"Qualcosa non va, Nageki? .. Hey, ma stai piangendo?! Cos'è successo?"
 "Hitori... perché le mie bolle di sapone sono scoppiate?"
"E' parte del loro ciclo vitale. Devono scoppiare. E' un peccato, sono così belle da vedere. Ma fortunatmente, puoi farne altre!"


Il viaggio era stato lungo e stancante.
Inizialmente, Nageki si era sforzato di controllare il nome di ogni fermata. Forse aveva controllato fino alle prime quindici, o forse ne erano sedici, ma aveva rinunciato; ad ogni modo, non aveva idea di dove fosse diretto.
Perché era salito sul treno?
Ah già. Hitori l'aveva rimproverato.
Come mai?
... Non importa. Era passato troppo tempo per ricordarlo.
Chissà se il motivo era solo quello.
Era stato un viaggio così lungo e noioso, Nageki aveva passato tutto il tempo a fare bolle di sapone. Appena le bolle sparivano, ne faceva di nuove.
Aveva prima tentato di fare tante serie di bolle piccole sulla sua testa, in modo da esserne sommerso, e poi aveva tentato di fare la bolla più grande del mondo. Ma Nageki non aveva idea di quanto fosse grande la bolla più grande del mondo, non aveva mai letto nulla a riguardo.
Ma poi, dopo trenta fermate o giù di lì - aveva mentito, aveva continuato a contarle nella speranza di ricordarsi dove stesse andando -, il tubetto di liquido per bolle era finito.
Questo viaggio è davvero lungo, pensava Nageki. Pensava e pensava, e non sapeva più come passare il tempo.
Ma cosa ci sarà alla fine di questo treno?

Creò le sue storie. Storie ben studiate e appassionanti, che a stento riusciva a distinguere dalla realtà. Ammesso che quel treno fosse reale.
Creò storie su tutto ciò che c'era da racontare e visse mille avventure diverse: una volta scoprì come vive una formica, un'altra volta ancora divenne una nuvola. Poi un ladro, e ancora una ballerina, un uccello, una bella sinfonia, fu anche una gomma da masticare. Aveva esaurito anche le idee.
Quante fermate sono passate?
Non c'era voluto molto a Nageki per capire che in realtà, quel treno non si sarebbe fermato. La discesa era infinita, e non poteva controllarlo.
C'era solo una cosa che Nageki non aveva provato ad essere. Hitori.
Hitori lo conosceva troppo bene, e a Nageki spaventava l'idea di capirsi così a fondo.
Ma la noia, si sa, è davvero brutta, quindi chiuse gli occhi e subito, una sciarpa rossa era arrotolata attorno al suo collo, e la penna con cui stava correggendo i compiti era quasi finita.
Che avventure potrà mai vivere  Hitori? Deve sempre badare a me. Sono solo un peso, dopotutto.
Immaginò semplicemente di vivere. Decise di vivere una vita normale, senza dover però badare ad un fratellino malaticcio.
Che vita, che bella la vita normale. Anche le seccature come doversi svegliare presto, sono così belle.
Sono così belle quando non puoi più provarle.
Come un amore perduto che non si può riconquistare.
Immaginò finalmente di aprire la porta della stanza del fratellino malaticcio.

Come avrà reagito Hitori?
Una volta esplosa una bolla, se ne può benissimo fare una nuova.
Chissà se ha letto il biglietto. "Allora, una volta morto un fratello, potrai benissimo cercarne uno nuovo e che non sia solo una scocciatura."
Ormai, era solo un peso che penzolava da una corda appesa alla trave sul soffitto che tanto temevi potesse crollargli in testa.


Il treno ha smesso di fermarsi. Ha corso, ha corso alla velocità della luce, fino ad uscire dalle rotaie e schiantarsi. Non importa, è questo il mio posto.
E comunque, non fa più male come una volta.







No, veramente. Non m'interessa se non ha senso e ci sono errori e quello che volete. La lascerò così. E' più per me che per altro. Quindi spero la possiate apprezzare comunque, se riuscite a capire il vero intento.