, forse per vedere meglio il mio viso al buio, appoggiato con un braccio al muro.
Lo fissai con un sopracciglio alzato, quasi incredula e risposi: -Bene, congratulazioni, ci sei riuscito! Adesso vuoi un applaus…?-.
Hyun Joong mi alzò il viso con una mano sotto al mento e posò dolcemente le sue labbra sulle mie. Le dischiuse lentamente ed io lo seguii, chiudendo gli occhi dopo la sorpresa,  mentre cercava la mia lingua che trovò con facilità. Si avvicinò di più a me e mi schiacciò contro il muro, unendo per quanto possibile i nostri corpi riparati dai vestiti, e facendo scivolare le sue mani sul mio collo. Mi accarezzò dolcemente il viso con i polpastrelli e sentii invaderemi da un piacere che fino ad allora avevo provato solo con lui prima che partisse. I battiti del mio cuore impazzironno, mentre le sue labbra si spostarono più giù, verso il mento e poi il collo.
-Hyun Joong…-, mormorai.
-Ssh…-, mi sussurrò nell’orecchio e sentii il suo alito sulla mia pelle farmi involontariamente rabbrividire.
-…dobbiamo andare-, continuai.
Finì di giocare col mio collo e mi guardò, accerezzandomi una guancia con le dita: -Dobbiamo proprio?-, domandò.
-Sì, altrimenti fra poco…-, cominciai, ma non ebbi tempo di finire, perché ci raggiunse la voce disperata di Federica.
-NO! Non lascerò che tu gli rovini il momento!-, sbraitò e ci sporgemmo in tempo per vederla tirare indietro senza successo Jonghyu, che invece avanzava come un toro.
-Quale momento!? Avranno sicuramente tutta la notte! Fino ad allora posso anche ritardargli tutto e farli venire di là con noi!-.
-…fra poco ci cercheranno-, finii con rassegnazione nella voce.
-Sto utilizzando tutta la mia forza di volontà per non uccidere tuo fratello all’istante-, commentò Hyun Joong truce. Ci ritrovammo tutti faccia a faccia: ero piuttosto annoiata dalla situazione, ma non potei dare torto a mio fratello, avevamo davvero tutta la notte.
-Stanno per sparare i fuochi-, sorrise Jong innocente.
-Spera che non ne arrivi uno a centrarti in pieno-, commentò velenoso Hyun Joong per poi filare dritto e voltare l’angolo nel raggiungere gli altri. Jonghyun lo seguì, ma Federica mi guardòal limite dell’imbarazzo; la compatii e gli sorrisi accerezzandole un braccio: -Non preoccuparti. Grazie comunque-.
Tornammo al falò e non appena arrivammo, sentimmo e vedemmo il primo fuoco bucare il cielo. Il fuoco si stava lentamente riprendendo grazie ai ceppi nuovi, ma grazie alla poca luce, potemmo ammirare quel bellissimo spettacolo di giochi di luce senza problemi. Hyun Joong mi prese fra le sue braccia, così come tutte le altre coppie, e mi baciò i capelli, stringendomi forte.
Tanti disegni si formarono nel buio e per un attimo, anche se eravamo in mezzo ai nostri amici, mi sembrò che ci fossimo solo noi. Ero felice e sentivo che il cuore trabboccava di quell’elisir di lunga vita. Alle mie spalle potevo sentire i miei battiti andare alla stessa velocità di quelli di Hyun Joong e gli strinsi le mani che avva attorcigliato attorno al mio petto.
-Ti amo-, gli dissi dopo un po’ in italiano, girandomi col viso per guardarlo.
-Mh?-.
-Ti amo-, ripetei senza esitazione, sentendo le orecchie piene degli spari.
Hyun Joong continuò a non capire, ma mio fratello, che si era girato per osservarci insieme a Federica, gli sorrise e tradusse: -Saranghaeyo-.
Si girò nuovamente e stampando un lungo bacio appassionato a Federica proprio quando i botti stavano per finire, ci lasciò nuovamente a noi.
Hyun Joong fece lo stesso e recalandomi un caloroso bacio, mi strinse forte a sé: -Anch’io… da morire, baby-. Mi baciò il naso e tornammo a guardare gli ultimi fuochi che ben presto finirono, lasciandoci meravigliati e soddisfatti di quello spettacolo mozzafiato.
 
I ragazzi tornarono in albergo verso le due, solo dopo averci dato una mano a risistemare la casa e dopo che Jonghyun ebbe lanciato la sua ultima frecciatina allusiva. A quel punto non ci rimase che finire di spegnere il fuoco fuori e mettere a posto le ultime cose, per poi barricarci in casa al caldo.
Hyun Joong chiuse bene la porta e mi sorrise dolcemente, avvicinandosi: -Sei stanca?-, domandò.
-No, credo che potrei restare sveglia ancora per ore. Non ho minimamente sonno-, sorrisi. Era vero, in genere andavo a letto verso mezzanotte, perché non riuscivo a reggere di più, ma quella sera ero insolitamente sveglia.
-Avevo in mente una serata diversa da questa –disse intrecciando le sue mani con le mie- ma se vuoi possiamo rimediare-.
Lo fissai incerta per un attimo, ma domandai curiosa: -Che cos’hai in mente? Quello sguardo malizioso mi fa paura-.
Ridacchiò sommessamente: -Sei diventata una mal pensante, amore mio! Non avevo in mente nulla di troppo… trasgressivo. Avrei voluto prepararti un bagno rilassante, prima di andare a dormire-, rispose.
“Dormire… certo, Hyun Joong. E ti aspetti che io ti creda?”, pensai fra me.
-Preparalo ora, no?-, sorrisi.
Hyun Joong si morse un labbro sensualmente e a quella vista bersi almeno tre battiti, poi annuì: -Va bene, prepara le tue cose-.
Salimmo le scale e mentre lui andava in bagno, entrai in camera per prendere il cambio per la notte che avevo riposto in un portapigiama. Uscii dalla stanza solo dopo aver preso anche il beauty-case e aver aspettato l’ok di Hyun Joong. Voleva che il bagno fosse perfetto e mentre si allontanava per tornare in camera, mi sorrise e mi baciò sussurrandomi: -Prenditi il tempo che vuoi. Ti aspetto in camera-.
Quando entrai rimasi quasi senza parole, perché profumava di vaniglia grazie a tutte le candele che aveva acceso. La vasca era stata riempita con il mio bagnoschiuma al cioccolato, che immaginai avesse preso dalla mia valigia senza dire niente, e aveva fatto crescere un sacco di schiuma che ricopriva tutta la superficie dell’acqua.
“Se un anno fa mi avessero detto che mi sarei ritrovata così sta notte, non ci avrei mai creduto…”, pensai sorridendo e sentendomi tremendamente emozionata.
La luce delle candele si rifletteva sulle mattonelle del bagno e con la penombra creava una piacevole atmosfera, mischiata ad una sinfoniache aveva lasciato accesa da un piccolo stereo da viaggio, il quale probabilmente era in quella casa da anni.
M’immersi nell’acqua, calda al punto giusto, e mi ricoprii di schiuma, cominciando a giocarci: “A pensarci bene lo scorso anno a quest’ora avevo già accompagnato Minho a casa ubriaco perso, mentre Jong e Federica erano alle prese con i loro problemi… Ed io ero con i miei. Quante cose sono cambiate in così poco tempo…”, osservai, mentre mi passavo la spugna sulle braccia con cautela.
Passai una buona mezz’ora in vasca, poi decisi che fosse ora di alzarsi e di prepararsi per la notte, così mi asciugai e indossai la camicia da notte che avevo scelto: non era troppo pesante, né troppo leggera, ma perfetta per quella sera: a maniche lunghe e con una scollatura nella norma. Contrariamente a ciò che pensava mio fratello non avevo scelto niente che potesse essere troppo osé, bensì ero rimasta nel mio stile: un camicia da notte abbastanza scollata, ma niente completino super sexy. Mi sentivo già troppo imbarazzata e per di più gli effetti del bagno rilassante stravano lentamente svanendo: ero agitata e ansiosa.
Guardandomi allo specchio per la centesima volta dopo aver tolto tutte le imperfezioni, per ciò che potevo fare con un po’ di trucco, lasciai che i capelli mi ricadessero sulle spalle.
“Non sarò il massimo, ma se mi ama per lui sarò bellissima anche così -mi dissi sorridendomi- è la mia prima volta… voglio sentirmi a mio agio”.
Uscii dal bagno, convinta di trovare buio, ma ai miei piedi trovai un sentiero di candele che portavano fino alla camera da letto. Lo seguii e una volta dentro, trovai Hyun Joong seduto sulla cassapanca sotto la finestra, vestito solo di una cannottiera e un paio di jeans e illuminato dalla luce delle luci di Natale che di solito si mettono intorno agli alberi, ma che lui aveva usato e applicato intorno al letto. Gli sorrisi avvicinandomi e lui fece lo stesso, posando la mani sulla mia vita, e baciandomi le ciglia.
-Credevo che saresti entrata con qualcosa di super sexy, e invece…-, ridacchiò.
Alzai gli occhi su di lui offesa e m’imbronciai: -Scusa…-, mormorai.
-E di cosa? Sei bellissima così al naturale. Perché credi che ti ami?-, domandò spostando una ciocca dei miei capelli dietro l’orecchio.
-E’ bellissima la stanza-, mormorai felice e stupita. Era un sogno, non c’erano dubbi. Ero già andata a dormire e sognavo.
-Ti piace? Anche questo è stato fatto con tanto amore-, disse ridendo sommessamente.
A quelle parole gli sorrisi e lo baciai dolcemente, cingendogli il collo con le braccia. Stringendomi a sé, intensificò il bacio, mettendoci passione e tuttavia dolcezza: cercò la mia lingua e ci giocò a lungo, prima di scendere nuovamente sul mio collo come aveva fatto qualche ora prima. Rabbrividii a quel contatto e il calore che mi aveva invaso tornò più forte, concentrandosi per la maggior parte attorno al mio ventre. Si perse sul mio collo, mentre le mie mani sondarono il suo corpo: sentii scorremi sotto le dita i muscoli delle sue spalle, dei suoi pettorali scolpiti, ormai da uomo, fino a raggiungere gli addominali disegnati da giorni di palestra. Non era il fisico di mio fratello, quello per cui molte ragazze si erano sempre strappate i capelli a scuola: Hyun Joong aveva tutte le linee e le forme al posto giusto, ma il suo corpo rimaneva di gran lunga più slanciato e forse più elastico. Le mie mani scivolarono sotto la sua cannottiera e sentirono la sua pelle ardere come tizzoni al tocco delle mie dita. Quando disegnai le linee dei suoi addominali, ebbe un fremito e si ritrasse per un attimo a sorridermi sorpreso: -Ehi…-, sussurrò puntando i suoi occhi nei miei.
-Che c’è?-, domandai sorridendo confusa.
-Brividi-, rispose solamente, per tornare alle mie labbra.
Risposi al bacio con la stessa foga e mi sentii trascinata sul letto, mentre mi apriva i bottoni della camicia da notte. Inarcai la schiena sentendolo scendere a baciarmi il petto e ansimai, affondando le mani nei suoi capelli, per quanto possibile. Mi fece sedere su di se, attorgligliando le mie gambe alla sua vita, e continuammo ad amarci, spogliandoci a poco a poco. I vestiti finirono in poco tempo sul parquet e c’infilammo sotto le coperte per non sentire freddo. Mancavano pochi indumenti a dividerci, e mi sentivo così imbarazzata di fronte a lui. Lui, il mio angelo nero, il mio Adone, il ragazzo che avevo sognato per mesi anche la notte ed io… Forse Jonghyun aveva ragione. Forse non ero ancora pronta?
Hyun Joong non si fece sfuggire questo particolare, notò subito che mi stavo irrigidendo e perdendo la voglia di sciogliermi. Mi fissò preoccupato, sorreggendosi con un braccio per non pesarmi addosso, e guardandomi negli occhi, mi sorrise dolcemente: -Amore? Che succede?-, domandò.
-Niente-, abbozzai un sorriso e lo baciai, rotolandomi su di lui, ma ancora una volta si fermò.
-Qual è il problema?-, chiese ancora. Non risposi e rassegnata mi distesi accanto a lui, posando la testa sul suo petto.
-Non sei pronta?-, domandò, accarezzandomi i capelli.
-No, è che… mi sento pronta, solo… ho paura-, mormorai.
-Hai paura che ti faccia male?-, chiese premuroso.
-Sì, ma soprattutto ho paura di non… -esitai sospirando- di non piacerti-, ammisi.
Hyun Joong si rigirò verso di me, che mi appoggiai sul cuscino, e mi guardò attentamente sorpreso. Mi fissava e forse non credeva alle mie parole, perché corrugò la fronte incredulo: -Stai scherzando vero?-.
Dissentii con la testa. Ne ero convinta.
-Ti amo… ti amo come non ho mai amato nessun in vita mia. Avrei aspettato sette mesi per riabbracciarti ed averti, se pensavo che non mi saresti piaciuta? Pensi davvero che avrei fatto tutto questo –accennò alle stanza- sopportando anche le inutili frecciatine di Jong?-, domandò cercando di sdrammatizzare. Mi strappò un sorriso.
-No-, risposi.
Sospirò accarezzadomi una guancia e mi chiese seriamente: -Mi ami?-.
A quella domanda scavai dentro il mio cuore e di getto risposi di sì. Lo amavo e lo desideravo con tutte le mie forze, ma qualcosa mi bloccava. Ero un freno invisibile, eppure molto semplice da poter sbloccare.
-Non aver paura allora. Rilassati e goditi questi attimi con me-, mi sussurrò sulle labbra.
I suoi occhi languidi, carichi di passione e desiderio, mi fecero cedere e quando tornò ad baciare e a mordere dolcemente la mia pelle, sentii i brividi tornare. Scariche elettriche partirono dal mio cervello e percorsero tutta la mia schiena, lasciandomi assuefatta da lui, non appena le sue mani tornarono in azione sul mio corpo.  Gli cinsi la vita con le gambe e rotolai nuovamente su di lui, potendo toccare e baciare tutto ciò che aveva da offrimi, poi però riprese possesso della situazione e tornò a sdraiarsi su di me.
Quel poco che rimaneva del nostro intimo fu gettato a terra chissà dove insieme alle altre cose in pochissimo tempo. Eravamo solo noi e non appena prese le precauzioni giuste, mi guardò intensamente, imprimendomi fiducia con i suoi occhi grandi.
-Ti amo…-, mormorò adagiandosi dolcemente, mentre con colpi cauti di reni cominciava a farmi sua.
Ansiamai, aggrappandomi alle sue braccia e sentii dolore, ma subito dopo mi rilassai quando svanì e potei finalmente sentirlo completamente mio. Lui diede il ritmo ed io lo seguii senza problemi.
Sudammo sotto il caldo del piumone, ma nonostante questo, mentre l’aria si scaldava sempre di più riempiendosi di gemiti, eravamo felici. Federica aveva ragione: se fatto con amore, nulla era sbagliato.
Quando lo sentii irrigidirsi e afferrare con una mano il cuscino, capii che ormai stavamo giungendo alla fine, perciò mi concentrai e affidandomi alle sue spinte, raggiungemmo insieme la vetta più alta di quel piacere.
Stanco e tremante si accoccolò sul mio petto. Gli baciai i capelli ancora col batticuore e sorrisi stringendolo a me.
-Grazie…-, sussurrai.
-Grazie a te, amore-, rispose con la voce roca.
Ero esausta e la lucidità che si era prolungata fino a quel momento, cedette presto il posto al torpore del sonno. Mi addormentai cullata fra le sue braccia, ascoltando il suo respiro e inscrissi quella sera nel cuore.
“Dovevi essere tu… lo sentivo. Ti amo, amore mio”.
***
Tre mesi più tardi, esattamente dopo il primo anno compiuto fra me e Hyun Joong, tutto aveva ripreso il corso naturale delle cose. Ero tornata ad essere invisibile per le persone, eccetto per Hyun Joong e il mio migliore amico a scuola e qualche volta Federica quando riuscivo a vederla in casa, se Jonghyun non la rapiva; Federica era tornata la migliore amica fidata di Kibum e la ragazza adorata da mio fratello; Hyun Joong era tornato di nuovo a scuola e spesso e volentieri ci vedevamo in giardino fuori scuola, senza contare che aveva ristabilito un buon rapporto con il padre e stava aiutando sua sorella; Jonghyun aveva smesso da tempo di assillarmi con la sua protettività, avendo perso ogni speranza di proteggere la mia “innocenza” il primo dell’anno; Kibum era tornato il mio secondo fratello; gli Shinee e i SS501 erano diventati ormai tutti amici. Il mondo aveva ripreso a girare per il verso giusto. O almeno così sembrava.
I gruppi non si erano sciolti, anzi avevano continuato ad esibirsi sul palco della scuola e ad allenarsi per i futiri concorsi e gare, e l’occasione neanche quell’anno mancò. Il preside c’informò tutti che quell’anno, grazie al grande successo che i Super Junior avevano avuto nella scuola all’estero, sarebbe stata indetta un’altra gara, ma sta volta, oltre a vedere partecipanti gli Shinee e i SS501, in gara ci sarebbero stati anche Hongki e la sua band degli FT Island e un nuovo gruppo, i BigBang. Si era formato da poco tempo, anche perché parecchi di quei ragazzi erano nuovi a scuola, ma ebbe subito successo.  JiYong il leader, Senghyun il rapper, meglio conosciuti come G-Dragon e TOP, Daesung, Taeyng e Seungri erano i componenti; così mentre tutto il complesso femminile, sia superiore, sia universitario, si perdeva sbavando dietro al leader del gruppo, il quale mieteva cuori come se fossero stati grano, Federica ed io per poco non collassammo vedendo arrivare per la prima volta il rapper.
-In vita mia non ho mai visto un uomo più bello di quello-, commentò Federica un giorno a mensa, mentre mangiavamo al solito tavolo, a cui avevano preso a partecipare anche i SS501.
-A chi lo dici-, dissi masticando lentamente e osservando Top da lontano.
-Pronto? Noi siamo ancora qui!-, sbottò Jonghyun che ci fece voltare, provocando le risa di tutti. Si scambiò uno sguardo complice con Hyun Joong che mi guardava con gelosia.
-Che c’è? Non ho detto niente di male-, dissi ingoiando.
-E’ la dura verità, ragazzi. Accettatela-, commentò Federica accanto a me.
-Fortuna che Sara non è come voi-, insinuò Taemin, che venne automaticamente smentito da Kibum.
-Ah, si? E il commento su Hyung Jun tempo fa dove lo lasciamo?-.
-Y-yha! E’ passato tanto tempo ormai!-, protestò Sara, arrossendo di fronte a Hyung Jun che la guardava divertito.
-Ah, certo… è passato tanto tempo –commentò Kibum- Quindi devo dedurre che non è più “tanto dolce e tenero come persona”-, la pungolò ancora. Sentii Jung Min trattenere a stento una risata.
-Ma ti scrivi ogni parola che dico!?-, sbottò irritata lei.
-Kibum, finiscila. Mi stai innervosendo-, lo riprese Taemin con uno sguardo che non gli avevo mai visto.
-Ho solo detto che anche lei è umana, non facciamone un dramma, ragazzi-, ribattè Kibum, ma la conversazione finì lì. Hyun Joong però non smise di togliermi gli occhi di dosso per tutto il tempo che rimase.
A fine pasto, suonata la campanella della scuola, fui costretta a tornare in classe con Jongsuk, ma prima che potessi varcare le porte della scuola, fui richiamata dalla voce di Hyun Joong, che avevo salutato poco prima. Mi girai, dicendo a Jongsuk di aspettarmi, e lo raggiunsi alla fine delle scale.
-Si? Che c’è?-, chiesi sorridendogli.
Il suo sguardo era duro e per poco non mi ricordò la prima volta che l’avevo visto. Era veramente arrabbiato con me?
-Che cos’è questa storia del nuovo arrivato?-, domandò fissandomi senza far trapelare nessuna emozione.
Lo studiai per qualche secondo, ma poi sorrisi divertita: -Sei geloso?-, domandai, mordendomi un labbro.
-Sì –rispose sincero- e tanto anche-. Rimasi a bocca aperta. Non potevo crederci! Per un solo commento!
-E dai, amore, veramente?-, dissi avvicinandomi e facendogli gli occhioni dolci.
-Sì, perché adesso che non sono più in questa scuola non so quello che puoi combinare. Magari t’innamori di lui mentre canta, come hai fatto con m…-, borbottò, ma lo bloccai baciandolo.
-Yha, stavo parlando-, mi rimproverò quando mi distaccai.
-Non potrei innamorarmi di un altro. Sei tu l’uomo che voglio-, dissi sorridendogli pensando a quel giorno.
Hyun Joong sembrò tranquillizzarsi e sorrise: -Sei mia?-.
Annuii: -E tu sei mio-.
Mi baciò dolcemente per qualche secondo, ma poi sentii la voce impaziente di Jongsuk richiamarci: -San Daniele e Panna! Abbiamo lezione e siamo in ritardo! Potete lasciare le vostre effusioni a più tardi?!-, ci urlò.
Risi guardandolo: -Arrivo!-.
-Ti accompagno a casa quando esci-, disse Hyun Joong, mentre tornavo a guardarlo.
-Va bene, allora a più tardi-, dissi dandogli un ultimo bacio sulla guancia e avviandomi sulle scale.
Raggiunsi Jongsuk che mi stava aspettando e quando fui alle porte di scuola mi girai per vedere e Hyun Joong fosse ancora lì: lo salutai con una mano e lui fece lo stesso. Poi potei tornare alle lezioni di sempre.
“La vita a volte è davvero strana. Pensavo che non avrei mai incontrato un ragazzo che mi facesse perdere la testa così, quando l’unica amica che avevo era Tiffany… ed ora eccomi qui. Seguo le lezioni del professor Rhee con un vero migliore amico accanto e con la consapevolezza che lì fuori c’è qualcuno che mi aspetta.
Kim Hyun Joong, mi hai davvero rubato il cuore!”.


{Spazio Alue! :D}

Ed eccoci qui, ragazzi... come promesso siamo arrivati veramente alla fine. Ora, molti ringraziamenti li ho già fatti la settimana scorsa, ma vi ringrazio tutti nuovamente! ^^ Se volete fatemi sapere le vostre impressioni, mi raccomando! Spero proprio che tutto vi sia piaciuto :D Tipo Jong che cerca di salvare inutilmente l'innocenza della protagonista XD Ah! A proposito! Quando la macchina si ferma, ho dato la colpa alla batteria, ma in realtà una batteria non provoca fumo davanti XD Quindi perdonate questa impresione! ^^" 
Grazie mille per avermi fatto compagnia! Un utimo bacio a tutti e ci sentiamo alla prossima FF! <3 

PS: Per tutti coloro che sono entrati e non hanno trovato i dialoghi, chiedo umilmente perdono, prostrandomi ai vostri piedi >.< quando la testa fa come gli pare, non c'è scampo ç_ç Scusate tantissimissimo! 
Grazie a TIZZI che mi ha avvertito dell'errore :3

 
  
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